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Autore: Necrosis    02/01/2017    4 recensioni
Yuki Kei ha gli occhi ricolmi di lacrime.
In quel momento comprende: lei ha paura.
La stessa paura che stava consumando lui fino al giorno prima.
Una paura ancestrale e forse persino irrazionale per due persone come loro.
La paura di non essere in grado di amare come si dovrebbe e di non essere amati come si vorrebbe.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Yuki
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve, salve, salve.
Sono tornata (forse).
Era una vita che non pubblicavo, mea culpa mea maxima culpa.
Prometto di aggiornare e portare a termine tutte le FF che avevo lasciato in sospeso.
Nel mentre, ho avuto un po' di ispirazione e ho fatto questa breve one shot senza grandi pretese.
Spero vi piaccia!
Grazie come sempre a chi perderà tempo a leggere e recensire.
Ciao!


 

 

 

SCARED TO DEATH



 





“E' finita”
Due parole.
Cosa?
Il Capitano guarda la donna che ha davanti, mantenendo una posa rigida.
Che diamine sta dicendo?
Il suo occhio le scava dentro.
“Non posso più andare avanti così, è finita”
La frangia bionda le copre gli occhi, mentre quel fiume di parole riempie l'aria della stanza.
No.
Ma non esce nessun suono.
I muscoli di entrambi sono rigidi, pronti a scattare.
Sono due combattenti, sanno cosa deve essere fatto e ciò che è giusto fare.
“Smettila”
“No, tu devi smetterla”
Harlock stringe le labbra in una smorfia di disappunto.
“Non sai cosa dici Kei”
“Smetti di trattarmi come una mocciosa!”
La voce le esce forte, quasi con un ringhio.
Harlock si chiede se quel tono le sia sempre appartenuto o sia uno dei tanti cambiamenti che quella ragazza ha fatto.
“Così vuoi lasciarmi? E' questo che vuoi?”
Forse suona più duro di quanto vorrebbe, ma è troppo tardi.
Lei finalmente lo guarda, rivelando gli occhi blu da sotto la frangia.
“Sì”
No.
“E perché?”
“E' stato uno sbaglio. Questa cosa mi prosciugherà e non potrò più adempiere ai miei compiti”
Lui si avvicina appena e lei indietreggia.
Il movimento interrogativo del suo sopracciglio la fa parlare.
“Non avvicinarti, mi fai male”
Male?
“Tutto qui quindi?”
“Mi dispiace."
Ti dispiace?
Il suo occhio la fissa e lei risponde allo sguardo con decisione.
Fa sul serio.
L'aveva intuito dal tono e dall'atteggiamento di lei ma ora ne ha la certezza.
Lui non dice nulla e lei sospira.
La vede voltarsi leggermente verso l'uscita.
Oh no no. Non se la caverà così facilmente.
Prima che lei se ne renda conto lui le afferra il polso e la tira verso di sé.
“Che diavolo st--”
La spinge con le spalle al muro e la guarda dritta in faccia, con uno sguardo incendiario che divampa dal suo unico occhio.
“Ti dispiace?Passi un mese nel mio letto decantando il tuo amore per me e poi mi dici che è finita? E' questo il tuo dispiacere?”
La presa di lui è ferrea, ma delicata.
Capitan Harlock è un uomo d'onore, non potrebbe mai ferirla.
“Io ti faccio del male? Sei un'egoista!” ringhia.
Lei lo fissa, a bocca aperta.
“Capitano io-”
“Non sono il tuo capitano adesso, sono solo Harlock” la rimbecca immediatamente.
“Prima mi fai credere di aver trovato una donna in grado di amarmi, di accettarmi, di volere ogni parte di questo corpo corrotto e poi pensi di abbandonarmi così? Potresti essere più egoista?”
Le parole sfuggono dalle sue labbra sottili velocemente e taglienti come lame.
La donna davanti a lui trema leggermente.
Yuki Kei ha gli occhi ricolmi di lacrime.
In quel momento comprende: lei ha paura.
La stessa paura che stava consumando lui fino al giorno prima.
Una paura ancestrale e forse persino irrazionale per due persone come loro.
La paura di non essere in grado di amare come si dovrebbe e di non essere amati come si vorrebbe.
“Che io sia dannato...” sospira prima di baciarla, permettendole di aggrapparsi alle sue spalle e ai suoi capelli ribelli.
Non le avrebbe più permesso di andare da nessuna parte.
Non avrebbe potuto lasciarlo neanche volendo.
Le afferra le gambe, si volta addossandosi il peso di lei al petto e alla cieca raggiunge il lungo tavolo di legno.
La poggia sopra, staccandosi dalle sue labbra.
Lei è senza fiato, con le guance arrossate e gli occhi ancora liquidi.
Non appena le appoggia le labbra sulle palpebre Kei si lascia sfuggire dei lievi singhiozzi.
Ah, l'essere umano: così pieno di paure. Così terrorizzato all'idea di fallire e di essere un peso per le persone attorno a sé. Così fragile da dimenticare i sacrifici pur di uscire il meno scalfito possibile.
Assapora l'odore dei capelli della giovane, mentre lei lo spoglia.
Harlock sorride appena, senza smettere di sfiorare con le labbra la fronte e il naso di lei, per poi ritrovarsi labbra contro labbra.
Ma non la bacia, rimane fermo e immobile in quella posizione e la osserva.
“Anche io avevo paura” rivela
La sente trattenere il fiato.
“Non pensare più di abbandonarmi” sussurra, asciugando con la punta della lingua una lacrima sfuggita all'autocontrollo della giovane.
“Tu sei mia ed io sono tuo. Non scappare da me”
Le mani fresche di lei toccano il suo torace ormai nudo e lui socchiude l'occhio, godendosi quel momento di intimità che sembrava stare per sfuggire alla sua presa.
Lei stava per andarsene.
Quel pensiero gli provoca fastidio immediato.
Prima che possa baciarla lei gli afferra l'avambracio e lo porta nella camera da letto.
Senza opporre alcuna resistenza si fa spingere sopra al materasso e osserva quel paio di occhi blu posizionarsi su di lui.
Le dita corrono immediatamente a compiere gli stessi gesti che la stupenda creatura sopra di lui ha compiuto pochi attimi prima.
Diventerà il suo riflesso,se necessario, per farle capire quanto siano indispensabili l'uno per l'altra.
Si toccano e si baciano come se stesse per arrivare la fine del mondo.
Per la prima volta lui le sta lasciando avere il pieno controllo della situazione.
Lascia che lei si muova come vuole, come preferisce per entrambi.
E' una lotta di sguardi. Si aggrappano a quel momento, incapaci di predire il futuro.
Kei si accascia su di lui, affannata.
Non dicono niente.
Le dita che si allacciano alle carni parlando per loro.
Nessuno ha più paura.

 

  
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