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Autore: Little_Lotte    15/02/2017    6 recensioni
DAL TESTO: "Ursula si sentì sopraffare dalle lacrime.
- No, non è vero. - rilanciò fra i singhiozzi - Io non vi farei mai del male, non ne avrei alcun motivo. -
- Sei diversa, Ursula. - disse ancora Ondina, facendosi ancora più vicina e minacciosa - E i diversi fanno cose strane, sono pericolosi e non possono far parte di questa comunità. Tu non puoi far parte della nostra comunità, Ursula. -”
[Prequel/WHAT IF.
A volte un cattivo è solamente un buono che si è arreso troppo presto.]
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ursula
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Aspettate... Aspettate un attimo, per favore!”

Ursula nuotò faticosamente in direzione di un gruppo di giovani sirene dalle code colorate, i suoi tozzi tentacoli da polpo che si muovevano con affanno nella fredda corrente di un immenso oceano.

“Aspettatemi, vi prego!”

Le sirene si arrestarono di colpo, voltandosi lentamente e con aria di sufficienza verso la giovane che cercava di tenere il ritmo della loro nuotata. Ad Ursula quello sguardo altezzoso non passò inosservato ed arrossì leggermente, intimorita dalla profondità che si celava dentro agli occhi color ambra della sirena che apriva le fila di quella austera comitiva.

“Che cosa vuoi, Ursula?” domandò acidamente quest'ultima.

Le guance di Ursula si fecero più calde e rosse.

“I-io...” farfugliò nervosamente “Vorrei solo venire con voi. Perché mi lasciate sempre indietro,Ondina?”

Ondina soffocò una risata sprezzante.

“Hai persino il coraggio di chiederlo, Ursula?” rilanciò in risposta, fissando i suoi tentacoli scuri con aria eloquente “Desideri davvero sottoporti alla crudele umiliazione dell'evidenza?”

Ursula chinò mestamente il capo, incapace di reagire.

Conosceva fin troppo bene quella sensazione, il rifiuto e la malignità di quelli sguardi, e se solo avesse avuto ancora un po' di rispetto verso se stessa se ne sarebbe semplicemente andata, ingoiando quel boccone amaro e soffocandolo come sempre fra le lacrime.

Quel giorno, tuttavia, decise di sottoporsi all'umiliazione senza alcuna remora.

“I-io non capisco perché mi odiate così tanto.” mormorò cupamente, riuscendo a stento a trattenere le lacrime “Che cosa vi ho fatto? Io... Io sono proprio come voi.”

Le sirene scoppiarono in una risata fragorosa.

“Oh, è così divertente.” echeggiò una sirena brunetta, con il volto costellato di lentiggini “Crede davvero di essere come noi!”

Ondina si avvicinò ad Ursula con aria di sfida e la guardò intensamente negli occhi, per farla sentire a disagio.

“Ma tu non sei come noi, Ursula.” mormorò a denti stretti “Non lo sei mai stata e mai lo sarai, quindi smettila di elemosinare la nostra pietà ed impara a farti da parte. Di' un po', non hai neppure un briciolo di rispetto verso te stessa?”

“Oh, a quanto pare no!” echeggiò una terza sirena, con un risolino “Poverina,del resto come potrebbe? A nessuno importa di lei, perché mai dovrebbe farlo lei stessa?”

“Già, povera piccola Ursula.” ripetè Ondina, la cui voce melodiosa sembrò in qualche modo arrochirsi a causa della crudeltà con cui le sue parole venivano pronunciate “Nessuno la ama, nessuno vuole avere a che fare con lei. E' così strana, spaventosa... E' diversa.

Ursula si morse con forza il labbro inferiore, ormai incapace di contenere le lacrime.

“I-io...” gemette “P-perchè mi fate questo? Perché siete così cattive con me, che cosa vi ho fatto?”

“Oh, ancora niente... Per adesso.” Ondina incrociò le braccia al petto e sbuffò pesantemente “Ma come possiamo fidarci di te, Ursula? Come possiamo sapere che non ti rivolterai contro di noi, un giorno?”

Ursula si sentì sopraffare dalle lacrime.

“No, non è vero.” rilanciò fra i singhiozzi “Io non vi farei mai del male, non ne avrei alcun motivo.”

“Sei diversa, Ursula.” disse ancora Ondina, facendosi ancora più vicina e minacciosa “E i diversi fanno cose strane, sono pericolosi e non possono far parte di questa comunità. Tu non puoi far parte della nostra comunità, Ursula.”

Ursula avvertì una violenta fitta di dolore al petto.

Avrebbe voluto parlare, reagire, dire loro qualsiasi cosa ma le parole le si mozzarono in gola, si strinsero attorno al suo collo come una corda e soffocarono le sue speranze in un silenzio di dolore. Pensava di essere abituata a tutto questo, ma in quel momento si sentì come se le avessero spezzato il cuore per la prima volta.

“Vattene via, Ursula.” la intimò rabbiosamente Ondina, guardando una ad una le sue compagne sirena in cerca di supporto “Per il tuo bene, cerca di non renderti ancora più ridicola di quanto tu non sia adesso.”

La sirena si voltò poi in direzione delle compagne, mentre le lacrime di Ursula scendevano a fiotti lungo il suo volto pallido. Non devo guardarle, pensò, non devo permettere loro di ferirmi più di quanto abbiano fatto finora.

“Anzi, ragazze, andiamocene noi. Meglio non perdere tempo con questo scarto dell'oceano.”

Le sirene risero nuovamente e si allontanarono fluttuando con grazia fra le onde, lasciandosi alle spalle una Ursula ancora in lacrime. Lei serrò i pugni, strinse i denti e piano piano si raggomitolò su stessa, contraendosi al dolore di quelle parole taglienti.

Le sentiva ancora, quelle risate, esse echeggiavano nella sua testa come uno stridulo gracchiare di gabbiani. Non sarebbe mai stata come le altre sirene e loro non sarebbero mai state disposte ad accettarla, dunque perché continuare a soffrire a causa di qualcosa che non sarebbe mai cambiato?

Oramai non le restava altro da fare che arrendersi.

Accettare la sconfitta, piegarsi al volere di chi la voleva diversa e rinnegava la sua esistenza, e trasformarsi in un rifiuto delle onde, un ricordo sbiadito da lasciare sul fondo dell'oceano.

Rinchiudersi dentro sé stessa, fino a quando l'oceano là fuori non avrebbe imparato ad accettarla.

O fino a quando non fosse stata abbastanza forte da convincerlo ella stessa, a qualunque costo.







N.d.A: Questa storia è dedicata al mio amico Riccardo, che grazie a questa fan art mi ha dato l'ispirazione (era un disegno troppo bello per restare inutilizzato e poi, considerata la storia di Ursula, l'idea che sia diventata cattiva perché rifiutata da tutti non mi sembrava essere poi così inverosimile).
E a tutti coloro che, come me, amano pensare che molto spesso chi diventa cattivo ha solamente rinunciato troppo presto alla possibilità di essere salvato.

  
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