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Autore: staylow    05/04/2017    0 recensioni
[The Original Sinners series]
Kingsley camminava senza meta sotto la pioggia sferzante. [...] Perso nei suoi pensieri, non si accorse di essere giunto di fronte a una piccola cappella che passava inosservata tra i palazzi di New York. Senza sapere il perché, si trovò a entrare.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Do you like walking in the rain?

Kingsley camminava senza meta sotto la pioggia sferzante. Aveva sempre odiato la pioggia, non che ultimamente ci avesse fatto caso in quanto trascorreva le giornate nella sua casa, anzi, nel suo palazzo. Solo a vedere l’edificio in cui viveva qualcuno avrebbe potuto dire che nella vita di Kingsley non mancava nulla, eppure se così fosse perché le giornate gli sembravano così monotone e uguali, come se una singola giornata non giungesse mai al termine ma anzi, continuasse all’infinito? In verità la vita di Kingsley era tutt’altro che completa. C’era alla base un vuoto incolmabile, lasciato dalla sagoma di una persona in particolare. Si costrinse ad abbandonare la pericolosa linea di pensiero che portava a un termine da evitare, un termine troppo alto e biondo. Perso nei suoi pensieri, non si accorse di essere giunto di fronte a una piccola cappella che passava inosservata tra i palazzi di New York. Senza sapere il perché, si trovò a entrare. Venne accolto dalla penombra e dall’odore di incenso che gli erano stati tanto familiari molto tempo prima, in un’altra vita, quando il suo mondo era limitato alla scuola, ai boschi e a un piccolo cottage nel Maine.

Dopo qualche minuto si riscosse. L’atmosfera in cui si trovava immerso aveva risvegliato in lui dei ricordi, ricordi sofferti. Ferite aperte. Questo lo portò a pensare a tutte le cicatrici di spari e coltellate che aveva nel petto. Se solo avesse potuto far cessare il dolore straziante che provava al ricordo dei tempi passati avrebbe volentieri sopportato quello di mille proiettili.
Lacerato dai ricordi, si sedette. Guardò verso l’abside, e notò su un lato un pianoforte seminascosto. Quel giorno tutto lo portava a Søren: gli sembrò di sentire in lontananza Dio che rideva di lui e della sua sofferenza. Ecco perché Kingsley non credeva in Dio. Aveva già abbastanza sadici nella sua vita.
Riuscì persino a ridacchiare per qualche secondo, ma il sorriso gli morì nell’istante in cui si ricordò il motivo per cui rideva. Guardando verso il piano nell’aria scura gli sembrò quasi di vedere un ragazzo, troppo alto, troppo biondo e troppo bello che lo suonava con maestria. E in un attimo ebbe di nuovo sedici anni, sentì sulla propria pelle l’amore e la passione bruciante che lo legavano a Søren, al dio biondo.

Perso nei suoi pensieri, non notò che qualcuno si era seduto accanto a lui.
“Cosa cerchi qui?” gli chiese un prete, sussurrando. Nei suoi occhi Kingsley vide la luce della bontà e del perdono.
“Redenzione” rispose Kingsley semplicemente. Da anni andava ricercando conforto per la profonda ferita che si portava dentro da ormai troppo tempo.
Il prete in silenzio si alzò e si avvicinò al confessionale. Kingsley si trovò a seguirlo senza sapere cosa lo stesse spingendo. Esitò un attimo, poi scomparve anch’egli nel vecchio confessionale.

Erano molti anni che non faceva nulla del genere. Da ragazzo si confessava raramente e controvoglia, solo perché Søren insisteva. Sembrava gli importasse veramente della salvezza della sua anima. Kingsley era felice al pensiero, era come se Søren stesso volesse che si rincontrassero in paradiso, alla fine. E dato che per lui c’era già un posto riservato, doveva solo impegnarsi per salvare l’anima di Kingsley.
“Perdonami Padre, perché ho peccato” Si scoprì a dire, e fu sorpreso per la facilità con cui le parole venivano a lui.
“Cosa ti turba, figliuolo? Nei tuoi occhi ho visto solo dolore”
Fottuti preti cattolici. Sapevano leggere le persone come nessun altro.
“Amo ancora la stessa persona di cui mi sono innamorato anni fa, ma non posso averla ed è la mia tortura” Confessò d’un tratto, come se amare fosse il più grave peccato. “Questo posto mi revoca molti ricordi”
Dopo un attimo di silenzio, il prete parlò: “L’amore purtroppo è una benedizione quanto una condanna. Quello che puoi fare è dare un senso alla tua vita, con o senza l’altra persona”
Vita? Quale vita? Non c’era vita senza Søren.
“Io… Ci provo. Ma a fine giornata sono ancora vuoto, non importa cosa faccia o quanto beva. Mi sento solo, perché so che una sola persona potrebbe riempire questo spazio nella mia vita”
Si sentì vicino alle lacrime. Oggi il dolore era troppo forte.
“Venire qui è stato un buon inizio. Qui non verrà mai a mancare una parola di conforto.”
Nella voce del prete Kingsley sentì genuina compassione e affetto. Ecco perché gli era mancata la Chiesa Cattolica.
“Grazie, Padre. Mi ero dimenticato cosa si provasse ad essere benvenuti”

Uscirono dal confessionale e quando si trovarono faccia a faccia, il prete appoggiò una mano sulla sua spalla. Una piccola benedizione. Kingsley uscì dalla chiesa, aveva smesso di piovere.

Il prete era ormai solo nella navata, e disse: “Quindi questo era il famoso Kingsley?”
Dalla penombra rispose una voce di un altro prete, alto e biondo.
“Già, Stuart. Ora puoi capire perché io stesso ho sofferto tanto per lui”
“Effettivamente è proprio un bel giovinotto. Ottimo gusto, senza dubbio” rispose Padre Ballard con un sorriso.
Søren sorrise a sua volta, ma con una certa tristezza.
“Io lo amo ancora, Stuart.”
   
 
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