Sebbene
questa storia non si ispiri a nessun fatto particolare né del manga né dell’anime,
possiamo considerarla ambientata alla fine dell’anime, quando Arima e Yukino
hanno ancora 16 anni.
UN OSPITE INASPETTATO
Solchino Arima
osservava quella strana donna seduta nella loro cucina.
I capelli, tinti di
biondo, erano legati sciattamente in un nodo; alcune ciocche ne sfuggivano e le
ricadevano ai lati del viso. Quest’ultimo non era affatto brutto, aveva i
lineamenti delicati tipici degli Arima: il naso dritto e altero, la bocca ben
disegnata, gli occhi scuri.
Ma le occhiaie, la ruga
tra le sopracciglia corrucciate, la bocca stretta in una piega amara alteravano
il suo bell’aspetto.
I suoi vestiti erano
semplici, quasi trasandati, le scarpe da ginnastica sporche, i lacci consumati.
Tra le dita teneva una
sigaretta di marca straniera, ogni tanto tirava una boccata.
Le sue mani erano
particolari. Magre, bianche e dalle dita lunghe e affusolate.
Arima non riusciva a
credere che quella donna fosse veramente sua cugina.
Due settimane prima sua
zia Eiko si era presentata per parlare con i suoi genitori. La zia non avrebbe
voluto che fosse presente anche Arima, ma suo padre per una volta si era
imposto e aveva preteso che lui sentisse quello che Eiko aveva da dire.
Lei aveva alzato le
spalle rassegnata e aveva cominciato a parlare.
- dovrete ospitare per
qualche tempo un membro della nostra famiglia.-
- come?- aveva
replicato stupito suo padre. Sua madre aveva lanciato uno sguardo interrogativo
verso la cognata.
- nostra nipote
Nadeshiko torna in Giappone. Per via di certi problemi … di cui certo avete
saputo, è necessario che per qualche tempo stia sotto la custodia di qualcuno.
Così la famiglia ha
pensato che potrebbe stare qui per un paio di mesi.-
- un momento!- Soichiro
non riuscì a trattenersi - stai parlando di Nadeshiko Arima, la fotografa?-
Eiko non lo degnò di
uno sguardo - allora, accettate?- disse rivolta al fratello.
- così oggi, tornando a
casa, incontrerò per la prima volta mia cugina - Arima concluse il racconto che
stava facendo a Yukino.
- vuoi dire che non l’hai
mai vista?- chiese Yukino stupita.
-no, è partita per l’Europa
tanti anni fa e non è mai più tornata in Giappone-
-ma è una fotografa
famosa?-
-si, è un’artista. Le
sue foto sono conosciutissime e molto apprezzate.-
-ma dai! Tipico della
famiglia Arima! Se è così brava dovremmo presentarla ad Asabin.-
- non ci scherzare! Da
quando gliel’ho detto mi tortura perché appena arriva gliela presenti-
Yukino rise. Poi si
fece seria e disse, fissando Arima - se è un membro della famiglia Arima sarà
certamente bellissima. E vivrà a casa tua per due mesi! Comincio ad essere
gelosa!-
Solchino sorrise e l’abbracciò.
- che scema che sei! Per me tu sei l’unica! Inoltre lei è molto più grande di
me, avrà almeno 26 anni.-
Yukino,
tranquillizzata, rispose all’abbraccio e posò le sue labbra su quelle di Arima.
La donna seduta al
tavolo della cucina girò gli occhi verso Soichiro.
- tu sei mio cugino
Soichiro, vero?- aveva una bella voce.
-si- chissà perché, ma
davanti a lei si sentiva a disagio.
Si sedette su una sedia
di fronte a Nadeshiko.
-ti dispiace se fumo?-
chiese lei.
-effettivamente mi da
un po’ fastidio- rispose esitante.
-dovrai sopportarlo. In
questo momento ne ho un assoluto bisogno.-
Stupito per quella
risposta secca, Arima cercò qualcosa da dire per mascherare il disagio.
-com’è rivedere il
Giappone dopo tanti anni?-
Come risposta ricevette
solo un’alzata di spalle.
Notò come fosse magra.
Inoltre il maglione le stava larghissimo e accentuava quest’impressione.
-so che hai vissuto in
Europa. Dove di preciso?-
-un po’ dappertutto.-
Non sembrava
intenzionata a parlare. Arima si stava un po’ scocciando. Ormai la sua parte di
bravo cugino gentile l’aveva recitata a sufficienza. Poteva anche andarsene.
Si alzò dalla sedia.
-scusami cugina, ora
devo andare a studiare. Ma tu sentiti libera di fare come se fossi a casa tua-
Quando era già sulla
porta lei disse - io odio il Giappone.-
Solchino si voltò. Lei
lo fissava con quei suoi occhi neri, profondi e corrucciati.
-so di non essere una
persona facile, anzi, diciamo che posso essere insopportabile. I tuoi genitori
sono stati molto gentili ad ospitarmi.-
Tolse dalla tasca dei
jeans un pacchetto di sigarette e un accendino. Ne sfilò una e tento di
accenderla, ma le mani le tremavano leggermente. Dovette tentare una seconda
volta. Poi aspirò una profonda boccata di fumo, lo soffiò fuori dalla bocca e
osservò le volute che disegnava nell’aria.
Tranquille,
Nadeshiko non è una rivale di Yukino. Ha un ruolo molto più complesso. Per
capire leggete in seguito.
P.S. commentate! Anche negativamente, serve sempre per migliorarsi.