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Autore: SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate    09/06/2009    5 recensioni
Il giorno del matrimonio è il coronarsi di un sogno d'amore, ma quali sono gli stati d'animo della sposa nelle poche ore che la separano dall'altare?
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fiori D'arancio

Fiori D’Arancio

 

Faccio scorrere per l’ennesima volta le dita sottili lungo la delicata stoffa bianca. È liscia e morbida, proprio come la desidero. Le mie dita scorrono veloci, raggiungendo l’elaborato corpetto. Un ghirigoro di sottili ricami tiene unito alcune perline, simili a gocce, che risplendono alla luce della mia stanza, che mi sembra essere diventata troppo piccola.

Sospiro e mi volto verso la scrivania, sommersa dai vecchi giornali comprati da mia madre per la scelta dell’abito. Sulla sedia è appoggiato il velo. Il mio cuore riprende a battere velocemente, come pochi istanti prima. Mi porto una mano al petto, iniziando a inspirare ed espirare con calma.

“Calmati Ran, capita a tutti di sposarsi prima o poi, non è niente di anormale…” Mormoro tra me e me, affacciandomi alla finestra.

Appoggio la fronte al vetro freddo, cercando di regolarizzare il respiro. Il mattino dopo mi dovrò sposare… La cerimonia si terrà alle dodici esatte davanti un piccolo tempio in un giardino lontano da Tokio. Per fare un favore alla mia imminente suocera abbiamo deciso di organizzare un matrimonio in stile sia orientale che occidentale, per accontentare tutti. Nell’ultimo mese sono stata trascinata dalle organizzatrici del matrimonio – ovvero Yukiko e mia madre – in ogni negozio d’abiti da sposa occidentali della zona, senza però avere successo. All’ultimo Yukiko è riuscita a convincere un giovane stilista – suo grande fan – a farsi collezionare un abito da sposa solo per me, lasciando stupiti tutti quanti. Il risultato è stato davvero stupendo.

L’orologio della tabaccheria dalla parte opposta della strada segna le venti meno cinque minuti. Tra esattamente sedici ore e cinque minuti sarò davanti al mio fidanzato, pronta a prenderlo come marito.

Guardo il letto, sul quale è adagiato l’abito bianco. Sul cuscino si trova un foglio bianco, completamente accartocciato. La mia promessa… Non l’ho ancora iniziata. Non riesco a trovare le parole giuste. Come posso mettere su carta una promessa di cui io stessa sento di avere una paura enorme?

Spalanco gli occhi. Forse è questo che è sbagliato: il fatto che io abbia paura. Perché ho così tanta paura? E di cosa ho paura oltretutto?

Inizio a torturarmi le mani, alternando nervosa lo sguardo dal foglio al vestito. Entrambi bianchi, entrambi carichi di promesse. Promesse che ho il timore di infrangere.

Anche lui ha i miei stessi dubbi? O sono solo io così insicura e terrorizzata?

Un altro timore si fa spazio tra miei pensieri. E se anche il mio matrimonio finisse come quello dei miei genitori? Magari un giorno lui troverà una ragazza capace di fargli girare la testa e mi tradirà… Scuoto la testa furiosamente. Come possono venirmi in mente certe idee? Mi ha giurato amore eterno, cosa posso desiderare di più? Però… no! Niente però, è così e basta.

Mi accuccio a terra, tenendomi la testa fra le mani.

Perché proprio il giorno prima del matrimonio simili pensieri devono torturarmi? Che inizi ad avere qualche ripensamento?…

Scuoto nuovamente la testa. No, no e poi no! Io lo amo e voglio vivere per il resto della mia vita con lui! Non importa se mi ha mentito per molto tempo, non importa se mi ha fatto soffrire quando ha lasciato il Giappone a mia insaputa! Non mi importa di niente! Ora è qui, e mi ha promesso che non mi lascerà più!

Scatto in piedi, sollevando attentamente il vestito dal letto. Con estrema delicatezza lo ripongo nella sua custodia, insieme al velo.

Agguanto dalla scrivania una penna e mi siedo sul letto, iniziando a scervellarmi per trovare le parole giuste per la mia promessa.

Chiudo gli occhi, ripercorrendo con la mente la nostra sofferta e travagliata storia d’amore. Il primo incontro dopo quasi un anno di separazione, il nostro primo bacio, la sua telefonata proveniente dagli Stati Uniti, il litigio quando lui è ritornato, la riappacificazione e il fidanzamento… e poi… quasi un anno dopo, la proposta…

La penna scivola dalle mie mani, mentre lentamente cado nel mondo dei sogni, finalmente rappacificata.

 

“Ah!” Urlo, alzandomi a sedere di scatto quando una mano mi scuote per una spalla.

Rimango per un attimo accecata dai raggi del sole, che prepotenti filtrano dalle finestre spalancate.

“Ran, tesoro, dobbiamo andare, è tardi…” Al suono di quelle parole comprendo subito la situazione. Cavolo, mi sto per sposare! Con un balzo scendo dal letto.

Mia madre mi sorride dolcemente, facendomi segno di seguirla in bagno. Leggo l’ora sulla sveglia: le otto e mezzo. Ho esattamente due ore per prepararmi, poi dovremo partire per dirigerci verso i famosi giardini in cui si terrà la cerimonia e il rinfresco.

L’intero bagno profuma di rose e la vasca è piena di bollicine. Dopo essermi spogliata mi immergo, mentre mia madre Eri inizia a lavarmi delicatamente i capelli.

Dopo meno di mezz’ora mi ritrovo seduta sulla poltroncina di un salone di bellezza, in compagnia di Yukiko, che dà istruzioni alla parrucchiera. Sono indecise se farmi un acconciatura complicata oppure qualcosa di semplice. Nel frattempo quattro ragazze mi circondano, iniziando manicure e pedicure. Rassegnata a quella piacevole tortura mi abbandono sulla poltroncina, chiudendo gli occhi, mentre un’altra ragazza mi ricopre il viso con una crema simile a panna montata.

Alle dieci e mezza circa sono seduta a bordo dell’auto a noleggio di mio padre e ci dirigiamo verso il luogo dell’appuntamento. Prima di andare ai giardini dovremo fermarci a casa di un’amica di Yukiko che mi aiuterà ad indossare il vestito e mi truccherà. Stranamente mio padre e mia madre – entrambi seduti nella parte anteriore dell’auto – sono silenziosi. Di certo sono anche loro molto tesi. Papà tenta di allargare il nodo della cravatta, agitato. Io invece continuo a torturarmi le mani, con la strana sensazione di aver dimenticato qualcosa di importante.

Il viaggio sembra durare all’infinito e dopo un’ora e mezza raggiungiamo una piccola casetta in stile orientale, dove ad attenderci sulla porta troviamo una donna di mezza età. I miei genitori sfilano dal baule il vestito, attenti a non piegarlo, e insieme entriamo in una piccola saletta, dove mi fanno accomodare a terra su alcuni cuscini.

Una ragazza molto giovane si siede davanti a me, iniziando a lavorare con vari oggetti, costringendomi a chiudere gli occhi.

Quando li riapro mi osservo allo specchio. Il trucco fortunatamente non è pesante. Parte da un azzurro intenso per sfumare in bianco nell’arcata; il tutto è adornato da piccoli brillantini.

Adesso è la volta del vestito. Mia madre e la ragazza mi sfilano di dosso i miei abiti, mentre mio padre attende impaziente fuori, in giardino. Con molta attenzione mi aiutano ad infilare l’abito bianco. Quando sono pronta mi fanno girare verso un’enorme specchiera. Rimango senza fiato.

Il vestito è semplice: un corpetto con alcuni ricami e perline a goccia, e una lunga gonna di seta rilegata in un grosso fiocco appena sotto la schiena. I capelli sono intrecciati ai lati della testa, quasi a creare un’aureola. La ragazza mi copre il volto con il velo.

Camminando lentamente – un po’ a causa dei sandali con un tacco forse troppo alto, e un po’ perché temo di rovinare il vestito – esco dalla casa, raggiungendo mio padre. Appena mi vede rimane a bocca aperta. Vicino a lui una lunga limousine bianca mi aspetta. Sorreggendomi a Kogoro salgo a bordo della suntuosa auto, attenta a non strappare il vestito. Papà prende posto vicino a me, mentre mamma sale a bordo dell’auto di prima. Deve arrivare prima di noi.

Prima che la limousine parta dobbiamo aspettare la chiamata di Yukiko, che ci informa dell’arrivo di tutti gli ospiti. Come durante il primo viaggio le mie mani di aggrovigliano tra di loro, mentre trattengo l’irrefrenabile abitudine di mordermi le labbra. Mio padre posa le mani sulle mie, in un gesto inaspettato.

“Sei ancora in tempo…” Mormora, guardandomi con occhi tristi.

“Ma io voglio sposarloi.” Sussurro. La voce mi esce ferma, al contrario delle mie aspettative.

“Temevo questa risposta…” Sorride, ma gli occhi rimangono tristi. Inarco un sopracciglio, perplessa. “Sei sicura che sia la scelta giusta?” Mi sembrava strano che non mi avesse ancora posto questa domanda.

“Sì.” Kogoro sospira.

“Allora tanti auguri figliola.” I suoi occhi sono lucidi e sento che anche i miei potrebbero bagnarsi da un momento all’altro. Mi sforzo di pensare ad altro, osservando il paesaggio fuori dal finestrino oscurato.

In meno di venti minuti arriviamo davanti ad una scalinata in pietra.

Prendo un profondo respiro. Mio padre mi tende il braccio.

‘Okay, devo solo dire poche parole… Sì, lo voglio e…’ Spalanco gli occhi. La promessa!

Guardo terrorizzata mio padre. Fortunatamente la scalinata è abbastanza alta e non permette a nessuno di vedermi.

“Cosa succede Ran?” Mio padre mi porta le mani alle spalle, preoccupato.

“Ho dimenticato la promessa! Non l’ho presa!” Urlo, in preda ad una crisi.

“Stai calma! Stai calma!” Urla anche lui, cercando di sovrastare la mia voce.

“Come posso stare calma?! Non ricordo niente! Non posso assolutamente presentarmi! Cosa gli dico?! Cosa faccio?!” Urlo, stringendo convulsamente un fazzoletto. Non posso permettermi di rovinare il vestito.

“Silenzio!” Urla Kogoro, sfinito. Ammutolisco immediatamente. Papà posa entrambe le mani sulle mie spalle nude. “Ran, tu lo ami?”

Occhi negli occhi. Non aveva mai osato pormi una simile domanda, probabilmente ancora più imbarazzato di me dall’argomento ‘amore’.

“Sì.” Sussurro imbarazzata.

“Allora non dovresti avere problemi. Aprigli il tuo cuore, vedrai che andrà tutto bene.” Mio padre mi sorride, e questa volta nei suoi occhi leggo non più tristezza, ma felicità. Felicità per me, che sto per coronare il mio sogno d’amore.

Lo abbraccio di slancio e lui mi cinge delicatamente il busto.

Imbarazzati ci lasciamo, cercando di riprendere il contegno perso. Gentilmente mi tende il braccio, che afferro sorridente.

Prima di iniziare la salita lo fermo.

“Grazie, papà.” Ricambia il mio sorriso, spronandomi a fare il primo gradino.

Passo dopo passo mi avvicino al giardino, con il cuore che batte impazzito.

Appena metto piede sull’ultimo gradino alzo lo sguardo. Un enorme prato si presenta ai miei occhi. Un lungo ciottolato passa vicino ad una fontana, circondato dalla soffice erba verde scuro, finendo dietro ad alcune siepi. Ai lati del percorso si trovano alcuni salici piangenti e molte aiuole ricolme di fiori di ogni genere. Più lontano, davanti a noi, si trovano molti ombrelloni bianchi. Di certo è la zona del banchetto. Dopo lo stupore sia mio che di mio padre iniziamo a camminare verso le siepi, dove la piccola Ayumi Yoshida attende euforica il mio arrivo tenendo tra le mani un piccolo cuscinetto bianco sul quale prendono posto due anelli. Appena arrivo vicino a lei mi sorride contenta, facendomi i complimenti. Una donna mi porge il bouquet, composto da rose bianche e fiori d’arancio, che ornano tutto il giardino.

Appena mi misi in posizione dietro alle siepi un’organizzatrice fece cenno ai musicisti di iniziare a suonare. La musica riempì il giardino, mettendomi ancora di più in agitazione.

Lentamente iniziai a camminare al fianco di mio padre, che mi condusse lungo un piccolo sentiero in mattoni, circondato da una dozzina di file di sedie di legno. I miei occhi guizzarono subito verso l’entrata del tempio, puntandosi sulla figura del mio attuale fidanzato e futuro marito.

Tutto intorno a me perde importanza e mi ritrovo chiusa nella mia bolla personale insieme a lui, mentre lentamente accorcio la distanza che ci separa. Mio padre lascia andare la mia mano, depositandola su quella di Shinichi, che la stringe dolcemente. Un ultimo scalino e mi ritrovo davanti a lui. I suoi occhi color oceano non abbandonano mai i miei, fino quando il sacerdote non si schiarisce la voce e inizia la cerimonia.

Quando arriva il momento delle promesse mi sento stranamente tranquilla. È Shinichi il primo a prendere la parola. Stranamente non ha con sé alcun foglio. Lui mi sorride ammiccante, prendendo una mia mano fra le sue.

“Come avrai capito non ho preparato alcuna promessa. Perché io non voglio farti promesse inutili Ran, perché io non so cosa ci riserverà il futuro, e non so nemmeno quanto questa unione durerà.” Apro la bocca, confusa, ma decido di tacere, per ascoltare il resto del suo singolare discorso. “Però io ti prometto di cercare di migliorarmi ogni giorno, per poterti rendere sempre felice, perché per me non esiste felicità più grande che vederti sorridere serena.” I miei occhi pizzicano, mentre cerco di reprimere le lacrime. Adesso è il mio turno, e prendo io tra le mie mani una delle sue.

“Shinichi, tu sei il mio primo amore, l’unico ragazzo che io abbia mai amato in questi anni, e l’unico che posso amare. Non importa se qualcuno pensa che ciò è sbagliato, perché per me non c’è gioia più grande che starti accanto. Non importa se mi hai mentito, perché io so qual è la verità. Quindi io ti prometto di dedicarti tutta la mia vita, per cercare di rendere le tue giornate migliori e poterti aiutare nei momenti di difficoltà.” Ci guardiamo intensamente negli occhi, mentre il prete recita le ultime frasi.

“Vuoi tu, Shinichi Kudo, prendere come tua legittima sposa la qui presente Ran Mouri, per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?”

Shinichi non allontana gli occhi dai miei.

“Sì, lo voglio.” Il mio cuore batte ancora più forte.

“Vuoi tu, Ran Mouri, prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Shinichi Kudo, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?”

“Sì, lo voglio.” Dico, con la voce rotta dall’emozione. Gli anelli – portati dalla piccola Ayumi – prendono posto sui nostri anulari.

“Allora io vi dichiaro marito e moglie.” Il mio cuore sussulta a quelle parole. “Ora può baciare la sposa.” Con estrema lentezza e cura Shinichi solleva il velo, scoprendomi il viso. Con molta grazia posa le sue labbra sulle mie, in un puro e delicato bacio, scatenando gli applausi di tutti i presenti. Ci voltiamo verso gli invitati, sorridendo. I miei occhi non abbandonano mai i suoi.

“Pronta?” Sussurra Shinichi, baciandomi il palmo della mano.

“Se ci sei tu sono pronta a tutto, lo sai.” Mormoro mezza stordita dal suo tocco leggero. Lancio un’occhiata preoccupata agli invitati, armati di sacchetti con riso e altri materiali. Mio marito sorride.

“Insieme?” Sussurro, a due centimetri dalle sue labbra.

“Per sempre.” Aggiunge Shinichi. E dopo avermi scoccato un bacio a fior di labbra iniziamo a correre tenendoci per mano sotto una cascata di riso, petali di rose e fiori d’arancio.

 

Storie in corso:

Le Stagioni Dell'Amore Shinichi e Ran vivono le loro vite come due semplici adolescenti, all’oscuro dei sentimenti che provano l’uno per l’altra. Riuscirà Ran a esprimere a Shinichi i suoi sentimenti?

 

SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate’s Corner

Eccomi con una piccola One-Shot  ^^ Spero vi sia piaciuta… Non so perché ma mentre tornavo a casa da scuola ieri mi è venuta questa idea… E così eccomi qui a scrivere ^^ A presto! Bye bye!

   
 
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