Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Fujiko_Matsui97    07/01/2017    7 recensioni
[SPECIALE / SPIN-OFF "Need you like a Drug"]
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La vita di un ricercato è dura persino a Capodanno, e Ciel Phantomhive lo sa benissimo.
Perduto l'anello che lo rende il leader del Blue Ring, egli si prepara a fare di tutto pur di evitare una strigliata da Grell, aiutato dal suo migliore amico Alois.
Peccato che la notte è giovane e piena di imprevisti, e non tutto va esattamente come da lui programmato...
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Ciel / Sebastian / Mey Rin;
Snake / Alois / Claude
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[In ritardissimo come sempre... vi auguro un meraviglioso 2017! ;) ]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Sebastian Michaelis, Snake
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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[HAPPY NEW RING!]

 

 

 

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(( https://www.youtube.com/watch?v=KXJNoC6CuYE ))

 

 

 

 

-Snake, sei un emerito imbecille.-

-Possibile che sono qui da nemmeno un quarto d'ora e sono stato già riempito di insulti?!-

-Ora dimmi...- Ciel si voltò verso il più grande con un ringhio imbestialito, afferrandolo senza un minimo di grazia per il colletto della felpa, attirandolo a sé: -... hai venduto il mio cazzo di anello al primo gioielliere che ti ha sganciato dei bigliettoni profumati, e vorresti anche essere ricoperto di dolcezze da me?!-

-Senza offesa, ma preferisco la fi..!- Snake s'interruppe con l'indice a mezz'aria, Alois che lo fissava con un'espressione talmente eloquente da far sì che le sopracciglia toccassero l'attaccatura dei capelli.

-... finezza. Preferisco la finezza, inutile che mi guardi in quel modo. E comunque, Ciel...- sospirò affranto, tornando con l'attenzione al loro leader: -... ti giuro che è stato un incidente! Se avessi saputo che quell'anello era il simbolo del tuo potere al Blue Ring non lo avrei di certo venduto!-

-Scherzi?! Avresti potuto almeno indagare su chi fosse il proprietario!- ribattè il moro, sempre più nervoso, e Alois si fece strada fra i suoi due amici:

-In sua difesa, devo dire che l'idea di non farlo è stata mia.- si mordicchiò le labbra, pensoso: -Quell'anello sembrava molto prezioso, e se avessimo avvisato il locale che qualcuno l'aveva perso, qualunque delinquente sarebbe potuto interessarsene e appropriarsene, pur non essendone il proprietario.-

-Abbiamo aspettato qualche giorno, affidandolo a Beast, ma nessuno lo ha richiesto, e così...- alzò le spalle Snake, e Ciel rivolse loro un'occhiata truce, seppur il loro ragionamento non fosse affatto errato: tuttavia, non lo avrebbe ammesso neanche con una pistola puntata alla testa.

-Beh, non c'è che dire, siete dei grandi idioti... entrambi!-

Il leader iniziò a camminare nervosamente per la stanza, riflettendo febbrilmente su una soluzione per concludere al meglio quell'anno difficile per tutti: nonostante non temesse nessuno, già tremava all'idea di dover spiegare a Grell come diamine aveva fatto a perdere un oggetto così prezioso, nonché simbolo e tradizione della storia della sua discoteca.

Già il fanatico proprietario in rosso del locale non gradiva la sua presenza... in quel modo Ciel gli avrebbe solo fornito un alibi per sbatterlo fuori da lì.

-Devo riprendermelo assolutamente prima che Grell scopra qualcosa!-

-Paura, neh?!- ghignò divertito Snake, beccandosi l'ennesima espressione truce di entrambi gli spettatori: Alois, in particolare, non comprendeva come potesse mettere così a repentaglio la sua vita, senza un minimo di esitazione.

-Ciel, stà tranquillo, è una stronzata...- intervenne così, sperando di smorzare quel momento di nervosismo: -Basterà che tu vada in gioielleria a ricomprarne uno uguale, e tutta questa storia sarà risolta prima di quanto immagini.-

-No, noi andiamo a ricomprarne uno uguale.- sottolineò il leader, dilatando furiosamente le narici in direzione del migliore amico: -Te lo scordi che esca di qui da solo, non so se ricordi, ma al momento mi sto nascondendo, e sono ricercato dagli sbirri in tutta la città!-

-Bene, se avete già deciso tutto io smammerei...- affermò Snake, osservando il quadrante del suo orologio al polso: -... è da stamattina che sento degli strani brividi addosso, e non vorrei ammalarmi prima di Capodanno.-

-Le medicine stanno nel primo cassetto del mio armadio.- lo informò Alois, prendendo poi a braccetto un riluttante Ciel, pronto a risolvere una volta per tutte quella faccenda fastidiosa: -Forza, sbrighiamoci, tra meno di due ore arriverà Claude a prendermi per l'esibizione di tango.-

 

 

 

 

-A noi.-

Il delizioso suono squillante del brindisi risuonò nell'elegante sala adibita a festa.

Sebastian Michaelis sorrise, qualche minuto dopo, mentre portava il calice alle labbra, osservando la sua dama dall'altro lato del tavolo, fasciata sensualmente da un abito scarlatto: -Allora, questo posto è di tuo gradimento?-

-Semplicemente perfetto, tesoro.- sbattè le ciglia Mey Rin, appoggiando con leggiadria i gomiti sulla tavola imbandita, e in attesa solo di ricevere i piatti della sontuosa cena: -Non vedo l'ora di trascorrere questo Capodanno assieme a te... è stato un anno duro, e a causa del tuo lavoro mi sei mancato parecchio.-

-Vedrai che recupereremo...- assicurò l'uomo, le dita nella tasca che stringevano quel prezioso cimelio appena acquistato, desiderose solo di scoprire l'occasione giusta per infilarlo all'anulare della sua storica fidanzata: -... inoltre, ho in serbo per te una sorpresa che mi farà sicuramente perdonare di ogni mia mancanza.-

Un anello con incastonato un zaffiro, di un blu talmente intenso e luminoso da incendiare lo sguardo di ogni spettatore.

-Uh, sei molto sicuro di te a quanto pare...- scherzò la donna, celando la sua estrema soddisfazione, senza tuttavia riuscirvi: era tutto meraviglioso, l'atmosfera di quel lussuoso ristorante, il servizio, loro due, la coppia più invidiata, talmente bella e assortita da essere d'esempio a chiunque incrociasse, anche solo per sbaglio, le loro vite.

-... non vedo l'ora che arrivi quel momento.-

-Credo proprio che non dovrai attendere molto.- Sebastian si sporse in avanti, sfiorando la mano della donna per stringerla delicatamente nella sua: -Sai, questa sera sei davvero bellissima, e non posso fare a meno di dirti che...-

S'interruppe di botto, tuttavia, quando la suoneria del suo cellulare di lavoro riempì l'ambiente, facendolo espirare seccato: Mey Rin sforzò un sorrisetto, a cui egli mostrò un cenno del capo, a mo' di scusa.

Tirò fuori l'apparecchio touch dalla tasca, trascinando la barra verde sullo schermo per rispondere:

-Finnian, che succede? Sono occupato, ora.- chiarì, ma ciò non impedì all'interlocutore di gridare le sue preoccupazioni in tutta fretta, rendendo a stento comprensibile a Sebastian il contenuto della sua telefonata.

Man mano che il collega vivace proseguiva, tuttavia, lo sguardo del moro si incupiva sempre di più, fino a pronunciare, qualche minuto dopo, l'ardua sentenza: -In questo momento? Sì. D'accordo, sarò lì il prima possibile.-

Chiusa la chiamata in tutta fretta, il suo sguardo vagò, affranto, verso Mey Rin: -Mi dispiace, ma sembra sia urgente.- le spiegò, la donna che lo osservava con attenzione: -Da qualche settimana abbiamo perso di vista un indagato, e Finnian ha ricevuto una segnalazione da un negoziante di un centro commerciale. Devo andare subito lì e arrestarlo prima che ci sfugga ancora.-

-D'accordo... lo capisco.- sentenziò infine lei, nascondendo abilmente la noia che le dava quel contrattempo: a volte davvero non comprendeva come potesse qualcuno essere così dedito al lavoro da rinunciare persino alla cena dell'ultimo dell'anno... per giunta con la propria fidanzata.

-Vai pure, io ti aspetterò.-

 

 

 

-Quanto?-

-Trentotto e mezzo.- sbuffò Wendy, reggendo il termometro fra le dita; Snake alzò le iridi feline al cielo, crollando all'indietro col capo sulla brandina, esasperato: aveva sperato fino all'ultimo di sbagliarsi, che quella debolezza fosse momentanea, ma ora aveva compreso che si era sbagliato, e anche di grosso.

-Grandioso. Lo sapevo che sarebbe finita così, mai una volta che io possa divertirmi in pace.-

-Dai, guarda il lato positivo...- l'amica d'infanzia si sedette accanto a lui sul materasso, stringendogli una mano con fare rassicurante: -... non sei l'unico ad essersi ammalato l'ultimo dell'anno: quasi mezza discoteca è a letto con l'influenza.-

-E il lato positivo dove sarebbe..?- sussurrò sconsolato il ragazzo, sollevando perplesso le sopracciglia: la ragazzina gli sorrise divertita, depositandogli un bacio leggero sulla fronte accaldata, come un augurio a guarire al più presto.

-Ora ti riposi un po', d'accordo?- gli strizzò l'occhio in modo complice, sollevandosi da lì per dirigersi nella sua stanza e iniziare a prepararsi per la festa di quella notte: -Stasera verremo a trovarti a turno, non ti sentirai solo, è una promessa.-

Non appena fu fuori, Snake sospirò seccato, ormai solo e immerso nel silenzio: sperava che quel capodanno gli avrebbe riservato qualcosa di speciale e inaspettato, ma a quanto pare l'anno nuovo non stava iniziando nel migliore dei modi.

Si girò su un lato, tirandosi le coperte fin sopra al mento ma, proprio mentre stava per chiudere le palpebre per rilassarsi un po', il cellulare vibrò insistentemente sul comodino, costringendolo a riaprirle interrogativo: che fosse qualcuno dei suoi amici che gli faceva gli auguri in anticipo?

Per come era conciato in quel momento, sarebbe stato il colmo, semplicemente.

-Pronto?- rispose titubante, nonostante il numero fosse anonimo: sperava solo che non fosse la chiamata pubblicitaria di qualche telefonia, giunta a rompergli le palle.

-Ciao Snake, sono Claude.-

L'albino sgranò gli occhi in una frazione di secondo, ora decisamente sveglio e, nel rialzarsi a sedere sul letto, la foga fu tale da fargli sbattere la testa contro il legno della brandina retrostante.

-Ahi, ma che cazzo..!- borbottò con voce strozzata, e il poliziotto dall'altro capo del telefono sollevò un sopracciglio, chiedendosi che diamine stesse succedendo: -Disturbo?-

-Ah? No, no, figurati!- si affrettò a negare il ragazzo, sorridendo poi angelico: -Dì un po', come va la vita?-

-Al momento male, direi.- sospirò nervosamente l'uomo, dando un'occhiata fuori dall'oblò alla notte che scendeva, impietosa: -Ti ho chiamato perchè ci sono dei problemi, e non riesco a contattare Alois in alcun modo.-

-Oh... è andato al centro commerciale, può darsi che lì sia senza linea... ma che succede?- domandò senza giri di parole, e il tenente si mordicchiò nervosamente il labbro: -Dovevo arrivare circa un'ora fa a casa per la gara di ballo, ma l'aereo ha avuto un guasto al motore e pare che ci siano problemi.-

Snake strabuzzò gli occhi, allarmato: l'amico teneva tantissimo a quella gara, era felicissimo di parteciparvi con Claude... e proprio adesso giungeva l'anno nuovo con tutti i relativi imprevisti.

-Ho controllato e i voli di linea sono tutti chiusi. Sembra proprio che non farò in tempo ad arrivare per l'esibizione.-

Un groppo in gola fece capolinea lungo la gola del cantante, assieme a tutta la frustrazione a lungo repressa in quella notte che sarebbe dovuta essere magica, ma che al momento sembrava più che altro un covo di insidie e infelicità: era arrivato un altro anno che, nuovamente, metteva tutti loro a dura prova.

Nonostante questo, Snake avrebbe dovuto comprendere che la colpa di quell'imprevisto non risiedeva in Claude Faustus, né in nessun altro.

Tuttavia, non potè fare a meno di avvertire la rabbia invadere ogni fibra del suo corpo: forse era la voce quasi indifferente che l'uomo mostrava in quella situazione, oppure la sua scarsa prevenzione nel non essere ritornato prima a Los Angeles per fare in tempo a partecipare alla gara... non lo sapeva.

Ciò che sapeva, però, era che questa volta non avrebbe taciuto su quell'ingiustizia che avrebbe reso il migliore amico più triste di chiunque altro: -Beh, che dire... sapevo che sarebbe finita così.- riflettè, seccato.

-Che intendi?- aggrottò la fronte l'adulto, stupito da tutta quella confidenza che traspariva dalla voce dell'altro, ma questo non fermò il ragazzo dall'esprimere il suo disprezzo.

-Quello che intendo, Claude...- affermò furioso quest'ultimo, affilando lo sguardo dall'altro capo del telefono: -... è che se tu pensassi di più a ciò che conta invece che interessarti sempre alle cose futili e sbagliate, forse Alois non rimarrebbe deluso da te ogni santa volta!-

L'uomo s'irrigidì totalmente, preso alla sprovvista, e il silenzio ostile calò fra di loro per qualche secondo. Il tempo di riprendersi, e Claude assottigliò le iridi color miele, sprezzante:

-Ma come ti permett..?-

-Ah, risparmiati la predica.- lo interruppe Snake, estremamente annoiato da quella situazione, non badando ad una probabile maleducazione: ciò che contava, adesso, era fare i conti con il migliore amico e la sua estrema tristezza nel ricevere quella notizia.

-Hai ragione, questi non sono fatti miei, ma sai una cosa? Non mi interessa.- tagliò corto, nervoso:

-Pensa pure a quanto sei innocente in questa situazione, mentre io mi occupo di ferire per te i sentimenti di Alois.-

Attaccò prima ancora di ricevere risposta, lasciando un Claude basito e perplesso dall'altro capo del telefono. Snake gettò il suo sul materasso, sbuffando dalle narici il suo disappunto, per niente pentito delle sue parole: era stufo di ascoltare per vie traverse il menefreghismo di quell'uomo, e adesso gli aspettava il compito più difficile.

I suoi occhi vagarono, il corpo indebolito dalla febbre alta, verso il quadrante dell'orologio attaccato alla parete della sua stanza: erano le dieci, mancava appena un'ora all'inizio della gara.

Si massaggiò le tempie con le dita, stancamente: cosa poteva fare lui per renderlo felice?

 

 

 

Alois era immerso fra le vetrine dell'enorme centro commerciale appena fuori Los Angeles, la mente che ripercorreva tutti i bei momenti trascorsi in quel magico anno, che tra poche ore sarebbe giunto al termine.

Sorrise nel ripensare alla sua relazione con Claude Faustus, l'affascinante e tenebroso poliziotto che aveva puntato nello stesso istante in cui i loro sguardi si erano incrociati: sebbene le differenze nelle loro personalità preannunciassero tempesta, era già da qualche mese che il loro rapporto procedeva a gonfie vele, e la svolta era arrivata col volantino di quel concorso che Alois si era ritrovato fra le mani.

Una sensuale sfida a passi di tango nel teatro più in voga di Los Angeles: la coppia vincitrice che avrebbe rispettato al meglio i canoni di tecnica, originalità e soprattutto affinità avrebbe ricevuto in premio un soggiorno per due nella soleggiata e ricca Miami.

Un'occasione come poche per risvegliare il rapporto con Claude, per costruire finalmente qualcosa da affrontare e vincere insieme: le prove di ballo erano state impegnative ed estenuanti, ma ne sarebbe valsa la pena.

Finalmente un progetto che li vedeva in coppia, smaglianti e innamorati!

-Alois, piantiamola di girare a vuoto e muoviamoci.- comandò Ciel, seccato da come l'amico girovagasse fra quei piani, con un'aria sognante tale da farlo sembrare un ebete.

-Uffa, come sei noioso! E comunque la gioielleria è proprio alle nostre spalle.- si lamentò il biondo, piccato, mentre indicava la vetrina colma di preziosi cimeli.

Lo sguardo del leader del Blue Ring si illuminò, prossimo alla salvezza, e le sue dita si tesero fameliche verso quella fonte di ricchezza: finalmente tutti i suoi problemi stavano per essere risolti, e persino prima dell'inizio dell'anno nuovo... cosa poteva volere di più dalla vita?!

-Ciel...- sorrise malevolo Alois, intuendo i suoi rosei pensieri: -... questo è...-

Improvvisamente, una figura apparentemente sconosciuta girò l'angolo, incontrando la loro attenzione: i due ragazzini dovettero sbattere le ciglia un paio di volte per rendersene conto ma, quando questo accadde, entrambi impallidirono con la velocità di un soffio di vento.

Sebastian Michaelis si guardò intorno con attenzione, pronto a scovare il delinquente interessato, e i due si lanciarono letteralmente dietro una pianta davanti all'ingresso di un supermercato, mimetizzandosi nell'ambiente.

-... una tragedia!- sibilò con voce strozzata il leader, l'espressione allucinata mentre afferrava il colletto del suo migliore amico.

Cercò, però, di non dare troppo nell'occhio, nonostante gli sguardi truci che una vecchietta che passava di lì gli stesse rivolgendo: -Cosa diamine ci fa lui qui?!-

-Non ne ho idea, ma se ci vede sei fottuto, amico!-

Se era il calmarlo l'intenzione di Alois, Ciel doveva ammettere che vi faceva davvero schifo: -Forza, entriamo qui dentro!- lo incitò, spingendolo all'interno della struttura che, per fortuna, a quell'ora era quasi deserta.

-Vedi tu se con tutti i milioni di abitanti che popolano Los Angeles dovevo incontrare proprio quello là!- borbottò nervosamente Ciel, fingendo interesse verso alcuni pacchi di caramelle, per non destare sospetti verso il cassiere.

-Io l'ho sempre detto che hai una sfiga colossale.-

-Sei davvero un pezzo di..!-

-Ah, ha. Non ringraziarmi, lo sai che sono sempre sincero.-

Si diressero con fare apparentemente tranquillo fra i vari reparti, sudando freddo per il loro tentennante futuro, sotto lo sguardo indagatore del cassiere indiano, che ruminava una gomma da masticare in modo flemmatico e snervante.

Ciel si sforzò di rivolgergli un sorriso rassicurante, ma l'altro sembrò solo terrorizzarsi maggiormente.

-Non sai quanto vorrei registrarti mentre mandi sguardi sexy all'indiano.-

-Ora spiegami come cazzo fa un ghigno tanto truce a risultare sexy.- sibilò il moro, innervosendosi ogni secondo di più.

Alois aprì le labbra per rispondere, divertito, ma quando intravide il cliente che era appena entrato dalle porte scorrevoli, la colorazione del suo volto divenne vagamente simile a quella di un fantasma: senza attendere oltre spinse via Ciel, lanciandosi poi assieme a lui dietro una pila di pannolini in offerta.

-AHIA! Ma che cazzo fa..?!- la bocca del prepotente leader venne tappata, urgentemente, dalla mano gelida del biondo, che gli intimò di fare silenzio con l'indice schiacciato sulle labbra, indicandogli poi l'ingresso.

 

-Buonasera.- Sebastian Michealis era infatti entrato con nonchalance all'interno del supermercato, sorridendo in modo smagliante all'ignaro cassiere.

-Chiedo scusa, ma mi è sembrato di vedere in lontananza qualcuno di mia conoscenza...-

I due ragazzini tentarono di mimetizzarsi quanto più possibile dietro le buste, studiando sull'attenti la figura del prestante poliziotto: entrambi ebbero l'impressione che l'uomo stesse alzando volutamente il tono di voce, apposta per farsi sentire da loro.

Davvero irritante.

-... per caso ha visto entrare un ragazzino ricoperto di piercing e dall'aria da delinquente?-

-Delinquente lo sarà sua madre!- esclamò stizzito Ciel dal suo nascondiglio, subito colpito da una gomitata di Alois e redarguito da una sua occhiataccia, che lo ammoniva a chiudere la bocca.

Il cassiere indiano non diede neanche segno di avere la minima esitazione, o rimorso: con la solita espressione atona alla Claude Faustus, indicò la pila di pannolini dietro la quale i due si erano faticosamente rifugiati.

Passarono solo pochi istanti di silenzio: -Cazzo!- sibilarono entrambi i ragazzini, guardandosi allarmati e in cerca di una rapida soluzione:

-E io gli avrei dovuto rivolgere uno sguardo sexy?!- ringhiò Ciel, portando su le maniche, pronto a prenderlo a cazzotti: -Ora si sorbirà quello minaccioso, e vedremo se ha ancora voglia di suggerire dove ci troviamo alla polizia!-

-Ma che sei impazzito, smettila di perdere tempo!- sospirò melodrammatico Alois, afferrandolo appena in tempo ed evitando la strage di ogni singolo cliente di quel posto: una giovane madre passò col bambino in una carrozzina, rivolgendo loro un'espressione perplessa.

-Sebastian sta arrivando qui, devi assolutamente renderti irriconoscibile e...- iniziò, prima di fermarsi con le labbra dischiuse nel bel mezzo del discorso, facendo sollevare un sopracciglio al migliore amico, totalmente basito: -E..?- lo invitò a continuare, ma Alois non rispose all'invito, limitandosi a sorridere in modo stranamente inquietante.

Il suo sguardo era adesso luminoso, e fisso in un punto ben preciso.

Ciel, ignaro di ogni cosa, si voltò anch'egli in direzione del suo sguardo, sgranando l'iride blu a dismisura, completamente pietrificato sul posto: -Oh, no.- lo avvisò.

-Oh, si.-

-Alois, ti stacco le palle.-

-Ma è l'unica soluzione!-

-Io. Non. Indosserò. Quel. Coso.- scandì a denti digrignati Ciel, facendo contrarre le labbra di Alois in un adorabile broncio: -Non mi convincerai così.-

-Ma..!-

-No.-

-Ma se..?-

-No.-

-Ti pago.-

-Io anche, per toglierti dai coglioni.-

Il biondo inclinò il capo in un'espressione seccata, studiandolo in ogni suo cambio d'umore, con fare risentito: -Alois, piantala.-

Quest'ultimo incrociò le braccia, sprezzante.

-Adesso basta con questa violenza psicologica!- sbottò Ciel, afferrandogli senza grazia il colletto della maglietta scura e succinta: -Arrenditi. Non indosserei quella tuta nemmeno se fosse l'ultimo capo d'abbigliamento rimasto sulla terra!!!-

 

 

-Chi vuole un palloncino.-

Cinque minuti dopo, Ciel Phantomhive borbottava questa frase in tono atono, come un mantra.

Egli cercava di non inciampare nell'enorme, morbida e confortevole tuta da mucca che indossava, girovagando per i reparti con in mano mille palloncini colorati da offrire ai bambini, accompagnati al centro commerciale dalle mamme.

-Sei adorabile!- trillò Alois, saltellando allegro sul posto mentre lo riempiva di foto rubate con il suo smartphone: -Fammi un bel sorriso...-

-Tu chiudi quella bocca!! Non mi sono mai sentito più umiliato in vita mia!-

-Oh, andiamo!- sorrise smagliante il biondo, scattandone ancora un'altra mentre Ciel cercava di non inciampare nelle zampette di stoffa che indossava: -Lo hai detto anche quella volta in cui hai perso contro Luka a Call of Duty.-

-Quella era un'altra storia!- sbuffò Ciel, facendo volare via per sbaglio un palloncino a forma di cuore: -E comunque basta risvegliare ferite passate!-

-Dammi un palloncino.-

Una vocetta prepotente e irritante che proveniva dal basso distrasse entrambi, e Ciel si voltò con espressione infastidita a studiare il bimbo che gli stava tirando con forza la stoffa della tuta: la mamma prendeva dei pelati dall'apposito reparto, poco più in là.

-Nessuno ti ha insegnato l'educazione?- gli domandò il moro, per nulla interessato ad assecondare quella piccola peste: -Solo se chiedi per favore, pidocchio.-

-Mai!- storse il naso il piccolo, tirando più forte la stoffa: -Tu lavori qua, non puoi rifiutare le richieste dei clienti, quindi obbediscimi!-

-Non vorrei interrompere questa simpatica parentesi d'amore, ma Ciel, devo scappare!- intervenne Alois, palesemente preoccupato: -CHE?! E vuoi mollarmi qui, solo, con questo schifo addosso, come un idiota?!-

-Allora, ti muovi?- insistette il bimbo.

-La gara inizierà fra meno di un'ora!- spiegò Alois, perplesso: -Devo correre via, o rischierò di arrivare in ritardo!-

-Alois, non osare lasciare questa struttura con me dentro.-

-Un palloncino..!- aprì il palmo il piccolo, per niente intenzionato ad arrendersi.

-Dai, guarda il lato positivo..!- trillò quest'ultimo, correndo all'uscita e ignorando palesemente le sue mute richieste d'aiuto, nonché le sue poco velate minacce: -Volevi pagarmi per levarmi dai coglioni, e adesso me ne vado persino gratis! Che giornata eh..?!- gli strizzò l'occhio, fiondandosi fuori dal supermercato e sparendo, dopo poco, dalla vista del migliore amico, che sibilò fra i denti l'intera sua frustrazione:

-Che giornata di merda, vorrai dire.- borbottò fra sé e sé, promettendo a sé stesso una vendetta a dir poco atroce: era ancora lì, con quell'insopportabile tuta addosso che gli prudeva anche alla pelle, sperando di non beccarsi un'allergia.

-Questa me la paghi, Alois!-

-Voglio il mio palloncino!- gridò spazientito il bambino, e Ciel gli rivolse l'espressione più terrificante che potesse mai esporre, la cornea rossa per lo sguardo allucinato, il volto violaceo di rabbia mentre afferrava il bambino per la maglia.

-DILLO UN'ALTRA VOLTA ANCORA E TE LO FICCO SU PER IL CU..!-

-Phantomhive.-

Quest'ultimo si congelò sul posto, voltandosi con la lentezza di un robot in direzione della voce roca e severa: Sebastian lo riconobbe, finalmente, al di sotto del morbido cappuccio che gli copriva parte del volto, e i suoi tratti si indurirono.

-...Merda.-

 

 

 

 

 

Wendy osservò sconcertata l'ora che segnava il display del telefono, mordicchiandosi nervosamente un'unghia: -Ma dove diamine sarà finito quel tenente... l'esibizione inizierà a momenti!-

-Wendy.-

Essa si voltò a quel richiamo, interrogativa, prima di strabuzzare gli occhi alla visione: il ragazzo da cui era stata nominata si reggeva al tendaggio scuro del teatro, le ginocchia leggermente deboli dall'influenza.

-Snake!- esclamò, scioccata, mentre da dietro le quinte già si potevano udire i primi accenni di applausi, provenire in suoni scroscianti dal pubblico: -Ma cosa ci fai qui?! Dovresti essere nel letto, al Blue Ri..!-

-Non c'è tempo per spiegare, adesso.- tagliò corto l'albino, prendendo respiri profondi per affrontare ciò che stava per accadere: -Claude non verrà, e io prenderò il suo posto.-

-Cosa?!- continuò lei, andandogli rapidamente incontro, tentando di farlo ragionare: -Ma questa è follia! Hai la febbre e... non conosci i passi, non li hai mai nemmeno provati con Alois!-

-Ce la metterò tutta, a costo di improvvisare... ma non posso permettere che Alois soffra.- rispose Snake, abbassando le ciglia mentre la osservava, immersa nella penombra: -E della febbre non m'importa...-

-Ma a me sì!- tentò di intervenire lei, ma il ragazzo le sfiorò una mano, avvolgendo le sue dita nella delicatezza della loro antica amicizia:

-Fidati di me.-

La ragazzina rimase senza parole, nuovamente sorpresa da come Snake riuscisse a tirare fuori le sue emozioni con così tanta facilità... come se in lui non vi fosse alcuna lotta interiore fra orgoglio e silenzio oppure, se vi era, come se vi si fosse arreso fin dal principio.

-Per favore, Wendy.-

Quest'ultima sospirò, infine, affranta dalla sua testa dura:

-D'accordo.- gli lanciò un'occhiata in tralice, severamente: -Terrò la bocca chiusa fino all'esibizione con Alois e i giudici... ma non farò di più.- promise, piccata.

Snake le sorrise malizioso, donandole un bacio sulla fronte e chiudendo il sipario di quella conversazione.

 

 

 

-Bene, spero che tu adesso sia soddisfatto!-

Ciel inveì, ancora vestito in quel modo ridicolo, mentre lui e Sebastian spingevano con tutte le loro forze sulla botola, purtroppo chiusa, dove erano caduti: -Non sono io che cercavo di scappare da te con tutte le mie forze.- rispose pacato Sebastian, sconsolato per quella situazione.

Trascorrere la notte di Capodanno in un magazzino... decisamente lontano dai suoi programmi.

-Semplicemente perchè non eri rincorso.- rispose a tono Ciel, sorridendogli isterico, e il poliziotto dovette ammettere a sé stesso che quel ragionamento non faceva una piega: durante la fuga per i reparti, il tenente era quasi riuscito ad acciuffare quel delinquente, e avrebbe potuto ritornare alla cena... ma, purtroppo per entrambi, si erano posizionati proprio sulla botola d'ingresso del magazzino del supermercato.

Essa aveva ceduto, imprigionandoli lì da ormai un'ora: avevano gridato aiuto, spinto, si erano arrampicati e avevano provato a chiamare qualcuno dal cellulare, ma senza esito.

Non vi era campo, e c'era troppo caos perchè qualcuno potesse sentirli.

-Grandioso, e adesso che facciamo...-

Ciel sbuffò, gettando a terra il berretto per farsi poi strada verso la parete: vi si appoggiò con la schiena, scivolandovi fino a sedersi a terra.

-Possiamo solo aspettare che qualcuno entri qui.- asserì Sebastian, osservandolo da lontano, mascherando una risatina: -Sei davvero adorabile con questo costume addosso, ad ogni modo.-

-Chiudi quella bocca, non è affatto divertente!- sbraitò Ciel, ricoperto da morbide orecchie a pois sul cappuccio:

-Che cazzo, l'ultimo dell'anno passato in una fogna del genere... e con te!- terminò infastidito, facendo roteare al tenente gli occhi al cielo: -Avevo anche organizzato un party straordinario, sarei potuto essere con i miei amici ora.-

Sebastian sorrise intenerito, dirigendosi verso di lui per sedersi al suo fianco: -Sai, anche io avevo una cena, ma forse era destino che non consegnassi il mio regalo a Mey Rin...-

-Che regalo?- domandò il ragazzino, lanciandogli uno sguardo di sottecchi: si pentì immediatamente della domanda non appena incrociò le iridi sottili e cremisi dell'uomo, che come sempre erano in grado di scavargli l'anima.

Non seppe perchè quel commento gli fosse sfuggito, né perchè fosse così curioso... sperò solo di non essere arrossito, o si sarebbe sotterrato molto più che sotto quella botola!

-Non pensavo ti interessasse.- la buttò lì Sebastian, sorridendo nel buio.

-Non farti strane idee, è solo per fare conversazione!- abbaiò immediatamente l'altro, vagamente paonazzo sulle gote: -Dopotutto, siamo bloccati qui insieme.-

-Questo.- sospirò infine l'uomo, tirando fuori dalla tasca un cofanetto di velluto blu.

Lo aprì in un leggero scatto, rivelandone il contenuto luccicante.

L'iride blu di Ciel venne sgranata nell'oscurità: -Dove... lo hai preso..?-

-Nella gioielleria qua vicino, era l'unico modello in vendita.- spiegò Sebastian, sollevando indagatore un sopracciglio: -Qualcosa non va?-

-Quell'anello...- incominciò il ragazzino, sollevando il cappuccio della felpa sulla testa, sperando di nascondere così la sua espressione mesta: -... è mio.-

Sebastian sbattè le palpebre con fare accigliato, fissando il suo profilo, confuso da quella notizia:

-Non sono venuto in questo centro commerciale per caso, esponendomi inutilmente...- spiegò, giocherellando con lo smalto nero sulle sue unghie, divertendosi a scrostarlo per sfogare l'ansia che gli attanagliava lo stomaco nell'avere Sebastian tanto vicino: -... ma per recuperare quest'anello. È il simbolo del mio potere al Blue Ring, e credevo di averlo perso prima che Snake mi comunicasse che lo aveva venduto.-

-Non sapeva che fosse tuo?- domandò l'uomo, perplesso, e Ciel alzò gli occhi al cielo:

-Non lo so né mi interessa. Certe volte lo ammazzerei per quanto è idiota.-

-Phantomhive...-

Sebastian sorrise divertito, mordicchiandosi pensosamente un labbro: lì dentro c'era un piacevole silenzio, intervallato soltanto dai loro respiri calmi.

Probabilmente, data l'ora, il centro commerciale aveva anche chiuso, purtroppo per loro... eppure, lui si sentiva quasi... contento, di averlo ritrovato, nonostante tutto.

-Sai, io credo proprio che...- incominciò, fermandosi immediatamente quando vide qualcosa in lontananza, che catturò la sua attenzione.

Dischiuse le labbra, e Ciel impallidì, rivivendo l'incubo dell'idea terribile di Alois.

-Ti prego, questa scena l'ho già vissuta poco fa, e non è stata piacevole.- lo avvisò, spaventato.

-... abbiamo trovato il modo di uscire di qui.- terminò invece Sebastian, sorridendo malizioso.

Il ragazzino seguì la scia del suo sguardo e, quando fu di spalle e notò la stessa cosa dell'uomo, sorrise a sua volta, soddisfatto.

 

 

 

 

 

-Trancy e Faustus?-

La voce dell'assistente del concorso risvegliò il biondo dalle sue ansie da prestazione, facendogli sbattere le ciglia un paio di volte, deglutendo: -Si.-

La donna lo osservò basita, chiedendosi con lo sguardo dove fosse il suo cavaliere.

-Ah... ehm, il mio accompagnatore si trova dall'altra parte del palco, come accordato per il nostro ballo.- spiegò, evitandole scomode domande.

-Perfetto.- rispose lei, sistemandosi gli occhiali sul naso mentre la musica si apprestava a partire, e gli applausi placavano, dando spazio alla prossima esibizione: -In bocca al lupo.- asserì, neutra, ma Alois non la udì.

Il suo cuore pompava sangue come impazzito mentre si preparava a salire sul palco e a camminarvi di spalle, attendendo con terrore crescente il momento in cui avrebbe sfiorato la schiena possente di Claude con la sua: era il momento.

 

 

(( https://www.youtube.com/watch?v=bIiZ2Nqg630 ))

 

 

Chiuse gli occhi, contando mentalmente i passi che lo separavano da lui, inspirando l'atmosfera lentamente, in cerca del suo profumo: finalmente, come una rivelazione, avvertì sulla schiena il calore rassicurante di un corpo.

Ti amo.

Si voltò dall'altra parte, le ciglia tremanti mentre le sue dita affondavano fra quelle dell'altro.

Da morire, Claude...

Sollevò le palpebre, e il respiro gli mancò per qualche secondo, facendogli dischiudere le labbra col cuore in gola: Snake incrociò il suo sguardo come la scintilla di una scossa elettrica, osservando i suoi tratti in modo quasi maniacale, sotto la magia dei riflettori.

-Snake..?!-

-Mi dispiace, Alois.- sussurrò lui, il volto che sfiorava le sue tempie mentre lo manteneva per i fianchi, trascinandolo con sé verso i primi passi di quella esibizione, come se stesse trattando con una delicata bambola di porcellana: -Avrei voluto che tutto andasse diversamente, questa notte.- concluse, nascondendo in parte i suoi veri pensieri, e quanto amasse poterlo stringere fra le braccia senza alcuna interruzione.

Le dita sulla sua schiena, gli fece eseguire un elegante e rapido casquè, seguendo il ritmo passionale di quella musica latina: una volta che Alois si sentì afferrare per una mano e riportato davanti al volto dell'albino, espirò sulle sue labbra, privo di fiato.

-Avrei voluto che tu fossi felice.- sussurrò Snake, incendiando le sue labbra con le sue pupille, sottili e fameliche come quelle di un rettile.

-Ma cosa sta succedendo..?- mormorò il biondo, socchiudendo gli occhi celesti e seguendo l'altro come poteva, nonostante la confusione gli attanagliasse la bocca dello stomaco:

-Claude ha avuto un imprevisto, non avrebbe potuto danzare con te...- spiegò l'albino, escludendo da quell'affermazione parecchi dati, con l'unico scopo di non sminuire davanti ad Alois l'amore della sua vita: -Tutto quello che ora dobbiamo fare è impegnarci, e vincere questo cazzo di concorso.-

-E come?!- quasi gridò Alois, completamente scioccato dalla facilità con cui l'amico si riferiva, riguardo ad un evento così importante; un groppo si fermò nella sua gola al pensiero dell'abbandono di Claude.

Avrebbe dovuto immaginare che qualcosa sarebbe andato storto: era stato perfetto, ogni cosa, ogni momento passato in sala prove con il suo poliziotto preferito, la gioia di poter condividere assieme un progetto importante.

Stupido lui che ci aveva creduto.

Aveva atteso a lungo quel momento... tutto per niente.

-Snake, questa è follia, ritiriamoci ora.-

-Non te lo permetterò per un idiota come lui, Alois.-

-Tu sei pazzo.-

-Lo so...- asserì il più grande, e quando riuscì ad accarezzargli una guancia con le dita, i due ragazzi avvertirono i primi mormorii del pubblico, appena sotto il palco illuminato: -... ma questo non vuol dire che io abbia torto.-

Alois rimase in silenzio, rabbrividendo per quella carezza così confidenziale, che sapeva di casa: nonostante la situazione colma di ansia e preoccupazioni, doveva ammettere che si sentiva in pace con sé stesso, protetto da sentimenti travolgenti e dolci, come i petali di una rosa, rossa come il passionale tango che stavano danzando.

Snake era l'unica persona al mondo che riuscisse a farlo sentire al sicuro.

E... scottava, dannatamente.

-Hai la febbre?-

-Non dare all'influenza la colpa dell'effetto che mi fa la tua vicinanza.- sorrise sghembo l'altro, e Alois sbuffò, reprimendo il suo divertimento: -Cretino.-

Si allontanò di poco dal suo corpo, tendendogli misterioso la mano, studiando i suoi movimenti:

-Non conosci i passi...-

-Allora improvviserò...- gli strizzò l'occhio l'altro, risvegliando la confidenza che in loro era sempre stata sovrana, resistente come un uragano pronto a devastare chiunque mirasse a separarli: -... a meno che non sia tu a voler guidare me.-

Alois si sentì tirare verso il corpo dell'altro, e socchiuse gli occhi, rilassando ogni muscolo e concentrandosi soltanto sui passi di danza che aveva appreso in tutto quel tempo passato in sala prove: in un leggero salto avvolse le gambe attorno al bacino dell'altro, appena in tempo perchè Snake potesse trasportarlo in un veloce giro attorno a loro stessi.

Il biondo allungò le mani dietro di sé, distendendosi nel vuoto, catturando con le narici ogni stilla di ossigeno che poteva, la testa che vorticava dannatamente, come se fosse sotto effetto di coca.

Il pubblico era esterrefatto da tanta agilità, ed egli sorrise quando riuscì a raddrizzare nuovamente la schiena, portando le mani lungo il viso di Snake: il respiro lo stava abbandonando passo dopo passo, ma era maledettamente bello.

-Chi ti dice che io voglia farlo?- sussurrò, scherzoso.

L'albino accarezzò le labbra dell'altro con le sue, immobile nella propria posizione, catturato in un istante tanto meraviglioso che sentiva che sarebbe bastato un sospiro spezzato a rovinare ogni delicato equilibrio.

-Alois...- dischiuse la bocca per respirare, desiderando soltanto di unirla con la lingua calda e umida dell'altro: non comprendeva come potesse fargli quell'effetto, come potesse fargli tendere ogni singolo muscolo, farlo pulsare in balìa della frustrazione... eppure era inevitabile e, pur di stargli accanto, Snake avrebbe sopportato qualunque tempesta che l'amico gli avrebbe portato, anche solo con un battito delle sue ciglia.

Poi, ghignò divertito: -... non potresti neanche volendo. Ti ricordo che sei tu la donna, in questo ballo.-

Il tempo che Alois espirasse furiosamente dalle narici, che l'altro intuì la situazione di pericolo in cui si trovava: il biondo venne così srotolato dalla sua presa e allontanato, concludendo quel ballo mozzafiato... con un'apertura del braccio vicino a Snake, mollandogli casualmente uno schiaffo che quasi gli fece volare via un polmone.

Gli era decisamente andata male.

Nonostante la conclusione a dir poco comica, nessuno sembrò notare troppo quella punizione fisica: i minuti erano scorsi velocemente durante la danza, e il pubblico era rimasto incantato da quell'alchimia così potente che i due avevano mostrato durante l'esibizione.

Fu per questo che, mentre Snake mormorava insulti in direzione della sua discutibile “dama”, la loro attenzione venne richiamata dall'intero teatro che, in delirio, si alzò in piedi, gridando il bis e applaudendo i due ragazzi.

Entrambi rimasero con le labbra dischiuse, la mano stretta ancora in quella dell'altro, il batticuore per quel successo caldo e inaspettato: il più giovane osservò in tralice Snake, sorridendogli candidamente e, quando quest'ultimo ricambiò la dolce espressione, essi fecero un passo avanti sul palco.

Si inchinarono, fra fischi di apprezzamento e risate languide, prima di sollevare le braccia verso l'alto, le dita incrociate a quelle dell'accompagnatore in una presa salda e rassicurante.

Il presentatore dell'evento applaudì delicatamente, felice della riuscita della serata; prese il microfono fra le mani, reggendo la busta del verdetto.

-Beh, sembra proprio che questa sera abbiamo la nostra coppia vincitric...!-

-ALOIS!-

Un grido affannato interruppe le sue parole, e quest'ultimo si voltò, confuso, verso l'ingresso del teatro, e il suo cuore si fermò in un solo, doloroso istante: -Claude...- sussurrò con voce rotta, non riuscendo a credere ai suoi occhi quando vide l'altro farsi strada fra le poltroncine del teatro, per raggiungerlo.

Snake socchiuse gli occhi, sorridendo sotto i baffi davanti all'espressione commossa dell'amico: le sue dita allentarono la presa attorno a quelle di Alois, ed egli fece un passo indietro, rispettoso del momento, facendosi da parte e nascondendo quanto più possibile le ferite del suo cuore.

Wendy lo osservava da lontano, a sua insaputa, distogliendo l'attenzione per non permettere a sé stessa di commuoversi: la sofferenza dell'amico di infanzia era palese, ed ella si ritrovò a desiderare di abbracciarlo in quella notte senza stelle, volendo solo che fosse felice.

-Cosa... che ci fai qui?- domandò confuso il biondo, trattenendo un magone in gola quando il tenente riuscì a raggiungere il palco dove si trovava, sotto gli sguardi curiosi di tutti.

-Perdonami.- salì le scale in fretta, fermandosi davanti alla sua figura piccola e tremante:

-Snake ha ragione: sono stato un vero idiota a lasciarti andare...-

Lanciò uno sguardo di sottecchi all'albino, che gli strizzò l'occhio, portandosi due dita lungo la testa in segno di saluto: -È stato un vero piacere!-

-Snake?!- intervenne Alois, guardando entrambi con aria interrogativa: c'era qualcosa in tutta quella situazione che gli era sicuramente sfuggito di mano.

-Cosa c'entra lui adesso? Non capisco...-

-L'ho avvisato che non sarei riuscito a tornare in tempo per l'esibizione e mi ha fatto una strigliata.- lo informò Claude con tono neutro, e Alois si voltò verso l'albino a braccia conserte, scoccandogli un'occhiataccia: fosse una volta che si faceva i fatti suoi, quello lì!

-E tu che vuoi?!- rispose sbuffando Snake, tenendogli testa con tono piccato: -Sappi che mi sono sentito molto meglio, dopo!-

-Beh, quel rimprovero mi ha fatto capire molte cose.- sorrise il tenente, interrompendoli e accarezzando con dolcezza una guancia del ragazzino: -Avrei dovuto prevenire qualsiasi imprevisto prima di questa gara, e così facendo ho dimostrato soltanto di non tenere a te abbastanza... ma vedrai che le cose cambieranno, da adesso in poi.-

Gli strinse le mani fra le sue, e il biondo riconobbe in quella stretta tutto l'amore che aveva sempre desiderato di ricevere da lui, tutta la protezione che gli era mancata nel tempo in cui Claude era stato via.

Lacrime di gioia si affollarono agli angoli delle sue cornee, e Alois gli sorrise, socchiudendo le palpebre quando l'uomo si chinò lungo il suo orecchio, stringendolo fra le braccia:

-Ti amo, Alois.- gli sussurrò, prima di baciarlo candidamente sulle labbra.

Quando si staccarono, osservandosi nuovamente complici, Snake alzò le spalle, sorridendo furbamente:

-A questo punto, credo sia il caso di cambiare la coppia vincitrice del premio.- si diresse con fare sicuro in direzione del presentatore ancora ignaro della vicenda, sfilandogli la busta con i biglietti dalle mani per porgerla in direzione della coppia:

-Claude, Alois...-

-... il viaggio a Miami vi aspetta.- terminò invece il verdetto Claude, lasciando il giovane basito.

Il tenente sorrise complice, intuendo la sua perplessità:

-Snake, hai fatto tanto per lui quando non c'ero, e non è di certo la prima volta che ti dimostri migliore di me in qualcosa.- ammise, lasciando l'albino senza fiato, ad occhi sgranati: Alois si mordicchiò felice un labbro, soddisfatto del risvolto di quella vicenda e intuendone la conclusione.

-È giusto che andiate voi due.-

-Non posso accettare, Claude.- si affrettò a rifiutare Snake, scuotendo imbarazzato il capo, grattandosi appena la nuca: -Io sono stato soltanto un valido sostituto, nulla di più.-

-Ti sbagli.- lo corresse, inaspettatamente, Alois, e lui e Claude si voltarono verso la sua figura, che avanzava suadente e colma di gioia, nuovamente: -Stanotte sei stato un vincitore, Snake, e questo non lo dimenticheremo.-

Quest'ultimo rimase senza parole, un calore piacevole che si faceva strada all'altezza del petto mentre i due lo osservavano, piacevolmente colpiti da cosa quella serata aveva loro riservato:

-E poi, fossi in te ci farei un pensierino nel prendere quell'aereo...- continuò malizioso Alois, portandosi la mano lungo il mento in un finto fare pensoso: -... ci saranno terme, massaggi sexy...-

-Non mi convincerai così.- asserì Snake, le sopracciglia sollevate in una scomoda occhiataccia.

-... modelle in bikini...-

-Quando si parte, hai detto?-

Il trio scoppiò a ridere, e l'intero teatro seguì la scia di quella vitalità inaspettata, giunta appena pochi minuti dopo l'inizio dei fuochi d'artificio: il biondo abbracciò forte Snake, che affondò il volto nel suo costume di scena, inspirando serenamente il suo profumo.

-Ma... non posso consegnare un premio così consistente ad una coppia non prevista!- si lamentò il presentatore e Claude, che stava osservando soddisfatto la scena, nemmeno si voltò a rivolgergli un'occhiataccia.

-Faccio parte della polizia...- lo avvisò, limitandosi a tirare fuori il distintivo dalla giacca, un sorriso minaccioso dipinto sul volto quando vide l'altro deglutire e tremare appena: -... non vorrà davvero mettersi contro di me, mh?-

-Bu... BUON ANNO A TUTTI VOI!- esclamò in una risatina isterica il presentatore, decidendo che fosse meglio per la sua vita l'assecondare quei pazzi... perlomeno se voleva ritornare dalla sua famiglia per il primo dell'anno!

-Bravo. Così.- sghignazzò Claude, applaudendo assieme al resto del pubblico, sorridendo nel vedere Snake e Alois scherzare con gli spettatori, augurando a tutti loro un magnifico anno nuovo, e ricco di sorprese.

Quello era senza dubbio il miglior Capodanno che ognuno di loro avesse mai trascorso: lo staff, la giuria, parte del pubblico e una Wendy sorridente uscirono allo scoperto, sistemandosi accanto alla coppia vincitrice per un'allegra foto di gruppo, che sarebbe uscita fra le prime pagine dei quotidiani.

Snake e Alois non smisero per un istante di abbracciarsi, felici come non mai di rimanere, anche in quell'avventura, l'uno accanto all'altro, per sempre uniti.

A volte l'anima gemella non è per forza l'amore della propria vita, e Alois lo aveva imparato, a sue spese ed esperienze, in quella magica e sorprendente serata.

I fuochi d'artificio colorarono in botti scoppiettanti il cielo notturno, dando il segnale d'inizio a quel nuovo, straordinario anno ricco di sorprese... ed egli strinse forte la mano di Snake al suo fianco, sollevandola assieme alla sua in un sorriso felice, godendosi il calore emozionante del pubblico, fino alla fine.

 

 

 

 

 

Una forte sprangata si udì nel quartiere ormai deserto e, dopo qualche colpo battuto sottoterra, finalmente la botola si aprì, violentemente.

Le dita di Ciel pressarono sul marciapiede, riuscendo a sollevare il proprio corpo e ad uscire da lì: a poca distanza lo seguiva Sebastian, che si affrettò a sollevarsi in piedi pur di non sporcarsi.

-Finalmente!- esclamò l'indagato, roteando il martello fra le mani con aria soddisfatta: era stata una fortuna quella di trovare attrezzi da casa, lì, conservati nel magazzino e ancora nuovi.

-Dovrei portarlo a casa come arma, secondo me sarebbe ottimo.-

-Gettalo via.- lo ammonì Sebastian, provocandogli uno sbuffo: -Finalmente possiamo tornare ai nostri impegni della nottata...- sospirò rilassato, dando l'occhiata al quadrante dell'orologio: -... Mey Rin sarà preoccupatissima.-

-Già.- asserì in un soffio Ciel, non sapendo cos'altro aggiungere, e desiderando di dirgli, invece, molte cose: si sentiva vuoto all'idea di non rivederlo in quei giorni di festa.

Era incredibile come bastasse l'incrociare il suo sguardo per fargli dimenticare ogni rivalità.

Sebastian lo osservò a sua volta, sbattendo a stento le ciglia, memorizzando ogni suo lineamento, seppur con quel ridicolo costume addosso, che forse Ciel si era dimenticato di sfilarsi.

Piccoli fiocchi di neve iniziarono a decorare il cielo, cadendo sulla stoffa dei loro completi: era un silenzio magico e stellato, che forse aveva bisogno solo di poche parole di più.

-Phantomhive, prima di andare...- lo chiamò con un sorriso, frugando nella sua tasca un'ultima volta, estraendone, sotto lo sguardo curioso dell'altro, il cofanetto che conteneva il suo anello.

-... penso che sia meglio che questo lo prenda tu.-

Il ragazzino rimase immobile, il cuore che iniziava a palpitare nel petto mentre l'uomo gli tendeva con fare rassicurante il palmo aperto: sollevò lo sguardo, confuso.

-Credevo l'avessi comprato per un'occasione speciale...- sussurrò, sfiorando le dita dell'altro con le sue, piccole e gelide in quella notte d'inverno.

Improvvisamente, le avvertì roventi di passione repressa, e Sebastian incrociò le sue attenzioni con le iridi color lava, sciogliendo ogni residuo di ghiaccio attorno alla sua cassa toracica.

-È un'occasione che può aspettare.-

Ciel Phantomhive sorrise quando prese il cofanetto, palpitante di gioia per quella confessione che non si aspettava di ricevere proprio da lui: avrebbe voluto ringraziarlo, mormorare tutto ciò che non sapeva esprimere a parole... e, proprio per questo motivo, decise di assecondare l'istinto, per una volta nella vita.

Si sporse leggiadro sulle punte, prendendo il volto di Sebastian per avvicinarlo al suo respiro caldo e agitato, unendo le sue labbra con quelle dell'uomo.

Lo scontro fu meravigliosamente irripetibile, la lingua del tenente avvolse la sua con la decisione di uno scacco matto, rovente e umida, e il ragazzino venne percorso da una scossa elettrica che gli perforò anche l'anima.

Quest'ultimo chiuse la palpebra mentre allacciava le braccia alla nuca del poliziotto, che inclinò il volto per approfondire il contatto, trascinando i denti sul labbro inferiore del suo indagato preferito.

Pochi minuti dopo, il ragazzino si staccò da lui con delicatezza, le labbra arrossate dai morsi, avvertendo con soddisfazione le dita del tenente ancora strette sulla sua schiena.

-Buon anno, tenente Michaelis.- gli sussurrò sulla bocca, rivolgendogli un ultimo sorrisetto prima di voltarsi e iniziare a camminare via.

-Forse qualche volta dovremmo bere qualcosa assieme.- lo fermò la voce del poliziotto, inebriato dal dolce sapore della saliva di Ciel, ancora sul palato: quest'ultimo sorrise malizioso dinanzi alla proposta di quell'appuntamento, voltandosi a braccia conserte.

-Spero non in una cella...- ammiccò, studiandolo in modo famelico, facendo scorrere il sangue di Sebastian dritto all'inguine, lasciandolo senza fiato per qualche secondo: -... sai, io non ne ho la prova, ma dicono che sia particolarmente scomoda per consumare aperitivi.-

-Si può sapere che razza di uomini frequenti?- rispose lui sarcastico, nascondendo i suoi veri pensieri dietro quella battuta. Il ragazzino scoppiò a ridere, inclinando il capo per studiare meglio le sue reazioni:

-Di solito non ne frequento affatto, se proprio ti interessa.-

-Oh, sì che mi interessa...- la buttò lì Sebastian, colmando la poca distanza che vi era fra loro con l'ausilio di qualche passo: -... quindi posso dire di ritenermi un'eccezione?-

Ciel sorrise sulle sue labbra, avvertendole così vicine: sapeva di essere una terribile tentazione per l'uomo, eppure non poteva esserne più appagato.

-Io non ti ho mai detto di sì.-

Sebastian inspirò frustrato, catturandogli il mento con l'indice e il pollice, facendolo tremare di piacere: si leccò le labbra, deliziato nell'avvertirlo tanto vicino, e Ciel avrebbe solo voluto sprofondare fra le sue braccia e non uscirne più.

Con l'indice sfiorò i muscoli del suo torace, delineandoli con lentezza disarmante, fino all'altezza della sua cintura, solleticando gli istinti più reconditi del poliziotto.

-E io non ti ho mai detto di paragonarmi agli altri uomini.- terminò, impossessandosi nuovamente delle sue labbra che profumavano di erba, decisamente estasianti.

Ciel mugolò in quel bacio, dischiudendo queste ultime in modo lascivo, lasciandosi catturare la lingua in una danza aggressiva e lussuriosa: affondò le dita nei ciuffi corvini di Sebastian, stringendoli a sé con forza, non badando al fatto che avrebbe potuto provocargli dolore.

-Meglio che vada, adesso.- si staccò all'improvviso, respirando a fondo per riprendere fiato, non appena si accorse di quanto pulsasse il suo membro all'interno dei jeans: le gote rosse, Sebastian lo studiò, divertito da quella reazione così soddisfacente.

-Mi sfuggi ancora?- gli domandò sinceramente, sfiorandogli la mano un'ultima volta, e il ragazzino sorrise, ricambiando la sua espressione un po' mesta per quell'arrivederci che era giunto troppo presto.

-Andiamo, è il nuovo anno...- ammiccò, ghignando il suo finto disappunto mentre lasciava la presa, ignorando la sensazione di gelo che, adesso e solo adesso, lo avvolgeva: -... la storia dell'inseguimento fra gatto e topo non si è fatta vecchia, ormai?-

-Come se ti dispiacesse...- sussurrò Sebastian, donandogli un'ultima carezza lungo le tempie, e Ciel sorrise a trentadue denti, mettendo in mostra il piercing ad anello sul labbro inferiore in segno di saluto: si voltò, stavolta non tornando più indietro, aprendo quella ridicola tuta per gettarla in mezzo ai rifiuti.

Sebastian restò ad osservarlo in lontananza mentre l'altro si incamminava per le strade deserte e malfamate di quella gelida notte, calandosi il cappuccio della felpa scura sulla testa.

Nessuno dei due poteva scorgere l'altro, eppure entrambi sorridevano, decisi a conservare ancora a lungo nella memoria il sapore proibito delle reciproche labbra... almeno fino al prossimo scontro.

Il tenente si strinse nella giacca nera, lanciando un ultimo sguardo alla strada ormai vuota non appena l'indagato svoltò l'angolo: si calò a sua volta il cappuccio sulla testa, deciso ad iniziare quel nuovo percorso nel migliore dei modi.

Sorrise, pronto a tornare a casa.

-Felice anno nuovo... Ciel.-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice

 

Ecchimeee finalmente! :D

In ritardissimo come sempre (LOL) ma vi faccio gli auguri di un fantastico 2017, e che sia ricco di novità, gioie, amore, yaoi e big buttsecsss! ;)

Spero che questo special vi sia piaciuto, e vi invito a dare un'occhiata al mio profilo riguardo alle anticipazioni su una novità che saprete per filo e per segno nel prossimo capitolo di Need You! :3

Buona serata pulzelli, vi lascio con il nostro adorabile Cielino e il suo travestimento in questo special XD <3:

 

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-FM.

 

   
 
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