" … ti ricordi di me?" 

Lunghi secondi di silenzio, poi: "Sì, Principessa." 

Il ragazzo – l'Eroe – vorrebbe spiegarsi meglio, ma riesce a pronunciare solo quelle poche parole appena sussurrate. Non è mai stato bravo a parlare. 

Sfiora la piccola bisaccia che porta legata al fianco sinistro; la sua mano aperta mostra un fiore, – l'ha raccolto il giorno prima pensando potesse portargli fortuna, mentre viaggiava verso il castello, pronto ad incontrare il suo destino – il fiore è appassito e rovinato ormai, ma la Principessa – Zelda – lo riconosce subito e il suo sguardo ha un guizzo. 

"Oh … una Principessa Serena …" mormora. "È il -" 

"Il tuo fiore preferito." 

A quelle parole il sorriso di Zelda si fa più radioso, ma sfuma velocemente in qualcosa di simile all'angoscia; la Principessa deglutisce, si sforza di mandare giù quel groppo di sensazioni negative che la attanagliano. Link la osserva in silenzio e ha il presentimento di capire benissimo cosa sta provando lei: stanchezza infinita, paura, solitudine, tristezza per la perdita di un passato ormai lontanissimo che non tornerà, nonostante la vittoria appena ottenuta. Quei sentimenti li ha accumulati anche lui nel corso del lungo viaggio che l'ha portato verso il suo destino, e si facevano sempre più forti ad ogni ricordo recuperato. 

Link muove appena il braccio sinistro, come se volesse sfiorarle il viso nel tentativo di consolarla, ma poi si ritrae ancora prima che quel gesto nasca: non sta bene che un Cavaliere si prenda certe confidenze verso la sua Principessa. 

Zelda mormora qualcosa e prende a camminare verso il castello, a passi stanchissimi. Lui la segue, in silenzio per tutto il tempo: le sta affianco pazientemente anche duranti i minuti infiniti che lei passa a scrutare  il simbolo di un glorioso regno ormai distrutto,  abbandonato infine anche dall'entità maligna di Ganon … poi, i loro occhi s'incontrano, si scambiano uno sguardo d'intesa e danno le spalle a quella gloria perduta. È un attimo: entrambi hanno come la sensazione di avvertire alcune presenze – presenze amiche, positive e confortanti - ma prima che possano identificarle, già non ne resta nulla. A Zelda  spunta un veloce sorriso … però, quando riprendono a camminare, il silenzio non si scioglie, anzi si fa di nuovo pesante e denso. 

 Con un fischio, Link richiama il suo cavallo, che è ancora lì nei paraggi. La principessa osserva il destriero senza fare nulla, né una carezza, né una parola dolce che ha sempre riservato per quegli animali: sembra che tutta la stanchezza accumulata in tanto, tantissimo tempo, le sia crollata addosso in un attimo. L'eroe monta a cavallo con una fatica che non gli appartiene e poi le porge la mano, attirando la principessa verso di se, sulla sella del cavallo; davanti, perché ha paura che cada, per quanto è sfinita – anche lui lo è - Poi sprona l'animale al galoppo.