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Autore: f9v5    08/06/2017    0 recensioni
[Skyward Sword]
Salve, sono F9v5 ed è la mia prima fanfiction in questa sezione, dedicata al primo gioco, cronologicamente parlando, della serie. Diciamo che la mia speranza è di riuscire a fare almeno una storia per ogni gioco della serie, non so se ci riuscirò, ma dovrò pur cominciare innanzitutto, no?
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C’era il suo padrone Mortipher, la cui oscurità avrebbe presto trasformato il modo in una landa desolata, e, soprattutto, c’era lui, Ghiraim, che poteva fare di lui ciò che voleva.
-Sono venuto… a giocare con te.- strinse freneticamente le braccia attorno al corpo, tremava, vittima di spasmi d’eccitazione.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ghirahim, Link
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era stato più semplice del previsto convincere il suo signore, ma d’altronde Mortipher non aveva mai avuto una grande considerazione della loro razza.
Immaginava che, considerato quanto questi avesse interferito nei loro piani, non avrebbe mai tollerato di vederlo ancora in vita, reputando ciò come un’offesa nei suoi riguardi, invece la ferrea convinzione della sua superiorità si era rivelata maggiore.
Non che Ghirahim se ne lamentasse, sentiva piuttosto un forte senso di gratitudine per il suo signore per avergli lasciato il suo “giocattolo”.
La spada oscura, ora nella sua forma umana, percorreva le scale verso le prigioni del castello dell’Oscurità, il primo tassello della loro conquista, il primo monito per quel mondo che presto sarebbe stato inondato dai poteri oscuri del suo padrone.
E più si avvicinava, più sentiva dentro di se una perversa soddisfazione, al pensiero di ciò che presto avrebbe potuto fare.
Si leccò le labbra, sadico e maligno, all’idea di avere il suo corpo a completa disposizione, quante cose voleva fargli, fremeva dall’entusiasmo.
Quando giunse sul fondo della scalinata ed entrò nella prigione, costruita appositamente per il loro “ospite”, avvertì un brivido di eccitazione lungo la schiena.
Era sempre lì, incatenato, scarno, ricoperto di tagli e sporcizia, che visione meravigliosa per lui.
-Ciao, Link.-
Nessuna risposta da parte del ragazzo; non una parola era stata proferita dalle sue labbra in quei giorni, Ghirahim godeva alla prospettiva che, ora che fosse tutto suo, avrebbe potuto sperimentare modi sempre nuovi per torturarlo e strappare gemiti di dolore dalla bocca di quel ragazzino che tante volte l’aveva ostacolato nella ricerca della reincarnazione della Dea.
Ma adesso le cose erano diverse: non c’era più nessuna Dea, nessuna Spada Sacra, nessuna felicità da raggiungere.
C’era il suo padrone Mortipher, la cui oscurità avrebbe presto trasformato il modo in una landa desolata, e, soprattutto, c’era lui, Ghirahim, che poteva fare di lui ciò che voleva.
-Sono venuto… a giocare con te.- strinse freneticamente le braccia attorno al corpo, tremava, vittima di spasmi d’eccitazione.
Neanche stavolta ricevette parole, ma il giovane stavolta alzò leggermente lo sguardo per fulminarlo con i suoi occhi azzurri, ormai spenti, pieni di rabbia e odio.
“Quanto adoro quello sguardo.” Ghiraim si sentì bruciare dentro.
Da quando l’aveva conosciuto aveva provato un connubio di emozioni che lo avevano portato a quello.
Sentiva di odiare quel giovane agonizzante, gli aveva messo i bastoni tra le ruote troppe volte, ma dentro di se sentiva un bisogno irrefrenabile di tenerlo vicino a se, di averlo sempre a sua disposizione, di poterlo toccare ogni volta che lo desiderasse.
E ricordò di aver trattenuto a stento un gemito di piacere quando, chiedendo al suo padrone di poterlo risparmiare e lasciarglielo come prigioniero personale, questi gli aveva risposto arrogantemente -Fanne ciò che vuoi, a me non interessa!-
E adesso poteva davvero disporre di lui in qualunque maniera, l’unico limite era la sua immaginazione… e Ghirahim di immaginazione ne aveva molta.
Percorse i pochi passi che lo separavano dalla sua “nuova bambola”, gli afferrò il volto, scarnito e sporco, con le mani e languidamente leccò il sangue raffermo della ferita sulla sua guancia destra.
Inebriante e magnifico.
Gli sollevò il volto, affinché i loro sguardi si incrociassero, voleva che Link lo guardasse in faccia nell’atto di fargli quella solenne promessa.
Quella solenne promessa che sarebbe stata la colonna portante dei suoi restanti e travagliati giorni.
-E ti giuro che sarà uno spasso… per me!-
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Ok, quando ho deciso di cominciare a guardare i giochi della serie “The Legend of Zelda”(rigorosamente in ordine cronologico) mi sono detto che avrei provato a scrivere almeno una storia per ciascuno di essi.
Di certo, però, non immaginavo che mi sarei presentato in questa sezione con una storia di questo genere.
Insomma, devo riconoscere che il personaggio di Ghirahim ha attirato il mio interesse, vuoi per la sua teatralità, in netto contrasto con la quasi apatia di Faih, vuoi per il fatto che veste in una maniera che mi ha fatto pensare a lui come a una sorta di versione malvagia di Arlecchino, vuoi per la sua ambiguità, decisamente marcata, sia in generale che nei confronti di Link.
Non credo che definirlo omosessuale sia corretto, più che altro io lo considero alquanto interessato ai rapporti umani. Ricordiamo che lui tecnicamente è un’arma e ha dovuto spacciarsi per essere umano, quindi avrà dovuto capire come funzionano i sentimenti degli uomini, i rapporti interpersonali e via dicendo, e ritengo che abbia deciso di interpretarli in maniera del tutto sua.
Non definirei quello che ha per Link come un malato senso di attrazione, quanto piuttosto un curioso e morboso interesse.
Ovviamente questa è la mia opinione, e ho cercato di presentarla in questa breve storia in cui ho scritto cosa ne sarebbe potuto essere di Link se non avesse sconfitto Mortipher.
Se vi è piaciuta, sono contento, in caso contrario, beh, ditemi dove secondo voi ho sbagliato e cercherò di migliorare per la mia prossima storia.
Arrivederci.


 
  
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