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Autore: Smartox_    02/01/2017    2 recensioni
A Storybrooke era da un po’ che era iniziato il periodo natalizio, lo si capiva dalle luci presenti sui balconi delle case, o dalle vetrofanie presenti nelle vetrine dei negozi.
Lo si capiva dalle canzoni che venivano trasmesse dagli altoparlanti installati qualche anno prima in città, canzoni che, in questo periodo, tutti non facevano altro che canticchiare.
Cosa che stava facendo anche Emma, seduta nella sua auto con la radio accesa.
-Storia partecipante all'Iniziativa FemStmas2016-
[1.408 parole]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Storybrooke era da un po’ che era iniziato il periodo natalizio, lo si capiva dalle luci presenti sui balconi delle case, o dalle vetrofanie presenti nelle vetrine dei negozi. Lo si capiva dalle canzoni che venivano trasmesse dagli altoparlanti installati qualche anno prima in città, canzoni che, in questo periodo, tutti non facevano altro che canticchiare.

Cosa che stava facendo anche Emma, seduta nella sua auto con la radio accesa, e le canzoni natalizie che passavano senza sosta, mentre era davanti alla casa di Regina, indecisa se scendere o meno, indecisa se andare a bussare alla sua porta e dirle tutto quello che avrebbe voluto e dovuto dirle già da un paio di anni a quella parte.

Era appena uscita da quella casa dopo aver festeggiato la Vigilia di Natale con i suoi genitori, il piccolo Neal, Henry e Regina, tanto che ancora indossava il cappello di Babbo Natale. Poteva inventarsi di aver lasciato il telefono o la giacca lì.

Prese coraggio e scese, arrivò davanti alla porta di legno bianca, con quel 108 color oro, alzò la mano per bussare, ma tutto il suo coraggio era appena andato a farsi benedire, così corse verso la sua auto, la accese e sfrecciò letteralmente via, fino ad arrivare al bosco.

Lì nessuno l’avrebbe vista mentre si malediceva per essere una codarda, lì nessuno l’avrebbe vista mentre prendeva a calci e ogni tanto anche a pugni un vecchio albero, per sfogare la sua frustrazione. Lì nessuno avrebbe visto le sue nocche graffiate e con qualche goccia di sangue che usciva, a causa dalla corteccia dell’albero, ma soprattutto, nessuno l’avrebbe vista con gli occhi rossi e gonfi, perché non riusciva più a tenere tutto dentro.

Faceva male vedere Regina sorridere grazie a qualcuno che non fosse lei, faceva male eccome.

Presa da un momento di coraggio, salì di nuovo in macchina e si diresse verso casa di Regina, scese velocemente dalla macchina, e si affrettò a bussare alla porta, senza curarsi dell’ora, o di cosa avrebbe detto, magari avrebbe potuto prendere la scusa di restituirle il cappello.

Erano passati oramai un paio di minuti da quando aveva bussato, senza avere ancora risposta, quindi pensò di andarsene, ma, appena fece qualche passo sentì la porta aprirsi.

Si bloccò sul posto, senza neanche girarsi. “Swan, sai che ore sono? Cosa c’è di così importante da non poter aspettare domani?” Le chiese Regina dopo averla guardata per qualche secondo.

Emma si girò, non si aspettava il fatto che la mora si presentasse alla porta solo con una vestaglia semitrasparente e dell’intimo che non lasciava praticamente nulla all’immaginazione.

“Io non.. scusa, devo andare” rispose Emma presa dal panico, ma prima che potesse aprire la portiera della sua auto, una mano leggermente fredda si posò sul suo polso, impedendole il movimento.

“No, visto che mi hai svegliata ora tu vieni dentro e mi racconti cosa è successo, che tu lo voglia o meno” affermò con tono fermo Regina, fissando per un attimo quel sangue oramai secco presente sulle nocche della bionda.

Emma semplicemente annuì, era fottuta, se non riusciva neanche a dirle di no, come sarebbe riuscita a mentirle sul fatto che aveva preso a pugni un albero a causa sua?

Entrarono in casa senza dire una parola, e Regina decise di prepararle una cioccolata calda, proprio come piaceva a lei, con panna, e un spolverata di cannella sopra.

“Allora? Pensi di restare qui solo per bere la mia cioccolata o hai anche intenzione di parlare?” chiese impaziente la mora, picchiettando con un dito sul freddo marmo del tavolino.

“Bhe, io.. cosa dovrei dirti?” chiese Emma fissando la sua tazza, e prendendo un sorso di cioccolata, sporcandosi le labbra.

Regina rise mentre la guardava “che ne dici di dirmi semplicemente la verità?” azzardò la mora, pulendole l’angolo della bocca senza pensarci.

Emma si bloccò, sia per la frase detta dalla mora, che per la sua azione, che le fece venire la pelle d’oca. Pensò a cosa dirle per qualche minuto, ma nella sua mente non c’era altro che il dito di Regina che le puliva l’angolo della bocca con un tovagliolo.

“Allora? Vuoi stare lì a fissarmi per tutta la vita o pensi di dire qualcosa?” chiese impaziente la mora.

“Magari” rispose Emma senza pensarci, sgranando poi gli occhi accorgendosi di averlo detto ad alta voce.

Le parve però che Regina non avesse sentito, o se lo aveva fatto, non lo aveva dato a vedere per nulla.

Emma si riprese, e bevve un altro sorso di cioccolata “ho preso a pugni un albero” confessò tutto d’un fiato, trovando, in quel momento, estremamente interessante il bordo della sua tazza.

“Cosa? E perché mai l’avresti fatto, Swan?” chiese di rimando la mora, storcendo leggermente il naso.

“Deve esserci per forza un perché?” chiese la bionda alzando finalmente lo sguardo, e evitando di dare una risposta alla sua domanda.

“Beh, a meno che tu non sia impazzita nel giro di qualche ora, si, deve esserci un perché” affermò convinta Regina, addolcendo un po’ lo sguardo, e sorridendole leggermente.

“Allora sono impazzita okay? Pensala così, o come altro ti pare, ma non posso darti la vera motivazione per cui l’ho fatto” rispose la bionda alzandosi, lasciando così la tazza con la cioccolata a metà, e dirigendosi verso la porta.

“Emma, aspetta” la richiamò Regina, facendo bloccare la bionda proprio sulla porta che portava dalla cucina al salone, la mora si alzò anche, e la raggiunse.

“Cosa c’è? Te l’ho detto, non posso dirti nulla” affermò Emma, mettendosi subito sulla difensiva.

Regina rise leggermente, annuendo semplicemente, come a dirle che lo aveva già capito, avvicinandosi ancora un po’ a lei, per poi portare lo sguardo in aria, e ridacchiare di nuovo.

Emma la guardò, pensando che fosse lo spettacolo più bello che avesse mai visto, poi spostò anche lei lo sguardo verso l’altro, capendo dove la mora stava guardando.

Guardò di nuovo lei, deglutendo leggermente.

“Sai cosa significa, vero?” chiese la mora guardandola negli occhi e sorridendole “dovrai baciarmi” affermò poi, facendo un piccolo passo avanti.

Emma scosse la testa “no, non.. non posso baciarti, sai che non posso” affermò, continuando a scuotere la testa, come se stesse cercando di svegliarsi da un sogno, e di tornare alla realtà.

“Perché non puoi? È solo un bacio, mica poi devi chiedermi di sposarti” rispose Regina con un’alzata di spalle.

“Cristo Regina, possibile che non ci arrivi? Smettila di fare così, smettila di chiedermi di baciarti, oramai tutti l’hanno capito, tutti tranne te, e io-“

“Emma, non te lo sto chiedendo per favore, non ti sto chiedendo di scegliere se farlo o meno, ti sto dicendo che devi farlo, devi baciarmi” la interruppe la mora guardandola negli occhi, mentre aveva l’ombra di un sorriso sulle labbra.

La bionda pensò un paio di volte a quella frase, cercando di interpretarla nel modo giusto, aveva frainteso? Magari Regina le aveva detto che doveva baciarla per il semplice motivo di essere sotto uno stupido rametto di vischio? Oppure…

I suoi pensieri si interruppero quando sentì Regina sbuffare, per poi poggiare delicatamente le labbra sulle sue.

Inizialmente non reagì, presa alla sprovvista, poi, dopo un attimo di sorpresa, ricambiò il bacio, muovendo delicatamente le labbra su quelle della mora.

Regina sorrise, passandole poi le braccia attorno al collo, anche per non farla allontanare, mente la bionda posò le sue mani sui fianchi della mora, attirandola a se ancora di più.

Aveva immaginato quelle labbra, quel bacio, da più di due anni, ma la realtà superava di gran lunga ogni aspettativa che si era fatta.

Si staccarono dopo qualche minuto, Emma sorrideva mentre guardava la mora negli occhi “hai dei bellissimi occhi” sussurrò poi, lasciandole un piccolo bacio sulla punta del naso.

Regina sorrise a quel gesto ”e tu sai di cannella” disse la mora dandole un bacio sulla guancia.

“Poi spiegami un’altra cosa, chi metterebbe un rametto di vischio sulla porta della cucina?” chiese Emma ridacchiando leggermente, continuando a tenere Regina tra le sue braccia.

“Io” rispose ridendo leggermente “e poi l’ho fatto solo per questo, solo che non siamo mai capitate qui sotto nello stesso momento, tranne ora che ho dovuto fermarti” ammise la mora sorridendole come farebbe una bambina colpevole “e per la cronaca, sei davvero carina con quel cappello” rise.

Emma scosse la testa, ridacchiando, dandole poi un piccolo buffetto sul naso “Buon Natale” sussurrò poi sorridendole.

“Buon Natale, Swan” le rispose Regina dandole un altro piccolo e dolce bacio.


Angolino Me:
Saaaalve, e niente, questa ff partecipa all'iniziativa FemStmas2016, prompt utilizzati "hai dei bellissimi occhi" e "vischio" e nulla, Buon Natale in ritardo, non avevo il WiFi quindi non ho potuto pubblicarla prima, sad me T_T.
E nulla, enjoy.
GayBye
  
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