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Autore: PsycoMoon    28/02/2017    2 recensioni
[Changeling: i perduti]
Un sorriso si dipinge in viso di Beatrice, in attesa di quella che sarà la risvolta di tre vite, a prescindere della via che verrà scelta, poiché, come sempre sostenuto dall'Oracolo, il tutto è scritto, ma solo noi abbiam la penna per riscrivere la nostra vita se si è abbastanza coraggiosi, poiché l'unico limite è la fantasia.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buio.
Il fresco di una notte tetra che vien rischiarato man mano dalla luce della luna che si libera da una nuvola che l'ottenebrava: quante volte le apparenze ci negano le bellezze interiori?
Un paio di occhi vispi e curiosi son volti ad osservare la volta celeste, mentre una voce interrompe quel silenzio: "Signorina, le possiamo chiedere un minuto?" La voce sottile trema in quella richiesta, quasi come se il futuro interlocutore fosse in realtà qualcuno di grande, molto più grande di lui.
Gli occhi vispi, si posano sul ragazzino con il capo chino in terra: ecco di chi era quella voce, un ragazzino un po' disordinato che però non era solo; difatti altre due ragazze della medesima età si nascondevano dietro di lui.
La risposta? Un semplice sorriso e un cenno di mano che invita le ragazze a svelarsi e accomodarsi in terra.
Un manto copre colei cui era stata posta la domanda; Questo vien calato, scoprendo il viso di una bambina di poco più di 10 anni in apparenza, ma chiunque fosse stato bravo a leggere negli occhi, avrebbe inteso che in quegli occhi color ghiaccio contornati dai lunghi capelli color argento, si nascondeva altro.
Ella proferì parola.

"Come posso esservi utile?"

Tutti e tre ragazzini esitano guardandosi in viso lievemente intimoriti, fin quando una con coraggio ammette: "Siam qui per conoscere il nostro destino! Sappiamo che lei... che lei ha... come dire... dei poteri!"

La fanciulla dai capelli argentati sorride: "Ben comprendo i vostri dubbi, i miei poteri possono aiutarvi, ne siete sicuri? Il destino è un gran burlone che gioca con il fato dimmi, ragazza, avverto il tuo dolore, quale è la sua causa? Quella che indossi è una maschera, la posso sentire, non è bello provare queste emozioni, no! Dimmi, come ti chiami?"
Gli occhi delle due ragazze si intrecciano per pochi attimi, nessuno sa il perché, ne il come, ma la ragazza cui è stata posta la domanda inizia a piangere: "Il-il mio nome è Angela... come sa che..."
Le parole vengon interrotte dalla bambina che sovviene completando forse la frase, o forse semplicemente quel che pensava la povera Angela: "Come faccio a conoscere la maschera di grinta che cela il dolore? Non nascondere ciò che sei, diverrai quel che non sei e tu ne sei già consapevole..."
Tra gli altri due fanciulli seduti in terra, non vi è che silenzio e perplessità nel vedere la reazione della loro compagna.
Solo al ragazzino che aveva osato proferir parola all'inizio esce un bisbiglio dalle labbra, una domanda proferisce:"Chi sei tu?"

L'espressione in viso alla bambina dai capelli argentati, mutò d'improvviso abbandonando anche il tono serio dell'affermazione fatta ad Angela.
Come un'attrice sul palcoscenico, salì in piedi su una roccia giocherellando con una palla composta da stracci annodati tra loro.
"Curiosi, bimbi molto, molto curiosi... quanto sapete custodire un segreto?"
L'altra ragazzina, ancor tremante, con un immane sforzo di coraggio dice:"Manterremo, a costo di tutto... non tradiamo mai le promesse..."
La bambina le risponde:"Arcadia ne sarebbe felice!"
Tutti e tre in coro dicon nella perplessità:"Arcadia?"

Ella annuisce sorridendo:"Volete sapere chi sono? Bene.."
L'attrice di quel siparietto si siede sulla roccia, come una madre pronta a narrare ai figli pieni d'attenzione e curiosità.

"La mia storia? Bhe.. a me piace raccontare le storie, ma la mia è una storia molto, molto lunga e strana.
Se avete orecchie per ascoltare e occhi capaci di vedere, bene, ve la racconterò, però, dovete promettermi che non lo racconterete a nessuno, no, perché le storie lunghe e noiose, qualche volta nascondono qualche piccolo segreto.
Anche la mia palla ne nascondeva uno... era una pallina molto, molto monella... eppure giocavamo spesso assieme.
Ma, non voglio confondervi le idee signori, quindi, inizierò a raccontarvi la mia storia dal principio.
Sono nata nel 1370, in un posto bellissimo, conosciuto in tutta Italia come Montebello.
Sono stata da sempre una bambina speciale, la mamma me lo ripeteva sempre, infatti, per nascondere a tutti i miei bellissimi capelli bianchi, mammina mi curava sempre i capelli con delle cremine particolari. Nessuno aveva i miei capelli e le persone potevano diventare gelose, quindi mamma ha sempre cercato di tenere nascosta quello che mi rendeva "Speciale".
Nonostante le cure, i miei capelli prendevano una colorazione strana, con delle sfumature azzurre, molto belle, mi sentivo una fata... oppure una principessa fatata che viveva nel suo bel castello.
La servitù mi voleva molto bene, e anche la mia mammina, solo papà ogni tanto era triste.
Lui ha scelto il mio nome, oramai è andato perduto nel tempo e, fra tutti quelli che si sospettano, io non vi svelerò quello vero, no no... per quello si contratta, sono piccina, non stupidina.
La mamma invece ha scelto il nome che tutti ricordano, le mamme infondo, si sa, sono molto più brave dei papà e tutti quindi mi chiamavano... Azzurrina.
Era una giornata di Giugno quella in cui sono finita davvero in quel regno di favole e fate di cui sognavo esser una principessa.
Stavo giocando con la mia amata palla, con le guardie che non mi lasciavano mai sola... mamma mi ripeteva che era perché se ero una principessa delle favole, dovevo avere delle persone che mi controllassero in modo che le persone gelose non mi rubassero i giocattoli.
Le mie guardie erano buone, e io ero gentile a mia volta, anche se a papà dava fastidio fossi gentile con la servitù, dato che erano servi, eppure... cosa è davvero un servo? Io vedevo solo altri adulti, cosa ci sarebbe stato di diverso un giorno, tra me e la figlia della cuoca del castello?
Giocavo. Lanciavo la palla di stracci morbidi in aria, battevo tre volte le mani e riprendevo la palla... il tutto mentre saltellavo nei corridoi del castello perché fuori pioveva tantissimo.
Purtroppo, ho mancato la palla, che è rotolata via, cadendo nella ghiacciaia dei sotterranei.
Andai dietro la palla per le scale correndo; mammina, quanto faceva freddo!
Raggiunsi alla fine delle scale la palla, dovevo solo tornare indietro ma... era buio! E io avevo tanta paura del buio."

Nel narrare ciò porta la stessa palla di stracci al viso, quasi a volerne sentir il profumo.
Nessuno dei tre osa interromperla o staccare con pensieri la loro attenzione da quella voce magnetica: il tutto sembrava incredibile e assurdo ma... sentivano che vi era qualcosa di oltre che si poteva spiegare con una storia inventata.

"Anche quella sera, strinsi a me la palla, ad un tratto.. una risatina.
Debolmente la mia voce chiese:"Chi..è?"
Camminai a tentoni tenendo con una mano la palla stretta al mio petto e con l'altra cercavo di toccare e capire: dovevo stare attenta a non inciampare nella botola.
Un tuono più potente mi fece inginocchiare tremante, non potei comprendere bene se in quella stanza vi era più l'eco del tuono o del mio cuore che batteva all'impazzata. Dove erano le scale? Dovevo trovarle e tornare dalla mia mamma... si.
Una voce alle mie spalle:"Bhu!"

I ragazzini sussultano mentre con la loro fantasia tornano a immergersi nel racconto.

"Gridai, chiusi gli occhi, portando il viso sulla palla stretta forte a me e poi... il buio.I miei occhi, seppur appesantiti dalle lacrime, si riaprirono.
Mi risvegliai in uno strano posto, pareva un mercato solo che io ero chiusa in una gabbia.
Mi guardai attorno spaventata sperando che si trattasse solo di un brutto sogno.
Mi accucciai in un angolo della gabbia tremando.
Non ero sola, eravamo in molti in quelle gabbie.
Parlavamo tante lingue diverse, ma io avevo paura e i pizzicotti non mi aiutavano a svegliarmi, no.
Mammina, dove era la mia mammina? Speravo fosse un incubo, quanto mi sbagliavo!
Li, compravano gli umani, alcune strane creature, chiamavano quel posto mercato Goblin... un giorno... un giorno provarono a comprare anche me.
Girammo molto con il mercante, fino a raggiungere il regno delle mille e una notte...
Quella era Arcadia, il regno delle fate e delle favole, il regno descritto e narrato dai Fratelli Grimm che con le loro morali e i loro racconti, han disseminato la speranza di mettere alla guardia i bambini di tutto il mondo da Arcadia.
Li fui comprata da un altro mercante, era curioso, un nanetto con un turbante in testa grosso il doppio del suo intero corpo; il compratore era incuriosito dal mio aspetto nonostante fossi ancora umana... tenni la mia palla stretta stretta e il mercante, riuscì a vendermi ottenendo in cambio molte di quelle che loro chiamavano "Monete goblin" In corde, non più in catene, fui condotta a un castello ove si stava dando una festa... mi fu permesso di lavarmi e specchiarmi prima di conoscere il padrone di casa, poiché io ero un dono per quest'ultimo, solo allora notai d'essere cresciuta di qualche anno... da quanto tempo ero li in quel luogo assurdo? Il mio provvisorio nuovo padrone mi aveva spiegato di Arcadia, cosa fosse un changeling e di cosa fossero i contratti e gli impegni, almeno con quella spiegazione mi fu più facile comprendere tutte le conversazioni del mercante che ci teneva in gabbia e ci teneva a pane e acqua... come vesti dei miseri stracci, a me stretta comunque la palla, nonostante l'aspetto mi dettasse oramai verso i 15 anni.
 

per coprirmi, mi fu data una mantella che mi copriva buona parte del viso, delle maniche e uno strano vestito che mi avvolgeva dal petto... non dovevo scoprire ne gli occhi, ne i capelli, il mio interlocutore all'epoca parlava di "presenza" ed "effetto" a quanto pare ogni personaggio presente alla festa, doveva porgere un dono al padrone del castello... Tante domande ti affollano la testa in queste circostanze. Quanto avevo viaggiato? Quanti giorni erano passati? Cosa mi era successo? Ero davvero cresciuta, oppure qualche magia? I miei ricordi... ero davvero una bambina? Oppure quel castello, la mia mamma... erano tutti sogni che mi facevano evadere da quell'inferno? No, avevo la mia palla, quella era la prova del mio passato in un mondo di giochi e spensieratezza... forse.
Venni portata poi in un enorme salone, li vi erano tante creature strane, come nel mercato, e, ai piedi di un trono una fila di ragazze, umane anche loro, si... perché tante ragazze assieme?
Io venni messa tra loro, tenni la testa china, in attesa...
Arrivò poi il padrone di casa, anzi, la padrona..Jasmin.. fummo scrutate una a una, rimase stupita, anzi, no, incuriosita è il termine migliore per descrivere la reazione alla vista del mio aspetto quando ella stessa mi stracciò via la mantella di dosso.
Avevo paura, quella stessa paura fu letta nei miei pensieri.
Le altre ragazze divennero semplicemente i giocattoli della sua tigre.
Fui poi portata via, dopo essere stata definita "un giocattolo grazioso che poi sarebbe stato migliorato" rimasi in attesa in una sontuosa stanza, ove fui raggiunta dopo molte ore dalla padrona.
Mi furono spiegate molte cose, mi fu anche spiegato che ella era in cerca di... una sorta di dama da compagnia...
Quella notte, non sarei più stata chi ero fin qualche tempo prima...
 

Un nuovo aspetto, ecco cosa mi fu donato eanche un manto, che è quello che state vedendo in questo momento... anche senza il manto, sembravo nuovamente più piccola, ma almeno mi sentivo a mio agio poiché in qualche modo quel corpo mi sembrava familiare, se non fosse stato per il rubino al centro della fronte, le orecchie enormi che ricordavano quelle di un elfo e i ghirigori che avevo sulla schiena...
Avrei avuto come primo contratto, sia quello dell'Artificio, ovvero della mia simiglianza, e poi mi fu concessa una piccolissima cosa.
Ero molto legata alla mia palla e, Jasmin, voleva che anche il suo animaletto avesse un giocattolo, essendo io un oracolo, diede alla mia palla la facoltà di diventare di cristallo ogni qualvolta l'avessi lanciata in aria per tre volte battendo le mani, che caso del destino, il medesimo gioco che feci prima di cadere in quell'incubo!
Iniziai dunque a vivere in quel regno, non venni mai punita, a differenza di molti... forse perché non provai mai a scappare, forse perché ne avevo semplicemente troppa paura.
Divenni la sua dama da compagnia, ma dopo circa 10 anni, la mia padrona iniziò a mandarmi in giro per qualche commissione, forse si era stancata di me... alla mia trasformazione, avevo firmato con il mio sangue il mio primo impegno, con lei, un impegno in cui sarei stata sua schiava, fin quando lei non si sarebbe scocciata o semplicemente non mi avessero rapito nuovamente, ma chi mai avrebbe osato tale oltraggio nelle mura di quel castello?
Fra le varie commissioni, ebbi modo di visitare vari regni, osservare come si contrattasse, qualche volta mi ingannarono, altre riuscì a cavarmela... ma un giorno, venni rapita nuovamente...
Venni portata da quelli che possono essere definiti tra i peggiori Patrizi di tutta Arcadia: Hansel e Gretel.
Conoscete il vero finale e il vero tesoro di Hansel e Gretel dopo che uccisero la strega?"

Il silenzio in quel momento, i tre si guardarono in faccia sconvolti scuotendo il capo.
"Hansel e Gretel divorarono la strega, ereditandone i poteri e... la passione per la carne.
Fu così che si spezzò il legame con quel Patrizio che avevo servito fedelmente tutti quegli anni. L'impegno era chiaro: rapimento, avrebbe sciolto il mio impegno con lei. Ero solo... un passatempo. Tutto qui.
Immagino abbiate compreso cosa fanno Hansel e Gretel; inutile raccontarlo, inutile rivivere quegli atroci momenti di agonia.
Lì conobbi forse, il mio unico vero amico in quel regno di mercanti di sogni: Adam...
Egli era un Invernale, si.. un invernale molto sfortunato e per sfortunato intendo nel senso letterale del termine...accadono sempre problemi quando usi i contratti universali del focolare e non rispetti i divieti...nel suo caso, la maledizione lo aveva riportato nelle grinfie dei suoi due patrizi.
Il fato però tornò a sorriderci... a scapito di chi sacrificammo... io ero terrorizzata, lui di più.
In una delle notti messi ad ingrassare, mentre Hansel era altrove con Gretel, riuscì a liberarmi, nonostante il dolore e gli impedimenti posti sia a me che ad Adam... collaborammo e riuscimmo a scappare, seppur per un soffio, poiché attraversato il portale, dovevamo sfuggire alle grinfie di due changeling di Hansel, che avevano il compito di prendere la carne che scappava.
Con Adam sulle spalle che attivò i contratti attingendo a buona parte del suo Malia, riuscimmo a scamparla, e non morire, infatti, feci qualcosa di molto, molto pericoloso, qualcosa che forse un changeling disperato e alle prime armi non dovrebbe fare...
Vado fiera di aver chiamato il più astuto dei mercanti d'Arcadia per salvare un amico... un amico che mi aveva confidato la sua storia, la sua paura, i suoi segreti.
"Tremotino! Tremotino! Tremotino!"
Parlammo, il tempo era poco. Lui avrebbe ridato gli arti e salvato Adam e io avrei pagato.. offrendo me stessa.
Avrei lavorato per lui fin quando il debito non si sarebbe ritenuto concluso, ovvero dopo aver attraversato almeno 10 regni d'Arcadia, almeno 100 impegni conclusi in ogni regno e un totale di 10.000 monete goblin guadagnate nell'arco di questo tempo...
Adam era libero di andare. Io sarei rimasta in Arcadia.
Ci salutammo innanzi il portale fra le lacrime...
Prima di andare, però, qualcosa nel mio odore mutò leggermente, era quella che Adam chiamava "benevolenza" mi insegnò anche un contratto, che utilizzai per comprendere si il dolore altrui ma... per aiutarlo a disfarsene, volevo aiutare le persone... mi diede anche il contratto dello specchio dicendomi semplicemente un "Non si sa mai..." da quel momento sarebbe passato molto prima di rivederci, ma come diceva lui, l'inverno sarebbe stato il nostro filo conduttore.
Nel corso del mio soggiorno in Arcadia, arrivai ad ottenere anche il contratto del fumo e il contratto dei sogni...
Concluso il mio periodo da Tremotino, avevo appreso molto e visto molto... dal regno di peter pan a quello della sposa cadavere, a quello della regina delle nevi... finito di pagare il mio debito, avevo però bisogno di capire nel mondo reale quanto tempo fosse passato e le favole che non conoscevo ancora... conoscenza, cultura... chi meglio del re delle zucche?
Andai dal sovrano di Halloween, che pian piano divenne una sorta di mentore, un maestro da rispettare, da lui studiai, in cambio, tramite il contratto dei sogni, avrei insegnato agli esseri umani ad aver nuovamente paura di quel che è Arcadia. Ovviamente specificai nell'impegno che non avrei mai fatto realmente del male alle persone, ma che i miei sogni sarebbero state... come dei ricordi di quel che è il vero, con la loro morale annessa. Vero, al momento ne il mio wyrd, ne il mio potere mi permetteva già di entrare nei sogni, ma una volta nel mondo umano mi sarei premurata di far crescere quel po' che mi serviva del mio potere per adempiere agli obblighi presi.
 

Arrivò poi il momento di tornare.
Mondo umano. Che dire, menomale che avevo studiato i rapporti dei changeling di Jack!! Matti, qui son tutti matti!!!
Riesco fortunatamente ad unirmi a dei saltimbanchi con i quali lavoro tutt'ora... sono una sorta di "attrazione" e mi guadagno il denaro prevedendo la fortuna di chi mi chiede consulto... sempre con la mia amata sfera...
Ho imparato anche ad arrampicarmi e fare giochi di corde e funi grazie agli altri saltimbanchi, tutti mi voglio bene e... cibo, cibo gratis!!"

La ragazza si blocca e osserva i tre: "Noi changeling, ci nutriamo delle emozioni che scaturiamo negli umani..."

Ride per un po', la risata di una bambina spensierata che ha fatto uno scherzetto ai suoi amici per poi continuare con il suo racconto.


Si, Tremotino a livello di pagamenti mi ha influenzato molto, ma il vocino da bambina mi toglie molto credibilità..- mha, forse meglio così da un lato, do' meno nell'occhio?
Intanto giro, mi esibisco, prevedo la fortuna e per quel che riesco aiuto a sciogliere il dolore altrui.
Per questo ho compreso che qualcosa in te ti turbava e ho compreso cosa fosse... le tue emozioni e in più... il mio potere."

Angela soggiunge con un:"E Arcadia? Tornerai ancora?"


"Arcadia? Ehm... diciamo che se posso evitare d'andarci evito!!"

Il suo guardo torna a scrutare le stelle e quasi sovrappensiero dice:"Un giorno forse riuscirò a rivedere il fantasma della mia mamma, ogni 21 giugno mi reco a quel che un tempo era casa mia e... semplicemente la chiamo. Andai in passato anche con una tombarola, ma... l'unica cosa che toccò il nostro cammino furono dei signori che misero dei registratori.. li allora emerse un'altra cosa che avevo imparato ad Halloween: "Dolcetto o scherzetto?"
Chiamai mia madre nelle vicinanze di quei registratori, con il contratto del fumo mascherai il mio passaggio... qualche volta odori, qualche volta impronte di piedi ancora più piccoli di una bambina di 4 anni... tante cose, tante cose che fanno e faranno vivere il mito di... Azzurrina.
Ma shh... questo è il mio segreto, io per tutti sono Beatrice, colei che il futuro predice... e shh... sono solo una piccola bimba non tradite il segreto... ma ora: Volete giocare con me? "

Di nuovo quella risata spensierata; no, le avrebbero creduto su tutto, perché la magia che stava avvenendo in quel momento sotto i loro occhi non poteva essere frutto della mente o della scienza umana.
Le orecchie della ragazza, d'un tratto iniziarono ad allungarsi, gli occhi ad illuminarsi e un'aura di un celestino inizia delicatamente a contornare la sua figura come una carezza.
Lancia la palla in aria battendo tre volte le mani e sotto i raggi della luna, la palla di stracci divenne una sfera di cristallo, i cui riflessi ricaddero sulla fronte di chi l'aveva lanciata, i cui capelli si allungarono ulteriormente mentre le vesti si accorciavano ricordando molto quelle di una ballerina del ventre; il ventre era ricoperto da ghirigori così come le braccia e le mani. Una pietrina azzurra a decorarne la fronte e un delicato diadema in oro bianco.

La figura volteggia mentre gli occhi immutati fissano i tre ragazzini.

"Tutto ha un prezzo. Ora riscuoterò il pagamento della vostra curiosità. Due vie son state poste. Il giuramento non deve essere infranto: Molto non vi ho detto d'Arcadia... i contratti, le simiglianze, gli impegni... innumerevoli risposte posso fornire alle vostre domande, ma questo richiederà come compenso che voi veniate con me e divenir figli delle fate, oppure... il semplice pagamento di quel che ho vissuto e perso io. Ricordate la paura, non temetela signori, non deridete la fantasia perché questa può maledirvi e benedirvi; ritrovate le morali andate perdute e ricordate che le favole non son ne buone ne cattive, ma posson essere spietate..."

La mano vien tesa verso i ragazzi mentre i capelli e le candide vesti vengono scosse dalla brezza del vento.

"A voi la scelta."

Un sorriso si dipinge in viso di Beatrice, in attesa di quella che sarà la risvolta di tre vite, a prescindere della via che verrà scelta, poiché, come sempre sostenuto dall'Oracolo, il tutto è scritto, ma solo noi abbiam la penna per riscrivere la nostra vita se si è abbastanza coraggiosi, poiché l'unico limite è la fantasia.

   
 
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