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Autore: Leili1988    16/04/2017    1 recensioni
Un matrimonio, un dubbio, una decisione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dimmi di sì

 
L’abito bianco le ricadeva morbido lungo i fianchi, accentuando il candore della sua pelle e le sue forme delicate. I capelli, acconciati elegantemente, erano adornati da una coroncina di fiori.
Emma rimirò compiaciuta il suo riflesso nello specchio e sorrise. Il gran giorno era arrivato. Da lì a pochi minuti avrebbe sposato Killian, ottenendo finalmente il tanto agognato lieto fine.
Un lieve bussare alla porta la riportò alla realtà.
«Avanti!»
La porta si aprì e Regina fece il suo ingresso nella stanza.
Contrariamente a Emma non indossava abiti da cerimonia, ma uno dei suoi soliti completi raffinati. Gli occhi stanchi e il nervosismo di chi ha passato la notte insonne.
«Stai splendida, Emma!» - riuscì a mormorare.
«Grazie!» - sorrise imbarazzata - «Stai bene? Come mai non sei ancora pronta? La cerimonia inizia tra pochi minuti…»
«È proprio per questo che sono qui… ti prego di perdonarmi, ma non verrò al tuo matrimonio!»
Regina abbassò la testa. Non poteva reggere il peso dello sguardo indagatore e deluso di Emma, era già abbastanza difficile trattenere le lacrime.
La bionda rimase incredula e in silenzio per qualche istante. Come poteva mancare al giorno più importante della sua vita?
«Come no? E per quale motivo?»
Regina sapeva di averla ferita, ma in quel momento doveva pensare a sé stessa, evitando di sgretolarsi per l’ennesima volta sotto i colpi di una vita che si divertiva a sbeffeggiarla.
In realtà non sapeva neppure cosa rispondere a quella domanda. Non poteva dire la verità e non poteva mentire.
«Non mi sento molto bene e non voglio rovinarti questo momento…»
Emma aveva imparato a conoscere Regina ed era pienamente cosciente del fatto che qualcosa la logorasse nel profondo, ma la sua riservatezza le impediva di esternarlo e chiedere aiuto.
Allungò la mano e afferrò delicatamente il braccio della mora.
Quel discreto gesto di conforto fece esplodere il cuore di Regina.
«Regina, parlami, ti prego! Mi stai facendo preoccupare…» - sollevò il viso della mora e osservò i suoi occhi lucidi. Una morsa dolorosa le strinse lo stomaco. Vederla soffrire la lacerava.
Ma Regina non riusciva a pronunciare parola. Se l’avesse fatto, sarebbe scoppiata a piangere. Passarono alcuni istanti prima che riuscisse a calmarsi e ad articolare dei suoni di senso compiuto.
«Io… io ho sbagliato a venire qui! Non preoccuparti per me, pensa solo a goderti questa giornata…» Regina dovette ricorrere a tutto il proprio autocontrollo per mantenere ferma la voce.
Emma rese la morsa sul braccio di Regina più salda, impedendole di divincolarsi e fuggire via.
«Non ti lascio andare da nessuna parte in questo stato! Ho promesso di starti accanto e non importa se sto per sposarmi… se hai un problema, mollo tutto e vengo con te! Dammi solo il tempo di liberarmi da questa trappola…»
Emma armeggiò con l’abito da sposa, tentando di slacciarlo, ma Regina le bloccò i polsi.
«Fermati! Perché sei sempre così dannatamente cocciuta?!» - sospirò pesantemente - «Non puoi aiutarmi questa volta…»
«Ti sei forse scordata che sono la salvatrice?» - tentò di sdrammatizzare Emma, ma quando vide le lacrime scivolare lungo le guance di Regina, un groppo le strinse la gola. In tutti quegli anni, nonostante le numerose delusioni affrontate, solo una volta Regina aveva pianto in sua presenza, rivivendo quanto accaduto a Daniel.
Realizzò allora come, la partecipazione al suo matrimonio, avrebbe portato Regina a rivivere quegli spiacevoli ricordi. Per lei non sarebbe stata una festa, ma solo un modo per vedersi sbattere in faccia tutto ciò che le era sempre stato negato.
«Va bene, Regina! Se è questo che vuoi, non mi offenderò!» - le sorrise asciugandole una lacrima - «Ma prima di lasciarti andare, voglio che tu sappia una cosa… anche da sposata continuerò a portare avanti la mia missione. Come promesso non mi fermerò finché tutti non avranno il proprio lieto fine, compresa te!»
Regina sorrise amaramente a queste parole.
«Oh Emma, questo non potrà mai accadere!»
«Beh certo, se non ci speri neppure tu…»
Nell’udire questa frase qualcosa dentro Regina scattò, facendola infuriare.
«È da una vita che ci provo, miss Swan!» - le urlò contro - «Ma ogni volta che sono vicina alla felicità arriva qualcuno e mi porta via tutto… Prima mia madre, poi Zelina e ora quel dannato pirata!»
Regina si portò una mano alla bocca. Aveva perso il controllo, rivelando più di quanto volesse.
«Hook?» - domandò confusa Emma.
Proprio in quel momento, Mary Margaret irruppe nella stanza, interrompendo anzitempo quella conversazione.
«Emma, tesoro, sbrigati! È ora di andare! Killian e gli invitati ti aspettano!»
Solo in quel momento si accorse della presenza di Regina e di quanto le due apparissero sconvolte.
«Ho forse interrotto qualcosa?»
«Sì!» «No!» - risposero all’unisono.
Regina fulminò Emma con lo sguardo e poi, ricomponendosi, si rivolse a Mary Margaret.
«Nulla di importante… stavo giusto andando via! Felicitazioni, miss Swan!»
Emma fece uno scatto in avanti, dimostrando grande agilità nonostante l’ingombro dell’abito da sposa, e si parò di fronte a Regina.
«Non ti lascio andare via così! Cosa c’entra Killian in tutto questo?»
Mary Margaret osservava stupita la scena. Quel litigio tutto sembrava fuorché una discussione tra semplici amiche. In passato aveva sospettato che tra Emma e Regina potesse esserci qualcosa di non detto, ma con l’arrivo di Hook e Robin era passato tutto in secondo piano.
«Oh andiamo, Emma! Non dirmi che non l’hai capito… Vuoi davvero che mi umili fino a questo punto? Di fronte a tua madre, per giunta? Va a sposare quel maledetto pirata e finiamola qui!»
Regina si era portata sulla difensiva ed Emma lo aveva capito.
«Sei venuta qui per parlare! Fallo!» - ripeté quindi la domanda - «Cosa c’entra Hook?»
«Mi sta portando via la persona che amo, contenta?»
Le lacrime ripresero a sgorgare dagli occhi di Regina, mentre Emma, sconvolta, fece ricadere le braccia lungo i fianchi. La mora ne approfittò per svanire nel nulla.
Emma si ricompose, sistemò lo strascico del vestito e raddrizzò la coroncina di fiori. Si rivolse quindi alla madre, rimasta silenziosamente in attesa di una reazione da parte della figlia.
«Andiamo, siamo in ritardo!»
«Non hai nient’altro da dire?»
«Direi di no!»
«Quindi quello che ti ha appena detto Regina non cambia nulla?»
Emma non rispose. Si limitò a lasciare la stanza e salire sull’automobile che l’avrebbe condotta al luogo della cerimonia.
A bordo David la attendeva trepidante. Nel vedere l’espressione corrucciata della figlia comprese però che qualcosa non andava. Lo sguardo di Mary Margaret gli fece intendere di non fare domande.
Il viaggio trascorse quindi nel silenzio assoluto, finché la macchina non giunse a destinazione.
I tre scesero dalla vettura e Mary Margaret si raccomandò con la figlia di ascoltare il proprio cuore.
La ragazza, totalmente assente, si limitò a compiere un gesto di assenso col capo. Si mise quindi sottobraccio a suo padre e, insieme, si incamminarono verso l’altare.
Tutta Storybrooke era presente e la stava fissando meravigliata, mentre con eleganza sfilava lungo il tappeto rosso. Pochi metri più avanti un Killian raggiante e tirato a lucido con tanto di smoking, la attendeva impaziente.
Più si avvicinava e più Emma sentiva l’ansia salire dentro di sé. La sua però era una sensazione tutt’altro che positiva, tanto da farle desiderare di fuggire via lontano. Nonostante questo, continuò ad avanzare.
«Sei bellissima!» - le sussurrò Hook non appena l’ebbe al suo fianco.
La ragazza si limitò a sorridere nervosamente.
Il discorso di rito ebbe inizio, ma Emma non udì una sola parola. Era troppo concentrata a rimuginare sul discorso di Regina.
Magari aveva capito male, magari l’altra non intendeva dire che l’amava. Ma quelle parole non lasciavano adito a dubbi. Regina l’amava, ma da quanto tempo?
Forse da quando aveva salvato Henry dalla miniera. O da quando avevano unito le loro magie per distruggere il marchingegno. O da quando l’aveva salvata dal vortice oscuro.
O da quando… o da quando… si perse così nei ricordi.
«Emma?»
«Mmm?» - domandò risvegliandosi dallo stato di trance in cui era caduta.
«Ripeto la domanda: vuoi prendere il qui presente Killian Jones come tuo legittimo sposo?»
Emma esitò.
Si guardò intorno rendendosi conto di come tutti attendessero la sua risposta. In particolare vide lo sguardo di Uncino sempre più corrucciato. Ma lei non poteva dire di sì, non con quella confusione in testa. Killian la amava, Regina la amava. E lei cosa provava?
Rivide Regina fragile come non mai, straziata dal dolore, in quel suo disperato tentativo di non lasciarla andare.
«Emma, tesoro, stai bene?»
«Non posso, Killian, perdonami!»
Emma scappò via, lasciando interdetti tutti i presenti, Hook in primis.   
Una volta in strada, si sfilò le scarpe e corse a perdifiato in direzione della foresta. A nulla valsero i tentativi dell’uomo di raggiungerla o di arrestarla. Emma aveva solo bisogno di restare sola e riflettere, senza nessuno attorno che le dicesse come comportarsi. Avrebbe affrontato le conseguenze delle sue azioni più tardi.
Raggiunta la fitta vegetazione, si sentì finalmente al sicuro e si fermò per riprendere fiato.
Solo in quel momento si rese conto di indossare ancora l’abito da sposa. Con un gesto della mano se ne liberò, tornando ad indossare i suoi soliti confortevoli abiti. Ora stava meglio.
Di certo si sentiva in colpa per aver lasciato Killian in quel modo, ma era anche incredibilmente sollevata di aver preso quella decisione. Era libera!
Rimase per qualche ora immersa in quel verde rilassante, con l’odore dei pini che le solleticava l’olfatto e i rumori della foresta come musica di sottofondo alla miriade di dubbi e pensieri che affollavano la sua mente.
Era quasi l’imbrunire quando Emma percepì la presenza di Regina in quello stesso luogo, la sola persona con la quale desiderasse parlare. Non capì bene da dove provenisse tale sensazione, era come se una voce la richiamasse verso il punto preciso in cui si trovava.
Camminò fino a scorgere la sua figura seduta su un grosso tronco d’albero e le si avvicinò senza fare rumore.
«Come hai fatto a trovarmi, Swan?» - domandò Regina senza neppure voltarsi.
«Siamo tornati a “Swan”, sul serio?» - prese posto accanto a lei - «Credo sia merito della magia… mi ha condotto fino qui… forse perché sentivo il bisogno di parlarti e chiederti scusa per questa mattina!»
«Beh, mi spiace ma non ho nulla da dirti! In ogni caso dovresti avere di meglio da fare in questo momento o il pirata si è ubriacato fino a perdere i sensi?»
Emma sorrise tra sé e sé. Solo ora comprendeva come quei commenti sferzanti da parte della mora non rappresentassero altro che gelosia.
«Probabile! In effetti farei altrettanto se fossi stata mollata all’altare il giorno del mio matrimonio…»
L’altra la guardò con occhi sgranati ed Emma intuì di aver aperto una breccia nella sua corazza.
«Tu cosa?»
«Non l’ho sposato…» - Emma sollevò la mano sinistra come prova della veridicità delle sue parole.
Regina osservò l’anulare della bionda,  trovandolo spoglio di qualsiasi anello.
«Oh Emma, ma si può sapere cosa è saltato in mente?»
«Ma come? Non sei contenta?»
«Che tu abbia buttato al vento la possibilità di essere felice? Direi proprio di no!»
«Eppure questa mattina non mi sembravi entusiasta all’idea del mio matrimonio…»
«Beh, ho sbagliato… sono stata egoista! E hai sbagliato anche tu!» - sospirò - «Desidero solo che tu sia felice, Emma!»
«E lo sono, davvero! In realtà ti sono grata per avermi aperto gli occhi, impedendomi di compiere l’ennesima stupidaggine!» - le sorrise mentre Regina si limitava ad osservarla dubbiosa.
«Non amo Killian… è brutto da dire, ma mi sono lasciata condizionare dal suo entusiasmo e da quello di chi avevo intorno fino a convincermi che fosse il mio vero amore, il mio lieto fine… ignorando le mie reali emozioni. Ma oggi quando ti ho vista in quello stato ho compreso che io non sarei mai stata così per Killian, anzi in realtà in quel momento ho avuto più paura di perdere te!»
Emma abbassò lo sguardo imbarazzata e trasse un lungo sospiro.
«Sono proprio una frana!»
«È vero, lo sei!» - infierì Regina ancora risentita per quanto accaduto - «Ma nonostante questo, alla fine, riesci sempre a fare la cosa giusta… ed è uno degli aspetti che amo di te!»
Regina arrossì leggermente nel trovare nuovamente lo sguardo imbarazzato di Emma su di sé.
«Scusami, sono stata inopportuna!»
«No, no! È solo strano sentire un complimento così diretto da parte tua…» - fece una piccola pausa - «Prima di oggi non avevo mai pensato a noi due come coppia, non concretamente almeno. Ho sempre provato attrazione nei tuoi confronti, voglio dire, chi non lo sarebbe? Sei elegante, intelligente, bella, determinata… mentre io sono semplicemente Emma, un brutto anatroccolo cresciuto vagabondando, senza un briciolo di grazia e sale in zucca… per questo mi sei sempre apparsa talmente irraggiungibile! Come potrebbe una come me essere alla tua altezza?»
«Oh Emma!» - Regina prese la mano della bionda e la strinse forte - «Tu sei molto più di questo! Sei combattiva, comprensiva, altruista… Ti sei prodigata così tanto per sostenermi, per comprendermi come nessuno mai! Hai riportato in vita il mio cuore, la mia persona… mi hai ridato la speranza! Semmai sono io a non essere degna di te!»
Emma la attirò a sé con decisione e la strinse forte tra le braccia. Era lì che voleva stare, lì e in nessun altro luogo, a respirare il suo profumo e a sentire il morbido calore del suo corpo!
In fin dei conti lei, Regina ed Henry erano una famiglia già da diversi anni, semplicemente non l’avevano mai ammesso. Si erano girate intorno e sostenute, ma sempre a debita distanza, quasi temessero di essere risucchiate l’una dall’altra. Ma ora erano pronte ad affrontare il grande passo e lasciarsi finalmente andare alle emozioni.
«Perché non lasciamo perdere tutte queste cavolate su chi sono io, chi sei tu e non ci concentriamo su chi siamo noi due, insieme? Diamoci una possibilità, che ne dici?»  
La mora non proferì parola. Le sue labbra risposero per lei, unendosi a quelle di Emma in un bacio ricco di trasporto e sentimento che lasciò entrambe senza fiato.
«Lo prendo come un sì!»
Il volto di Regina si illuminò e un sorriso si fece largo sulle sue labbra.
Emma ebbe la certezza di non aver mai visto nulla di più bello in vita sua. E avrebbe riaffrontato le sofferenze e le difficoltà della sua infanzia pur di rivivere quell’istante e poter legare indissolubilmente la sua vita a quella di Regina.
   
 
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