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Autore: lisa76    05/06/2009    7 recensioni
Un vampiro può avere mal di testa? Il nostro caro Ed può sopravvivere ai pensiri di Volterra. Da qui parte la mia idea, i personaggi sono quelli della Meyer. Per me è la prima volta siate clementi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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cap 3 LUI/EDWARD Ok lo ammetto vi adoro!!!!
Tutti : chi legge, chi mi aggiunto nei seguite ed addirittura nelle preferite, ma specialmente chi recensisce. Vi voglio bene.
Visto che fino a Lunedì non posso aggiornare vi metto anche il 3° cap. che è già pronto. Ma non illudetevi è che ci ho messo un po' per decidermi a postarlo, d'ora in poi credo andrò molto più piano.
Per le recensioni che dire oltre a un GRAZIE ENORME, ragazze questo capitolo è per voi, spero vi piaccia.
Buon W:E: a tutti
Bacioni Lisa

Cap. 3 – LUI /EDWARD

 

Riapparve, con mio grande disappunto, Felix, che ci fece segno di seguirlo, ci congedammo da Aro e ci avviamo per i corridoi del palazzo. < Preferite vedere prima le vostre stanze? Ho provveduto a far sistemare i vostri bagagli> tremavo all’idea che lui sapesse qual’era la mia stanza, soprattutto perché continuava a guardarmi come se mi volesse saltare addosso da un momento all’altro. Non avevo bisogno di ascoltare la risposta di mio padre, voleva andare da LUI, subito. Era evidentemente preoccupato per quanto gli aveva detto Aro, ma non nutriva il minimo dubbio sul fatto che lo avremmo convinto, si vedeva dal luccichio del suo sguardo, era speranza quella non avevo dubbi, voleva riunire l’intera famiglia, e avrebbe fatto di tutto per riuscirci. Mi pizzicarono gli occhi, se fossi stata umana avrei avuto le lacrime agli occhi, il mio caro papà era un grande ottimista, voleva il meglio per tutti noi, compreso LUI, anche se proprio non ne capivo la ragione, infondo ci aveva sempre trattati con freddezza. Ricordavo chiaramente il suo sguardo quando tornava da Volterra, dopo aver fatto visita a LUI, delle volte il nostro “caro” fratello era talmente impegnato da non dedicargli più di dieci minuti, e papà ne soffriva e tanto.

Arrivammo davanti a quella che doveva essere la sua stanza, Felix busso, ma non ottenne risposta, < Edward, sono Felix, hai visite, guarda che stiamo entrando, Aro vuole che gli parli > dall’altra parte della porta arrivò solo un ringhio sommesso, Felix aprì la porta, ma prima di farci entrare ci raccomandò di stare a debita distanza, poi girandosi verso di me disse < Stammi vicino piccola, non vorrei che il pazzo ti facesse male> e mi fece l’occhiolino, prefetto l’energumeno ci provava e LUI era classificato PAZZO PERICOLOSO, allungai una mano verso Carlisle, che nel frattempo era entrato nella stanza ignorando gli avvertimenti di Felix, si girò verso di me con uno sguardo calmo e mi disse < Tranquilla tesoro non ci farà nulla, siamo la sua famiglia > lo seguii poco convinta. La stanza era abbastanza buia illuminata da una feritoia piuttosto alta. La parete di fronte alla porta  era occupata da scaffali di CD, e da uno stereo che mio padre gli aveva comprato lo scorso anno, sulla parete a destra c’era un armadio ed una scrivania ordinata, sull’altra parete un divano piuttosto mal concio e per terra davanti al divano LUI. Era rannicchiato la testa affondata nelle ginocchia, i vestiti erano stropicciati ed in alcuni punti laceri, i capelli scompigliati all’inverosimile. < Edward, figliolo> lo chiamo mio padre, alzò la testa di scatto, era bellissimo, non avevo mai visto mortale o immortale così bello, anche se gli occhi erano neri e tormentati, anche se aveva l’espressione di uno che sta bruciando tra le fiamme dell’inferno, la sua bellezza era innegabile. Smisi di respirare, non so perché, non mi serve neanche respirare, ma fu un riflesso incondizionato, in quel momento il mio unico pensiero era aiutarlo, togliere quella maschera di dolore dal suo volto, volevo che stesse bene, che accettasse la nostra offerta e riuscisse ad essere felice, volevo vederlo sorridere, mi tremarono le gambe alla sola idea di quanto dovesse essere bello mentre sorrideva. In questo momento mi resi conto che tutti quei pensieri erano rivolti a LUI, LUI che avevo odiato per tanto tempo senza neanche sapere chi era, LUI, che probabilmente avrei ricominciato ad odiare appena avrebbe aperto bocca. Dovevo essere impazzita, forse era il clima di Volterra che faceva diventare tutti pazzi.

< Carlisle sei veramente tu?> ed ecco la voce più soave che avessi mai ascoltato, ci mancava anche questa, come facevo ad odiarlo adesso, ma era pur sempre LUI, anche se dentro di me una nuova consapevolezza stava nascendo. Non era più LUI era EDWARD.

Mio padre si inginocchiò davanti a lui, sotto lo sguardo attento di Felix, < Si figliolo, sono io, siamo venuti per aiutarti, ci consenti di aiutarti?> c’era tanto amore in quelle parole, si sentiva che gli voleva bene, che soffriva a vederlo star male. < Sono morto Carlisle? È per quello che sei qui? Sono morto?> la sua voce era tormentata, < No Ewuard, non sei morto, ti aiuteremo, ti daremo un po’ di pace e quando starai meglio parleremo, ok? >, mio padre mi fece segno di avvicinarmi, ma Felix mi prese per il braccio, lo fulminai con lo sguardo < Ti dispiace? Mio fratello ha bisogno di me!> il mio tono era duro, tagliente. Quando mi rigirai verso mio padre incontrai gli occhi di Edward, aveva il volto incrinato nella mia direzione ed una strana espressione sul volto, disse guardando mio padre, papà gli sorrise gentilmente e mi fece segno di accovacciarmi vicino a lui, < Si sembra un angelo, ma è solo tua sorella Isabella, le permetti di aiutarti?> io gli sorrisi, dolcemente, cercando di convincerlo che non volevo fargli nulla. Mi guardò un attimo e fece si con la testa. Allungai le mani e le posai sulle sue tempie. < Senti ancora i pensieri nella tua testa ?> chiesi titubante, < No, quindi sono morto e tu sei l’angelo che è venuto a strapparmi da questa vita di dolore?> . Ancora? Forse  aveva ragione Felix era pazzo da legare. < No Edward, non sono un angelo, sono solo Bella, e sono uno scudo psichico, papà è convinto che io sia in grado di creare una specie di antidoto per il tuo potere, e se è vero che non senti più i pensieri degli altri forse ha ragione.> Mi costava un sacco di fatica estendere lo scudo e parlare, ma non poteva continuare a credere di essere morto. Papà mi stava guardando, e non gli scappo di certo il mio disagio. < Forse se aumenti i punti di contatto, fai meno fatica piccola> Cosa? Come? In che senso? Guardai mio padre sbigottita e un po’ imbarazzata. Non poteva pretendere che abbracciassi quel ragazzo che si e no conoscevo da 3 minuti. < Forza abbraccialo, vedrai che andrà meglio> insomma non poteva chiedermi una cosa del genere. Ma il suo sguardo era talmente felice che non riuscii a dire di no. < Ehm Edward? Posso … ecco … abbracciarti? Ti spiace?> sembravo una cretina, ero enormemente in imbarazzo, ma così non potevo continuare mi sentivo già esausta e lui aveva bisogno di un po’ di tempo per riprendersi. < Certo Angelo mio > uffa, non mollava con sta storia dell’angelo, < Lo sai che sei bellissima > pure, forse non sarebbe stato così difficile ricominciare ad odiarlo. Intercettai il suo sguardo mentre mi diceva queste cose. Sembra sincero, e mi strappo un sorriso e un grazie imbarazzato. Mi allungai verso di lui e lo abbracciai, effettivamente facevo molta meno fatica, ma la sensazione era strana non ero mai stata così vicina ad un estraneo in tutta la mia esistenza, ero riservata e a parte con i miei famigliari, non ero mai stata molto espansiva, ma stranamente mi sentivo bene con lui. Mi sentii spostare ed all’improvviso mi ritrovai sdraiata tra le sue braccia sul divano dietro di noi, cavolo era veloce, e anche un po’ troppo intraprendente visto che si accuccio subito sul mio petto. < Così stai più comoda, angelo mio?> si troppo intraprendente, cercai con lo sguardo mio padre sperando che mi aiutasse, invece era piuttosto compiaciuto, non certo di aiuto. < Ok state così finché riesci a tenere lo schermo o finché Edward non si sente meglio. Poi parliamo, io vado a vedere se riesco a procurarvi qualcosa per nutrirvi, ne avrete bisogno entrambi.> Detto questo il caro papà se ne andò lasciandomi incredula e imbarazzata tra le braccia di quello sconosciuto che sarebbe diventato mio fratello. Felix ci guardava dalla porta con aria molto arrabbiata. < Non credo mi farà del male, se ho bisogno ti chiamo> dissi cercando di liberarmi almeno di lui. Non si mosse, non diede neanche l'impressione di avermi sentito. “Andiamo bene, l’energumeno manco mi caga, speriamo solo di andarcene presto di qui, questo posto lo odio”  pensai, in quel momento Edward alzo la testa e mi guardò strano, < Hai detto qualcosa?> mi chiese, oddio sentiva le voci?, si mise a ridere < No angelo mio sento i tuoi pensieri, solo i tuoi, chissà perché, prima sentivo quelli degli altri e non i tuoi > se avessi potuto sarei diventata di tutti i coloro, non solo per quello che mi aveva detto, ma anche per il tono dolce che aveva avuto, cerca di concentrarmi e richiamai lo scudo. < AHA !!!> urlò, no così non andava, non potevo lasciarlo scoperto aveva bisogno di pace. Uffa, rilasciai lo scudo e lui smise di agitarsi. “Va meglio?” pensai, non rispose, bene, < Va meglio?> chiesi a voce alta. < Si grazie, non volevo invadere la tua privacy, ho preferito avvertirti subito> beh infondo era stato gentile, < Ok se torna a succedere dimmelo ti prego>. Mi fece un sorriso, un sorriso vero, era bellissimo < Certo angelo mio, contaci> detto ciò si rilasso su di me, stringendomi un po’. < Felix vai, non farò male al mio angelo> non aveva aperto gli occhi, ne alzato la testa mentre diceva queste cose al tizio sulla porta.

< Non ci penso proprio> rispose l’altro. < Devo ricordarti che sono un tuo superiore e che sei tenuto a fare quello che ti dico? O te ne vai e basta?> il tono era duro, da generale, mi fece anche un po’ paura se devo essere onesta. L’altro se ne andò sbattendo la porta. < Così va molto meglio, vero angelo mio, ti metteva a disagio la sentinella?>. Il tono era tornato dolce, come se parlasse ad un bambino ed anche un po’ sofferente, evidente gli era costato tanto essere così perentorio. < Si Grazie.>.

   
 
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