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Autore: kamy    04/03/2017    1 recensioni
Un dialogo tra Squalo e Takeshi sotto la pioggia.
Scritta per Valyria_Valyria. Accenni S80. Takeshi e Squalo si ri-incontrano dopo il futuro.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Superbi Squalo, Takeshi Yamamoto
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.

Scritta per Valyria_Valyria. Accenni S80. Takeshi e Squalo si ri-incontrano dopo il futuro.



La litania della pioggia

La lama di Squalo era conficcata nel terreno, insieme alla protesi, a x con quella di Takeshi.

Il Varia era steso sotto un albero, con un braccio appoggiato dietro la testa e gli occhi chiusi. La sua schiena aderiva al tronco dell'albero.

Le gocce di pioggia che scivolavano attraverso i rami spogli che lo proteggevano, gli scendevano lungo i capelli argentei. I suoi vestiti aderenti erano umidi e gocciolavano.

Takeshi sollevò il capo verso il cielo nuvoloso, ne intravedeva scorci attraverso i rami umidi degli alberi. Sospirò portandosi il ginocchio al petto, lo strinse tendendo l'altra gamba.

"Aaah. La pioggia è davvero noiosa".

Squalo socchiuse un occhio inarcando il sopracciglio, le gocce di pioggia gli scendevano lungo il viso affilato.

Udiva il gorgoglio dell'acqua del lago lì vicino.

"Noi siamo Pioggia" ribatté.

Takeshi aderì con la schiena alla corteccia dell'albero, i capelli umidi leggermente scompigliati gli solleticavano il collo.

"Uh? Beh, preferisco di gran lunga l'oceano. Quando piove non posso giocare a baseball, e allenarsi è molto più dura!" protestò.

Voltò il capo a guardare Squalo, sorrise ampiamente.

"Invece se vai a nuotare lo fai di proposito per bagnarti e stare nell'acqua. È molto più facile" spiegò.

Squalo richiuse l'occhio.

"Vooooi! Io preferisco rilassarmi sotto la pioggia" borbottò.

Takeshi ridacchiò, si passò le mani sulla maglia azzurra sgualcita sentendola umida e mugugnò.

"Per questo abbiamo lasciato lì le spade e non stiamo continuando?".

Si sporse con la schiena all'indietro verso Squalo e chiuse gli occhi sorridendo ampiamente.

"Pensavo tu combattessi in ogni situazione!".

"Ca*zo. Tu sei un dannatissimo giapponese e io un italiano, eppure so più io l'importanza della meditazione!" sbraitò Squalo. Una vena gli pulsava sulla fronte pallida.

Takeshi balzò giù dalla radice su cui era seduto atterrando in piedi di fronte a Squalo, si piegò in avanti guardandolo.

"Vuol dire che stai meditando?" domandò.

Squalo sbadigliò.

"Mer*a, no, cercavo di dormire" rispose.

Takeshi scoppiò a ridere, incrociò le braccia dietro la testa; goccioline di pioggia che scendevano dai rami gli colavano lungo il collo e gli bagnavano i capelli.

"Non dovresti parlare di meditazione se non la stai facendo, Squalo!" esclamò.

Si chinò sulle ginocchia, osservò le ciocche umide dell'altro, qualche goccia d'acqua gli scivolava lungo il volto spigoloso.

"Sei stanco di combattere, o hai avuto missioni assurde per Xanxus?".

Squalo digrignò i denti.

"È la stessa ca*zo di cosa, se qualcuno con la fiamma della pioggia, si rigenera sotto di essa" ribatté.

Takeshi guardò verso l'alto osservando i rami gocciolare, batté le palpebre sporgendo le labbra e abbassò la testa.

"Ma Squalo, se stai sotto la pioggia senza far niente, ti bagni e riempi di fango!".

Si rizzò, mise le mani sui fianchi allargando le gambe sul terreno reso morbido dall'acqua.

"E poi io preferisco le piogge forti, come quelle estive. Mettono allegria!".

Squalo allungò le gambe, conficcando i tacchi degli stivali neri che indossava nel terreno umido. I capelli bagnati gli ricadevano ai lati del viso. Alzò la testa e riaprì gli occhi, guardando in viso il giovane. Una goccia di pioggia gli rigò a metà la fronte.

"Cosa proponi di fare, dannato moccioso iperattivo?" ringhiò.

Takeshi storse il labbro mugugnando, si grattò la guancia e sorrise ampiamente. Si sporse, lo fissò e socchiuse gli occhi marroni.

"Se vuoi proprio bagnarti, facciamo il bagno al lago. I laghi sono i posti più pericolosi di tutti. È anche un allenamento!".

Squalo corrugò la fronte e richiuse gli occhi.

"Idiota. C'è differenza tra allenarsi e fare gli incoscienti" sibilò.

Incrociò le braccia al petto.

"VOIH! Si vede sei solo un dannato ragazzino!" gridò e la sua voce rimbombò tutt'intorno, coprendo il rumore della pioggia.

Takeshi incassò il capo tra le spalle ridacchiando imbarazzato, si grattò la testa e agitò le mani di fronte a sé.

"Su, su. Non penserai davvero che un bagno al lago sia peggio che un combattimento!".

"Come tuo maestro, mi rifiuto. Se vuoi ammazzarti, vuol dire che la tua vita non appartiene al tuo boss" ribatté Squalo, grugnendo.

Takeshi si mise in ginocchio e poggiò le mani sul terreno, sporse il capo e lo squadrò dall'alto in basso.

"Hai paura dei laghi?".

Batté le palpebre, scoppiò a ridere scuotendo la testa.

"Beh! Da piccolo facevo sempre il bagno al lago, ma se il mio maestro dice che è da incoscienti, non posso proprio andarci".

Si mise seduto, incrociò le braccia annuendo.

"Però non voglio stare senza fare nulla, quindi dovremmo trovare qualcos'altro!".

Squalo lo raggiunse con un calcio al viso, lasciandogli il segno rosso della scarpa sulla fronte.

Takeshi indietreggiò, si massaggiò il naso e s'imbronciò.

"Squalo!" protestò.

Sospirò, ridacchiò e incrociò le gambe.

"Mi dispiace. Credo di essermi abituato a parlare un sacco con te!".

Squalo riabbassò la gamba, guardando il viso di Takeshi anche sporco di fango. Si mordicchiò un labbro.

"Noi due praticamente ci siamo visti solo alla sfida e tu sei spuntato nella mia vita per diventare mio allievo" ribatté.

Le sue iridi color perla brillarono di riflessi argentei.

"Voi! Perciò quando abbiamo parlato?!" urlò.

Takeshi aggrottò la fronte, aprì e chiuse la bocca un paio di volte e ridacchiò imbarazzato.

"Ah! Intendevo con lo Squalo del futuro! Mi ha allenato una decina di giorni per una sfida, e così...".

Si mordicchiò il labbro e si grattò la testa passando la mano tra le ciocche bagnate.

"Beh, per farla breve mi sono abituato a combattere con te e dirti tutto".

Squalo sciolse le braccia e appoggiò una mano su un fianco.

"V-o-i... fammi capire, appena tornato dal futuro... tu sei venuto a cercare 'me'?" domandò scandendo le parole.

Takeshi batté le palpebre, lo guardò e sgranò gli occhi arrossendo. Abbassò lo sguardo facendolo scorrere tra le radici dell'albero che spuntavano dal terreno.

"Uh. Detto così sembra un po' strano!".

Ridacchiò e sollevò la testa, sorrise e annuì.

"Sono passato a casa per avvisare mio padre e poi sono venuto subito da te. Eri... beh, sei la persona che mi è stata più vicina".

Squalo si alzò in piedi, si slacciò l'impermeabile e lo lasciò cadere per terra. Si slacciò la cintura e si sfilò la casacca blu che indossava. Sul petto niveo, lasciato scoperto, scivolarono delle gocce di pioggia larghe un pollice.

"Andiamo a questo maledettissimo lago" brontolò.

Gocce di pioggia scivolavano sul moncherino del suo braccio.

Takeshi sollevò lentamente lo sguardo osservandogli il petto asciutto e muscoloso rigato dalle gocce d'acqua, si umettò le labbra e sorrise incrociando le braccia dietro la testa.

"Pensavo fosse troppo pericoloso".

Si grattò la guancia sporca di fango, sorrise appena.

"Avrei dovuto pensare che non ti saresti ricordato del futuro, ma visto che si tratta di te non ho potuto proprio evitare di cercarti" confessò.

Squalo lo afferrò per un braccio e se lo trascinò dietro.

"VOIH! Andiamo prima che cambi idea!" sbraitò.

< Non ho altro modo di ringraziare la seconda persona che in tutta la mia vita sia mai venuta a cercarmi > pensò.

  
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