February 2nd 2108
E così, siamo
arrivati alla resa
dei conti. L’operazione sarà domani: mi chiedo che
mondo vedrò, quando aprirò
di nuovo gli occhi. Nonostante il tempo passato al buio, la tentazione
di
creare un’immagine mentale di quello che ho avuto intorno per
questi mesi è
stata più forte di me. Adesso è arrivato il
momento di guardarla in faccia,
questa realtà.
-L’attesa
del piacere è essa stessa un piacere. Quello che dobbiamo
capire è se
davvero ti piacerà, quello che vedrai da domani in poi.-
-Se fai
così peggiori solo le cose, è tutto il giorno che
mi agiti.-
-Ma se non ho ancora
aperto bocca…-
-Tsk, è
peggio del previsto, non ti accorgi nemmeno che parli da solo!-
Viene verso
di me, il suo respiro fresco
mi carezza il volto. Le sue mani sfiorano le mie, mi inducono a sedermi
sul
divano con lui. Con un sospiro mi lascio guidare, sento dei capelli
scivolarmi
in avanti, sul petto: devono essere cresciuti ancora.
-Questo mondo
è diverso da qualsiasi altro. Quando tornerai a vedere, ti
sentirai più cieco di prima.-
Istintivamente ripenso
al silenzio percepito da quando vivo in questa città.
Ripenso alla sensazione di impotenza che mi perseguita da quando non ho
più
accesso al telecomando.
-Il sovrano di un
regno qualsiasi è un’utopia, un desiderio delle
bestie che
temono di esercitare il libero arbitrio, che le trasforma in uomini.
Pensando
con la propria testa e volendo il meglio per sé,
è impossibile accettare di
delegare l’amministrazione della propria vita a qualcun
altro. Eppure è proprio
questo che è successo. Ma tu, Choe, cosa dici a riguardo?
Com’è il mondo, fuori
da qui?
-Non posso credere che
sia molto diverso.
-Eppure
così convinto non sei.
-Come fai a dirlo?
Non mi risponde la sua
voce, ma un suono di piccoli corpi che si urtano in un
contenitore. Le pillole per lo psycho pass.
-Quelle
sono…
-Ancora chiuse,
Gu-Sung.
Mi mordo il labbro
inferiore, non avrei mai immaginato di dovermi giustificare
con lui, prima che con il dottore. Mentre sto cercando di formulare
un’obiezione le sue dita mi sollevano il mento, non riuscire
a vederlo ma
sapere di essergli così vicino mi emoziona più
del legittimo.
-Sei una persona
ammirevole, molto scaltra. Non voglio sapere perché hai
deciso
di non prenderle. Mi basta sapere che hai preso una decisione e non ti
sei
affidato a quanto ti era stato detto.
-Esercitare il libero
arbitrio non vuol dire per forza disubbidire.
Mi prende un dito, me
lo solleva portandolo sulle sue labbra: non so come sia
riuscito ad immaginarlo, ma sono lieto che l’abbia fatto. Ha
delle labbra
bellissime quando sorride, le posso sentire adesso.
-In linea teorica
avresti ragione, ma siamo nella condizione in cui delegare le
proprie decisioni, anche le più importanti, è
obbligatorio per legge. Io non
posso farlo, anche volendo non sono essere dato alla
irragionevolezza…-
-Anch’io.-
Sono due parole. La
mia vita d’ora in avanti, in due parole.
Anch’io, con te,
Shogo Makishima,
disubbedirò.
[500 parole]
:: Angolo
Autrice ::
Sigh,
quanta poesia.
Ew (?)
Perdonatemi, sono
molto sensibile: la verità è che sto
già piangendo in vista
del dopo… Perché voi pensate mica che questa
storia avrà un lieto fine? Muahah
illusi.
owo
*scappa a piangere*
Sono immensamente
triste e immensamente felice: poter muovere Choe in contesti
quotidiani, eppure molto diversi fra loro, mi ha aiutato tanto a
sentire più “mio”
questo personaggio, spero che anche per voi la lettura sia stata
coinvolgente
da questo punto di vista. La settimana è finita, Choe domani
si sottoporrà all’operazione
che gli darà la vista e il diario può dirsi
concluso. Il prossimo aggiornamento
sarà l’epilogo, ma l’impostazione
sarà diversa dal solito.
Un’ultima
cosa sulla caratterizzazione e poi filo via: per tutta la stesura
della storia ho avuto difficoltà a gestire il personaggio di
Makishima, nel
selezionare cosa far trapelare di lui e cosa no a lungo mi hanno
consigliato e
a lungo ho stressato chiunque mi rivolgesse la parola – per
cui anche l’autista
della corriera va annoverato fra le mie vittime xD Scherzi a parte,
Shogo non
poteva sbilanciarsi troppo, perché non sapeva ancora se Choe
sarebbe stato
disposto ad aiutarlo nella lotta contro il sistema, in quanto
condivideva lo
stesso malcontento: per questo motivo anche in questo capitolo, dove la
confessione degli intenti dei due era il nucleo, ho preferito
mantenerlo su un
profilo discreto-basso. Penso che sia in linea con il suo modo di
agire, se ci
fossero tuttavia accorgimenti o obiezioni sarei lieta di sentirle,
ovviamente!
Penso di aver detto,
saluto tutti e ringrazio<3 A presto!