Nello scorso capitolo, avete avuto un riassunto dello scenario nel quale i personaggi sono immersi. Un mondo molto cruento e violento, diverso rispetto a quello ben noto di Kingdom Hearts, molto simile però a quello di Dragon Ball.
Riusciranno i nostri amici a sopravvivere ad Hollywood? O qualcuno riuscirà a toglierli di mezzo una volta per tutte?
E chi sarà la misteriosa figura che ha rilasciato l'Heartless dentro la città di Los Angeles?
Lo scoprirete leggendo KINGDOM HEARTS - THE LEGEND OF THE EARTHLY YILANCAR!
QUI SOTTO TROVERETE IL PULSANTE PER ACCEDERE ALLE OST DELLA PAGINA ;-)
BUONA LETTURA!
KINGDOM HEARTS: THE
LEGEND OF THE EARTHLY YILANCAR
Un nuovo
legame nel campo degli orrori...
KAIRI
Il primo giorno
all’interno del campo di
Hollywood fu
esattamente come io e Junion ce lo immaginammo…
… un vero e proprio incubo!
Tutti i detenuti vennero svegliati dai soldati alle
sei del mattino e condotti in piazza con la forza, frustati o colpiti
coi calci
dei fucili. Fummo ordinati in file, come le reclute delle milizie, e ci
venne fatto
l’appello. Fummo chiamati per numero, quello tatuato sulla
fronte di ogni
detenuto. Io avevo impresso il numero 549, e Junion il 550.
Tuttavia, il prigioniero col numero 384, durante
l’appello, non fu attento abbastanza, essendo un alieno molto
vecchio e abbastanza sordo, non
rispondendo in tempo alla chiamata della recluta.
Si sentì uno sparo… e una
pallottola schizzò fuori dal
cranio del prigioniero!
Rimanemmo scioccati e senza parole quando il
detenuto
cadde a terra, esalando il suo ultimo respiro davanti ai
nostri
occhi, col
sangue che fluiva a fiotti dalla ferita, e allagando sempre di
più i piedi degli
altri prigionieri…
… i quali
non
si voltarono, quasi fosse del tutto normale!
A pochi metri di distanza,
il suo giustiziere ancora sorrideva maligno, mentre dalla canna del suo
fucile
usciva lentamente il fumo della polvere da sparo.
“Yuk! Non
muovetevi e continuate a sentire l’appello!” ci avvisò Pippo a bassa
voce, senza distogliere lo
sguardo dai soldati.
“Se chiamano il
vostro numero e non rispondete… ammazzeranno anche voi!
Quack!”
lo seguì a ruota Paperino, con lo stesso comportamento
dell’amico.
Avrei voluto urlare il mio sdegno
per ciò che avevamo appena assistito. Tuttavia, come tutti i
nostri compagni,
riuscimmo a rimanere immobili senza dir nulla. L’appello durò più
di un’ora. Fortunatamente entrambi rispondemmo presenti
ai nostri numeri, così come tutti gli altri prigionieri.
I detenuti, poi, vennero portati in un altro capannone, l’unico nel quale io e Junion non eravamo ancora stati trascinati, mentre il corpo del detenuto 384 venne trascinato via dalla piazza come se fosse un sacco di patate.
Il
casolare nel quale eravamo entrati, era riservato alla nostra igiene e
salute.
Sui corpi degli uomini di stavano scritte delle
frasi
orrende come ‘Schifoso
parassita’ oppure, ancora peggio,
‘Senza
cazzo e senza palle’. Sui corpi delle
donne, tuttavia, vi stava perfino
peggio, chi con le scritte ‘prostituta’, chi con
i disegnini di
cazzi e chi con quelli di feci ed escrementi. Altri avevano perfino
segni di
altre torture, come frustate o violenze carnali, cicatrici violacee che
probabilmente non sarebbero mai sparite.
Sia Junion che io, mentre il medico toccava i
nostri
corpi come se fossimo animali, avemmo dei piccoli tremori di imbarazzo,
e ciò
costò noi un'altra lacerante frustata che
aprì letteralmente uno squarcio
dietro la nostra schiena. Da quel momento, trattenendo i singhiozzi di
dolore,
non avemmo
più il coraggio di protestare, nonostante quelle mani unte e
disgustose ci stessero provocando dei lividi con quelle palpate
violente.
Tutti i prigionieri vennero suddivisi in tre
gruppi;
in uno di questi vi erano gli uomini, in un altro le donne, e
l’ultimo era
riservato ai detenuti più malati. Mentre i primi due gruppi
furono trascinati
all’interno di altre due stanze separate, l’ultimo
gruppo fu cacciato fuori dal
capannone.
Non rividi mai più quelle
persone. Inutile dire la fine
che fecero quelle povere anime sofferenti. Un prigioniero che non
poteva lavorare, o molato, non poteva essere più utile e
andava eliminato.
Le due stanze successive erano dei bagni. I
detenuti
furono obbligati a lavarsi con acqua salata, quest'ultima talmente
bollente da
ustionare la loro pelle. Molti di loro urlavano perché
l’acqua scoppiava le
loro pustole o riapriva le loro cicatrici, straziandoli ancora di
più. Io,
ancora ricoperta di ferite aperte sul mio corpo, fui tra
questi…
… quando uscimmo da quelle stanze per
tornare nella
prima, la maggior parte di noi era in preda agli spasmi di dolore.
Dopo averci permesso di rivestirci, i soldati fecero entrare dentro al capannone
un’enorme
pentolone, al cui interno si intravedeva una rivoltante
brodaglia
rossa. Le bolle di vapore che scoppiavano sulla sua superficie non
lasciarono
presagire niente di saporito. Quel liquido sembrava fosse uscito dalla
bocca di
un vulcano.
La nostra colazione…
… a ciascuno di noi venne dato un
bicchiere di quella
sbobba, e in aggiunta ricevemmo soltanto una fetta di pane, secca e
immangiabile.
Al primo assaggio, io e Junion confermammo la
nostra
teoria, sputando di rigetto quella schifezza con le lacrime agli occhi.
La nostra
lingua era rimasta ustionata dall'assaggio, così come le
labbra. I denti ancora
fischiavano per il
troppo calore che li aveva avvolti. La nostra reazione,
però, non piacque a
qualche soldato che ci passò affianco pestando i nostri
piedi
con le punte degli stivali.
Entrambi riuscimmo a
trattenere le urla. Le nostre dita, però, scricchiolarono
sotto le calzature
pesanti, e rimasero storte e piegate per il resto della nostra vita.
Continuammo a bere quello schifo non appena si raffreddò un
pochino, e per poco
non vomitammo di nuovo tutto. Quella roba era stomachevole. Avevamo
fatto un
grosso errore a lasciarla raffreddare. Era la zuppa più
disgustosa e rappresa
che avessi mai assaggiato in tutta la mia vita.
Fummo, però, invitati da Paperino e
Pippo a mangiare
tutto senza lamentarci, o avremmo ricevuto molto peggio di una pestata
sui
piedi da parte di quei bastardi. Scoprimmo, poi, che quella zuppa e
quella
fetta di pane sarebbero stati il solo pasto di quel giorno.
Perciò, era quello
oppure il digiuno.
Usciti dal capannone-mensa, il nostro morale era già sotto i piedi.
Fummo
accompagnati a Los Angeles da alcune guardie armate e fummo obbligati a
lavorare tutto il giorno. Gli uomini
vennero
portati in fabbrica, costretti a trascinare enormi incudini di ferro e
scioglierli
all’interno di un’enorme fornace, riscaldata a
temperature elevatissime. Da
quel metallo fuso, poi, mi venne spiegato che l’esercito
kagakuriano creava le sue
armi pesanti, come
gusci di missili o cannoni.
Quelli che si fermavano per riposarsi o non ce la
facevano, imparò Junion, venivano fucilati
all’istante. Quel giorno, in tutto
morirono sedici detenuti uomini.
Le donne, invece, si occupavano di lavare e stirare
tutti i vestiti sporchi dei soldati, oltre che spazzare e pulire ogni
casa e
stanza abitata di Los Angeles, compresa la base militare dove
soggiornavano le
reclute. Fummo suddivise in gruppi, e ognuno di questi si occupava di
un
quartiere. Nonostante ciò, però, cinquantamila
soldati erano comunque molto
difficili da gestire.
Io, però, scoprii, con orrore, la parte
peggiore del
nostro compito,
ossia subire le avance perverse dei
soldati. Non vi era momento libero in cui un soldato non cercava,
insistentemente, di abusare di una di noi, ignorando ogni nostra
protesta. No, a dire il vero nessuna prigioniera aveva osato
lamentarsi, perchè sapevano cosa sarebbe successo in caso
contrario. Grazie a Dio, io non venni coinvolta, anche grazie all'aiuto
di Flame, la quale mi aveva preso sotto la sua custodia.
Quando ci apprestammo a lasciare la
città, sei delle
nostre compagne erano sparite, e gli uomini che avevano custodia di
loro non sembravano
affatto preoccupati.
Tutt’altro…
a giudicare dai loro rivoltanti discorsi!
Mi fu palesemente chiaro la fine disgustosa che
avessero o stessero per fare prima della prossima alba.
Ritornammo al campo di detenzione a sole ormai
tramontato. Prima però di oltrepassare il cancello, fummo
riuniti tutti
dentro la foresta del monte Lee e venimmo obbligati a svuotare le
nostre
vesciche
e i nostri intestini all'esterno della struttura. Non vi erano bagni
all’interno del
campo, e non avevamo
altro momento della giornata in cui poter fare i nostri bisogni.
Provai, ancora una volta sulla
mia pelle, la sensazione di perdere sempre più la
dignità come essere umano.
Niente pudore, niente
intimità… eravamo come pecore
che venivano portate a spasso dai loro pastori!
“A cuccia,
belli! Ma che bravi! Volete un biscottino?” ci prendevano in giro i
soldati, ridendo a crepapelle e tappandosi il naso.
Lo ammetto… se mi avessero dato per
davvero un
biscotto per cani, in quel momento me lo sarei mangiato senza vergogna
per
colpa dei morsi di fame che provavo.
Poi ci riportarono nella piazza del campo di
concentramento, dove subimmo per l'ennesima volta la tortura
dell’appello.
Altri cinque prigionieri morirono per mano dei kagakuriani.
Fummo costretti, ancora una volta, a entrare nelle
docce dove stavolta venne utilizzata acqua ghiacciata mischiata ad
aceto.
Ancora una volta, subii le pene dell’inferno, ma cercai di
approfittarne il più
possibile dissetandomi con quell’acqua disgustosa ma vitale
per la mia
sopravvivenza.
Solo a notte fonda tornammo dentro il
capanno-dormitorio.
Il numero dei detenuti ancora in vita era intorno ai cinquecento.
Glacial 02 –
Hollywood Prison - Ore 23:00
“Quack! E’ sempre
così” spiegò
Paperino a me e Junion, una volta che il capannone venne sigillato,
sancendo la fine
della giornata “Ogni giorno muore
qualche
nostro compagno. Molti muoiono per colpa dei soldati… ma la
maggior parte della
scrematura viene fatta a causa della salute. C'è chi muore
di stenti per la fame o per la sete, chi fucilato dai
soldati…
c’è perfino chi muore a
causa della scarsa igiene di questo posto, con le ferite che vengono
infettate in maniera letale!
Non abbiamo mai un attimo di tregua!
“Sono…
sono
dei mostri!” esclamai io con
rabbia, stringendo con forza i
pugni. Era la prima volta che provavo quelle sensazioni.
Umiliazione… sconforto…
desiderio di vendicarsi!
“Ormai
siamo
prigionieri! Perché devono umiliarci in
questo modo!? Cosa gli
abbiamo fatto di male?!”
continuò per me Junion.
“Siamo i
sopravvissuti agli stermini dei Kagakuriani o, nel tuo caso, dei
traditori... è una scusa
più che sufficiente per loro!”
ci rispose Flame, ancora stanca per tutto il lavoro svolto “Kagaku non rispetta nessun’altro se non
Kagaku stessa… questo è il motto degli abitanti
di quest’impero. Tradire i suoi
ideali equivale ad essere i peggiori appestati esistenti sulla faccia
dell’universo. Per un kagakuriano,
noi
siamo l’equivalente di un mostro da eliminare, da far
soffrire
quanto più
possibile!”
“Aspetta,
Flame…
che intendi con ‘sopravvissuti’?”
le domandai io, confusa.
Sopravvissuti? Quindi tutti
quei prigionieri…
“Lei
non conosce la storia dell’Impero, non
può capire ciò che le diciamo...”
si intromise Junion, notando quanto io
fossi ancora spaesata.
Shiro fece un lungo sospiro. Il mio nuovo amico
aveva
ragione. Dovevano partire dall’inizio per farmi comprendere
tutta quella
storia.
“Molto bene… ascoltami
attentamente, Kairi, perché ci metterò un
po’ a spiegarti tutto!”
In meno di un quarto d’ora, venni a
conoscenza di
tutta la storia dell’impero di Kagaku, e mi raccontarono
anche tutto ciò che
sapevano su Dragon Oronar, il Generale Supremo
dell’imperatore.
“Quindi
è tutta colpa di questo… Glacial,
giusto?”
“Esattamente”
confermò Flame annuendo
con il capo “Fu
lui a costringere gli scienziati a creare gli Yilancar. Lui è l’imperatore assoluto di
tutto
l’Universo, il più forte guerriero
esistente… ed è sempre
lui a decidere quali pianeti attaccare o no!”
Non credetti alle mie orecchie.
L'intero
universo?! Quanto era potente Glacial?
Perfino il generale Dragon, del quale io avevo
provato
gran timore, era più debole di questo imperatore!?
Al confronto, Master Xehanort era un santo del
Paradiso!
“…
quanti pianeti sono stati rasi al suolo
come il mio?”
“Molti,
soprattutto poco dopo la salita al
trono di Glacial…”
spiegò il vecchio Shiro, afflitto “...
la linea violenta venne poi abbandonata
grazie a Dragon, che riuscì a moderare il comportamento
violento
dell’imperatore. Glacial, adesso,
lascia
al suo Generale Supremo il lavoro sporco!”
“Glacial ordina
la conquista di un pianeta, e il generale esegue… semplice come bere un bicchier d’acqua!”
riassunse Flame
alzando le spalle “Ieri, tu hai
visto la
crudeltà di Dragon, ma non è questo a renderlo
così famoso… assolutamente
no!”
“E’
famoso per
essere un ottimo stratega, oltre che un eccellente oratore...”
mi rivelò
Shiro, estremamente serio “...andava
in
missione da solo, prendendosi un’astronave monoposto;
atterrava sul globo
designato da Glacial… e, al suo
ritorno,
tornava dicendo che il pianeta era stato conquistato senza alcuna
rivolta!”
“COSA?!
Come
è possibile?”
“Stipulava
degli accordi con i sovrani degli altri pianeti...”
mi spiegò ancora il vecchio “...
accordi economici e politici vantaggiosi sia per l’impero che
per
il pianeta annesso… ed in
cambio,
quest’ultimo entrava a far parte dei territori di Glacial
senza andare in
guerra... talmente facile che nessuno ci aveva ancora
pensato! L’impero abbandonò immediatamente la
nomea di regno tirannico e, per gli
ultimi globi rimasti liberi, divenne la pentola d’oro
all’inizio
dell’arcobaleno!”
“Ai pianeti
annessi conveniva entrare a far parte dell’impero, piuttosto
che combattere...”
ci rivelò Flame con dispiacere “... o la loro popolazione sarebbe stata
sterminata dall'esercito di Kagaku!
E indovina... Glacial andò in
brodo di
giuggiole vedendo il suo impero prosperare! Così
decise, da quel momento,
di seguire alla lettera ogni consiglio del suo generale…”
Ora tutta quella storia cominciava a farsi
estremamente
chiara.
Un colpo da maestro da parte di Dragon, non
c’è che
dire!
Non solo era
riuscito a diventare il Generale Supremo
dell’impero… ma era riuscito, in un
certo senso, anche a ‘soggiogare’
l’imperatore stesso!
Qualcosa, però, non mi era ancora
chiara.
“Però… perché il mio mondo è stato attaccato? Cosa gli abbiamo fatto? Come ci hanno scoperto?”
Paperino e Pippo abbassarono il capo, sentendosi a disagio. Io lo notai subito, voltandomi verso di loro con sospetto.
“Quack...
temo
sia colpa nostra, Kairi” mi
rivelò mortificato il papero “Ricordi
lo squarcio che si era creato dopo la battaglia contro Xehanort?”
“Quello
causato dall’esplosione del nuovo
X-Blade?!”
Erano passati cinque anni
da quella terribile battaglia. Sette protettori della Luce contro
tredici
dell’Oscurità. I primi ebbero la meglio, ma fu
l’esplosione dell’X-Blade a
causare una vera e propria anomalia…
…
uno strano squarcio oscuro nel cielo, che non si era diradato
più!
“Un
giorno Yen Sid ha convocato il re e noi
due sulla sua torre...” mi
raccontò Pippo con la testa abbassata “... ci rivelò che oltre quello squarcio
vi
erano altri mondi, ancora sconosciuti e inesplorati. Ordinò
a tutti e tre di
andare a visitarli, ma ci vietò categoricamente di venire a
contatto con gli
abitanti, per rispettare il loro ordine degli eventi!”
Annuii, ben sapendo che quello fosse un ordine
tipico
di Yen Sid. Non modificate il corso degli eventi, ci diceva sempre, o
rischiate
di causare solo disastri.
“Abbiamo
viaggiato per molto tempo, cercando di capire la cultura di questi
mondi, e ci
nascondevamo proprio come ordinato da Yen Sid - Sama. Un
mese fa, però, ci avvicinammo troppo a questo
pianeta… e i loro
radar individuarono la nostra Gummiship! Quack! Ci hanno teso
un’imboscata
subito dopo il nostro atterraggio!”
continuò Paperino scuotendo la
testa, come per scacciare dei brutti pensieri dalla mente “Abbiamo provato a combattere e fuggire, ma i
soldati erano troppo
numerosi e troppo forti… solo il nostro sovrano è
riuscito inizialmente a
scappare, grazie al nostro sacrificio... ma noi siamo stati catturati e
portati
in questa prigione da allora...”
“Allora
non sapete chi lo ha ucciso?”
domandai ai due, che però scossero tristemente il capo.
“So
io cosa è successo da quel momento in
poi…” rivelò Junion
a tutti, cominciando a raccontare “…
quel topo ha cercato in ogni modo di
sapere dove foste finiti, attaccando i soldati e costringendoli a
parlare… poi
due settimane fa ha attaccato frontalmente il generale, che si stava
dirigendo
qui...”
“Oh
no… Topolino…”
cominciai a capire
io.
Se Dragon Oronar era così forte, allora
doveva essere
stato ucciso da costui.
“Ne è
uscito
totalmente sconfitto, ferito gravemente... Dragon,
però, non lo ha giustiziato”
ci rivelò Junion, lasciandoci sorpresi “Al contrario, lo ha portato dentro
l'infermeria, nella Fortezza dei Comandanti, e lì non so di
cosa abbiano
parlato. Gli altri comandanti non
l'hanno presa affatto bene…”
“Perché
non mi sorprendo di ciò?”
esclamò Flame, scuotendo il capo sarcasticamente.
“E’
da un po’ di tempo che i comandanti non
tollerano le scelte pacifiste di Dragon...”
spiegò il vecchio Shiro, a
me ed ai due animali “...
soprattutto i
Yilancar Originali, quelli che aiutarono Glacial ad attuare il Colpo di
Stato. Non accettano che un
‘non’ kagakuriano sia
più forte di loro e sia anche tanto ben voluto
dall’imperatore! A loro
piace dominare con la forza e la crudeltà, e non con la
diplomazia… sono
convinto che, se Dragon potesse, ci avrebbe già dato
più dignità…”
“Non andare
troppo lontano, Shiro. Dragon è lo
stesso che ha mandato Junion qui ad Hollywood! Su una cosa ti do
ragione… lo
temono! Non c’è da stupirsi...”
affermò la donna dagli occhi arancio “Quell’uomo ne sa una più del
diavolo… se esiste qualcuno in
grado di spodestare
Glacial dal suo trono, quello è Dragon! E
probabilmente sarebbe anche un
ottimo sovrano, migliore di quella lucertola”
Io e Junion rimanemmo sorpresi dalle parole dei due
prigionieri. In effetti, detto in quelle parole, non restava
nessun’altro in
grado di succedere a quel trono se non il Generale Supremo.
“Quindi chi ha
ucciso il nostro sovrano?!” insistette con rabbia
Paperino verso il ciclope
che si riprese.
Quest'ultimo, allora, rivelò colpevole
la verità.
“E’
stato il comandante Bear… è entrato nella
sua stanza di ospedale e lo ha avvelenato! Ha colto il vostro amico di
sorpresa, non gli ha lasciato alcuno scampo!”
“Ancora lui…”
affermai io, disgustata da quella
carogna.
Bear... c’era
sempre lui dietro quella storia!
“Poi
cosa successe?” domandò il
vecchio Shiro al ragazzo, che proseguì rammaricato il
racconto.
“Il comandante
Bear ha rubato il corpo del topo ed è uscito
dall’ospedale senza essere
scoperto; si è intrufolato nell’aeroporto della
Base Militare e ha preso
possesso di quella stramba navicella con cui voi siete arrivati; ha
messo il
cadavere del vostro amico dentro, ha premuto qualche pulsante e ha
attivato
l’astronave...” continuò
Junion abbassando il capo distrutto “...
scendendo da essa subito prima della
partenza!"
“E
poi?!” continuai io a domandargli,
sempre più distrutta.
"Subito
dopo, ha dato al nostro plotone l’ordine di seguire quella
navicella. Lo
ammetto... all’inizio ci raccontò una menzogna...
ci disse che il topo era
fuggito e che il nostro compito era quello di riacchiapparlo… e noi abbiamo creduto come sciocchi alle
sue parole!” ammise il ciclope,
sospirando, sempre più in colpa “Pensavamo
che il nostro impero fosse in
pericolo, che il vostro amico sarebbe andato a chiamare i
rinforzi… e per molti
di noi era la prima battaglia da affrontare... eravamo troppo eccitati
per
accorgerci delle sue bugie. Solo dopo la nostra partenza, Bear ci ha
rivelato
la verità... ma i miei compagni
rimasero
corrotti dai suoi discorsi. Ho provato
in tutti i modi a convincere i miei compagni a ribellarci ma... sai
già come è
andata, Kairi!”
Mi venne da piangere. Scossi il capo, incapace di
accettare la verità. Perciò eravamo stati
attaccati senza una vera e propria
motivazione.
Ripensai a tutti i suoi amici. Sora… Riku… Selphie… Tidus e Wakka… i miei genitori adottivi… erano morti uno ad uno, nei modi più barbari e violenti.
[Kairi's
Theme - KINGDOM HEARTS ORCHESTRA]
“E’
tutta colpa nostra, non meritavate quella
sorte!” si scusò Junion con me
ed i miei amici, prostrandosi ai nostri piedi
e cogliendomi letteralmente impreparata “Mi vergogno
di tutte le persone
morte a causa dei miei compagni… mi vergogno di non essere
riuscito a darvi una
mano… mi vergogno della mia debolezza e delle mie lacrime
durante quei momenti…
se c’è qualcuno che meriterebbe queste
torture… quello sono io!”
Flame e Shiro rimasero positivamente colpiti dal
gesto
dell’ex-soldato. Per loro, che erano stati a Hollywood per
molti anni, significavano
molto quelle parole anche perchè provenivano non da una
persona qualunque, ma da un loro vecchio nemico che si era pentito
delle sue, se mai ne avesse fatta una, malefatte compiute.
Anche io, tuttavia, mi immedesimai in quel giovane
innocente,
e non riuscii a vederlo prostrato davanti ai miei piedi.
“No,
Junion! Non darti colpe inutili!”
lo pregai, avvicinandomi a lui e facendolo alzare, sentendomi in colpa
per la
reazione del mio nuovo amico “Tu non sei cattivo! Eri pronto a sacrificarti
per il bene dei miei amici e dei tuoi compagni... non potevi far nulla
da solo
sulle Isole del Destino! Nemmeno tu meriti tutto questo!”
“Nessuno
merita di vivere come noi…”
specificò il vecchio Shiro “… le mie cicatrici non le augurerei
nemmeno
al peggiore dei miei nemici!”
Nessuno di noi parlò per un
po’. Eravamo seduti in
cerchio e non riuscivamo a guardarci negli occhi.
“Quindi... anche
a voi due…” ruppe il silenzio Junion,
domandando a Shiro e Flame "... è
capitato qualcosa di simile a Kairi?"
I due fecero sì con la testa.
“Venivo da un pianeta chiamato All Blue...” raccontò la donna, sovra pensiero “… era un mondo ricoperto completamente dal mare. La terraferma era formata solo da un’enorme striscia di montagne che divideva l’oceano, più qualche isoletta fra le acque...”
[Sword
of Kings - CELTIC SONG]
Flame si voltò verso di noi e ci fece un
ghigno…
piuttosto sinistro…
… un ghigno molto simile a…
“Nel mio mondo
ero una pirata molto famosa... avevo la
mia taglia, la mia ciurma e le mie avventure... abbordaggi…
gioielli… colpi di
cannone… mostri da combattere… non desideravo
niente di più!”
“Quack!
Quando parli così mi incuti un po’ di
timore!” ammise Paperino sentendo le
parole della pirata “Mi
ricordi tantissimo alcuni dei nostri vecchi amici… te lo
ricordi Jack Sparrow,
Pippo?”
“Ecco! Ora mi
ricordo anche io!” esclamai io, battendomi una mano
sulla fronte “Sono andata una volta
in quel mondo… non so
perché a Sora piacesse così tanto…
era pieno di ladri e gente di poca fede!”
“Lo
ammetto…
non sono una santarellina!” confermò la
donna sghignazzando divertita.
Poi continuò la sua storia.
“Purtroppo
Dragon atterrò su All Blue e stipulò un accordo
con il Governo Mondiale.
Quest'ultimo decise che il nostro pianeta si sarebbe accorpato con
l'impero di
Kagaku... ma in cambio Dragon avrebbe
dovuto occuparsi personalmente di tutti i pirati presenti su All Blue
ed
ucciderli. Per la Marina eravamo
peggio della peste… meglio
lasciarsi
conquistare che lasciare noi vivi! Che schifo…”
Flame sputò per terra, disgustata,
divaricando le gambe in una posa tutt'altro che femminile e aggraziata.
Sì…
era proprio
una vera pirata!
“Fu una vera e
propria persecuzione... una caccia alle streghe che pose immediatamente
fine ai
sogni di gloria della pirateria. Sapevo
fin da subito di non poter sconfiggere Dragon in nessun modo,
così decisi di
sciogliere la mia ciurma e di consegnarmi spontaneamente al mio nemico,
ed in
cambio avrei ottenuto la salvezza dei miei compagni. Invece
di
giustiziarmi, il generale mi spedì qui a Hollywood, ma
mantenne la sua promessa
e non perseguitò nessuno dei miei amici… ed
ormai mi trovo in questa topaia da più di cinque anni!”
Flame si stese a terra, mettendo le mani dietro la
schiena. Poi si voltò verso Shiro, e gli disse
scherzosamente “Ora
tocca
a te… mio caro shinobi!”
“Shinobi?”
domandò Junion, con
curiosità.
Shiro sospirò divertito e
cominciò a raccontare la sua
storia.
[I Have Seen Much - NARUTO]
“Il mio pianeta,
Kaguya, viveva in pace e armonia grazie alle imprese del mio nuovo
capo-villaggio...” disse il vecchio, perso nelle
sue memorie “…
ed
io ero uno shinobi di livello Chunin!”
“Gaush!
Cosa è uno shinobi?”
domandò
Pippo cercando, quasi sicuramente, di immaginarsi il vecchio nel fior
fiore dei
suoi anni.
“Un
guerriero ninja!” rivelò il
vecchio, facendoci sgranare gli occhi per la sorpresa “Il livello Chunin era uno dei più
elevati e solo in pochi avevano ottenuto
quel privilegio. Ho combattuto in prima linea durante due guerre ninja,
e
svolto missioni a rischio e pericolo della mia stessa vita…”
“UAO!”
esclamammo elettrizzati io,
Paperino e Pippo. Oltre a Yuffie, non avevamo mai visto un altro ninja
nella
nostra vita.
Poi Shiro spostò lo sguardo verso il
pavimento. Era visibilmente
nervoso e scosso…
“L’impero
attaccò il nostro pianeta senza darci alcuna avvisaglia.
All’epoca,
Dragon non era ancora così famoso… ma mai ho
visto un
guerriero così forte in
tutta la mia vita! Spietato... potente... rapido... ma anche scaltro e
furbo…
fu lui stesso a catturarmi dopo avermi sconfitto. Dopo aver combattuto
per
cinquant’anni, mi ero fatto sconfiggere da un guerriero
dell’Impero Kagakuriano… quella
fu
la peggior
umiliazione della mia vita! Fui l’unico ad essere
portato via da Kaguya
come prigioniero di guerra...”
Sulla guancia del vecchio scivolò una
piccola lacrima…
“… tutti gli altri
shinobi… furono sterminati senza
pietà… e ormai vivo in
questa prigione
da più di sedici anni!”
Paperino e Pippo misero una mano sulla spalla del
ninja Shiro, tristi per la storia dell’uomo.
“Mi
dispiace…” gli disse Junion,
sincero con i suoi sentimenti.
“Non
vi hanno lasciato nemmeno una
possibilità…” dissi
io, afflitta per la sorte del vecchio ninja,
provando a fargli una domanda “Cosa avreste fatto se Dragon avesse voluto
stipulare
un accordo con voi?”
Il vecchio ninja, però, mi
guardò severamente ed
affermò con una forza impressionante.
“Non
avremmo
mai accettato nessun accordo! I ninja sono uomini d’onore e
non criminali senza
scrupoli! Preferisco rimanere
l’ultimo shinobi rimasto e continuare
ad esserlo, piuttosto che diventare un loro sottoposto! Preferisco
morire in questo inferno che vivere la mia vecchiaia
tradendo i miei principi!”
“Idem!” confermò Flame alzando il pollice in su “Non tornerò su All Blue a fare la signorina che alza il mignolino all’ora del the! Se ci tornerò… sarà solo perché voglio diventare la prima Regina dei Pirati!”
[Dearly
Beloved - KINGDOM HEARTS ORCHESTRA]
Io e Junion rimanemmo senza parole. Shiro e Flame,
con
le loro frasi, erano riusciti a scuoterci nell’animo. Bastava
osservare il viso
di molti prigionieri per capire la sorte che ci attendeva. Era la morte
la
nostra unica possibilità di scelta…
… ma loro due…
perché non sembravano atterriti?
Noi eravamo a pezzi dopo un solo giorno…
Flame era
lì da cinque anni e Shiro addirittura da sedici anni!
“Come ci riuscite… come fate ad avere tutta questa energia?”
domandai,
letteralmente basita.
“Per quanto
possano umiliarci… finché
il
nostro cuore è saldo, non avranno mai il nostro orgoglio!”
le disse
risoluto il vecchio shinobi “Se
io
dovessi mollare… allora verrei meno al mio credo ninja e
questo non
posso permetterlo… altrimenti la morte dei miei compagni
sarebbe stata vana!”
“Io
devo tornare dalla mia ciurma!”
disse invece Flame con semplicità, alzando il pugno
“Non hai
idea di che incapaci
siano! Se salpassero senza
di me
affonderebbero alla prima tempesta… ed
io voglio troppo bene a tutti loro per perderli in questo modo!”
“Quack!
Paperina mi aspetta ancora al
castello Disney!” dichiarò
deciso Paperino “Non
posso morire! La amo e non
lascerò che soffra della mia morte! E la regina Minnie ha
bisogno di sostegno
dopo la morte del re!”
“Anche
tu, Paperino?” affermò
incredulo Junion.
“Yuk!
E’ la
speranza, la nostra unica forza!” ci
sorprese Pippo con queste parole “Non
possiamo permettere che tutto questo ci abbatta! Il nostro re… Sora…
Riku… se ci arrendiamo, le loro morti saranno
del tutto inutili! Kairi… ricordi
cosa disse Sora, dopo essere
stato posseduto da Xehanort?”
Certo che me lo ricordavo.
Come potevo dimenticarlo?
Poco prima di combattere contro le tredici
oscurità,
Sora fu sul punto di cedere all’oscurità del
Maestro Xehanort, e Yen Sid aveva
deciso di non farlo partecipare alla battaglia. Il ragazzo,
però, si rifiutò di
rimanere in disparte, e con grinta disse una frase che,
all’epoca, lei non capì
fino in fondo.
Il mio cuore è il vostro
cuore… se voi crederete in
me, io crederò in voi!
Ora, però, forse capivo quello che il
mio unico vero
amore ci aveva detto. In quel momento, tutti avevamo sentito la forza
di
volontà del ragazzo, ed avevamo deciso di concedergli
quell’opportunità… e come
sempre, lui ci aveva ripagati salvando i nostri mondi!
I suoi amici erano la sua vera forza, questo diceva
sempre Sora a tutti noi… forse quello era il suo segreto.
Però Sora e
Riku non c'erano più... erano morti... non mi era rimasto
più nessuno!
Non è vero…
[Friends
in my Hearts - KINGDOM HEARTS ORCHESTRA]
Fu il mio stesso cuore a contraddirmi…
… Paperino e Pippo erano ancora
lì. In quel momento
capii anche le parole della sera precedente di Junion. Se mi fossi
arresa, avrei
abbattuto anche le speranze di loro due…
… e poi… Aqua…
Terra… Ventus… il maestro Yen Sid…
Lea…
Roxas… Xion… Naminè… come
avevo fatto a non pensare a loro in quei giorni?
Anche loro erano miei amici! Volevo rivederli, volevo
abbracciarli…
… volevo vivere!
Dopo tutto quello che aveva passato, dopo la perdita di Sora e Riku, dopo la perdita della mia famiglia, della mia casa, del mio mondo, e perfino della mia purezza…
... volevo
ancora lottare!
“Avete
ragione… non voglio mollare!
Voglio
tornare dai miei amici… con i miei amici!”
affermai con decisione
abbracciando Paperino e Pippo.
Adesso avevo capito. Non
potevo permettermi di mollare! Se avessi perso anche la speranza, non
mi
sarebbe rimasto più niente da perdere, e questo
equivaleva a firmarmi da
sola la condanna a morte.
“Questo
è lo
spirito, compagna!” esclamò
Flame alzandosi dal suo posto e dando il
cinque sia al suo amico Shiro che a Junion “E per festeggiare… voglio
farti un bel regalo!”
Paperino e Pippo la guardarono incuriositi, e lo
stesso fece Shiro.
Al contrario, io e Junion erano perplessi: cosa
aveva
in mente la pirata?
“Li
riconosci questi, signorina?” le
disse la donna, togliendosi il berretto grigio…
… sulla sua testa erano nascosti molti
ciuffi di
capelli rossi… capelli molto familiari ad una persona in
particolare…
“I…
i miei
capelli! Ma come…”
“Li
ho dovuti tenere nascosti nei modi più
imbarazzanti e improbabili!”
rivelò loro Flame, cercando di scacciare
dei brutti pensieri “Un soldato mi
aveva
quasi scoperto, e io per farlo stare zitto… lasciamo perdere, ok?!”
“Quack! Continuo a ripetere che tu mi incuti parecchio timore…” insistette Paperino con la pirata, che dal suo pigiama si tolse…
... un enorme ago da cucito?!
No! Quello era l’ago di quella macchina
incandescente!
Ma quando…
“…
l’ho recuperato lo stesso giorno in cui ti
hanno maltrattata…” mi
rivelò Flame, tranquillizzando sia me che Junion
“…
se non brucia, può esserci utile in molte situazioni!”
“Cosa
vorresti fare? Non le riattaccherai i
capelli sulla testa?” la prese in giro
Shiro, che si beccò una
linguaccia dalla donna.
“Certo
che no, imbecille pensionato!
Avvicinati, Kairi!”
Io mi portai davanti a Flame, pronta a scoprire le
intenzioni
della donna. Questa mi prese l’estremità della
manica, e con l’ago incominciò a
cucire qualcosa con i capelli.
“Flame…”
Aveva scritto il mio nome, in modo tale che nessun
soldato potesse accorgersene. Davanti a quel semplice gesto, mi ero
commossa.
“Adesso
basterà piegare la manica… et voilà!
Nessuno scoprirà questo segreto! Meglio
di essere sempre chiamata per numero, giust…”
Non le detti il tempo di terminare la frase. Mi
gettai
sopra di lei, singhiozzando come una bambina.
“Non… sniff…
non so… sniff…
come ringraziarti… sniff…
sei un’amica!”
“Ok
ok! Adesso però basta lacrime!”
mi ordinò perentoria Flame, asciugandomi il viso con le sue
dita.
Poi osservai la chioma di capelli che era avanzata, segno di un passato che ormai non avrei più ritrovato, ma anche un nuovo simbolo della speranza che stava ardendo dentro di me.
E
adesso? Cosa ne avremmo fatto di quelli rimasti?
“Ragazzi,
perché non lo facciamo tutti
insieme?” proposi allegramente,
avvicinandoli tutti alla chioma.
“Co…
cosa?
Anche noi?” esclamò
imbarazzato Junion, facendo un passo indietro.
“Sei
sicura?” le domandò Shiro
incerto, ma io annuii decisa col capo.
“Sono miei, in
fondo! Posso farci quello che
voglio, no? Meglio cuciti che per terra!”
“Yuk!
Allora è deciso!”
esclamò
Pippo, avvicinandosi assieme a tutti gli altri.
“Bella
idea Kairi! Quack!” lo seguì a
ruota Paperino.
Junion all’inizio rimase un po’
titubante, ma al mio ennesimo
invito, si convinse a seguire gli altri.
“E
adesso dobbiamo fare un giuramento solenne!”
disse Flame a tutti quanti “Da domani, ogni giorno,
quando ci daranno quel
bicchiere con dentro la merda rossa…”
qui tutti gli altri sorrisero alla
battuta della donna “…
li alzeremo
all’unisono con la promessa che quel giorno tutti e sei
torneremo qui!”
“Promesso!”
dissero in coro Paperino e Pippo.
“Promesso!”
annuii sorridente io.
“Promesso…”
stette al gioco il vecchio Shiro,
ridendo sotto i denti.
Junion osservò il suo nome cucito sulla
manica del suo
pigiama. Poi alzò lo sguardo, con noi che lo guardavamo
speranzosi.
“Promesso!”
si aggiunse il ciclope, con
fierezza.
Tutti e sei mettemmo la mano una sopra
l’altra…
… si era creato un nuovo legame fra di noi… ma la forza di tale legame sarebbe stata sufficiente a farci sopravvivere alle torture del campo di Hollywood?
Potevo
soltanto sperare in un sì.
Glacial 02 –
Fortezza dei Comandanti - Ore
23:00
DRAGON
Mi trovavo nell’attico riservato a me e
ai miei
comandanti, più precisamente all'interno di una sala
computer con ventuno
schermi puntati verso di me. Quella notte, infatti,
l’imperatore Glacial aveva
deciso di svolgere la consueta Assemblea dei Venti Saggi, ed io,
essendo suo
Consigliere e Generale Supremo dell’intero esercito, venni
invitato a
partecipare.
Forse più obbligato,
ad essere sinceri…
Nello schermo centrale, quello più
grande, vi era la
ripresa in video-diretta del temuto imperatore. Il suo aspetto era
tipico a
quello di un qualunque kagakuriano, ovvero una lucertola umanoide senza
capelli
dalle squame verdi, così come lo erano almeno dodici delle
altre ventuno
riprese. Solo un mantello viola e una corona in gioielli lo
differenziava dagli
altri in quel momento.
L’Assemblea si svolse in maniera del
tutto consueta.
Ogni membro del consiglio riportò un resoconto delle
attività svolte nella sua
zona di competenza, proponendo delle richieste, alcune accettate ed
altre
rifiutate dall’imperatore, che comunque si affidò
al mio giudizio in ogni sua
scelta, a dimostrazione della sua fiducia incondizionata verso la mia
intelligenza.
Continuammo così per più di
un’ora, fino a quando…
“Mio caro generale...”
mi interpellò Glacial
con la sua freddissima voce “Hai
delle
novità riguardo quella… rivolta… che il comandante Bear
ha
architettato contro di te?”
Io mi inchinai davanti a lui, pronto a fare
rapporto.
Ero consapevole che ogni mio singolo errore o parola sbagliata avrebbe
fatto
saltare i nervi a Glacial, spingendo l'imperatore a compiere gesti
pericolosi.
Avevo passato tutto il giorno a preparare il mio resoconto, valutando e
prevedendo ogni possibile domanda che Glacial o gli altri governatori
potessero
farmi.
Dovevo dare il meglio di me stesso… come
sempre, del
resto!
“Mio signore… il
comandante è tornato sul pianeta
Glacial 02 ieri pomeriggio assieme ai suoi uomini. Tuttavia,
sono stato costretto a eliminarlo assieme a quasi tutti i
suoi soldati per la sua incapacità nel gestire la situazione
nel suo insieme!”
Tutti gli altri governatori, sentendo quella frase,
rimasero impietriti.
Un intero
plotone era stato giustiziato?! Cosa aveva spinto Dragon a fare piazza
pulita?
E come avrebbe reagito l’imperatore sapendo che uno dei suoi
vecchi compagni
era stato ammazzato?
All'ultima domanda ricevettero
subito una eloquente dichiarazione da parte del sovrano…
[Soundtrack 7 - DRAGON BALL Z]
“Quindi ti sei sbarazzato di
lui…” riepilogò
lentamente l'imperatore di Kagaku, totalmente disinteressato alle sorti
del suo
'amico', prima di domandarmi “Cosa ha combinato
quell’imbecille?”
Tutti i governatori, basiti, notarono il
menefreghismo
del loro imperatore, ma avevo già previsto che avrebbe avuto
quella reazione.
A Glacial importava soltanto di se stesso e del suo
desiderio di potere... parole come lealtà e fiducia non
esistevano nel vocabolario
dell'imperatore! Al primo sbaglio si pagavano subito le conseguenze!
Io, in
quei venti anni, ero stato bravissimo a non commettere errori, e il
dove mi
trovassi adesso ne era la dimostrazione più evidente.
Sapevo, tuttavia, che
perfino io fossi sempre sul lastrico come tutti gli altri!
Continuai, perciò, a discorrere il mio
rapporto,
attento ad ogni singola sillaba che pronunciavo.
“Lei si
ricorderà senz’altro di quando le ho parlato del
topo che è mi ha affrontato in
battaglia, e di cosa mi abbia detto. Per tutti voi che non ne siete
ancora a
conoscenza, questo mi ha rivelato di provenire da uno squarcio molto
simile a
un buco nero, nel quale vi sono centinaia di altri mondi... lo stesso squarcio che i radar dei nostri
scienziati hanno individuato
cinque anni fa...”
“Questo significa che quel buco nero, in realtà, è l'entrata di una nuova dimensione…” intuì uno dei governatori.
[Soundtrack
5 - DRAGON BALL GT]
“Esattamente.
Riuscii a convincere il topo a parlare con quello che lui
definì l'uomo più
importante e saggio del suo mondo.
Quel piccolo ratto ci sapeva fare nella
lotta, e sentire che ci fossero altri guerrieri più forti di
lui mi aveva
allarmato...”
“E’
raro sentirti fare un complimento a un
nemico, generale Dragon!”
affermò un altro dei governatori, un alieno
con la pelle verde e le antenne sulla fronte. Era un namecciano ed il
suo nome
era Cargoth, uno dei più saggi e forti fra i governatori,
nonché uno dei più
rispettati.
L’imperatore, però, in quel
momento voleva saperne di
più.
“Continua,
generale Dragon…”
“Sapevo che,
prima di agire, era necessario discuterne con lei, mio imperatore, per
capire
con chi avevamo a che fare. Perciò le parlai tramite questi
schermi
raccontandole quanto scoperto… ebbene!
Sappia che, nello stesso momento, il comandante Bear ha ucciso il topo
avvelenandolo a tradimento con un iniezione letale, ha recuperato la
sua
astronave e vi ha messo dentro il cadavere, installando un dispositivo
GPS
all’interno dell’abitacolo!”
“Puntava a un
attacco a sorpresa...” intuì Cargoth
“... e
l’idea non era nemmeno malvagia!
L’astronave del nemico sarebbe tornata nella sua dimensione,
e noi potevamo
seguirlo e trovare la sua destinazione senza rischiare nulla...”
“Il
punto è
proprio questo, governatore Cargoth…”
lo interruppi, smontando in parte
la teoria del namecciano “…
il comandante
ha attuato questo piano senza conoscere nulla sulla situazione che si
era
creata. Ha semplicemente agito secondo i
suoi propositi di protagonismo. Aveva
intenzione di screditarmi e dimostrare all’imperatore che il
mio ruolo era
immeritato. E per essere pignoli… l’idea
del GPS l’ho avuta io due anni fa
durante un assalto a un pianeta, e il comandante Bear era uno dei pochi
a
conoscenza di ciò. Continuando però il
resoconto…” ripresi il filo, senza
alcuna
pausa “… in base alle
informazioni che
già conosciamo, il buco nero è raggiungibile in
meno di un giorno. Il
comandante Bear ha preso possesso di questo dato, ha convocato tutto il
suo
plotone ed è partito con tutti loro
all’inseguimento della navicella con il
GPS… il
tutto sempre mentre io e lei, imperatore, discutevamo su come agire
per evitare di entrare in guerra inutilmente!”
“Generale Dragon… vai avanti!”
[Soundtrack
15 - DRAGON BALL GT]
Il tono di voce del sovrano era cambiato. Tutti
avevano notato la vena pulsante sulla tempia dell'imperatore, e
sapevano cosa
poteva succedere se si fosse innervosito troppo.
Io, però, non tentennai nemmeno di
fronte a quel
cambiamento di umore. Lo avevo previsto, non c’era nulla di
cui preoccuparsi.
Col mio discorso, puntavo a direzionare la rabbia di Glacial verso il
comandante Bear, risparmiando lui ed altri innocenti.
Dovevo soltanto andare avanti…
“In base alle
informazioni ricevute da uno dei suoi membri, il plotone del comandante
Bear ha
raggiunto un pianeta sconosciuto e ha combattuto contro tre altri
guerrieri con
poteri simili al topo… la
battaglia non
è durata nemmeno un’ora. L’intero
esercito, non contento di ciò, ha razziato
quel pianeta e ha fatto stragi di civili… sono
rimasti a divertirsi e sollazzarsi per più di una settimana.
Solo una femmina è sopravvissuta, ed è stata
portata di nascosto dal comandante
Bear all’interno della sua cabina, per poter… sfogare i suoi impulsi
animali!”
Nessuno osò parlare per un
po’. Poi un
governatore di razza
kagakuriana esclamò perplesso.
“E allora? Quale sarebbe il problema? L’attacco è andato a buon fine, no?”
[Terror
- DRAGON BALL SUPER]
“Al
contrario, governatore Crock!” lo
contraddisse nervosamente Cargoth “Il comandante Bear è stato un vero e
proprio
imbecille! Ci ha messo in cattiva luce con il suo gesto inconsiderato!”
“Abbiamo
fatto stragi e razzie in ogni
pianeta di questo universo!”
esclamò indispettito Crock, alzando un tantino
troppo il volume della sua voce “Perché
con questo pianeta avremmo dovuto comportarci diversamente?
E’ nel nostro
diritto imporre i nostri id…”
L’intervento del kagakuriano,
però, non fu gradito
all’imperatore, ed il sovrano non fece nulla per nascondere
il suo fastidio.
“Governatore
Crock… non azzardarti a parlare
con questo tono in mia presenza! Mi sono
spiegato?!”
“S…
signorsì… mi scusi imperatore Glacial!”
esclamò poi impaurito il governatore nominato, tappandosi
poi la bocca.
Tirai un sospiro di sollievo.
Accidenti a
Crock… stava quasi per rovinare tutto!
Decisi, comunque, di continuare il resoconto.
“Sono
consapevole che, un tempo, razzie e stermini sono stati il nostro pane
quotidiano, ma all’epoca eravamo a conoscenza dei nemici che
avevamo di fronte.
Sapevamo il numero di soldati da affrontare, tutte le alleanze di un
pianeta da
attaccare, e per questo potevamo agire indisturbati. Per chi non avesse
capito
l’enorme cazzata
che ha fatto il nostro caro idiota Bear… lui ha
attaccato, senza il mio permesso e senza quello
dell’imperatore, un mondo di
cui non sapevamo assolutamente nulla. Per di
più, si è
limitato ad attaccare uno
solo di quelli che potrebbero
essere centinaia
di mondi… migliaia... o
perfino milioni! Quella dimensione potrebbe essere grande perfino
più del nostro universo!”
“In
poche parole… potremmo ritrovarci
contro un esercito più numeroso del nostro, imbufalito per
ciò che è
accaduto... in
poche parole...
QUEL
DECELEBRATO DI BEAR
POTREBBE AVERE CONDANNATO A MORTE TUTTI QUANTI!” urlò a squarciagola il
sovrano Glacial, atterrendo
tutti i presenti.
[Bunseki Analysis - BOKU NO HERO ACCADEMIA]
Nessuno osava parlare per paura di essere interrotto o minacciato di morte dall’imperatore.
“In che modo pensa di agire, generale?” chiese il governatore Cargoth a me, sperando in un mio piano per tenere a bada lo scatto d’ira del nostro sovrano.
“Il mio
obiettivo è
sempre stato quello
di andare a parlare con questa fantomatica figura mistica di cui
parlava il
topo… e
la mia linea di azione resterà tale! Tuttavia… grazie alla
stupidità del comandante Bear, adesso non
abbiamo la più pallida idea di dove cercarlo, senza contare
la probabile
reazione violenta degli autoctoni... e dato che i suoi amici animaletti
si sono
ovviamente rifiutati di rivelarci qualcosa a causa di quanto
accaduto… mi
propongo di andare personalmente a visitare quei mondi in incognito, in
modo da
approfondire la nostra conoscenza! Nel migliore dei casi, riuscirò a
trovare questo personaggio misterioso...”
“Una
missione di spionaggio…”
“Esatto.
Agirò
nello stesso modo del topo e dei suoi amichetti… mi
infiltrerò all’interno di
quei mondi e cercherò di scoprire quanto più su
di loro e su questo Yen Sid. A
rapporti ultimati, potremo avere le idee più chiare su come
agire… per
fortuna, quell’idiota e il suo plotone hanno attaccato
soltanto un pianeta e
non hanno lasciato sopravvissuti che rivelassero la nostra presenza.
Inoltre
saranno ancora abbastanza scossi e non ci attaccheranno a
sorpresa...cosa che al
contrario,
noi possiamo ancora fare!”
L’imperatore Glacial riuscì a
calmarsi, e ci pensò su.
Poi dette il suo verdetto…
“Accetto la tua
richiesta, Generale Dragon! Partirai domani sera verso questo buco nero
e
visiterai quell’universo! Mi darai un resoconto specifico fra
un mese esatto!”
“Come desidera,
signore…” mi inchinai io, davanti allo
schermo dell’imperatore.
Quest’ultimo poi ordinò.
“L’assemblea
si aggiornerà lo stesso giorno! Tornate ai vostri compiti!”
Dopodiché, il suo schermo si spense,
così come quello
di tutti gli altri governatori.
Solo uno, però, rimase
acceso… quello del governatore
Cargoth.
[Evening - NARUTO]
“Vuole
sapere altro, governatore Cargoth?”
“Puoi anche
smettere di darmi del lei, Dragon!” mi prese in
giro il namecciano “Glacial non
può sentirci adesso, e nemmeno
le altre telecamere sapranno di questo dialogo… il mio schermo funziona
solo
coi poteri namecciani!”
“D’accordo,
amico mio...” gli dissi io, più
tranquillo e rilassato “La domanda
però te la ripeto. Vuoi
sapere qualcos’altro?”
“Prima
di tutto volevo sapere come stai…”
Alzai il pollice all’insù, con
sicurezza.
“Quel
topolino mi ha davvero messo alle
strette! Era davvero in gamba!”
“Deve
esserlo se lo elogi per la seconda
volta…” mi fece notare di
nuovo Cargoth “…
e non è qualcosa da tutti i
giorni!”
Sbuffai davanti all’affermazione del
namecciano, che
rise divertito. Se c’era qualcuno che riusciva sempre a farmi
rimanere senza
parole, quello era sicuramente Cargoth, il Governatore della Via Lattea
nonché
il Supremo del pianeta Namecc.
“…
e secondo… volevo sapere se la tua ricerca
segreta stesse dando i frutti
sperati…”
“Nulla
di nuovo per il momento…”
ammisi abbattuto al namecciano “…
muoversi senza dare nell’occhio è quasi
impossibile. Devo anche dare un buon
esempio all’esercito, se voglio continuare a passare
inosservato davanti agli
occhi dell’imperatore...”
Poi abbassai il capo, leggermente
nervoso…
“…
e di
certo questa situazione non mi rende le cose più semplici!”
“Sei troppo
ossessionato da quella razza… anche
se
riuscissi a recuperare un solo capello di…”
“Non ho la
certezza di raggiungere la potenza di Glacial, lo so!”
conclusi spazientito
la frase del governatore “Fino ad
ora sta
seguendo i nostri consigli e il suo comportamento è
decisamente migliorato… ma
hai visto cosa è successo con Crock! Basta innervosirlo quel
tanto che basta… e
tanti saluti a questa pace! Devo forse ricordarti quale è il
suo Yilar
principale?!”
Il namecciano sospirò con preoccupazione.
No… non c’era bisogno che glielo ricordassi io…
[Pain's
Theme - NARUTO]
“Lo Yilar
dell’Imperatore Freezer...” rispose
poi, amareggiato “… un mostro ancora
peggiore di Glacial… il mio popolo
è stato costretto a fuggire
dal mio pianeta d’origine per colpa di quel verme criminale!
Si divertiva a far esplodere pianeti solo
per il suo ego!”
“Forse non
diventerà mai forte quanto Freezer, ma Glacial potrebbe
raggiungerne la stessa
crudeltà se venisse lasciato a briglia sciolta… devo molto all’imperatore, ma non
possiamo permettergli di fare tutto
quello che vuole o per l’Universo intero sarà la
fine!” feci notare di
nuovo, con insistenza “Ho bisogno di quel gene…”
“In
bocca al lupo per la tua caccia al tesoro
allora...” fece per prendermi in giro
l’alieno verde “… piuttosto
pensa alla missione che ti ha
affidato l’imperatore! E’
bella
tosta… scimmietta!”
“Oh,
ma ti ringrazio! Il tuo
sarcasmo era esattamente ciò che mi
serviva… muso
verde!”
Ci guardammo tra gli schermi, spazientiti, prima di
scuotere il capo ridendo di gusto.
La mia prima missione da Generale Supremo fu la
conquista del pianeta Namecc, e fu in quella occasione che incontrai
Cargoth.
Fu grazie al namecciano se io ricominciai a conquistare pianeti senza
l’utilizzo della violenza.
Dovevo molto a quell’alieno. Era stato costui a far
riaffiorare in me quel poco
di umanità che possedevo dentro al mio cuore.
“Sarà
meglio che vada ora, Cargoth!”
lo salutai alzandomi in piedi e dirigendomi verso la porta
d’uscita “Entro
domani sera dovrò partire in direzione del buco
nero…”
“Un momento,
Dragon…” mi fermò
però il governatore “Voglio che tu mi
dica un’ultima
cosa…”
Mi stoppai all’istante. Speravo di non
dover dare altre
risposte, anche perché sapevo giù cosa stava per
chiedermi…
“Come
sta
andando con il carcere di Hollywood?”
Ero voltato di spalle allo schermo riflettente
Cargoth, e la mia mano era a pochi centimetri dalla maniglia. Dopo
quasi mezzo minuto, ammisi con
sforzo.
“Ne
sono morti un altro centinaio, in questo
mese… e altri due prigionieri sono detenuti da
oggi…”
Il namecciano era a corto di parole.
I morti erano aumentati ancora. Doveva
esserci un
motivo dietro quell’aumento dei decessi, ma non avevo mai il
tempo necessario per indagare e questo peggiorava la situazione.
“Dragon… devi…!”
“Devo andare!”
tagliai corto, uscendo dalla sala e sbattendo la porta.
Cinque minuti dopo avevo raggiunto la mia stanza, ma non era ancora
tranquillo.
Sbattei un pugno sul materasso del letto, cercando di recuperare un
po’ di
autocontrollo.
Non potevo permettermi il lusso di lasciarmi andare.
Non potevo.
***
Il carcere di Hollywood…
… se c’era qualcosa di cui mi
ero sempre pentito, fu
erigere quel luogo. Era una prigione per tutti coloro che si erano
rifiutati di
sottomettersi all’impero, un luogo dove
l’umanità era di troppo. Nessuna
vergogna o pudore, nessun atto di generosità…
solo la crudeltà dell’impero e la
disperazione dei prigionieri la facevano da padrone in quel complesso
di
casolari in legno.
Dopo averlo costruito, il compito di gestire il
campo fu
affidato ad uno dei Yilancar originali, ossia al crudele Oss Burk,
considerato
all’epoca come lo scienziato pazzo dell’Impero. Fu
lui,
infatti, a perfezionare il
funzionamento dello Yilar anche su razze non appartenenti alla stirpe
kagakuriana, svolgendo esperimenti su poveri innocenti che
subivano anche
torture e abusi atroci.
Io lo sapevo fin troppo bene, perchè fui
uno
dei tanti
esperimenti di quel folle…
Dopo essere stato trovato più di venti
anni prima, dal
comandante Bear, fui trascinato su Glacial 05, il pianeta dedicato agli
esperimenti di Oss. Nel giro di un mese, avevo subito più un
centinaio di
esperimenti che mi portarono quasi alla morte, oltre a
qualche disgustoso e
perverso atto sessuale da parte del dottore…
… quelle esperienze avrebbero distrutto chiunque, ma non me. Lui non mi avrebbe mai scalfito con quelle umiliazioni.
Lui non
sapeva
cosa fossi stato davvero!
Oss Burk mi iniettò lo Yilar del Drago
Nero dalle
Angeliche Ali solo per colpa di un capriccio. Lo scienziato si era
stufato dei
miei tentativi di fuga e ribellione, ed aveva deciso di uccidermi con
quella dose di
geni.
Nessuno era mai sopravvissuto dopo l’iniezione di quella
sostanza. Era troppo
complesso, il DNA, per poter essere assimilato da una qualsiasi
vittima…
… ma non per me… io acquisii
le modifiche necessarie
per l’assunzione dello Yilar e trasformai il mio genoma con
successo!
Glacial venne a conoscenza di ciò e
decise di
conoscermi. L’imperatore rimase molto colpito dalla mia
intelligenza, e venni
fatto arruolare nell’esercito. In meno di cinque anni, io riuscii a
diventare il generale
dell’Impero.
Il primo ordine che ricevetti, fu quello di
costruire
quel campo di concentramento su Glacial 02, per ospitare i ribelli
all'impero
di Kagaku; Oss Burk sarebbe diventato il capo di quel carcere, e i
prigionieri
sarebbero diventati le cavie per i suoi esperimenti. Io fui costretto
ad
accettare, ma riuscii anche a strappare una legge ad hoc per il
comandante-scienziato Oss: questi, infatti, poteva svolgere i suoi
esperimenti
soltanto sui prigionieri, e non rapire altre persone innocenti. Avevo
scoperto,
infatti, che Oss Burk ordinava ai suoi sottoposti di rapinare molti
orfani per
sottoporli ai suoi orribili esperimenti… più
giovani erano, diceva quello
scienziato pazzo, meglio era… ma avevo intuito fosse un
semplice pretesto per
avere delle vittime più giovani da seviziare,
perciò avevo spifferato tutto
all’imperatore. Glacial mi dette ragione, obbligando Oss Burk
ad ubbidire.
Cinque anni più tardi, durante uno dei
suoi
esperimenti con qualche prigioniero, il vecchio Oss venne coinvolto in
un
esplosione che lo portò alla morte.
Io non lo piansi di certo… e nemmeno gli altri
Yilancar furono dispiaciuti
dalla sua dipartita.
Ora la gestione era affidata al vice-generale
dell’impero, Himmur, che in fatto a crudeltà non
era affatto inferiore a Oss
Burk. Questi trovò molti documenti sul pianeta Terra
riguardanti quelli che
venivano un tempo chiamati campi di sterminio. Ne rimase molto
impressionato, e
quasi innamorato…
… e senza consultarsi con me, chiese
all’imperatore di modificare alcune
delle regole di quel campo per renderlo molto
più… umiliante, per i detenuti!
L’imperatore non ci pensò molto prima di
accettare le sue richieste.
A nulla, questa volta, valsero le mie proteste.
Da quel giorno, il carcere di Hollywood divenne quello che
tutti ora
conoscevano… in meno di vent’anni vi erano entrati
centinaia di migliaia fra
prigionieri di guerra o soldati ammutinati… ora ve ne
rimanevano soltanto
cinquecento.
***
Scacciai quei terribili pensieri dalla sua testa.
Dovevo davvero andare a riposarmi…
…l’impero, e con esso milioni
di vite innocenti,
rischiavano di essere in serio pericolo!
Mi stesi sul letto, e dopo qualche minuto mi
addormentai.
Quella notte, feci un sogno molto
particolare…
Glacial, nella sua forma da demone glaciale, che
avanzava verso di me... i suoi occhi erano ambrati, e il suo corpo era
avvolto
da un’intensa e terrificante aura viola…
… una figura femminile rideva alle
spalle
dell’imperatore… ne vedeva soltanto
l’ombra, ma chi poteva essere?
Una luce… una scarica di adrenalina e
rabbia… una luce
dorata che mi aveva avvolto dalla testa ai piedi! Non avevo mai provato
una
sensazione così... mi sentivo invincibile!
La scena era cambiata… ora mi trovavo su
Namecc, e
Cargoth mi raccontava la storia di un guerriero leggendario che aveva
salvato
il suo popolo. Si, ricordavo quel giorno… mi aveva
raccontato di come Freezer,
il demone del freddo, era caduto sotto i colpi di questo
Goku…
…
un sayan… cresciuto sulla Terra!
L’ultimo gene Yilancar da aggiungere alla
sua
collezione… lo avrei trovato e sarei diventato il
più forte di tutti!