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Autore: Lola1991    08/04/2017    3 recensioni
[...]
« Tornerai da me stanotte? » chiese raggiante, guardandolo negli occhi.
« E tu mi aspetterai? » disse lui, perdendosi nel mare verde dei suoi.
« Io ti aspetterò sempre. »
« E io tornerò sempre da te. »
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La nascita del piccolo Frerin portò molta gioia tra i membri della comunità dei nani; molti lo chiamavano già erede di Erebor, e lo vezzeggiavano con doni e attenzioni.
Quando Laswynn era particolarmente stanca e il bambino non la faceva dormire – cosa che, per altro, capitava spesso – erano numerose le persone che accorrevano in suo aiuto, e in primis Dìs, seguita dai nipoti, che nel tempo si affezionarono moltissimo al cuginetto.
 
L’arrivo di un figlio ammorbidì la corazza di Thorin e diede nuova luce al suo volto e ai suoi occhi; dopo moltissime sofferenze, gli sembrò finalmente di godersi la pace tanto agognata. L’amore che nutriva per Laswynn sembrava addirittura triplicato dalla nascita di Frerin, e amava passare ogni minuto del suo tempo in loro compagnia.
La notizia dell’esistenza di un nuovo un erede al casato di Durin arrivò fino ai Colli Ferrosi; Dáin non si congratulò per la nascita di Frerin, ma Thorin non se ne curò: gli bastava sapere che il bambino era al sicuro con la madre e il padre, e con i parenti che gli volevano bene e che avevano gioito del suo arrivo.
 
Laswynn vedeva gli occhi del marito riempirsi di luce quando incontrava lo sguardo del figlio, ancora troppo piccolo per interagire veramente col padre; sentiva che quei due erano connessi da un legame fortissimo e indistruttibile.
Tuttavia capiva che a Thorin mancava ancora qualcosa: aveva una famiglia, ma non una vera casa, la stessa che fin dalla nascita gli era stata promessa e per la quale era stato preparato: il regno di Erebor.
Lo capiva quando lo osservava allenare i nipoti alle armi, con forza e tenacia, preparandoli a riprendersi la montagna; lo intuiva quando raccontava storie al figlio, facendolo addormentare, sulla grandezza e sulle ricchezze custodite nelle profondità della fortezza.
 
Fu così che a soli due anni dalla nascita di Frerin una compagnia di tredici nani decise di intraprendere un viaggio lontano dai Monti Azzurri alla conquista del regno perduto di Erebor.
Quando Thorin le comunicò la notizia, Laswynn non si oppose né urlò: si sentiva immensamente lontana. In cuor suo sapeva che quel momento sarebbe arrivato, eppure aveva sperato, fino all’ultimo, che l’arrivo del piccolo avesse allontanato Thorin da quell’ossessione. Ma Thorin doveva riconquistare il trono che gli spettava di diritto, soprattutto ora che aveva un figlio a succedergli. Era il sogno di una vita.
 
Quel giorno, e molti giorni a venire, quando apprese la notizia, ripensò a una frase che sua madre aveva pronunciato quando lei era ancora una bambina; ricordando il padre defunto, le aveva spiegato che perdere una persona cara era come sentire un corvo che dilaniava il cuore, e Laswynn aveva immaginato che fosse soltanto un’espressione poetica. Ma ora capiva che era la semplice verità, perché la sofferenza che provava al pensiero di separarsi dal marito era straziante come se il becco di un corvo le stesse davvero trafiggendo l’animo.
 
Dìs tentò di fermarli, inveendo contro il fratello e supplicandolo di non portare con sé i suoi due figli, ancora troppo giovani – secondo lei – per partecipare a una spedizione del genere. Ma Fili e Kili erano fin troppo simili a Thorin, e per nulla al mondo si sarebbero fatti scappare un’occasione del genere.
 
Qualche giorno prima della partenza, Thorin si recò dalla sorella, ancora furiosa per quella situazione.
Le prese le mani e le disse:
« Dìs, so che sei in collera con me. Ti prometto che non accadrà nulla ai tuoi figli, sai quanto li amo. Ma devi giurarmi una cosa…». Il suo volto si fece più serio, le mani serrate su quelle della nana.
« Se dovesse succedermi qualcosa, se non dovessi tornare, assicurati che Laswynn e Frerin siano al sicuro. Fai in modo che, anche senza di me, sia riconosciuto come legittimo erede; preparalo alle responsabilità del trono di Durin ».
Dìs annuì piangendo, carezzando il volto del fratello, addossandosi l’ennesima responsabilità che la vita le aveva riservato.
 
La compagnia partì i primi giorni di primavera, appesantita dalle armi e dalle provviste, salutata dal villaggio intero. Thorin si avvicinò un’ultima volta alla moglie, che piangeva in silenzio.
« Non piangere gáldhiem, ti prego »  le disse dolcemente, abbassandosi per posare un ultimo bacio sulla fronte del figlio, che dormiva beato.
« Torna da noi » rispose lei in un sussurro disperato, stringendogli la mano, prima di vederlo allontanarsi un’altra volta, sperando in cuor suo che quella fosse davvero l’ultima.
 
Laswynn rimase a fissarli a lungo, finché la sagoma dell’ultima ascia sparì all’orizzonte. Desiderò con tutta sé stessa di poterli seguire, ma il pianto del figlio, che proprio in quel momento si era svegliato e reclamava cibo, la riportò in fretta alla realtà. Il destino di una moglie e di una madre non era quello di andare in guerra o di partecipare a ricerche in terre lontane, e lei aveva imparato dolorosamente quella lezione molto tempo addietro.
Quella sera pregò Mahal di poter rivedere Thorin, e fece lo stesso per molte sere a venire, sdraiata da sola in quel letto che sapeva solo parzialmente di famiglia.
Nei giorni che seguirono il sole fulgido di primavera si nascose dietro cieli piangenti, come se la stagione avesse deciso di non trasformarsi nell’estate. I cieli piangevano, il cuore di Laswynn piangeva, e niente sembrava migliorare la situazione.
 
Poi, poco dopo la fine dell’autunno, a quasi un anno di distanza dalla partenza del gruppo, Laswynn e Dìs vennero finalmente a sapere ciò che era accaduto ai membri della compagnia di Thorin Scudodiquercia. 


Angolo autrice
Eccomi! Un piccolo messaggio solo per comunicare che ci sarà ancora un solo ultimo capitolo, ovvero l'epilogo della storia.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, all'inizio non ne ero molto convinta...
Alla prossima!
   
 
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