Essere il suo punto debole
Prologo al bacio
“Credi davvero che dovrei andarci?” Kara osservò il proprio riflesso nello specchio, il vestito
azzurro era troppo semplice, scomparve e riapparve con pantaloni neri e camicia
bianca, scosse la testa, troppo aggressivi.
“Te l’ho già detto, possiamo pensarci
noi ai Paralliani. Prova quello arancio, che ti
arriva al ginocchio.” Davanti agli occhi divertiti di Alex, Kara
sparì per poi ricomparire in un delicato abitino di color arancione.
“È troppo scollato.” La più grande delle
Danvers alzò gli occhi al cielo.
“Non è troppo scollato e ti sta
benissimo, i colori caldi ti fanno brillare.”
“Ma mi dici sempre che il blu è il
mio colore!”
“Vero, infatti stai benissimo anche
con il blu, il verde, il giallo, il nero, il rosso…”
“Ho capito, non mi aiuti.” Kara fece una smorfia poi sparì di nuovo nella stanza. Il
telefono di Alex squillò e lei si alzò dal divano, ormai sommerso dagli abiti
scartati da Kara, e rispose. La kryptoniana
ricomparve con un abito lungo e smanicato, color crema.
“Devi andare?” Disse nel vedere la sorella
infilare la giacca.
“Sì, era Winn,
hanno una pista sui Paralliani.”
“Bene, sei sicura che…”
“Sì! Vai al tuo vernissage con la Luthor e divertiti.”
Kara scese dall’auto osservando
meravigliata l’entrata della galleria, allestita con luci ed effetti che
rendevano magica l’atmosfera. All’interno numerosi ospiti in abiti eleganti
bevevano champagne chiacchierando e ridendo. Tra tutti Kara
identificò subito la figura di Lena, i suoi occhi si fissarono sulla donna che
percependo il suo sguardo si voltò. I loro occhi si incontrarono e il viso di
Lena si trasformò: il sorriso di circostanza scomparve e nei suoi occhi brillò
la gioia.
“Kara! Sei
qui.” Disse subito andandole incontro scusandosi con le persone con cui stava
chiacchierando fino ad istante prima.
“È bellissimo!” Affermò Kara lanciando uno sguardo attorno a lei e volendo
includere la sala elegante e raffinata e soprattutto i dipinti e le sculture
disposti con maestria nella sala.
“Ti piace?”
“Oh, sì.” Gli occhi di Lena non si
era spostati dal suo volto e Kara arrossì
sistemandosi gli occhiali.
“L’arte, la musica, la scienza, la
tecnologia, sono settori in cui un’azienda come la mia può fare tanto. Questo
intendevo quando dicevo che volevo fare della L-Corp
una forza per il bene. Questo è il primo di, spero, molti progetti.”
“Sono tutti artisti sconosciuti,
vero?”
“Esatto, artisti che la L-Corp ha trovato, i primi che la mia compagnia ha aiutato a
emergere, sto stanziando borse di studio, creando fondi per gli studenti,
investendo in edifici atti a dare ai giovani conoscenza e cultura.” Lena era
chiaramente entusiasta e nella sua voce vi era la soddisfazione.
“Sono felice che tu sia venuta a
National City.” Ammise Kara e Lena tornò a guardarla,
gli occhi che brillavano.
“Vieni, ti faccio fare il giro.”
Lena fu una perfetta padrona di casa,
le illustrò le opere e le presentò gli artisti, poi le fece conoscere i
numerosi altri ospiti, facendola passare da un gruppo all’altro attenta che non
si annoiasse e coinvolgendola sempre nelle conversazioni.
Dedicare l’intera serata a Lena,
senza doversi preoccupare di criminali, articoli o alieni, permise a Kara di notare dettagli della donna che non aveva mai
rimarcato prima: i capelli scuri che risaltavano sulla pelle candida, il modo
il cui le sue labbra si incurvavano quando sorrideva, i suoi deliziosi occhi
chiari, verdi vicino all’iride e poi azzurri, la sicurezza che aveva nel
parlare, il suo garbo e la sua eleganza.
“Kara?”
“S…sì?” Si riscosse dai ricordi,
arrossendo.
“Sembravi persa nei pensieri.” Erano
sulla berlina di Lena che le aveva offerto un passaggio a casa e non aveva
accettato un no come risposta.
“Pensavo alla serata.”
“Spero che tu ti sia divertita.”
“Oh, sì, molto. Sei stata gentile a
invitarmi.” Lena sorrise, contenta nel sentire la pronta risposta.
La macchina si fermò e l’autista le
aprì la portiera. Lena scese accanto a lei, poi fece una cenno all’uomo che
rientrò al posto di guida lasciandole sole.
“Kara…
volevo dirti una cosa.” Annunciò la donna, che sembrava aver perso la sua
abituale tranquillità.
“C…certo, dimmi, pure.” Kara sorrise, impacciata, cercando di smetterla di torturare
le pieghe del suo abito o di sistemarsi gli occhiali.
Aveva sentito il cuore di Lena
accelerare e questo aveva immediatamente accelerato il suo.
“Sono felice che tu sia venuta, oggi.
Non solo perché sei un’amica, ma perché…” Lena abbassò gli occhi poi li rialzò
lucidi. Sul volto della donna vi era un sorriso tirato e il suo cuore batteva
ancora più veloce risuonando nelle orecchie di Kara e
facendo eco al suo. “Volevo che fossi… fiera, volevo mostrarti, con gli atti
che posso fare quello che ho promesso.”
“Lena, non hai niente da dimostrare,
so quello che hai fatto per National City, so di come hai impedito a… Cadmus di uccidere tutti gli alieni in città.” Non disse:
‘tua madre’, non voleva ferirla.
Lena sorrise, poi allungò le mani,
prendendo le sue.
“Grazie.” Mormorò. Sentire quelle
dita morbide posarsi su di lei le diede un brivido, ma specchiarsi negli occhi
di Lena le tolse il respiro, in essi vi era un profondo sentimento e un
desiderio.
Lo sguardo della donna scese sulle
sue labbra, il ventre di Kara si contrasse poi non ci
fu più tempo di riflettere, perché Lena Luthor aveva
deciso di non poter aspettare oltre.
Le loro labbra si incontrarono, in un
bacio delicato, poi le mani di Lena si separarono dalle sue infilandosi tra i
suoi capelli e attirandola verso di sé, mentre il loro bacio si approfondiva. Le
sensazioni esplosero nel cervello di Kara, le dita di
Lena le diedero una serie di brividi freddi nel sfiorarle la nuca e le loro
labbra allacciate stavano dando fuoco al suo ventre. Posò le mani sui fianchi
della donna attirandola ancora di più contro di sé e il sentire il corpo di
Lena così vicino le diede una nuova scarica d’adrenalina. Senza sapere dove avesse
trovato il coraggio spinse la lingua ad accarezzare le labbra della ragazza che
non esitò un istante ad accoglierla e a farle incontrare la sua, mentre le
braccia di lei si stringevano attorno al suo collo.
La nuova sensazione fu troppo per Kara, la sua testa non era più in contatto con il corpo e i
suoi piedi non erano più in contatto con il terreno.
Quest’ultimo pensiero fece, lentamente,
breccia tra le emozioni e Kara si separò da Lena per
ricadere a terra bruscamente.
Aveva baciato Lena Luthor e aveva perso il controllo. Aveva baciato Lena Luthor e aveva volato con lei tra le braccia. Aveva baciato
Lena Luthor! Da qualsiasi punto la si guardasse era
nei guai.
Note: Questa storia è già stata interamente scritta e dunque la porterò a termine (tranne se mi tirate i pomodori…), mi farebbe però piacere sapere cosa ne pensate e leggere le vostre recensioni potrebbe spingermi a postare i capitoli più velocemente… insomma, abbiate la gentilezza di condividere i vostri pensieri! J
Detto questo ho scelto l’arancione perché non scrivo scene che io reputo rosse, ma ho letto storie rosse più arancioni di questa quindi… non aspettatevi troppo, ma neanche troppo poco (arancione insomma! XD).