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Autore: Tezca    11/06/2017    0 recensioni
Un re caduto, tredici guerrieri, sette principesse: la leggenda del Xblade viene finalmente svelata. Sora e i suoi amici dovranno affrontare il potere di Dark Heart e dei suoi cavalieri. Come andrà a finire?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Sora alzò lo sguardo, incapace di rispondere. Il colpo gli aveva provocato un dolore lancinante e non riusciva a spiccicare una parola.
Asura, nel frattempo, lo fissava con quei suoi occhi vuoti. Il ragazzo non riusciva a vedere nulla in quelle pupille bianche, non vi era traccia di alcun sentimento, di alcuna emozione. Più le guardava e più ne era inorridito, voleva tirarsi indietro, distogliere lo sguardo, ma non ci riusciva. Era come risucchiato da una strana forza, qualcosa che lo trascinava verso la pazzia. La testa cominciò a fargli male, i suoi pensieri scivolavano via senza neanche il tempo per poterli assaporare, senza neanche sapere che tipo di pensieri fossero. Cominciava a sentirsi più leggero, non avvertiva più dolore, non provava più rabbia, odio, amore o qualsiasi sorta di emozione. Aveva solo un'insana voglia di ridere. La sua bocca si arcuò mentre le labbra si ritiravano per mostrare i denti. Un gorgoglio gli salì dalla gola, ma fu subito strozzato. Il dolore era tornato a farsi sentire, i suoi pensieri a riempirgli la mente e la sua coscienza aveva ripreso a funzionare. Si ritrovò a fissare Xehanort, che paratosi davanti a lui, aveva deviato il colpo mortale del loro avversario. Sora respirò per poi tossire, come se qualcosa gli fosse andato di traverso. Gocce di sangue caddero a terra.
"Cosa è successo?" Disse tra i rantoli.
"Stavi per perdere te stesso."
"Cosa?"
Il vecchio maestro respinse Asura e prima di ripiombargli addosso, disse:
”Da qui ci penso io. Tu non sei in grado."
"Ma..."
Il giovane non fece in tempo a replicare, che l'altro era già andato.
Xehanort tentò un affondo preciso, trovando la guardia di Asura abbassata, ma si ritrasse qualche secondo prima di colpire, balzando indietro. Alzò una mano al cielo e un thundaga si scagliò sul cavaliere della follia. Quest'ultimo non fece nulla e subì il colpo. Nel frattempo il maestro era nuovamente partito alla carica. Trasformò il keyblade in un artiglio e si avventò su Asura. La velocità e la precisione del vecchio erano sconcertanti, usava il minimo della forza per scagliare attacchi di inaudita potenza. D'altro canto, il suo nemico li subiva senza battere ciglio, come se non valesse la pena combattere. Proprio al momento del colpo di grazia, Xehanort si ritrasse e lanciò una nuova magia, anche essa assorbita. Sora non riusciva a capire il motivo per cui il più grande keyweilder di tutti i tempi si ritraeva proprio nel momento cruciale. La cosa si ripeté per diversi minuti, mentre uno colpiva, l'altro subiva e non c'era modo che le cose cambiassero. Nel frattempo lui si sentiva già molto meglio ed era pronto per unirsi allo scontro. Barcollò un po' prima di rimettersi in piedi, poi appena le gambe risposero, partì all'attacco. Avvolto da una forte luce, i suoi abiti cambiarono e la fusione limite si attivò. Si piegò leggermente sulle cosce e pose il keyblade davanti a sé. L'incrocio sonico andò a buon fine, interrompendo lo stallo dei due contendenti. Sora iniziò la sequenza e poco prima del colpo decisivo sentì:
"Fermati, sciocco ragazzo!"
Il giovane non diede retta all'avvertimento di Xehanort è si fiondò su Asura. Il colpo non andò a segno, il cavaliere l'aveva bloccato con un dito.
"Cosa?"
Il ragazzo non ebbe neanche il tempo di sorprendersi, Asura era svanito per poi riapparire dietro di lui, pronto ad impalarlo. L'intervento di Xehanort gli salvò la vita per la seconda volta.
"Se non fosse che mi servi, saresti già morto, sciocco ragazzino."
Sora chinò il capo imbarazzato, aveva rischiato di rimetterci la vita seriamente e anche in maniera piuttosto sciocca.
"Perché?" Chiese, cercando di far trasparire una falsa indifferenza.
"Non ci arrivi? È il cavaliere della follia. Non ha un motivo per fare le cose. Le fa perché sente di doverle fare.
Sora aveva capito, quando si era perso nello sguardo di Asura, aveva provato la medesima cosa. Annuì e si mise in posizione vicino al vecchio.
" Curiosi i moscerini. Continuano a combattere pur sapendo che non hanno scampo. Phegor, Riku, i tuoi amici, quello stolto che ti sta vicino e tu Sora. Avete lo stesso sguardo di quegli insetti che ho schiacciato poco prima, lottare pur sapendo che non c'è speranza di vittoria. Quindi ora mi domando: chi è veramente il pazzo tra noi?"
"I miei amici? Cosa gli hai fatto Asura?!"
Il cavaliere alzò il dito indicando dietro al ragazzo.
Sora si voltò e erano davanti a lui, distesi a terra privi di sensi.
"Aqua, Ven, Terra, Paperino, Pippo, vostra maestà, Lea, Roxas, Xion! Rispondete!"
Oltre a loro notò anche la presenza di Young Xehanort, Isa e Braig.
"Che ci fanno loro qui? Xehanort!"
"...sei lento a capire, ragazzo. Sono stato io a darti i pezzi del mio diario usando me stesso come corriere. Ti ho usato per arrivare fin qui, per ottenere quello che mi spetta. Ti ho già detto che ho ucciso Yen Sid per questo è manipolato le vostre menti affinchè mi creaste la situazione migliore per incontrare Xebald. Ora però le cose sono cambiate..."
"..." Sora rimase in silenzio.
"Come reagirà Sora? Come reagirà l'eroe? Aveva accettato il suo peggior nemico, ma ora è ancora sicuro di potersi fidare di lui?"
Perché? Eppure lo aveva accettato, sapeva di essere stato usato, ma perché ora era tutto più difficile da mandare giù? Cosa gli stava succedendo?
"Io...io..."
I dubbi che aveva dissipato a fatica si erano presentati più forti di prima.
"Io ho deciso!"
La catena puntata verso il nemico, il vero manovratore di questa storia.
"Asura, i tuoi giochini non funzionano! Io sono qui per porre fine a questa storia in nome delle persone che mi hanno scelto. I miei amici sono il mio potere!"
Nuovamente quella luce.
"Luce regale."
Nuovamente quel keyblade.
La lama divenne un fascio di luce radiosa.
"È la tua fine, Asura! Questo è per i miei amici!"
L'attacco si abbatte sull'avversario.
"I tuoi amici sono il tuo potere? Allora deve essere un potere veramente debole."
Il cavaliere non si era mosso di un millimetro e teneva la spada eterea tra due dita senza sforzo. Una piccola pressione e questa si dissolse nel nulla.
"Ora ti mostro io un potere degno di questo nome."
La mano libera di Asura si sollevò davanti a lui, mentre il suo corpo veniva ricoperto sia di luce che di oscurità.
"Questo è potere."
Una folata annunciò la comparsa di un altro keyblade. Luce folle era finalmente apparsa.
Esattamente come la sua metà oscura, Luce Folle possedeva un tema lunare, solo che in questo caso mostrava la parte luminosa del satellite. Il barlume che emanava era luce, ma aveva qualcosa di diverso. Era una luce che sapeva di oscuro, un keyblade che incarnava un vero e proprio ossimoro. A Sora era capitato di trovare una scintilla nelle tenebre più profonde, questa, però, era la prima volta che ammirava l'oscurità nella luce. La sala tutta intorno sembrò reagire alla presenza della nuova lama e le mura diedero l'impressione di contorcersi e deformarsi, quasi a tentare di contenere tutto quel potere che quell'uomo emanava. Nel frattempo Asura, per la prima volta nello scontro, aveva assunto una posizione di battaglia, posizionando il braccio destro sopra la testa, con Buio Pazzo rivolto verso il basso, mentre il sinistro copriva l'addome e Luce Folle si stagliava in alto.
"Luce e oscurità confluiscono nel caos. Questo è il potere definitivo, questa è la follia. Stile a due keyblade, eclisse."
Due aure distinte si propagavano dal cavaliere, una bianca e una nera. Tuttavia non entravano in conflitto, non si annullavano a vicenda, ma convergevano in un miscuglio di bagliori e tenebra. Era uno spettacolo tanto affascinante quanto spaventoso.
"Questa è la resa dei conti, ragazzo. Te la senti di proseguire?"
Sora squadrò Xehanort. Non si aspettava certo una domanda del genere da lui, ma quando lo guardò in volto ne capì la natura: era la prima volta che vedeva i tratti della paura sul viso del vecchio.
"Sono sicuro che ce la faremo."
Rispose il castano. Non sapeva bene come le sue parole sarebbero suonate alle orecchie del suo compagno, perché non ne era convinto neanche lui. Quel tizio aveva bloccato e distrutto con due dita il suo colpo migliore e ora sembrava sprigionare una forza che superava ogni immaginazione.
"Sono della stessa idea, ragazzo."
La risposta sorprese Sora. Pensava che Xehanort notasse la sua insicurezza e invece sembrava avesse creduto in quelle parole, sembrava aver trovato nuova fiducia nei suoi mezzi. O forse lo faceva solo per non demoralizzare se stesso e lui. Chissà? Restava il fatto che non era né il momento e né il luogo adatto per pensare a certe cose, c'era un avversario da sconfiggere.
Il giovane maestro annuì e assunse la sua classica posizione di battaglia, pronto a ricevere l'attacco di Asura. Il cavaliere non tardò a fare la prima mossa. Il suo stile era completamente cambiato. Da attendista si era tramutato in aggressivo e violento, quasi a voler dimostrare la sua schiacciante superiorità. I due non riuscirono a percepire alcun movimento, l'unica cosa videro fu Asura che scompariva dalla loro vista, per poi riapparire di fronte a loro per colpirli inesorabile. Il primo a subirne la furia, stavolta, fu Sora. Il keyblade nero calò su di lui inesorabile, ma Xehanort intervenne e bloccò il fendente a mezz'aria, mentre il castano impediva a Luce Folle di perforare il fianco del suo compagno d'armi. Insieme riuscirono a respingerlo e tentarono di affondare il colpo, ma questo scomparve ancora, per ripresentarsi alle spalle del vecchio. Il taglio orizzontale di Asura fu intercettato da Sora, permettendo all'altro di attaccare. Due spuntoni oscuri si pararono di fronte al maestro calvo e altri due piombarono sul ragazzo. Xehanort li eliminò con un megaflare e Sora evitò di finire arrosto usando reflex. Nel frattempo il cavaliere della follia era ricomparso a qualche metro da loro. Alzò il keyblade lucente al cielo e dalla punta di quest'ultimo partirono tante piccole sfere di luce, che a mo' di pioggia si abbatterono sui due malcapitati. Roteando le lame, fu facile bloccare i proiettili, ma quando Asura conficcò nel terreno Buio Pazzo, la miriade di aghi oscuri resero la vita difficile ad entrambi. Schivato l'ennesimo spunzone, Sora decise di provare con un attacco magico, così trasformò il keyblade in pistola e sparò una serie di proiettili blizzaga. Le piccole sfere di ghiaccio si schiantarono sul nemico, generando enormi pezzi grosse chiazze gelate, ma l'attacco sembrò non sortire alcun effetto sull'avversario. Sora continuò a far fuoco, non curante di mancare costantemente il bersaglio, finché un aura fredda come l'inverno gli rivestì il corpo. Anche i suoi abiti cambiarono e intensi come la luce del mattino, diventarono cristallini come il più puro ghiacciaio. Il nuovo potere donò al ragazzo la facoltà di padroneggiare alla perfezione il gelo, così, alzando il keyblade al cielo, evocò un tornado di cristalli. Questo prese forma e rivestì il giovane come un armatura, mentre quest'ultimo si lanciava all'assalto. Asura non fece una piega e si preparò a rispondere. I due guerrieri si scontrarono, passandosi da parte a parte, entrambi sicuri di aver colpito l'altro. Fu solo quando l'armatura di ghiaccio svanì e le forze vennero a mancare, che Sora si accorse di aver perso nello scontro, mentre il suo avversario si scrollava la neve dalle spalle. Scomparso di nuovo, il cavaliere si parò davanti al maestro. Se Xehanort non fosse intervenuto, Sora sarebbe già a terra privo di vita, ma il vecchio lo aveva salvato ancora gettandosi sul nemico. Asura parò il colpo, ma dovette ricorrere di nuovo al teletrasporto per evitare i proiettili oscuri che seguirono la carica. Lo stile e l'aura di Xehanort erano cambiate, una cortina oscura rivestiva il suo corpo. Lo stile oscuro sembrò tener testa al nemico, infatti il maestro riusciva a bloccare ogni offensiva a sorpresa del suo aggressore e a controbattere senza grosse difficoltà. Ma all'ennesimo scontro finito in pari, il guerriero della follia fece pressione sul keyblade di Xehanort per poi sprigionare una sfera di luce che accecò il vecchio e Sora. Quando il bagliore smise di annebbiare la vista del giovane, lo spettacolo fu sconvolgente: Luce Folle aveva attraversato da parte a parte la pancia di Xehanort, mentre quest'ultimo penzolava esanime, accasciato sulla spada chiave.
"No!"
Urlò Sora, mentre il cavaliere sfilava lentamente il keyblade dalle viscere del suo avversario.
"Un traditore in meno."
Il ragazzo raccolse tutta la sua forza e si avventò sul carnefice del suo più grande nemico, ma a questo bastò semplicemente guardarlo per evocare un onda d'urto che spazzò via il castano.
Poi con Buio Pazzo finì il lavoro, trafiggendo da parte a parte il cuore del vecchio, senza pietà. Nel frattempo il giovane Xehanort, accasciato in un angolo, ancora preda della follia di Asura, iniziò a svanire. La morte di Xehanort aveva tolto l'unico legame che teneva la sua versione più giovane in questo mondo. Anche gli occhi di Isa e Braig tornarono alla normalità, a testimonianza della fine del maestro.
Il più grande maestro del keyblade era morto.
"Co-come hai potuto...perché...perché?"
Asura non rispose, si limitò a guardare Sora e il suo patetico piagnisteo e a sorridere.
"Anche se è stato una persona crudele e senza scrupoli, non meritava quella fine."
"Hai ragione. Dovevo semplicemente schiacciarlo, come si fa con gli insetti. Diciamo che si può ritenere fortunato che gli abbia riservato l'onore di essere trafitto dai miei keyblade."
"Smettila! Tu non hai la minima idea di chi avevi di fronte! Lui era, è e sarà il più grande maestro che abbia mai calpestato questa terra. E tu lo stai disonorando così? Non ne hai il diritto!"
Perché, perché provava tutta quella rabbia e quella tristezza? In fondo era sempre stato usato, per Xehanort non era altro che uno strumento per i suoi scopi. Perché non riusciva a perdonare ad Asura quello che aveva fatto? Non riusciva a comprendere i suoi sentimenti in quel momento, ma di una cosa era certo, quel tipo l'avrebbe pagata.
Si alzò a fatica, raccogliendo tutte le sue energie e strinse tra le mani il keyblade.
"Il vecchio ha creduto nelle mie parole, ha creduto che ce la potessimo fare e io non voglio deluderlo. Ti sconfiggerò Asura!"
"Come è dolce....come è dolce il suono della pazzia...ah ah ah...ah ah ah...".
Se prima le speranze erano minime, ora si erano ridotte a zero. L'avversario dinanzi a lui era troppo forte, troppo potente. Però a Sora non importava, era lì, in piedi con stretto tra le mani il suo keyblade. Il suo volto era sicuro e deciso, pronto a respingere qualsiasi attacco e a sferrare la più letale offensiva.
I due si fissarono per qualche istante. L'espressione di Asura era sempre la stessa, persa in chissà quale mondo di caos e follia, inquietante e opprimente allo stesso tempo.
Il ragazzo chiuse per un attimo gli occhi per radunare le energie, fece un lungo respiro e poi sparò un firaga multiplo contro il suo nemico. Le fiammelle circondarono il nemico, prima di chiudersi su di lui. Il colpo sarebbe andato sicuramente a segno, se il cavaliere non fosse scomparso. Sora si voltò di scatto e bloccò il fendente dell'altro, prima di far esplodere un megaflare per accecarlo. Il guerriero della follia rimase per un momento stordito e il maestro poté approfittarne: si lanciò su di lui, infiammando il keyblade per sferrare un blitz ardente. La lama cozzò contro quelle dell'avversario incrociate. Il giovane maestro fu respinto senza fatica. Recuperò a mezz'aria l'equilibrio e dandosi la spinta contro una colonna lì vicino, si lanciò per un secondo tentativo. Stavolta, però, aveva dalla sua parte il potere del lanciafuoco. L'aura rossiccia prese la forma di un uccello con le ali spiegate, dando allo stile un incremento di potenza notevole.
"Stile lanciafuoco, forma della fenice!"
Urlò Sora, mentre si gettava sul crudele avversario. L'altro non fece una piega e a pochi attimi dall'impatto scomparve, per riapparire sopra il ragazzo e piantarlo a terra con un calcio. Lo stile si dissolse e Sora fu afferrato per i capelli e tirato su. Asura si mise ad osservare quel moccioso penzolante con un sorriso ebete in volto.
"Guarda, guarda dove la tua pazzia e quella dei tuoi amici ti ha portato. Potevi evitare tutto questo se quel giorno sulle isole fossi morto. Potevi risparmiarti tutto questo dolore se non avessi tentato di fermare il mio signore. E invece guarda: i tuoi amici sconfitti, la principessa nelle nostre mani, i tuoi maestri morti. Hai perso tutto e per cosa? Per perseguire un sogno folle e stupido: sconfiggere il mio signore. Battere Xebald. Sei riuscito a superare così tante emozioni negative: dolore, paura, ira, dubbio. Eppure non ti sei accorto che più andavi avanti e più cadevi nelle mie mani? Più entravi in balia della follia. Ora sei solo una fiaccola e a me basta un soffio per spazzarti, per spegnerti definitivamente. Ma prima osserva, osserva cosa ha comportato la tua cieca pazzia!".
Sora fu trascinato per tutta la stanza. Fu messo faccia a faccia con tutti i suoi amici lì distesi, con Riku e con lei. Kairi era proprio dietro il trono di Dark Heart. Poteva vederla anche nelle tenebre più fonde, imprigionata in un'oscurità opprimente, insieme alle altre principesse. Ebbe un istinto involontario, tese la mano, come se stupidamente volesse raggiungere il suo volto e toccarlo. Durò qualche istante, poi il suo braccio ricadde lungo il corpo, esanime.
Asura lo gettò a terra. Il ragazzo fece qualche metro strusciando sul pavimento.
"Mi sono stancato. E pensare che eri l'unico che poteva cambiare le cose...certo che anche il destino è qualcosa di veramente folle..."
Uno spuntone nero comparve sopra al giovane.
"Addio, Sora."
La punta sbatté contro il terreno, rompendosi e svanendo, così come era apparsa, nel nulla.
"E così hai scelto."
Asura bloccò con Buio Pazzo l'attacco di un essere oscuro. L'oscurità aveva preso il sopravvento, dopo tanta sofferenza, il buio si era manifestato nella forma più insolita: un non heartless. L'anti fusione si era attivata in maniera involontaria, salvando la vita al ragazzo.
Il guerriero lo respinse indietro, ma Sora, o quel che ne rimaneva, continuò imperterrito ad attaccare. Guidato solamente dalla suo cieco istinto e senza badare ai danni collaterali, l'essere si lanciava con attacchi estremamente potenti sul nemico. Quest'ultimo però, a differenza di molti che di fronte a tanta irregolarità sarebbero andati in difficoltà, sembrava trovarsi a proprio agio e lo contrastava senza fatica, andando vicino ad ucciderlo più e più volte. Il mostro oscuro, sempre più infuriato per i suoi tentativi nulli, evocò un enorme sfera nera e la lanciò contro Asura. Il cavaliere la tranciò in due e poi colpì l'anti Sora in pieno, facendolo stramazzare al suolo.
"Tutto qui? Anche con l'oscurità dalla tua, è tutto qui quello che riesci a mostrarmi, insetto?"
********
Buio, non c'era altro che oscurità intorno a lui. Non la sopportava, non c'era abituato. Non era come quella nel cuore di Riku, era diversa e sapeva di risentimento. Era un misto di sentimenti che facevano presa sul suo cuore e non lo mollavano. Lo ghermivano come fa un'aquila con la sua preda. Il respiro si faceva sempre più affannoso, mentre dolori lancinanti lo facevano piegare a metà e aumentavano quel buio soffocante. L'ultimo fu terribile, Sora cadde in ginocchio stringendosi il petto. Non riusciva a parlare, non riusciva a respirare, non riusciva neanche a pensare. Stava...morendo? Era questo che si provava? Era questo che avevano sentito Yen Sid e Xehanort?
"M-mi dispiace...è tutta colpa mia."
Dopo tanta fatica, furono solo queste le parole che riuscì a pronunciare, dopo che altre mille gli avevano affollato la testa. Ormai i sensi venivano meno, ormai la vita gli stava scivolando via e la sua anima si allontanava dal corpo e dal cuore.
"Alzati, ragazzo."
Sora aprì gli occhi. In mezzo all'oscurità due figure si stagliavano fiere e incuranti delle tenebre.
"Maestro Yen Sid? Xehanort? Ma..ma voi eravate..."
"Sì, lo siamo." Replicò il vecchio mago.
"Questo è solo frutto della tua mente. Viviamo come ricordi nella tua coscienza. Siamo o no dei maestri?" Continuò Xehanort.
"Perché...che ci fate..."
"Per quanto sia stato ottuso nei miei obbiettivi, non ti ho mai perso di vista, ragazzo. Tu nascondi un potere che va al di là della tua normalità. Tu possiedi una dote in grado di dominare l'universo. Tu sei il solo dopo secoli che ha la capacità di connettersi con tanti cuori."
"E questo a cosa..."
"Mio caro Sora.- disse Yen- solo un uomo riusciva a compiere tali gesta. Fu il primo cavaliere del keyblade che abbia calcato questo mondo e l'unico in grado di interagire con Kingdom Hearts."
"Lui possedeva il Xblade e ne era l'unico erede. Nonché maestro del maestro dei foretellers. E come già sai il suo nome è..."
"Xebald." Completò Sora.
"Esattamente."
"E anche se fosse così? Come potrei battere Xebald se non riesco a battere Asura? è troppo forte..."
"Pensa, ragazzo, qual'è il potere che usa Asura?"
"Il caos."
"E il suo opposto è?"
"Non capisco."
"L'ordine, Sora. Metti ordine nei tuoi sentimenti, prendi possesso di te stesso, trai potere da luce e buio e crea equilibrio. Solo così potrai annientare il caos." Disse Yen Sid.
"E come posso fare?"
"Questa è una cosa che dovrai capire da te stesso, ragazzo."
Le due figure scomparvero nel nulla, lasciando Sora con mille dubbi. Però non c'era tempo per quelli, doveva mettere ordine nei suoi sentimenti e trovare l'equilibrio. Fece un respiro e cominciò a pensare, ma tutto quello che gli veniva in mente erano i nomi dei suoi...amici! Certo, come aveva fatto a non pensarci prima, i suoi amici. Solo loro potevano mettere ordine nei suoi pensieri, solo loro erano la forza necessaria a sconfiggere Asura. Prima aveva fallito perché non erano loro a guidarlo, ma rabbia e risentimento. Ma ora lo sentiva, sentiva il potere dei suoi amici scorrergli nel profondo dell'essenza.
"I miei amici sono il mio potere!"
Una luce squarciò le tenebre e invece di scacciarle si mescolò ad esse creando un equilibrio perfetto.
Sora si rialzò, mentre i suoi abiti assumevano una colorazione a metà tra il nero e il bianco. Il contrasto però era inesistente, poiché questi colori convergevano perfettamente tra loro. Una parte del volto di Sora rimaneva avvolta nell'oscurità e uno dei suoi occhi restava completamente giallo, ma la sua coscienza era più vivida che mai e il simbolo di una gigantesca corona comparve sul suo petto.
"Ora sono pronto Asura."
"Lo speravo con tutto me stesso."
Uno scontro titanico giungeva alle sue fasi finali, mentre lontano da lì, in una stanza bianca come il latte, una ragazza bionda sorrideva, mentre osservava sul suo disegno il nuovo pretendente al trono: Sora.
"Sapevo che avresti capito.In fondo sei tu, vero Sora?"
I keyblade cozzarono in mille scintille. Sora e Asura di nuovo a confronto, ma stavolta non c'era disparità, stavolta l'equilibrio regnava tra le forze. Nessuno cedeva di un passo, nessuno aveva intenzione di perdere questa battaglia. Entrambi fecero un balzo all'indietro, studiandosi a vicenda.
Lo sguardo del cavaliere non era cambiato, perso ancora in chissà quale mondo, sembrava come se non stesse vivendo questa battaglia, ma che la sua esistenza fosse imprigionata in qualche altro luogo, in un altro tempo.
"Dimmi, dimmi perché non vedo alcun sentimento in te. Perché nei tuoi occhi non leggo quello che altri cavalieri avevano da raccontarmi...perché non riesco a toccare il tuo cuore, Asura."
Il guerriero sorrise e come al solito non perché qualcosa lo sollecitasse a farlo, ma solamente perché qualcosa nella sua testa confusa gli diceva di doverlo fare.
"In mezzo a tutto ciò ti preoccupi del mio cuore? Definirti un folle sarebbe sminuente. Rasenti la pazzia più pura."
"Forse hai ragione, ma il fatto è che non capisco...non capisco le tue azioni. Gli altri avevano sempre qualcosa che li ha spinti a tutto ciò, ma tu..tu non hai nulla...non c'è nulla."
"Esattamente."
Scomparso dalla vista del ragazzo, Asura comparve alle sue spalle pronto a colpire. Le armi vennero a contatto di nuovo e un rapido scambio li pose nuovamente uno di fronte all'altro.
"Quindi non hai un motivo per combattermi? Lo fai e basta?"
"Questa è la follia."
Ancora un faccia a faccia. Sora riuscì a spezzare la guardia di Asura e a mettere a segno un potente affondo, che schiantò il suo avversario contro una colonna lì vicino.
"No, non posso credere che sia tutto qui. Ci deve essere altro."
Un centinaio di spuntoni piovvero dal cielo, ma il maestro li respinse con un reflex, poi, piantando il keyblade nel terreno, innalzò una colonna di luce che respinse l'attacco a sorpresa di Asura. Un varco oscuro inghiottì il ragazzo, il quale si presentò davanti al nemico e lo atterrò ancora.
L'altro lo guardava, per la prima volta, dall'alto in basso continuando a ridere.
"Puoi crederci o no, questa è la mia natura. Un corpo svuotato della sua essenza e riempito di follia pura. Io sono l'essere che la guerra ha generato. Io...sono...la...pazzia!"
Un'onda d'urto fece indietreggiare Sora, mentre il guerriero si rialzava.
"Stile ad un keyblade. La notte più buia."
Le due lame, Buio Pazzo e Luce Folle, si unirono in un unico grande keyblade. Le due mezzelune di completarono, formando una luna rosso cremisi, mentre il keyblade impazziva tra colori e forme, fino a prendere la forma di una lama, simile a quella del Xblade, ma di un nero sbiadito. Ai lati dell'elsa, infine, comparvero due ali demoniache.
"Xblade, forma caos. Questo è il guscio vuoto del vero Xblade, modificato dalla follia che il mio frammento emana. Assaporane la sua vera forza."
La spazzata sbalzò via il ragazzo. Asura si dileguò di nuovo e anche se Sora ne capì le intenzioni, non riuscì a contrastare la forza della nuova arma, andando per l'ennesima volta a terra.
Si rimise in piedi a fatica, ma l'altro fu subito su di lui. Per allontanarlo, Sora sparò un firaga, ma la magia di dissolse nel nulla, mentre lui veniva colpito alla pancia dalla potente arma. I colpi si susseguirono in sequenza, senza che il giovane potesse fare nulla, fino a che non si ritrovò in ginocchio a sputare sangue.
"Dai, provaci ancora. Prova a cercare una ragione per cui ti sto per annientare. Chissà...magari in punto di morte qualcosa la tua fantasia riesce a tirar fuori."
Asura sferrò un calcio al ragazzo, che cadde al suolo.
"Avanti. Non sento. Parla."
Un altro calcio.
"Mh? Come hai detto? Ah, non hai risposte? Be, allora puoi anche..."
Qualcosa colpì Asura. Il cavaliere si voltò in direzione dell'attacco appena subito e qualcosa lo bersagliò dal lato opposto, mentre un ragazzino biondo si presentava al suo cospetto tentando di colpirlo. Bloccò l'attacco, ma subito un altro giunse ad importunarlo. E ancora uno, e un altro. Venivano da tutte le parti, erano come tanti piccoli aghi che si conficcavano nella carne arrecando solo un fastidio irritante.
"Non farai del male a Sora!"
"Noi te lo impediremo!"
"Non puoi vincere!"
Ora parlavano anche. Quegli insulsi moscerini sapevano formulare parole oltre a gemiti e urla di dolore.
"Non capisco. Voi...come fate ad essere ancora in piedi?"
Paperino, Pippo, Topolino, Aqua, Terra, Ventus, Lea, Roxas e Xion erano lì davanti a Sora e lo difendevano, anche se consapevoli che era tutto inutile.
"Levatevi di mezzo, insetti."
"No!" Risposero in coro.
"Allora lo farò io di persona."
Una spazzata li sbalzò tutti via. Ma, proprio quando stava per colpire il giovane, nuovamente eccoli tornare ad infastidirlo.
"Smettetela! Smettetela!"
Più li atterrava, più li feriva e più loro tornavano alla carica. Tutti uniti per un singolo uomo e per di più un moccioso.
"La vostra pazzia è arrivata a tanto? Siete veramente così folli da battervi per questo ragazzino? Siete addirittura disposti a morire per lui?"
"Sì!"
Di nuovo un coro di voci forti e decise.
"Sentito Asura....io ho un motivo per combattere....tutti noi ce l'abbiamo....tu no? Allora non riuscirai mai a batterci! Te l'ho detto: i miei amici sono il mio potere e io sono il loro."
Tante lame si conficcarono nel corpo dell'inerme Asura. Ognuna recava un sentimento simile ma differente, ognuna era intrisa della forza del suo possessore legata a quella degli altri.
"Allora l'essenza della follia è...l'amicizia? Come ho fatto a non capirlo prima? Ah, giusto...sarà perché sono sano. Ah...ah...ah...ah...ah"
Il Xblade corrotto si dissolse, mentre il corpo inerme di Asura cadeva al suo inerte.
"Ce...l'abbiamo fatta!" Urlò Sora.
Ma la sua gioia fu subito spezzata. Il suo avversario si rialzò. L'elmo tornò a ricoprire il suo volto, mentre a lenti passi si recava al suo trono. Lentamente si sedette al suo posto, mentre un'aura oscura lo ricoprì. La stanza fu scossa da un tremito. Sette luci e tredici oscurità si innalzarono dai corpi di chi li emanava e convergendo verso Kingdom Hearts, proiettarono una gigantesca ombra a forma di cuore sopra il quattordicesimo trono. Una luce scese dal cielo, irradiando lo scranno e lentamente si andò a depositare al centro del petto di un guscio senza anima. Quel corpo fu scosso da un brivido, come se tornasse alla vita, mentre il suolo sotto di lui si incrinò leggermente. L'uomo si alzò dal suo posto di scatto. Sollevò la mano davanti a sé ed evocò l'arma suprema: il Xblade.
"Io, Xebald, il detentore del Xblade sono tornato a nuova esistenza. Ora, finalmente, può iniziare il mio regno."

 
   
 
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