Iniziamo con i ringraziamenti alle persone che
hanno commentato la mia lunghissima one-shot:
_eleNina_ : sister, carissima, che dire? Ti amo, spero che ti piacciano
anche i MissingMoments..
(LL)
Maggie_Lullaby : grazie mille davvero per la tua recensione,
davvero! Spero che ti piaccia anche questo..
Jeeeeee : (spero di avere azzeccato il numero di “e” xD) grazie mille anche a te per la recensione, essendo la
prima cosa che posto per me sono state importanti!
Era una mattina di settembre, il due, per la
precisione. Il mio compleanno. Diciassette anni.
Mi ero svegliata piuttosto presto e la prima cosa
che vidi fu un enorme muffin al cioccolato con una candelina rosa.
<< Buon compleanno, piccola
>>.
Le parole erano quelle giuste, ma la voce non era
quella che desideravo. Delusa, avevo sprofondato di nuovo il viso nel cuscino.
Certo, sperare che Nicholas fosse venuto fino a casa mia da Los Angeles solo
per farmi gli auguri era da idioti. Ok che era il mio
migliore amico, ma aveva un lavoro (e una band) da mandare avanti!
Mamma mi scrollò finché non mi decisi a
guardarla.
<<Dai, svegliati!
È il tuo compleanno, non vorrai passarlo a letto, spero!>>.
No. Non a letto. Con il mio Nicky. In fondo non
chiedevo molto, no? Volevo solo passare una bella giornata con il mio best
friend, come ai vecchi tempi. Migliore amico che, fra l'altro, si era anche
perso i miei Sweet Sixteen
a causa di un concerto.
<< Non te lo perdonerò mai,
Jonas >>.
Mi guardò con uno sguardo supplichevole che mi
fece provare sensazioni che il tuo migliore amico non dovrebbe suscitarti
nemmeno a pagarti.
<< Eddai, ti ho
anche preso un regalo prima di venire fin qui. Sono scappato di
casa per te, Deb. Non mi avrebbero mai dato il permesso di venire qui durante il tour. Dovrei già
essere in aereo verso il Brasile, sai? >>
<< E perchè non
ci sei andato? >> avevo risposto, offesa. Si era
presentato tre giorni dopo il mio compleanno, il mio sedicesimo
compleanno (perdendosi tra l'altro una delle più grandi
feste mai organizzate in New Jersey). Avevo tutto il diritto di mettergli il
broncio.
<< Perchè devo
farmi perdonare da te. Lo so, non venire ai tuoi Sweet
Sixteen è stata una pessima mossa, si.
Ma vedrai che il mio regalo ti farà cambiare idea >>.
Detto
questo estrasse dalla tasca della sua giacca una scatoletta quadrata, avvolta
da una carta da regalo viola e da un nastro dorato.
Rigirai la scatoletta fra le mani, indecisa. Non
sapevo se aprirla o tirargliela dietro. Alla fine la mia curiosità ebbe la meglio e scartai il pacchetto.
Mi ritrovai tra le mani un braccialetto, decisamente d'oro, con cinque o sei ciondoli di varie forme,
ognuno con una pietra diversa.
<< Nicky.. >>
<< Allora, ti piace? L'ho comprato prima di
venire, da Tiffany >>
<< Dove scusa? >>
<< Da Tiffany, ovviamente! >>.
Per poco non gli tirai la scatoletta.
<< Ma tu sei
completamente impazzito? Non dovevi farmi un regalo così costoso, Nicky!
Probabilmente costa quanto la mia auto! >>
<< Chissene frega
di quanto costa! Io stavo pensando a farmi perdonare.. >>.
Lo abbracciai. << Nicky, anche senza regalo
ti avrei perdonato comunque! >>
Mi alzai dal letto, presi il muffin ed espressi
il mio desiderio (facilmente intuibile) prima di soffiare sulla candelina. Dopo
averlo divorato ed essermi preparata uscii con Elizabeth e Lucia, due delle mie
più care amiche.
<< Ciao Lucy, ciao
Beth >>
<< Buon compleanno, Deb!
>> esclamarono praticamente in coro.
<< Grazie ragazze >> dissi abbracciandole.
<< Allora, nessuna traccia di.. >>; la frase di Beth fu
interrotta da una gomitata di Lucy. Non era difficile capire quale fosse
l'ultima parola della sua frase.
<< No. Probabilmente è ancora a L.A. che dorme. Quando si renderà
conto che è il mio compleanno mi manderà un SMS,
qualcosa del genere credo >>. "Spero" aggiunsi mentalmente.
<< Dai, su, andiamo a divertirci e smettila
di pensare a Nick >> mi disse Lucy.
Passammo la mattinata insieme e poi pranzammo
fuori.
<< Allora, Deb, hai trovato qualche appartamento carino? >> chiese Beth.
<< Veramente sono tutti carini.. però costano tutti troppo.. >>
Bip-Bip. Un
nuovo messaggio. Da: Nicky. Alzai la testa verso le mie amiche, sfoderando
quello che loro chiamavano lo Sguardo-Da-Nicholas,
che secondo loro avevo sempre quando c'era lui, fisicamente o meno.
<< Liz, indovina
chi ha mandato un messaggio romantico a Deb? >>
<< Ma che domande!
>> rispose quella. << Nick!! >>.
Dopo aver alzato gli occhi al cielo e aver
chiarito che io e Nicky eravamo solo amici, lessi il
messaggio.
<< Ciao Deb!
Scusa se non sono lì, ho avuto qualche problemino in
aeroporto. Ti voglio bene, Nicholas >>.
Era il secondo compleanno che saltava. Di fila.
<< Ma almeno cercati
una scusa decente! >> borbottai, rimettendo con poca grazia il cellulare
nella borsa.
<< Che succede? >> chiesero le mie
amiche.
<< Dice di aver avuto qualche problema in
aeroporto. Non fatemi parlare. Non so come diavolo faccio a voler bene a quel fantasma
che fa le sue comparse una volta ogni tanto >>
<< Sarà perchè ti
piace? >> e << Sarà perchè sei cotta di
lui? >> furono le loro risposte. Quasi ringhiai loro contro, anche se in effetti non avevano proprio tutti i torti. Solo che non
volevo ammetterlo, né a loro né a me stessa.
Poco dopo si avvicinò il cameriere del bar al
quale eravamo sedute e ci mise davanti tre grosse fette di torta.
<< Scusi, noi non
abbiamo mica ordinato queste >>
<< Ve le offre il tizio che sta seduto al
tavolo nove >> rispose lui, indicando un ragazzo con un cappellino da
baseball che ci dava le spalle.
Aveva un'aria così dannatamente familiare..
<< Deb, la pianti
di fissare Mr. Tavolo Nove? >>
<< Si, Beth, è solo che mi sembra di conoscerlo.. >>
<< Beh, allora dopo vai lì per
ringraziarlo, così capisci se l'hai già visto >>
Mangiai la mia fetta di torta a tempo di record,
poi mi alzai e mi diressi verso il tavolo 9.
Mentre camminavo pensai
a chi potesse assomigliare.. l'unico che mi veniva in mente era.. Nicholas. Ma non poteva affatto essere lui, mi aveva appena mandato un
SMS da L.A.
<< Emh, grazie
per la torta, era davvero.. >>. Non finii la
frase. Nicholas mi fissava sorridendo, divertito dalla mia espressione.
<< Tanti auguri, piccola
>>
<
<<Si, è vero. Un
centinaio di ragazzine urlanti effettivamente sono un
problema. Ma ho preso il jet privato, quello che odi
tanto >>
<< Ok, forse non lo odio più così tanto >> sussurrai mentre mi sollevava da terra
di una decina di centimetri e mi abbracciava.
<< Mi sei mancata >> disse,
accarezzandomi la testa e sciogliendo l'abbraccio.
<< Anche tu, Nicky >>.
Alzò gli occhi al cielo.
<< La smetterai un giorno di chiamarmi
così? >>
<< Assolutamente no. Nicky è carino >>
<< E imbarazzante >> aggiunse lui.
<< Ragazze, venite qui,
c'è Nicholas! >> strillai non appena mi lasciò andare, rivolta alle mie
amiche, che mi raggiunsero immediatamente.
<< Ciao rockstar! Ti sei presentato a
questo compleanno, eh?! >>
<< Si, peccato che
abbia scelto quello sbagliato, visto che dopo la stratosferica festa dell'anno
scorso non vuole più organizzare nulla.. >>
<< TU che compi 17
anni e non festeggi? Devi aver battuto la testa.. o
forse ti hanno fatto il lavaggio del cervello! >>.
Lo spinsi via.
<< Piantala Nicky!
Quest'anno non mi va di festeggiare.. E niente regali,
non li voglio! >>
<< Oh, il mio lo accetti lo stesso. Ho già
organizzato, e fra l'altro senza feste andrà tutto alla grande; non sarà una
piccola diciassettenne a rovinare la mia sorpresa! >>
<< Sono più grande di te, devi obbedirmi.
Se dico niente regali vuol dire niente regali. Nessuno escluso >> sibilai.
Mi guardò male, poi disse: << Avremo anche quattordici
giorni di differenza, piccola, ma qui decido io, chiaro? E adesso saluta
le tue amiche, le rivedrai dopodomani >>
<< Dopodomani??
Perchè, cosa hai intenzione di fare? >>
<< Che domande, è
ovvio che è una sorpresa! >>.
Decisi di accontentarlo.
<< Vabbè, come
vuoi. Ciao ragazze, ci sentiamo non appena scopro che diavolo ha in mente
questo pazzo >>.
Nicholas mi prese per
mano e insieme ci dirigemmo verso.. casa mia.
<< Nicky, la sorpresa è qui in casa? >>
<< No, sciocca! Però hai bisogno di
prendere un po' di roba.. >>
<< Eh? >>
<< Pronto? Starai fuori
casa per almeno un paio di giorni, Deb! >>
<< Ah, adesso è tutto chiaro! Devo cercare
una borsa.. >>
Due ore dopo ero sul jet
privato di Ni.. beh, dei Jonas Brothers.
<< Allora, ti piace la vista? >>
chiese Nicky, guardando dal finestrino.
<< No. Odio volare e odio questo coso.
Ho pauraa! >>.
Rise mentre mi aggrappavo al suo braccio con aria
piuttosto terrorizzata.
<< Su, dai, non fare la bambina.. >>
<< Io. Ho. Paura. Di.
Volare >> ringhiai. << E tu lo sai più che benissimo, Jonas! >>.
Si concesse un’altra risata. Adoravo sentirlo
ridere, così dimenticai la paura perdendomi in quel suono cristallino.
<< Dove stiamo andando, me lo dici? >>
chiesi.
<< Secondo te? >>
<< Non qui vicino, se siamo dovuti salire
su questa robaccia. Dai, dimmelo Nicky!>>
<< Mi sembrava ovvio >> bofonchiò.
<< Andiamo a casa mia, a Los Angeles >>.
Dovedovedove?? Los Angeles?
<< Aww, Nicky,
che bello, mi porti con te a L.A.!
È il miglior regalo di compleanno che mi abbiano mai fatto! >>
<< No, no, non è questa la sorpresa;
non te lo avrei detto sennò! >>.
Arrivammo a casa di Nicky alle sette e mezza. Lui spalancò la porta della villa e urlò:
<< Brothers,
siamo arrivatiii! >>.
Una frazione di secondo dopo comparve Joe.
<< Deb?! Caspita come sei cresciuta! >>
<< Ciaaaaao Joey!>> strillai mentre correvo ad abbracciarlo.
<< Oh cielo, basta, non chiamarmi così >>
<< Ma che avete
contro i miei soprannomi, sono così cariiini
>>.
Joey fece
una faccia un tantino schifata.
<< Ehi, Joe, anche io
voglio salutare Deb! Ti dispiacerebbe mollarla un
secondo? >>. Kevin.
<< Ciaaao Kev! >> mi precipitai ad abbracciare anche lui.
<< Non capisco perché a noi toccano questi
soprannomi e a lui no >>
<< Joey, lui è
grande per i soprannomi >> spiegai.
<< Guarda che sono maggiorenne io! E c’eri
alla festa! >>
<< Ma tu sei
ancora un quindicenne qui dentro >> dissi, bussando sulla sua testa.
Mentre Nick e Kevin ridacchiavano e Joe assumeva
un’aria fintamente offesa, Frankie entrò in casa.
<< Bro, sono a ca.. Oh, ciao Deb!! >>.
L’ennesimo abbraccio in poche ore, poi
cominciammo a chiacchierare.
Alle otto arrivarono le pizze che aveva ordinato
Kevin.
<< Mmmh, chebbuona la pissha >>
disse Joe mentre masticava la terza fetta.
<< Davvero. La mia preferita rimane
comunque quella italiana, però >>
<< Lo sappiamo, adoriamo la pizza che ci fa
nostra nonna >>.
Andammo avanti a parlare, ridere e scherzare fino
alle due, poi decidemmo di andare a dormire.
<< Nicky, ma io.. >>
<< Dormirai in camera mia >> disse
lui, incamminandosi verso le scale.
<< E tu? >>
<< Il divano giù in salotto è comodissimo >>
<< Cioè, tu mi stai dicendo che in questa
SUPER-MEGA VILLA CON PISCINA non c’è nemmeno uno straccio di camera per gli
ospiti? >>
<< Veramente ce ne sarebbero tre. Una è
diventata lo studio di papà, una la cameretta di
Frankie e l’altra adesso è una meravigliosa sala di registrazione >>
<< Oh.. beh, ci
dormo io sul divano comunque >>
<< Mi dispiace deluderti, dolcezza, ma tu
sei l’ospite! Guarda che non mi addormento finché non entri in quella stanza e
dormi! >>
<< E se ti dicessi che nemmeno io dormo
finché non cambi idea? >>.
Mi guardò esasperato e, mentre apriva la bocca
per ribattere, udimmo la vocina di Frankie.
<< E che cavoli, entrate in quella cavolo di stanza e dormite insieme, no? Basta che ve
ne state zitti! >>.
Ci fissammo in silenzio per una decina di
secondi, incerti.
<< Nicky, ti darebbe fastidio seguire il
consiglio di Fra? >>
<< Per niente. Sarebbe come ai vecchi
tempi, ti ricordi? >>.
Sorridemmo entrambi, persi nei ricordi di quando,
da bambini, andavamo in campeggio insieme, poi andammo
a dormire.
Il mattino dopo mi svegliai
incastrata fra Nicholas e le coperte. Meno male che la sera precedente ci eravamo addormentati il più lontano possibile l’uno
dall’altra!
<< Oh mamma.. >>.
Guardai Nicky: era davvero tanto, tanto tenero.
Dormiva beatamente, a pancia in giù, con il viso rivolto verso di me e
bloccandomi sul materasso con metà del suo corpo. Distolsi di malavoglia lo
sguardo dal suo bel faccino e cercai di liberarmi da quel groviglio senza
svegliarlo.
Aprì gli occhi non appena mi mossi.
<< Mmmmh >>
<< Buongiorno anche a te Nicky >> sussurrai posandogli un bacio su una guancia.
<< Che fai? >>
<< Cerco di scendere dal letto, ma tu e le
coperte state facendo di tutto per impedirmelo >>.
Sembrò pensarci un attimo prima di spostarsi di
lato.
<< Che ore sono, Deb?
>>
<< Le nove >> dichiarai,
dopo un’occhiata alla radiosveglia che stava sul suo comodino.
<< Le nove? Lo sapevo che non dovevamo fare
così tardi, ieri! Adesso rischiamo di arrivare in ritardo! >>
Schizzò fuori dalla stanza, seguito a ruota da me
che chiedevo spiegazioni.
<< Io sveglio i miei fratelli e preparo la
colazione, tu intanto vai a prepararti, che oggi si vola! >>
<< No, Nicky, io non voglioo!
>> mi lamentai, ma lui era già entrato nella camera di Kevin a urlargli
di alzarsi dal letto.
Mi preparai lentamente e scesi in cucina,
seguendo il buon profumo di omelette.
<< 'Giorno
ragazzi! >>.
Kev
mugugnò un << Ciao >>, Frankie mi salutò sollevando la testa e Joey.. beh, Joey
stava dormendo con la testa appoggiata al tavolo.
Feci un sorrisino malizioso ai tre fratelli e mi
avvicinai a Joe; con tutto il fiato che avevo in gola
strillai << Ciao Joeyyyyyyyyy! >>.
Alzò la testa di scatto spaventato e con il
gomito urtò un bicchiere di succo, che si frantumò a terra. Joey
si accorse del danno e andò a raccogliere i pezzi del bicchiere, mentre Kev, Nicky e Fra scoppiavano a ridere.
<< Io aiuto Joey
con i vetri rotti, voi intanto preparatevi.. Nicky mi
ha detto che siamo in ritardo >>.
Qualche ora dopo stavamo
andando a New York con il jet privato.
<< Nicky, carissimo..
ti ho mai detto che.. >>
<< Che odi questo meraviglioso
gioiellino? Si, un sacco di volte >>
<< Oh, Deb, ma è
una favola starsene comodi a guardare l'America dall'alto..
>>
<< Stà
zitto, Joey! Io ho pauraaa!
>>
<< Eddai, con
tutte le volte che ti abbiamo costretta salire non ci
hai ancora fatto l’abitudine? >> chiese Nick.
<< No, per niente! >>
<< Ti prego, vedi di abituartici
in fretta, mi si sta fermando il sangue nel braccio! >>.
Allentai la presa sul braccio del mio best friend
e lui mi prese la mano.
<< Avanti, chiudi gli occhi e rilassati >>.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e mi
addormentai poco dopo. Quando riaprii gli occhi Joe era a circa dieci
centimetri dal mio viso.
<< Che stai facendo? >> chiesi.
<< Ma uffa! Volevo
fartela pagare per stamattina, ma tu ti sei svegliata e mi hai rovinato lo
scherzo! >>
<< Mi dispiace Joey.. >> sorrisi.
<< Ma perché non mi chiami Danger come fanno tutti? >>
<< Perché io non sono tutti >>
<< Vabbè, scusate
se vi interrompo eh, ma più tardi abbiamo un concerto
abbastanza importante, dobbiamo provare >> disse Kevin.
Entrammo in un gigantesco palazzetto e loro
corsero sul palco; mi accomodai su una poltroncina e li guardai mentre facevano
il soundcheck, provavano salti e acrobazie varie. L’ora
dell’esibizione si era avvicinata e Nicky mi chiamò.
<< Senti Deb, fra
poco entrano le fan, potresti andare dietro le quinte?
Non vorrei che ti uccidessero sai.. >>.
Risi e feci ciò che mi aveva chiesto.
Fu un concerto strabiliante, un po’ come sempre; ad un certo punto Nicholas si avvicinò al microfono con
un’aria troppo seria per uno che deve presentare la prossima canzone.
<< Ragazzi, devo fare un annuncio >>.
La platea quasi si zittì, interessata dalle sue parole. << Vedete, ieri
una persona importante ha compiuto 17 anni. Visto che l’anno
scorso, a causa di un concerto, non sono potuto andare ai suoi Sweet Sixteen e lei si è
arrabbiata un sacco, ho deciso che quest’anno dovevo rimediare. Dopo averci
pensato un po’ ho deciso di trascinarla qui da Wyckoff per farle una sorpresa. Beh, questa ragazza è la
mia migliore amica, Deb, che inviterei qui sul palco >>.
Corse dietro le quinte,
dove gli dissi: << Io ti odio, Jonas. Non ci
voglio andare davanti a tutta quella gente! >>.
Mi guardò male, mi prese
per mano e mi portò sul palco.
<< Bene. L’ho invitata quassù perché volevo
cantarle una canzone, una che non suoniamo da tanto, troppo tempo. Non
fraintendete, è un vecchio ricordo per noi due >>.
Mi rivolse un ultimo sguardo sorridendo e fece un
cenno a Joe e Kev, che iniziarono a suonare. Capii
fin dalla prima nota di che canzone si trattava.
<< Take my hand tonight, we can run so far, we
can change the world to anything we want.. >>
Ma
certo, “Inseparable”. Ovvio. Mi immersi
nei ricordi mentre sullo schermo dietro al palco scorrevano le foto di anni
passati con Nicky.
<< Pronto? >>
<< Nicky, dove cavolo sei finito? >>
<< Ehi, clama, honey! Sto arrivando, ho una sorpresa per te! >>. Praticamente mi riattaccò il telefono in faccia.
Dieci minuti dopo bussò alla porta di casa mia.
<< Tuuu! >>
<< Sssh, seguimi! >>.
Mi portò nel retro del mio giardino; aveva steso
una coperta sull’erba e vi aveva posato sopra la sua chitarra preferita.
<< Siediti e ascolta questa canzone >>.
Mi cantò la sua nuova canzone, Inseparable, poi si concentrò sulla mia espressione: occhi
lucidi, una lacrima che non ero riuscita a fermare che mi rigava la guancia e
un gran sorriso.
<< Wow, Nicky..
è.. è supenda.. >>.
Lasciò a terra la chitarra e si avvicinò per
baciarmi dolcemente.
<< L’ho scritta per te..
per noi. Perché qualsiasi cosa succederà saremo sempre
insieme. Sono davvero felice che ti piaccia >>.
La canzone finì e abbracciai Nicholas, con le
solite lacrime agli occhi; << Grazie Nicky. Ti voglio bene >>
<< Anche io te ne
voglio, Deb >>
<< Ehi, ehi, anche io
e Kev vi vogliamo tanto bene! >>
<< Abbraccio di gruppo? >> propose
Kevin, proposta che accettammo con piacere.
Tornai dietro le quinte
mentre i tre chiudevano il concerto con un’ultima canzone e un saluto veloce,
per poi scappare nei camerini a cambiarsi. Mi precipitai in quello di Nick per
ringraziarlo ancora; entrai, chiusi subito la porta e mi voltai, trovandomi
davanti il suo fisico scolpito.
<< Non si bussa più? >> domandò
sorridendomi.
<< Ups.. Nicky, io.. volevo solo ringraziarti ancora. Davvero, è
stato meraviglioso.. >>.
Ora, non so come né perché, ma due secondi dopo
ci stavamo baciando. Appoggiai le mani sulle sue spalle e lui strinse le
braccia dietro la mia schiena.
Quando mi resi conto delle conseguenze di ciò che
stavamo combinando mi tirai indietro.
<< Deb? Qualcosa
non va? >>
<< Io.. non posso.
Non posso proprio venire qui e baciarti. Domani
tornerò a Wyckoff e tu andrai non so
dove a finire il tour.. Chissà fra quanto ci rivedremo >>.
Abbassò lo sguardo e disse: << Lo so, hai
ragione. È stato un gesto.. >>
<< Impulsivo >> lo interruppi, e lo
vidi annuire.
<< Beh, ora mi cambio e poi andiamo a casa.
Domani mattina si parte.. >>.
Avvicinò le labbra alla mia guancia per
salutarmi, poi ci ripensò e le posò sulle mie.
Io, da brava sciocca, ricambiai il bacio.
<< Scusa >> ci sussurrammo
in coro, col fiato un po’ corto, poi aprii la porta del camerino e uscii. Non avrei dovuto essere ancora innamorata di lui. Non dovevo e
non potevo. Però lo volevo; chissà, forse ero
un po’ masochista e non lo sapevo.
Il tragitto fino a casa lo passammo in silenzio,
sotto gli sguardi di Joey e Kev,
ai quali Nicky probabilmente aveva raccontato già tutto. Dormii in camera sua,
lui invece sul divano-letto.
Il mattino seguente mi svegliai
mentre Joey mi pizzicava le guance.
<< Che diavolo combini? >>
<< Oh, nulla, ero venuto a svegliarti, ma
sei una bambina troppo tenera mentre dormi! >>.
Alzai gli occhi al cielo e scesi a fare
colazione. Andammo in aeroporto e dopo esserci salutati
prendemmo i nostri aerei.
Arrivata a casa salutai
i miei genitori.
<< Come è andata a
New York? >>
<< Bene, mà. È
stato stupendo! >>.
“Non sai quanto” pensai sarcastica. Ho pianto e
ho baciato il mio migliore amico, ho quasi rovinato la nostra amicizia, che già
è poco stabile a causa della lontananza e del mio costante desiderio di
baciarlo (che, stando a quello che avevo scoperto la sera precedente in quel
camerino, era anche piuttosto ricambiata).