Piccolo Mostro
So di non essere baciato dal sole.
Guardandomi, lo si capisce
immediatamente.
Qualcuno ha giocato con il mio corpo.
Non è un problema. Nella vita ci sono cose per le quali la faccia non ha
importanza.
Ho uno sguardo da alieno, eppure, con
questi occhi impressionanti e con le articolazioni delle braccia
particolarmente snodate, ecco che sottorete ho la meglio. Allenarsi è stata
dura, ma da una certa soddisfazione poter sbattere in faccia il proprio talento
al compagno bellissimo. Tu hai un naso perfetto ma non sei capace di star
dietro alla veloce della squadra con la quale ci stiamo contendendo il
passaggio del turno.
Tu hai capelli di seta e un torace ben
scolpito ma in difesa pecchi, non sai spalmarti sul campo come me, riuscendo
nel recupero impossibile. Fra parentesi, stamattina mi sono reso conto che i
miei capelli sono diventati più ispidi. Fra parentesi, stamattina la distanza
fra il mio sterno e la mia pancia è aumentata. Ho quello che i medici
definiscono “ sterno del piccione “ e questo disegna una buca fra il mio
ombelico e i miei pettorali. Allenarsi al bilanciere accentua questa distanza.
Se questo dettaglio anatomico fosse l’unica sgradevolezza del mio aspetto,
potrei osare l’aggettivo particolare
per dipingermi.
Ma non lo è.
Le mie brutture hanno guadagnato un
punto. Ho mani da pianista ma le mie dita non sanno comporre alcuna melodia, se
non quella di ribattere la sfera dall’altra parte, a rete. Le nocche sporgono
come in quei film dell’orrore, dove le mani dei morti rompono la terra per
riemergere dalle tombe. Ho la pelle fin troppo chiara e le vene talmente in
superficie che spesso i miei avambracci mutano in un susseguirsi di rivoli
bluastri. Sì, sembro uno di quegli automi fabbricati per distruggere il mondo.
Ho tinto i capelli di rosso per
sottolineare la mia armonia con tutte le mie disarmonie.
Chi se ne frega se sono uno scherzo
della natura…
Poi è arrivato Ushijima Wakatoshi.
L’amore frega.
L’amore ti costringe a fare i conti con
te stesso, e anche se hai la sciagurata fortuna di scoprire che potresti avere
quello che al tuo lui interessa, scopri che questo non basta. Ho visto Ushijima
limonare duro con uno del primo anno. Sul principio ne sono stato piacevolmente
sorpreso, ma poi mi sono ripreso. E chi lo tocca un mostro come me?
Probabilmente, considerando che Ushijima non è un campione di malizia e di
furbizia, potrei anche riuscire a estorcergli qualcosa. So che non sta insieme
a quella matricola. So che è libero. Ma so anche come sono fatto io.
Non potrei mai ingannare Ushijima.
-Noi dobbiamo parlare.-
-Di cosa? Ti ho già detto che il tuo
segreto è al sicuro con me. –
-Sì,ma non è questo. – sospira un
ragazzo che mai avrei pensato di veder così angosciato. Tutti pensano che
Ushijima Wakatoshi sia indistruttibile. Non è vero. Lui è solo molto bravo a
nascondere le sue emozioni, come se fin dalla nascita non gli fosse mai stato
concesso di lamentarsi. - E’ che non mi va che pensi certe cose di me.-
-Quali cose? Io non ho pregiudizi.-
-Lo so. -
-Sì, ma non voglio che pensi a me come
uno che va con il primo che capita.-
Lo ammette. Lo ammette, e facendolo, non
può nulla contro quel lieve rossore che accende il suo viso. Cavolo! Se fossi
più bello, adesso mi avvicinerei a lui e lo tranquillizzerei con un bacio. Qui,
in quest’aula vuota, con le fiamme del tramonto a renderci tutti più sensuali,
ci starebbe davvero bene. Ma non posso. Non posso giocarmi Ushijima così. Noi
siamo amici, prima di essere due ragazzi gay con i medesimi desideri.
-Non ti biasimo. Purtroppo, la gente non
va in giro mettendo i cartelli circa le proprie inclinazioni sessuali. E la
scuola e la pallavolo stressano tutti. E poi ci sono i sogni romantici, le
fantasie e…-
-Tu come hai risolto?-
-Eh?-
-Io, a volte, sono davvero ossessionato
dall’idea di trovare qualcuno.-
-Beh, fissarti sulle cose fa parte della
tua natura. – ridacchio avvicinandomi. Balzo sul banco davanti al suo e cerco
di conquistare la mia zona di conforto preferita, ovvero, l’ironia. – Ti sei
fissato sulla pallavolo, su Touru Oikawa, sul fatto che nello spogliatoio
doveva esserci un grillo, sulle pubblicità di Shounen Jump, sul fatto che la
faccia di Reo ti ricorda i biscotti Oreo, sul fatto che è veramente difficile
fare il Cosplay di Harley Queen…e -
-Ti va di metterci insieme?-
-Scusami?!-
Quando me lo domanda, il mio cuore
rimbalza in gola, ma al tempo stesso, ecco una fragorosa risata scuotermi da
testa a piedi. No, non credo che mi stia prendendo in giro, temo solo che si
sia confuso. Un ragazzo bello come lui non può desiderare di mettersi con un
disastro della natura come me.
-Sono serio, non rispondermi con una
risata. Tu sei perfetto. Con te riesco a parlare.-
-E allora? E’ perché siamo amici, scemo!
Per stare insieme occorre ben altro. -
-Allora, non sono il tipo di ragazzo che
vorresti.-
-Non sei tu il problema!- sospiro, andandogli vicino con la faccia. - I
fidanzati si baciano, Ushijima, non fanno solo piacevoli chiacchierate. Dunque,
chiediti se baceresti mai una faccia orribile come la mia.-
J
J
J
E lui non rispose, ma passò semplicemente ai fatti direttamente.
Le sue labbra incontrarono le mie,
penetrandole con la stessa facilità con la quale comprendeva la pallavolo. Sul
principio, pensai di dovermi allontanare, di oppormi, per il bene della nostra
amicizia, ma poi…
Capitolai.
Ushijima poteva essere ingenuo ma di
certo non era uno stupido. Se mi stava baciando era solo perché lo voleva.
Queste bellissime emozioni che stavo provando non potevano essere frutto di un
terribile fraintendimento. Tremai al pensiero che lui potesse davvero
desiderarmi, e senza rendermi conto, permisi ad una lacrima di scappar via.
Emozioni cristallizzate in una bagnata
scia di speranze realizzate.
Ushijima la raccolse con il pollice, e senza proferir parola, spostò le
sue labbra all’altezza del mio zigomo bagnato.
-Ma davvero ti vado bene io?-
-Perché non dovresti?-
-Andiamo, ce li hai gli occhi, Ushijima?!-
-Sì. A me piacciono i tuoi capelli
rossi, anche se sono tinti.-
-Va bene, ma…-
-Hai delle belle mani e… Non m’interessa niente. Mi sento bene quando sto con te,
Tendo. Che altro importa?-
-Forse… Nulla, sai?-
-Appunto, se anche tu stai bene con me,
qual è il problema?-
Già, ascoltando semplicemente l’armonia
che da sempre ci aveva legato, con il sapore del suo bacio sulle labbra, mi
accorsi che il problema era completamente svanito. Adesso, io e Ushijima
eravamo diventati una coppia a tutti gli effetti, e io, Piccolo Mostro, potevo
vantarmi di aver legato a me il ragazzo più ambito di tutta l’Accademia.
Happy End
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Questa piccola shot sfugge al mio solito
R18 ma non aveva senso andare oltre, meglio, le corde che si sono smosse a ‘sto
giro sono state ben altre. Era da tempo che volevo trattare il personaggio di
Tendo e mi sfugge anche il perché dell’uso della “ prima persona ” cosa per me
assai rara.
Chi mi conosce sa che amo Haikyuu e che
apprezzo molti tipi di coppia, la UshiTen è fra
queste, così come la UshiOi e la IwaOi.
Sì, sono una che spazia molto =D
A parte questo, spero che questa breve
introspezione di Tendo vi sia piaciuta. Se qualcuno volesse esprimere un parare
sappia che sarà letto con estremo gradimento.
Circa i tre segni grafici J
trattasi
di un semplice tentativo di creare uno stacco grafico fra le due scene. Ho
cercato un simbolo simile al tipico petalo di ciliegio giapponese. Ho
utilizzato tale tecnica per giustificare il passaggio dal presente al passato,
assolutamente voluto per esigenze di stile.
Grazie della lettura.
Oshi-chan