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Autore: Lizzy94    07/04/2017    7 recensioni
La sera dei Brits, Harry e Louis si improvvisano babysitter dei gemelli.
Tra cupcake rosa, capelli tirati e un cane inopportuno, Louis capirà quanto è fortunato.
Anche con l'anima di Johannah che continua a risuonare tra pareti di casa.
Come sempre, 4000 parole d'amore.
La storia è inserita nella serie "Moments", ma non è neccessario leggere le altre storie per la comprensione di questa.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Moments'
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La storia è inserita nella serie "Moments", ma non è neccessario leggere le altre storie per la comprensione di questa.

  A Fed, che ne aveva bisogno.
A Erica, che un po’ mi riporta a casa.
A Vale, che mi dice che mi vuole bene.
 
Dedica speciale: a Ludovica, la nipotina di Bea. Benvenuta in questo grande, strano, pazzo, mondo. Buona vita, piccola
 
 
 
“La cena è già pronta nel forno che devi solo accendere. Mi raccomando togli la pellicola dalla lasagna prima di metterla a scaldare o è la volta buona che la casa salta in aria. Ernest ha un po’ di raffreddore quindi non farlo addormentare supino perché respira male, giralo sempre di lato…” dice Lottie, saltellando su un piede mentre cerca di infilarsi uno stivale.
“Lottie…” prova Louis.
“Doris ha bisogno del ciuccio per addormentarsi ma stiamo provando a toglierle quest’abitudine…” continua imperterrita, ora con la testa nell’armadio dei cappotti.
“Lottie…” ci riprova Louis.
“E non dare a nessuno dei due dolci prima di andare a dormire o te li ritrovi alle due di notte a saltare sul divano, non fare come tuo solito che li vizi sempre e–”
“Charlotte Tomlinson!” la richiama Louis esasperato, afferrando la sorella per le braccia e costringendola a fermarsi. “So esattamente come prendermi cura dei miei fratelli!” dice, leggermente stizzito.
Lottie spalanca gli occhi e mette un’espressione mortificata “Lou non era quello che… so che lo sai fare, ti sei sempre preso cura di tutte noi, sai che senza di te saremmo perse e che io…” comincia a tremargli il labbro.
No, le lacrime no.
Louis si odia quando fa così.
Odia quando le sue insicurezze prendono il sopravvento su tutto. La paura di non essere abbastanza, di non fare abbastanza, di essere sempre troppo lontano. “No, ehi,” la tranquillizza abbracciandola. “Non fare così. Mi dispiace. Ma certo che lo so”
Lottie si aggrappa alle spalle magre del fratello e gli sussurra all’orecchio, “Non capita spesso di lasciare i gemelli da quando…dalla mamma. E mi sento in colpa perché tu sei appena arrivato e dovresti riposare e sta arrivando anche Harry e…” singhiozza tutto d’un fiato.
Louis la ferma. “Ehi sorellina, basta,” dice dolcemente. “Non vedevo l’ora di essere a casa con i piccoli e Harry è al settimo cielo. Sai quanto ami i bambini. E poi voglio che tu e Tommy vi svaghiate un po’ sta sera. State facendo più di quanto vi è stato richiesto e io vi sarò sempre eternamente grato per questo.” Le lascia un bacio sulla fronte e le asciuga le lacrime con i pollici, cercando di non rovinarle il trucco. “Tommy, per l’amor del cielo, scendi e portatela via prima che si incateni al tavolo della sala!”
Il ragazzo di sua sorella si precipita giù dalle scale. “No! Non ci pensare nemmeno!”
Lottie scoppia a ridere, prima di piegarsi sul tappeto morbido del salotto e lasciare due baci ai gemelli che stanno giocando “Fate i bravi. E non date troppo fastidio a Harry,” si raccomanda, sentendo le due pesti ridacchiare. “Chiama per qualunque cosa.”
Louis sorride. “Ma certo. Salutami Liam, ai Brits,” un secondo prima  che i due escano dalla porta, la richiama. “Sei bellissima, sorellina,” Lottie gli sorride ed esce nel gelo inglese.
 
Louis si volta, batte una volta le mani e si avvicina ai gemelli. “Va bene piccole pesti, che si fa?” Nemmeno fa in tempo a dirlo che Doris al grido di “Achooooo,” gli salta addosso, immediatamente seguita dal fratello. L’impatto è talmente forte che Lou perde l’equilibrio e cade sul divano reggendo i due gemelli che hanno iniziato a ridere, mentre Clifford abbaia un paio di volte. Passano la mezz’ora successiva facendo il gioco ‘Saltiamo addosso ad Achoo finché non perde l’uso degli arti’. Potrebbe fermarli in qualsiasi momento, ma non lo fa. Perché solo lui può sapere quanto gli sono mancati quegli istanti.
Suonano alla porta e Louis si volta di scatto. Ernest si dimena e scende velocemente dalle gambe del fratello. Sa perfettamente chi è. Per questo non lo ferma quando il fratellino corre verso la porta urlando “Iooo,” manifestando la volontà di aprire la porta. Louis ridacchia e poi trema, ancora prima di vederlo. Gli basta sentire la sua voce. A volte basta anche solo percepire la sua presenza.
Clifford sta abbaiando felice, sente Ernest esclamare “’arry” e il riccio rispondere, “Ma guarda chi abbiamo qui! Il mio nano preferito.”
Doris è ancora sulle sue gambe, che lo guarda con una muta domanda negli occhi. Tra i due, la piccola è sempre stata quella con il carattere più chiuso e introverso, soprattutto con gli estranei. Louis sa benissimo che Doris, in realtà, ha preso la sua stessa parlantina irriverente e sarebbe in grado di mettere a tacere chiunque in quella famiglia.
Ma con le persone esterne ha ancora difficoltà a esprimere i suoi sentimenti. È come se avesse continuamente paura di disturbare.
Louis sa che la sorellina è perdutamente innamorata del riccio. E come darle torto.  Con quegli enormi occhi chiari gli sta chiedendo aiuto. Louis la prende in braccio e si alza dal divano. “Andiamo a salutare Harry?” le chiede. Doris annuisce e si aggrappa al collo del fratello maggiore.
Raggiungono l’ingresso e Louis vede Ernest in braccio a Harry, che è intento a riempire il viso del piccolo di baci. Clifford salta intorno al riccio richiedendo attenzioni e scodinzolando festoso. Quando i loro sguardi si incrociano un sorriso spacca il viso di Harry e Louis sente che può tornare a respirare. “Okay,” dice Harry. “Forse sei il mio secondo nano preferito,” rettifica, rivolgendosi al bambino.
Louis gli si avvicina con Doris ancora in braccio, che ora sta nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. Fa un cenno a Harry, che capisce immediatamente, perché conosce la piccola.
Fa scendere Ernest che si aggrappa ai suoi jeans stretti e, “mi sembra proprio che manchi qualcuno” sussurra con fare cospiratorio al più grande.
“Ah sì?”
“Eh sì,” conferma Harry
“E chi manca, mio piccolo principe?” chiede Louis stando al gioco.
“Al principe manca la sua principessa. Tu l’hai vista?” dice in tono esageratamente triste.
Doris scopre leggermente il viso dal collo di suo fratello. “No, non ho visto nessuna principessa. Me la descrivi?” chiede facendo l’occhiolino al riccio.
“Si chiama Doris ed è la principessa più bella del mondo. Ha i capelli lunghi e ricci e due occhi che sembrano due stelle.”
“Caspita, addirittura due stelle?” dice, esagerando il tono sorpreso.
“Sì,” risponde Harry addolcendo lo sguardo e puntando i suoi occhi verdi in quelli azzurri del compagno. “Li ha presi dal suo fratello maggiore.”
Louis si morde l’interno della guancia e stringe più forte la sorella per impedirsi di buttarsi addosso a lui. “Ma se non è qui, allora ho fatto un lungo viaggio a vuoto. Sarà meglio che me ne torni a casa,” continua, mettendo su un broncio che Louis vorrebbe togliere a forza di baci.
A quelle parole Doris esce definitivamente dal suo nascondiglio. “Sono qui!” dice buttandosi letteralmente sul riccio che la prende e la fa girare urlando, “Ho trovato la mia principessa! L’ho trovata!”
Louis si morde le labbra per trattenere una risata. “Principe,” lo chiama. “Il nano vorrebbe tanto essere salutato.”
Harry guarda Doris “Che dici principessa, posso salutarlo?” la bambina annuisce contenta, mentre viene posata a terra.
Louis si allunga sulle punte mentre si lascia abbracciare da quel gigante che è il suo ragazzo.
“Ciao amore,” gli sussurra Harry con la bocca sulla sua tempia.
“Ciao piccolo,” gli risponde direttamente sulla sua bocca un secondo prima di baciarlo.
Il suo fiato si mescola a quello del riccio, così come i loro sapori che si incontrano sulle loro lingue.
Il bacio dura all’incirca tre, quattro secondi prima che venga interrotto dai suoni disgustati di Ernest. I due ridono e si staccano. “Che hai tanto da lamentarti?” chiede Louis, mentre Harry si sfila il cappotto.
“Schifo,” sussurra il bambino.
Louis esibisce un finto broncio arrabbiato e afferra Ernest per le braccia lasciando che i suoi piedini si dimenino in aria. “Ma come ti permetti piccolo sfacciato” dice mentre il fratello urla divertito. Louis lo lascia sul divano e inizia a fargli il solletico.
“Nooo Louuu basta” si lamenta il fratellino mentre ride come un matto. Quando entrambi i fratelli sono senza fiato, si ritrovano stesi sul divano senza più riuscire a muoversi.
Harry si siede sul tappeto di fronte a loro con Doris in braccio che gli osserva divertita. “Anche tu pensi che facciamo schifo?” chiede Harry alla piccola spalancando gli occhi.
Bastardo.
Lo sa che quelle pupille verdi sono un arma di distruzione di massa.
“No,” risponde Doris. “Siete carini. Come mamma e papà.”
Harry e Louis si scambiano uno sguardo triste. Louis sente gli occhi velarsi di lacrime quando la mano del riccio va a stringere la sua e sente il peso di Ernest sul petto, dove si è accoccolato.
Harry lascia un bacio sulla tempia della bambina prima di spezzare la tensione.
“Forza tutti in piedi! Andiamo a fare i cupcake!”
Louis gli è grato per aver impedito un suo crollo davanti ai gemelli, un po’ meno grato del fatto che la sua cucina stia per diventare un campo di battaglia.
I gemelli sono entusiasti e si precipitano in sala da pranzo, non senza che Ernest nell’entusiasmo gli rifili una gomitata nella pancia che gli mozza il respiro. Harry si morde il labbro per non ridere e, “sta’ zitto,” bofonchia indispettito Lou.
Ma poi, prima di alzarsi, il riccio gli lascia un dolce bacio al centro dello stomaco dolorante e Louis ha bisogno nuovamente di fermarsi e riprendere fiato.
 
Fare i cupcake si rivela un’idea divertente e disastrosa. Ernest ha i capelli pieni di farina e Doris ha le mani ricoperte d’impasto che cerca di leccare via. “Di che colore volete farla la glassa?” chiede Harry mentre la gira con il frustino una roba appiccicosa. “Rosa,” dice Doris mentre, “Rossa,” ribatte Ernest.
“Okay. Le faremo entrambe,” dice allegro Harry.
Louis nel frattempo gira come una trottola per la cucina, prevenendo catastrofi: prende al volo la sorella mentre sta per cadere dal tavolo, ferma Ernest che vuole lanciare uova su Haz e blocca la ciotola della crema che sta per spargersi sul pavimento.
Qualunque cosa pur di non mettere mani su niente di commestibile.
Qualche anno fa ha fatto un patto con il suo ragazzo e intende rispettarlo: lui e la cucina sono due rette parallele che non si incroceranno mai, quindi a costo di non mangiare, non si avvicinerà mai a dei fornelli.
Meglio affamato che morto.
Dopo aver convinto i piccoli a mangiare prima un pezzo di lasagna, ora hanno finalmente i loro dolci in mano: Doris quello con la glassa rosa e gli zuccherini celesti e Ernest quello rosso con le praline di zucchero dorate. “Come Iron Man!” Esclama prima di dare il cinque al riccio. Louis lo ringrazia invece con una carezza alla base della nuca quando gli porge un dolce con la glassa verde e un cuore di zucchero sopra. “Sdolcinato,” sussurra al suo orecchio.
“Mi ami anche per questo,” replica Harry.
“Puoi dirlo forte,” annuisce prima di lasciargli un morso leggero sulla spalla.
Quando si volta, nota che Ernest si sta tirando i boccoli bianchi di farina e sta lanciando strane occhiate a Harry. “Cosa c’è piccolo?” chiede perplesso. Il bambino lascia il dolce mezzo mangiucchiato sul piatto e si arrampica sul tavolo. Louis non lo sgrida nemmeno, tanto è inutile, sua sorella ha ragione: farebbe fare loro qualsiasi cosa. Gattona fino a posizionarsi di fronte a Harry, continuando a tirarsi i boccoli. Harry lo fissa curioso. “Che succede Ernie?”
Il piccolo allunga la manina fino ad afferrare il ciuffo corto di capelli e tirato all’insù sulla testa del riccio tirando leggermente, “Ah!” esclama facendoli sobbalzare tutti. “Adesso ce li ho più lunghi ioooo,” dice entusiasta prima di scoppiare a ridere in faccia ad Harry additando con una serie di “AH AH!”
Il riccio rimane interdetto per pochi secondi prima di scoppiare a ridere, seguito a ruota da Louis. Il più grande lascia un’altra carezza sul ciuffo corto del ragazzo per consolarlo, perché sa quanto sia stato difficile per lui abituarsi al nuovo taglio. Nel momento di ilarità, c’è qualcuno che non sta ridendo. “Ma tu sembri una femmina, lui no,” esclama una vocina arrabbiata. Doris ha gli occhietti chiari ridotti a due fessure e la bocca stretta in una linea severa. “Assomiglia terribilmente a te quando fa quell’espressione,” gli sussurra Harry.
“Io non sembro una femmina!” ribatte Ernest, aggrottando le sopracciglia. “Vero che non sembro una femmina Lou?” chiede.
“Ma no pi–” cerca di rispondere, ma viene interrotto dalla voce sempre più stizzita della sorellina.
“Sì, invece. Harry invece è bello,” dice guardando il riccio che le sorride.
“Anche Ernest è bello. Lo siamo tutti,” prova a mediare il riccio.
“No! Non è bello che ti prende in giro,” ribatte arrabbiata. Louis trattiene un sorriso quando si rende conto che Doris sta cercando di difendere Harry. Poi la situazione degenera.
“Tu sei solo gelosa perché tutti preferiscono i miei capelli, anche la mamma e papà preferiscono pettinare i miei!” ovviamente non è vero. Ma le parole, a volte, vengono lanciate solo per ferire.
Louis non la vede neanche Doris. Come un fulmine butta il cupcake per terra e si lancia su suo fratello tirandogli i lunghi boccoli biondi. Quello che nota, è però il labbro della sorellina tremolare prima di scoppiare a piangere. I due ragazzi si affrettano a separare i gemelli. Louis tira via Doris che si porta con sé qualche capello del gemello e Harry afferra Ernest, che ha iniziato a piangere anche lui.
“Doris insomma, ma che ti prende? Non si alzano mai le mani su qualcuno!” la rimprovera Louis. Ma lei si dimena dalle braccia del fratello mentre piange e urla. Louis è costretto a uscire dalla sala da pranzo per calmarla. Le accarezza la schiena cercando di placare i singhiozzi e la bambina si aggrappa alla sua felpa bagnandogli il collo con le lacrime. A Louis si spezza il cuore.
Sente Harry calmare il piccolo Ernest nell’altra stanza e ancora una volta ringrazia il cielo di avere un fidanzato meraviglioso come lui.
Doris continua a singhiozzare sulla sua spalla e Louis è preso un attimo dal panico. Poi si ricorda che sua madre lo chiamava tutte le volte che gemelli scalciavano troppo forte nella sua pancia, gli chiedeva di cantare e magicamente i gemelli si acquietavano.
Anche una volta nati, sua madre aveva l'abitudine di farlo cantare al telefono quando quelle due pesti non la smettevano di piangere.
Così Louis accosta la sua bocca all'orecchio della bambina e comincia a canticchiare Little Things, una delle canzoni preferite di Jay.
Verso dopo verso, parola dopo parola, nota dopo nota, Doris sembra calmarsi. Smette di singhiozzare e si pulisce il naso sulla felpa del fratello, che non può far altro che ridere e alzare gli occhi al cielo ringraziando silenziosamente sua madre.
“Piccola, ascolta, non bisogna mai e poi mai usare la violenza per risolvere le questioni. Si usano le parole, non le mani. Sono sicuro che Dan e la mamma te l’hanno insegnato.”
La bambina annuisce tira su col naso.
“Lo sai che adesso devi andare a chiedere scusa a tuo fratello, vero?"
Doris lo guarda stringendo gli occhi e la boccia una linea sottile. “Ma ha offeso Harry," piagnucola, il riccio ha ragione. Assomiglia incredibilmente a lui quando si impunta così.
“Ernest stava scherzando, piccola.” Doris mette il broncio. Poi gli rivolge un altro sguardo triste e chiede al fratello maggiore, “Alla mamma piacevano i miei capelli?”
Louis le sorride comprensivo “Li adorava.”
“Sono belli come quelli di Lottie?” chiede con gli occhi spalancati.
“Lo vuoi sapere un segreto?” Doris annuisce. “Lottie deve usare un sacco di prodotti per averli belli come i tuoi. Ma non dirle niente o si arrabbierà con me!” dice, facendo ridere la bambina che replica, “Promesso!”
“Sei pronta ad andare a chiedere scusa tuo fratello?" Doris gli regala un sorriso risposta.
Ma prima che possano rientrare in soggiorno, spunta Harry con Ernest attaccato al braccio.
Louis mette a terra Doris e la incita ad avvicinarsi al fratello che la guarda intimorito. Ernest si stacca da Harry e raggiunge la sorella allungandole il cupcake che aveva lanciato durante il litigio. “Scusa,” le mormora con lo sguardo ancora bagnato di lacrime. Lancia uno sguardo a Harry, che sembra incoraggiarlo con gli occhi. “I tuoi ricci sono bellissimi.”
Doris lo guarda un po' spaesata, poi afferra il dolce e ne passa metà al fratello. “Scusami tu. Non volevo farti male,” sospira e poi continua, “ma non dire mai più cose brutte su Harry.” E da come lo dice sembra una minaccia, tanto che lo Louis si spiaccica una mano sulla fronte ed Harry trattiene una risata. Decisamente hanno capito chi comanda in quella casa.
Ernest annuisce leggermente spaventato e si volta verso Harry “Mi dispiace. I tuoi boccoli ricresceranno. A me va bene anche così”.
Harry si morde le labbra e risponde intenerito, “Grazie piccolo,” poi si abbassa mettendosi alla stessa altezza di Doris. “E grazie anche a te principessa. Ma per difendermi non c'è alcun bisogno di usare la violenza, promettimi che non lo farai mai più,” dice, dandole il mignolino.
Doris lo afferra con il suo e li fa oscillare insieme mentre sorride. “Promesso. Ma ora tu mi dai un bacio?"
Louis alza gli occhi al cielo. Piccola adorabile ruffiana.
Harry di botto li afferra tutti e due e inizia a dare loro una marea di bacini facendoli ridere.
“Okay, okay,” dice Louis. “Ora salite immediatamente di sopra che è ora del bagno, visto che siete completamente ricoperti di crema e farina,” ordina.
I gemelli si divincolano dalla presa del riccio e corrono su per le scale.
Louis torna in soggiorno e si mette le mani tra i capelli notando il campo di battaglia che è diventata la sua cucina. Sente due braccia circondargli il busto e un naso infilarsi nelle pieghe del suo collo, inspirando forte. “Vuoi una mano?”
Louis si lascia andare contro la sua spalla e strofina il viso sui capelli di Harry, mentre emette suoni di apprezzamento che assomigliano terribilmente a fusa feline. “No amore, grazie. Qui ci penso io. Tu potresti fare il bagno ai bambini?” chiede lasciandogli un bacio sulla guancia.
“Certo, ci penso io. Ma prima… tu ora me lo dai un bacio?” chiede con un tono simile a quello usato poco prima da Doris.
Piccolo adorabile ruffiano.
Louis si gira. “Bastardo manipolatore,” lo accusa prima di poggiare le sue labbra fini su quelle piene e rosse come il peccato di Harry. Il bacio è lento, dolce, sa di amore, di famiglia e di cupcake al cioccolato.
Il riccio si lascia trasportare dal bacio e solleva Louis facendolo sedere sul tavolo di marmo. Il più grande gli circonda i fianchi con le gambe e il collo con le braccia tatuate spingendoselo addosso.
Vengono bruscamente riportati alla realtà da un urlo proveniente dal piano di sopra.
Si staccano riluttanti. “Devo andare,” dice Harry.
“Devi andare,” conferma Louis mentre il suo ragazzo riempie di baci prima la sua tempia, poi i suoi zigomi sporgenti, il naso piccolo fino a posare un ultimo bacio delicato sulla bocca.
Lou lo spinge indietro. “Via, o non ti mollo più.”
Il fantasma della risata del suo uomo è l’ultima cosa che sente prima di mettersi a pulire quel macello. Clifford dà il suo contributo leccando tutto ciò che di commestibile riesce a raggiungere.
Quando mette l’ultimo piatto in lavastoviglie è passata più di un’ora e sente la musica dei Brits provenire dalla televisione del salone.
Shout Out to My Ex.
Che magnifica canzone.
Finisce di spazzare a terra e si rende conto che c’è troppo silenzio.
Incuriosito, posa la scopa, e fa capolino silenziosamente nella stanza.
La scena che gli si para davanti lo fa rimanere senza fiato.
Doris è sul divano, abbraccia il peluche a forma di capretta che Harry le aveva regalato al primo compleanno e che lei aveva chiamato Edward. Ha un dito in bocca e gli occhi semi chiusi. Clifford ha il muso poggiato vicino alla sua testolina arancione.
Harry è in piedi, con Ernest in braccio che ha il capo poggiato sul petto e una manina aggrappata alla sua camicia. Il riccio sta dondolando su se stesso e sta cantando una canzone.
Non una canzone qualsiasi.
Quella canzone.
Sta cantando Just Hold On per far addormentare i gemelli.
La voce bassa, leggermente rauca, il ritmo della canzone più lento rispetto all’originale.
Louis si morde le labbra trattenendo le emozioni in gola, tira fuori il suo iPhone dai jeans e scatta una foto. Due. Poi tre.
Harry al suono dello scatto si immobilizza e alza lo sguardo regalandogli un sorriso imbarazzato.
“Continua,” lo incoraggia Louis. “Ti prego non ti fermare,” sospira, con la voce che gli trema.
“Sei più bravo tu,” dice, allungando il braccio che non regge Ernie, facendogli segno di avvicinarsi.
Louis scuote la testa e afferra la sua mano. “Mi era mancata la tua voce.” Lo bacia e strofina il naso sulla sua guancia, poi accarezza la schiena di Ernest ormai addormentato e si siede sul divano portandosi Doris sul petto che gli si accoccola addosso.
E rimangono così, stretti tutti e quattro in un amore silenzioso mentre guardano i Brits con i volume al minimo.
Quando Liam sale sul palco a ritirare il premio, urlano silenziosamente e Louis si appunta mentalmente di chiedergli perché si è presentato a un evento del genere vestito come se fosse appena scappato di casa.
Portano a letto i gemelli ed entrambi lasciano un bacio sulle loro fronti. Harry sente Louis sussurrare, “La mamma vi vuole bene.”
Tornati in salotto Louis fa un video ringraziamento per le fan. Poi si gira a guardare Harry.
Harry arriccia le labbra e scuote la testa, perché tanto sa già cosa gli sta per chiedere il suo ragazzo. “No. Non lo faccio.”
“Haz…”
“Ho detto no.”
“E’ solo uno stupido tweet,” chiarisce Louis.
“Appunto è stupido. Tanto li hai già ringraziati tu. Non è necessario che lo faccia anche io.”
“Io credevo che i due bambini in questa casa fossero i gemelli” dice alzando un sopracciglio.
“Oh senti, tanto lo sanno quanto le amiamo!” risponde stizzito.
“Amore, erano già andate tutte in paranoia perché credevano che nessuno si fosse degnato di andare a ritirare il premio. Lo sai come sono fatte le donne. Entrano in paranoia.”
“Poi c’è chi ancora mi chiede perché sono vagina-repellente. Non le capirò mai le donne,” borbotta imbronciato mentre tira fuori il telefono. “Contento?” chiede indispettito.
Louis si avvicina e lascia morbidi baci sulle sue guance. “Molto. Lascia che ti mostri quanto sia contento in camera da letto,” gli sussurra all’orecchio, facendo spuntare un sorriso malizioso al suo ragazzo.
A Clifford sembra un ottimo momento per saltare sul divano e iniziare a leccare l’altra guancia di Harry.
Proprio un ottimo momento.
 
Sono circa le tre del mattino quando Louis viene svegliato da qualcosa che tira la maglia del suo pigiama. Nello stato di coma apparente in cui si trova, crede per un secondo, che si tratti di Clifford.
Poi si ricorda che Clifford è un cane e non ha pollici opponibili.
Si gira e si trova davanti gli occhi lucidi di Ernest, mentre dalla parte di Harry c’è Doris che si sta già arrampicando sul grande letto matrimoniale.
Lottie lo aveva avvertito che da quando sua madre non c’era più, i bambini si svegliavano spesso di notte. “Lou,” sussurra Ernie con voce incerta.
“Che c’è piccolo?”
“Possiamo dormire qui? Mi manca la mamma.”
Louis stringe i denti e lo aiuta a sistemarsi tra lui e Harry dove Doris ha già preso posizione aggrappata come una scimmietta al riccio. “Certo amore.”
“Lou?”
“Mmh?”
“A te manca mai la mamma?” chiede ingenuamente.
Sente la mano di Harry infilarsi nei suoi capelli e massaggiargli piano il capo. “Sì, piccolo. Mi manca la mamma. Ma quando sono con voi, mi manca di meno,” dice in un sospiro.
Sente Ernest lasciargli un piccolo bacio sulla guancia e lentamente addormentarsi, mentre con una manina gioca con il lobo del suo orecchio.
“Lou?” Questa volta è Harry a chiamarlo con una voce leggermente tremolante.
“Sì, amore?”
“Ti amo tanto,” e questo lo dice con voce ferma, senza più incertezze.
Louis sorride nel buio della notte. “Anche io, amore mio. Anche io”
Il più grande gli chiude tutti e quattro in un abbraccio e sente di non essere mai stato più felice di così.
Nonostante tutto.
 
 
 
Angolo autrice: devo fare i doverosi ringraziamenti come sempre. Oltre alle tre meravigliose personcine a cui  è dedicata la FF, vorrei ringraziare Julia, la mia fantastica beta (Su efp è JennaHerondale, CORRETE a leggere le sue traduzioni, Martina, Sara, Anna, Mayra, Beatrice, Giulia, Mary Lou. Grazie per le risate ragazze, grazie di tutto.
Grazie a Serena e Lucia, le stelle della mia via.
Un ringraziamento super speciale  a Emma Steely, meravigliosa autrice dell’immagine di copertina. Sei stata dolcissima.
Un ultimo, enorme, grazie a tutti voi, che avete speso 10 minuti del vostro tempo per leggermi.
Siete preziosi.
Elisa.
   
 
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