Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: francyg6    04/06/2017    1 recensioni
Bella ed Edward vanno al college inseme. Edward verrà subito ammaliato dal fascino di lei, ma Bella è stata già ferita in passato e non vuole avere niente a che fare con ragazzi come lui. Tutti, infatti, sanno che Edward ama le belle donne. Eppure dal loro primo incontro Edward inizierà a pensare che forse Bella è la donna giusta per lui.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo Uno
Lei
Ero in ritardo. Guardai ancora l’orologio sul cruscotto, ero in ritardo di venti minuti, e dovevo ancora passare in libreria.
Mi ero trasferita a Seattle da poco, per iniziare il college, e avevo lasciato Forks, un paesino sperduto nello stato di Washington; avevo lasciato lì mio padre, il mio pick-up, un fidanzato bugiardo e la sicurezza che, a qualsiasi ora del giorno o della notte fossi uscita, non avrei impiegato trenta minuti per fare due chilometri.
Gli alti palazzi del centro sembravano indifferenti al caos di clacson e urla.
Appena ne ebbi la possibilità parcheggiai, a piedi avrei fatto sicuramente prima. Chiusi la macchina con la chiave; era una vecchia golf, l’avevo comprata da un venditore di auto usate appena arrivata a Seattle e la chiusura a distanza non funzionava.
Mi guardai velocemente intorno, per assicurarmi di saper ritornare alla macchina. Memorizzai la via e l’alto palazzo vicino.
Corsi a più non posso e mi congratulai mentalmente con me stessa per la scelta di mettere le converse quella mattina.
Arrivai davanti alla libreria poco dopo, per fortuna ero riuscita a non perdermi, le indicazioni di Rosalie erano state molto accurate, ero fiera di me stessa.
Entrai, ed esultai mentalmente nel constatare che non c’era fila alla cassa.
“Buonasera!” la fatica della corsa era evidente nella mia voce.
La signora dall’altra parte del bancone mi sorrise, guardandomi da sopra i piccoli occhiali sulla punta del mio naso.
“Cosa posso fare per te, cara?”
Le porsi la lista dei libri che mi servivano per il college. Dopo aver letto velocemente la lista, mi restituì il foglio e scomparve nel magazzino, lasciandomi sola.
Mi guardai in torno, e iniziai a curiosare tra matite, penne e quaderni vari.
Impazzivo per la cartoleria. Presi anche degli evidenziatori colorati e dei quadernoni ad anelli per gli appunti.
Dopo qualche minuto la signora riemerse dal magazzino con cinque libri tra le braccia. Li posò sul bancone e iniziò a batterli alla cassa. Erano davvero dei libri enormi, soprattutto quello di storia medioevale.
Avrei iniziato letteratura al Seattle Center College tra due giorni.
Io e le mie due migliori amiche, Rosalie e Alice, ci eravamo sistemate in un ampio appartamento a pochi chilometri da lì. Ero euforica all’idea di convivere con loro, non potevo desiderare di meglio.
Uscii dalla libreria con due buste piene di libri. Ripercorsi a ritroso la strada che avevo fatto, velocemente, avevo guadagnato un po’ di tempo, ma dovevo comunque sbrigarmi. Quella sera c’era la serata cinema, la prima nel nuovo appartamento, e non potevo assolutamente arrivare in ritardo, altrimenti Alice mi avrebbe ucciso.
Arrivai finalmente alla macchina, posai le due buste sul marciapiede e cercai velocemente le chiavi della macchina nella borsa.
Inserii la chiave nella fessura e girai. O almeno ci provai. Qualcosa faceva resistenza.
Presi la maniglia della portiera e iniziai a scuoterla con insistenza, nella speranza che si aprisse.
“Andiamo, apriti!”
Ma era completamente inutile, levai la chiave dalla serratura e mi guardai intorno, frustrata.
Guardai l’orologio, i pochi minuti che avevo guadagnato erano ormai finiti.
Lancia un calcio al portiera e con una mano afferrai la maniglia, tirandola, come nella speranza di poter strappare lo sportello.
“Hey, che cavolo stai facendo alla mia macchina!”
Tolsi il piede dalla macchina e mi girai verso il ragazzo che si stava avvicinando, aveva l’aria di essere molto arrabbiato.
L’irritazione per tutta quella situazione mi fece arrabbiare ancora di più. Aprii la bocca per dirgliene quattro, quando improvvisamente mi venne in mente un particolare.
Quando ero scesa dalla macchia non ero scesa dalla parte del marciapiede, ma da quella della strada.
Chiusi immediatamente la bocca, e guardai dall’altra parte della strada, dove se ne stava ad attendermi la mia auto.
Sentii tutto il sangue affluire sulle guance e guardai con occhi terrorizzati il ragazzo che ormai era davanti a me.
Lasciai immediatamente la maniglia della macchina, come se all’improvviso bruciasse, e feci due passi indietro.
“S-scusa tanto! Ero convinta fosse la mia, non mi ricordavo di averla parcheggiata dall’altro lato della strada” e indicai la golf identica alla sua accostata all’altro marciapiede.
Ora che la osservavo meglio, effettivamente, la mia auto era molto più trasandata.
Il ragazzo si girò a guardare e sembrò tranquillizzarsi da quella spiegazione.
Osservò preoccupato la portiera e vi passò una mano sopra, a controllare che il mio calcio non avesse fatto danni.
Durante quella operazione ebbi tutto il tempo per osservarlo. Era bellissimo, e questo amplificava il mio imbarazzo.
I sui occhi verdi si puntarono su di me, e mi scivolarono lungo tutto il corpo, arrossii ancora di più, se possibile.
“Quella è il vecchio modello” disse, indicando dietro di se, rivolto alla mia macchina. Sorrise sghembo, e si passò una mano fra i capelli.
“Per fortuna non l’hai ammaccata”
“Scusami ancora” abbassai lo sguardo e raccolsi le buste da terra.
“Non importa. Per farti perdonare potresti offrirmi da bere”
Guardai alle sue spalle e vidi un pub, dove probabilmente prima stava entrando.
Ci pensai un attimo, considerando l’idea di accettare l’invito di quel bellissimo sconosciuto.
Stavo per accettare quando mi ricordai delle mie amiche.
Guardai l’orologio, erano le sette e venti, Alice mi avrebbe mangiata viva.
“Scusa ma devo proprio andare, scusa ancora per la macchina” e scappai a gambe levate, senza nemmeno dargli il tempo di rispondermi.
Prima di salire in macchina, la guardai un attimo e poi osservai l’altra.
Erano due modelli diversi. Eppure non vedevo alcuna differenza.
Poi spostai un po’ lo sguardo e incrociai i suoi occhi verdi, mi stava ancora guardando, un sorriso divertito sulle labbra.
Gli feci un cenno di saluto da lontano ed entrai in macchina.
 
Entrai in casa di soppiatto.
“Bella! Ce l’hai fatta finalmente!” Alice corse ad abbracciarmi.
“Ciao Alice” dissi in modo circospetto, guardandomi intorno.
Non era certo quello il benvenuto che mi aspettavo.
“È successo qualcosa?” era strano che non fosse arrabbiata, o aveva combinato qualche pasticcio oppure voleva convincermi a fare qualcosa che sapeva avrei disapprovato.
Guardai, da sopra la sua spalla, Rosalie seduta sul divano, che scrollò le spalle. Non ne sapeva nulla nemmeno lei.
Si staccò da me e andò in cucina. Sembrava più felice del solito, aveva un grosso sorriso stampato in faccia. Gli occhi verdi erano luminosi e pieni di vita.
Scrollò la testa, facendo ondeggiare i capelli scuri che le incorniciavano il viso.
“Deve essere successo per forza qualcosa? Sono solo felice di vederti!”
Pensai a quante altre volte l’avevo vista così felice, e mi vennero in mente solo due circostanze: quando, a sei anni, i genitori le avevano regalato un gattino, Oliver; oppure quando mi aveva raccontato del suo incontro con il suo primo amore, Paul.
Una lampadina mi si accese nella mente.
Mi sedetti dietro il bancone della cucina, guardandola mentre levava le nostre pizze dai cartoni della consegna a domicilio.
Anche Rosalie ci raggiunse e si sedette accanto a me.
“Hai per caso conosciuto qualcuno?”
 Alice iniziò a raccontarci di come aveva conosciuto questo ragazzo, Jasper, quando, quella mattina era andata a fare la spesa.
Ci spostammo in soggiorno e iniziammo a mangiare la pizza, ascoltando il racconto di Alice.
Al supermercato aveva confuso il suo carrello con quello di qualcun altro, ma il legittimo proprietario si era accorto, tempestivamente, del malinteso.
Si erano fermati a chiacchierare e lui le aveva proposto di fare colazione insieme.
“E mi ha chiesto di uscire domani!” e iniziò a saltellare sul divano.
“È meraviglioso!” Rosalie saltellava con lei.
“E la cosa più assurda è che anche lui va al Seattle Center College!” se possibile il suo sorriso si allargò ancora di più.
Ero immensamente felice per lei, eppure una parte di me non poteva non essere triste. Volevo anche io qualcosa del genere.
A Forks avevo lasciato il mio ex ragazzo, Mike, che aveva la cattiva abitudine di socializzare un po’ troppo con l’altro sesso.
Io lo avevo amato, era stato il mio primo ragazzo, e pensavo fosse quello giusto.
Non avevo dato ascolto agli avvertimenti di Alice e Rosalie riguardo al suo conto, mi ero innamorata perdutamente, ed ero stata cieca.
Solo quando, una sera, lo avevo visto in un locale mentre baciava un’altra, ho aperto gli occhi.
Lo avevo lasciato. E lui aveva avuto il coraggio di incolpare di tutto me.
Alice, che aveva intercettato il mio sguardo improvvisamente triste, mi abbracciò.
“Vedrai che un giorno incontrerai anche tu qualcuno di speciale”
A quelle parole ripensai a quegli occhi verdi di poche ore prima.
Sorrisi e per quella sera non ci pensai più.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: francyg6