Forse era la prima volta dopo tanto tempo che si sentiva così bene, rifletté Allen, perché a lenire il suo cuore spezzato, concretamente e spiritualmente, c’era Lavi, e le sue carezze sapevano trasmettergli tutto l’amore che l’albino necessitava. E lui sapeva discernere se quei gesti fossero realmente dettati dall’affetto o da una recita ben congegnata alla quale anche lui aveva stabilito di partecipare senza preavviso, lasciandosi travolgere dagli eventi, e sempre constatava che quello di Lavi era vero, benché, ingenuamente, non fosse capace di descriverlo a fondo. Perché le mani fredde di Lavi, quando lo accarezzavano, lo scioglievano come cera bollente ed il suo occhio smeraldino, più d’una mera dichiarazione, effondeva un sentimento più nitido d’un lezioso gesto d’amore.
«Buon compleanno, Allen.»
[Lavi/Allen]