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Autore: Chupacabra19    09/06/2017    2 recensioni
La mia vita era stata stravolta, così senza preavviso.
E non era stata la guerra, ma un solo uomo.
Sherlock Holmes.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Premessa
Ancora non ho bene in mente cosa e come sarà questa sottospecie di storia, per il momento credo che resterà una strampalata raccolta di missing moments in ordine totalmente casuale e affatto cronologico. Pensieri e fatti buttati lì, un po' a casaccio. Proprio come vengono formulati nel mio cervello poco simpatico. Potranno essere comici, tragici, fluff o chi più ne ha più ne metta. Ma tendo a cambiare idea molto velocemente, quindi chissà. Spero soltanto che questi frammenti siano di vostro gradimento.






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John

Memoria 1 : The Fall

Ho sempre temuto il buio, fin da ragazzino. Non tanto per l'impossibilità asfissiante di poter scorgere qualcosa o qualcuno nel profondo sfondo oscuro dinanzi, quanto perché mi riporta al momento esatto del coricarsi a letto. L'oscurità, la notte, il dormire. Quest'ultimo, per la precisione, è il problema principale. Il dover dormire, il dover necessariamente chiudere gli occhi e sognare. Non si può sfuggire, non si può restare insonni senza rischiare di impazzire del tutto. Non ho il controllo, in quelle ore sono semplicemente vittima del mio stesso subconscio. E gli incubi non mi hanno mai abbandonato, infidi compagni di avventura. 
Avevo trovato una sorta di equilibrio in tutto questo, una sorta di accettazione del mio meccanismo vitale, perfino dopo il servizio prestato in Afghanistan. 
Ogni sera, nel mio letto, sapevo che di lì a poco avrei vissuto uno dei miei ricorrenti sogni turbolenti, sapevo che mi sarei svegliato nel cuore della notte in preda ai sudori freddi e al batticuore tonante, ma ecco, mai avrei immaginato di ritrovarmi nelle condizioni attuali.
La mia vita era stata stravolta, così senza preavviso.
E non era stata la guerra, ma un solo uomo.
Sherlock Holmes.
Era piombato su di me, più veloce e doloroso di un proiettile alle costole.
Se ripenso al nostro primo incontro, mi chiedo come abbia fatto ad accettare di convivere con un individuo del genere. Ma suppongo che anche in altre mille dimensioni parallele, io finisca sempre con l'accettare la sua compagnia.
E sebbene ne sia estremamente felice, niente è piacevole al cento per cento.
Sherlock non era soltanto riuscito a mettere in luce parti di me sconosciute, aveva seminato anche piccole e letali spine dotate di rispettivo timer. Né io né lui eravamo a conoscenza di quando queste mine sarebbero esplose, ma lo hanno fatto e non una alla volta, bensì tutte assieme. Una detonazione a catena che mi ha letteralmente scaraventato a terra. 
Ed io, in tutto ciò, non ne sono uscito illeso come Sherlock.
No, lui si è gettato da quel tetto.
Lui mi ha costretto ad osservarlo cadere.
Lui mi ha ordinato di assistere al suo stesso suicidio.
Eppure, quello che ne è rimasto ucciso sono io.
Due anni. Non un pugno di miseri giorni. Due fottuti anni.
Rabbia, dolore, negazione.
Giorni, ore e minuti di vita che nessuno potrà mai più restituirmi.
Sì, è tornato.
Sì, ha compiuto un ultimo miracolo, come avevo desiderato ai piedi della sua lapide.
Ma cosa può saperne lui, di cosa vedo quando le mie palpebre si abbassano.
I miei incubi ricorrenti non sono più frammenti della guerra, riguardano tutti la sua caduta. Scorgo sempre quell'edificio, quel tetto.
Lui, lassù come un angelo pronto a spiccare il volo.
In alto, con la sua superiorità intoccabile.
E poi, poi sento la sua voce rimbombarmi nell'anticamera del cervello.

"Tieni gli occhi fissi su di me"

Perché?
Perché mi ha fatto questo?

"Questo è il mio biglietto"

Teatrale, come al solito, fino all'ultimo.

"Questo è il mio biglietto, è questo quello che le persone fanno: lasciano un biglietto"

Ed io, pietrificato e incollato al suolo.

"Addio John"

E prima che possa dire o fare altro, il suo lancio, il suo salto nel vuoto.
Mi sveglio così, con quel senso di amara sconfitta.
Perché mi sento inutile, incapace di salvarlo almeno nella mia stupida testa.
Sicuramente la sua conoscenza mi ha donato tanto, ma è pure riuscita a togliermi il sonno, definitivamente oltretutto.
Mi chiedo, di cos'altro è capace.
Quali inimmaginabili conseguenze porterà la sua vicinanza.
E nonostante tutto, io so per certo che non fuggirò.




Angolino
Sono nuova in questo fandom ed ho voglia di conoscervi / leggervi tutti *^*
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa bozza, un bacio :*
 

 

  
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