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Autore: _Will_    03/01/2017    2 recensioni
{Missing Moments: 6×10}
Dal testo:
"-Modera i termini principessa: potrei rapirti e renderti di nuovo la mia cameriera-
-A che scopo? Ti innamoreresti nuovamente di me e inizieresti a viziarmi con cibi poco salutari, the pomeridiani e qualche biblioteca...-"
Storia senza pretese circa il possibile rinascere dell'antico rapporto tenero e a tratti comico tra Rumple e Belle, durante il tragitto per il convento.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-È successo qualcosa…- disse la ragazza ancora confusa dal comportamento dell’uomo davanti a sé.
-Muoviamoci- disse lui prendendole d’istinto la mano e lasciandola dopo i pochi secondi di silenzio seguiti a quel gesto.
-Lo so che non ti fidi abbastanza di me per permettermi di aiutarti con la magia, ma in ogni caso verrò con te ad assicurarmi il bene di nostro figlio- aggiunse, poi, con un tono e una luce negli occhi più supplichevoli che minacciosi, in attesa di una risposta da parte di lei.
La neo-mamma, ancora un po’ insicura dopo l’inaspettata serie di eventi, decise di mettere da parte i litigi ed evitare di perdere altro tempo rispondendo brevemente: -Seguimi .
Le due figure iniziarono, così, a correre per le fredde strade della cittadina, riscaldati unicamente dal ricordo del calore provato durante il breve contatto di pochi minuti prima.
Era sciocco dare tanta importanza a un evento di così poco valore, eppure entrambi avevano sentito in quel tocco un po’ di quella dolcezza caratteristica del loro rapporto; egli, infatti, l’aveva afferrata con gentilezza nonostante la foga del momento e lei aveva inconsapevolmente approfondito il contatto cercando di incastrare le sue dita tra quelle di lui.
Un po’ come due calamite che vengono messe vicine dopo un lungo periodo di lontananza: nonostante tutto, mantengono la loro attrazione reciproca, nonostante tutto, riescono a far rinascere la necessità l’una per l’altra.
Un fiume di ricordi prese a scorrere nei loro pensieri provocando ad entrambi un folle desiderio di fermarsi per abbracciarsi e chiedersi, così, implicitamente scusa a vicenda.
Ma la donna aveva anteposto da tempo ai sentimenti provati per l’uomo l’amore per il figlio, la sua forza individuale e la fede nel potere del bene.
Il marito, d’altra parte, stava ritrovando a piccole dosi l’amore utopistico provato in principio per la sua dolce Belle e aveva paura che un gesto così intimo ed improvviso potesse far sentire la ragazza soggetto di un desiderio superficiale, infantile e addirittura irrispettoso da parte sua.
I due continuarono quindi il cammino in silenzio mantenendo un passo frettoloso che li fece arrivare in meno di dieci minuti al negozio di pegni, metà strada del tragitto di circa mezz’ora a piedi tra il parco e il convento.
Nelle menti di entrambi la vista dell’edificio fece rinascere, tra i filmini mentali dei loro meravigliosi giorni di coppia, il ricordo dei litigi di cui la piccola struttura era stata scenario più volte e, senza nemmeno avere il tempo di notare l’uno il viso dell’altro contrarsi in una smorfia, il Signor Gold sentì una fitta fortissima al ginocchio malandato che lo costrinse ad approfondire il suo rapporto con il marciapiede.
-Cos’è successo?!- disse al metà tra il preoccupato e l’irritato la ragazza avvicinandosi a lui;
-Io … credo che la magia curativa che uso per camminare sia… svanita…- rispose affannosamente l’uomo cercando invano di rialzarsi, ricadendo immediatamente sull’asfalto gelido e provocando il rapido avvicinamento e l’immediato soccorso della giovane.
-Questo l’avevo intuito, ma perché proprio ora?-
-La magia nasce dall’emozioni…-
A quelle parole la donna arrossì lievemente identificando in se stessa e nel loro bambino la causa dell’improvviso malore di quell’uomo per il quale anni prima avrebbe combattuto contro il mondo intero.
-Oh beh… siamo vicini al negozio vuoi che entri a prenderti il bastone?- disse con il suo caratteristico tono dolce, ormai perso da tempo, aiutandolo ad appoggiarsi a un muro lì vicino.
-Grazie mille cara, ma non so quanto il girare tra scaffali gettati a terra mezzi distrutti e tra Regine Cattive pronte ad uccidermi dietro ogni angolo possa essere l’ideale per te- rispose lui amaramente, appoggiando la schiena alla parete e alzando il volto verso il cielo.
-Niente che non abbia già visto- commentò lei mantenendo un sorriso pieno di tenerezza stampato in viso e continuando, poi, con falso disinteresse, chiedendo: -Cos’è successo tra te e la tua… “compagna”?-
Un ghigno si increspò sulle labbra dell’uomo nel sentire la punta di disprezzo usata dalla donna per l’ultima parola, ghigno che sparì ben presto quando non trovò come rispondere alla domanda: erano passati tanti anni eppure Belle era ancora capace di lasciarlo senza parole. Quando il silenzio si fece imbarazzante il folletto riuscì solo a commentare:
-Compagna? Non dire sciocchezze cara... è… quasi una figlia per me-
-Allora menomale che il nostro di figlio è un maschietto: non avrei gradito sapervi a letto insieme- disse, ora, con falsa dolcezza e un’ironia quasi tagliente;
- O forse no… infondo la famiglia da cui sei attratto a quei livelli è quella di Cora- urlò la ragazza lasciandosi prendere dalla rabbia e dallo stress e iniziando a piangere. Le troppe emozioni la portarono ad accasciarsi a terra, lasciando Gold tentennare, nuovamente impreparato davanti le parole della moglie.
La ragazza respirava appena tra un singhiozzo e un altro ma poco le importava.
L’unica cosa a cui riusciva a pensare erano tutti i tradimenti e gli inganni del marito, tutta la sofferenza che aveva provato ad allontanarlo, tutti gli sguardi delusi ricevuti ogni volta che lo perdonava, l’incantesimo del sonno, il bambino, il parto, l’Amore…
l’Amore per l’uomo dietro la bestia che nonostante tutto continuava a vivere nel suo cuore, l’Amore per i loro hamburger con il The freddo, l’Amore per la loro tazzina dal bordo scheggiato, il Vero Amore che aveva provato, provava e che avrebbe sempre provato per Tremotino… Tutto quel pensare sembrava averla incatenata a terra: non aveva mai provato così freddo in vita sua.
Poco dopo, però, si ritrovò tra le braccia dell’uomo che amava, inebriata da dolci sensazioni a lei familiari: non aveva mai provato così caldo in vita sua.
Quest’ultimo pensiero le diede il coraggio di fare la scelta giusta:
-Scusa… continuo sbagliare tutto.- sussurrò.
-Non è colpa tua. Hai così tanti problemi… abbiamo così tanti problemi: non avrei dovuto comportarmi come…-
-Un idiota?- suggerì lei ritrovando paradossalmente un po’ di dolcezza.
-Avevo paura rispondessi “come Azzurro”- rispose ironicamente melodrammatico.
-Pensavo che per te i due termini fossero sinonimi- disse ridendo lei.
-In effetti…- provò ad aggiungere il folletto ricevendo una gomitata scherzosa dalla compagna di marciapiede e scoppiando a ridere a sua volta.
-Andiamo lunatica neo-mamma- la prese in giro mentre scioglieva a malincuore quell’affettuoso legame creato con l’amata.
-Guarda che non sono io il vecchietto che ha causato la sosta non programmata- rispose con lo stesso tono la donna.
-Modera i termini principessa: potrei rapirti e renderti di nuovo la mia cameriera-
-A che scopo? Ti innamoreresti nuovamente di me e inizieresti a viziarmi con cibi poco salutari, the pomeridiani e qualche biblioteca...-
I due si alzarono con il sorriso sulle labbra, felici di aver riassaggiato un po’ dell’aspetto “comico” del loro rapporto e pronti a riprendere in fretta e furia il cammino.
Inspiegabilmente, per quei 10 minuti di tragitto, l’Oscuro riuscì a far comparire il bastone ma non a guarire la propria gamba, un incidente che avrebbe, casualmente, previsto una camminata a braccetto con la ragazza.
Per quei 10 minuti Belle non si fece domande.
   
 
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