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Autore: Melodia_    24/01/2017    4 recensioni
Tratto dalla storia:
"Rosie Watson, un anno e sei mesi di dolce ingenuità, era già sveglia da un po'.
Gli occhi scuri e brillanti, i ricciolini biondo miele e le guance tinte di rosa contribuivano a renderla l'intoccabile principessina di casa.
La piccola, ancora protetta dal calore delle coperte, guardava da sotto le ciglia il suo dada dormire con la bocca semiaperta.
Rosie, sentendo il pancino brontolare, gli mise una manina paffuta sul naso, quasi a volerlo svegliare.
John, dal profondo del sonno, si limitò a mugugnare qualcosa di indefinito e a girarsi dall'altro lato.
La bimba alzò le sopracciglia perplessa.
Ma tu guarda che papá mi sono trovata.."
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattina tranquilla al 221b di Baker Street.

Per quanto potesse definirsi tranquilla la vita in quel formidabile appartamento.

I raggi del pigro sole delle sette filtravano dalle tende, illuminando tenuamente le tre figure ancora profondamente addormentate.

Beh, non del tutto.

Rosie Watson, un anno e sei mesi di dolce ingenuità, era già sveglia da un po'.

Gli occhi scuri e brillanti, i ricciolini biondo miele e le guance tinte di rosa contribuivano a renderla l'intoccabile principessina di casa.

La piccola, ancora protetta dal calore delle coperte, guardava da sotto le ciglia il suo dada dormire con la bocca semiaperta.

Rosie, sentendo il pancino brontolare, gli mise una manina paffuta sul naso, quasi a volerlo svegliare.

John, dal profondo del sonno, si limitò a mugugnare qualcosa di indefinito e a girarsi dall'altro lato.

La bimba alzò le sopracciglia perplessa.

Ma tu guarda che papá mi sono trovata..

Meglio tentare con l'altro.

Rosie si dondolò con cura sul sederino, si diede una bella spinta, e si ribaltò sul fianco destro.

L'altro, il suo papa, dormiva più compostamente.

Rosie, unica donna di casa e per di più dotata di acutissimi geni Morstan, arricciò le labbra in segno di approvazione.

Certo che papà John li sceglie proprio belli!

Stavolta la bimba passò all'attacco in maniera più decisa, poggiando entrambe le manine sul viso di Sherlock.

Notoriamente meno restio a svegliarsi del suo compagno, aggrottò le sopracciglia e si passò una mano sugli occhi.

Bel lavoro Rosie, pensò la piccola soddisfatta.

"Papapapapa" balbettò insistentemente, incuneandosi tra il braccio e il petto del malcapitato.

"John.." mugugnò il moro. "Tua figlia è sveglia."
"È tua figlia prima delle otto." borbottò John a occhi chiusi.

Sherlock tentò davvero di aprire gli occhi, credetemi.

Soprattutto quando si trattava di Rosie era ben disposto a fare gli straordinari.

Ma Sherlock Holmes, checchè ne dica qualcuno, è un essere umano.

E qualunque essere umano la domenica mattina alle sette, dopo una serata passata a sventare omicidi e cantare ninne nanne, non ha scientificamente la forza necessaria ad alzarsi.

"Rosie, dormi un altro po'" supplicò con la voce impastata dal sonno.
"Papapapa" protestò la bimba.

Ennò, non puoi mollarmi anche tu!

Ma evidentemente poteva eccome, visto che, dopo una carezzina traditrice sulla schiena, l'uomo sbadigliò e tornò nel mondo dei sogni.

Rosie spalancò gli occhi scuri indignata.

Uomini traditori infingardi.

Restò un minuto o due stretta nell'abbraccio del suo papà (ingrato o no, era pur sempre caldo. E il suo papa dava gli abbracci migliori), finchè il pancino non brontolò nuovamente.

La piccola corrucciò la bocca, indecisa se desistere e scoppiare a piangere o trovare un'altra soluzione.

Dopotutto era Rosie Watson, mica una mocciosetta qualunque!

Liberandosi della manona che la stringeva, la piccina si mise a sedere nel mezzo del letto.

La camera era perfettamente tranquilla, solo la porta socchiusa da cui si intravedeva uno spicchio di corridoio.

Un intero mondo alla portata di Rosie.

La nostra promettente (e soprattutto, affamata) esploratrice gattonò sul materasso, affondando con le mani nelle pieghe della coperta blu.

Arrivata al bordo, gettò uno sguardo ai suoi papà.

In particolare a quellolà, che si sarebbe preoccupato da morire a vederla avventurarsi verso l'ignoto.

Rosie fece spallucce.

Papà Sherlock l'avrebbe calmato come al solito.

Ora si apprestava a risolvere un grande problema.

Scendere da un letto matrimoniale per una bambina di neanche due anni può risultare davvero complicato.

Rosie corrugò la fronte, valutando con precisione clinica (per quanto precisa possa essere una bambina, ovviamente) come non farsi male nell'impresa.

Agitò la manina nel vuoto e sì, era davvero alto.

Non capiva.

Papà John quando la prendeva in braccio lo faceva risultare così semplice!

Forse perchè le sue gambine non erano ancora così smisuratamente lunghe...

Fatto sta che, all'ennesimo brontolio, la piccola Watson decise di provare, aggrappandosi saldamente al piumone e lasciandosi scivolare giù.

O almeno questa era l'intenzione, perchè, semplicemente, accadde tutto troppo in fretta.

Un istante prima si stava calando con la maestria di una trapezista, l'istante successivo il sederino aveva fatto un sonoro puff! sul pavimento.

Rosie Watson era una bimba sveglia, intraprendente e consapevole del rischio, certo.

Ma a cotal spavento, non potè negarsi un profondo, sonoro e prolungato urlo.

I due uomini sobbalzarono simultaneamente per la paura, guardarono lo spazio vuoto tra di loro e, com'era prevedibile, scoppiò il caos.

"John!"
"Sherlock!"
"La bambina!"
"Ma dov'è?!"
"Come può essersi allontanata?!"
"Ma non ti aveva svegliato?"

Rosie, se possibile, urlò ancora più forte, stringendo i pugnetti.

Ma guarda quei due stupidi! Non si sono neanche accorti che sono qua. Voglio lo zio Greg!

Improvvisamente, la piccina si sentì afferrare da due mani grandi e, quasi automaticamente, smise di piangere.

"Rosie, ma come sei finità laggiù!" esclamò preoccupato John, stringendola al petto.

 Eddai papà, neanche fossi scampata al Titanic, mi fai arrossire! pensò la fuggiasca col viso premuto contro il pigiama del genitore.

Sherlock, d'altro canto, tirò un sospiro di sollievo, arruffandosi i capelli con una mano.

"Deve essere gattonata giù dal letto, perchè aveva fame.. è davvero più sveglia di quanto prevedessi." borbottò, carezzandole i capelli chiari.

Rosie sollevò le spallucce.

Chi fa da sè fa per tre, papà!

John sorrise rassegnato. "Una vera donna d'azione.." disse, guardandola negli occhietti vispi. "Ora papà va a prepararti il biberon, che ne dici?"

La bimba gorgogliò un soddisfatto dadadada di vittoria, facendo sorridere i due uomini.

"Colazione sia, allora!" disse Sherlock, sfilando Rosie dalle braccia del compagno, facendola ridere con quel sorriso sdentato che gli gonfiava il cuore.

John restò un attimo imbambolato a guardarli entrare in cucina, per poi sorridere e pensare che non avrebbe potuto desiderare una vita migliore di quella.




















note dell'autrice:
**spunta fuori dall'angolino, guardandosi intorno timorosa**
Uhm...ehilà?? 
Salve a tutti uu 
Sono un po' emozionata, perchè dopo anni di beate letture, mi sono decisa a pubblicare una oneshot su questo sito AHAHAHHAH
E SUI JOHNLOCK TRA L'ALTRO!!
Perchè, davvero, nonostante li ami con tutto il mio cuore, mai avrei pensato di scrivere qualcosa su di loro, figuriamoci di pubblicarlo! 
Solo che tra una pioggia di lacrime e l'altra dopo il finale di stagione, grazie ai discorsi sclerati con la Sà (a cui questa storia è cangurosamente dedicata), l'ispirazione è arrivata con la velocità di un treno. Per cui, TADAAAN uu
Spero vi sia piaciuta e che non sia stata troppo banale, abbiate pietà cwc
Un bacino, Lidia :*
   
 
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