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Autore: Luu    13/06/2017    12 recensioni
Seconda classificata al contest Music Volume is OVER 8000! indetto da nuvolenere_dna sul forum di EFP
Una trappola, non una missione. Ecco cosa c'era ad attendere Radish e Vegeta su quel pianeta lontano ed inesplorato da tempo. Freezer conosceva bene le temibili arti psichiche di quella razza dal potere combattivo apparentemente irrisorio e non poteva che utilizzarle a proprio vantaggio, spedendo l'ignaro principe all'assalto, nel vano tentativo di eliminare la minaccia del super saiyan una volta per tutte. Ma Vegeta era cauto, raramente andava in missione da solo, portava sempre qualcuno a coprirgli le spalle e, stavolta, era toccato a Radish. E quello che inizialmente era solo un lieve presentimento, si era rivelata una dura verità, più pericolosa di quanto i due guerrieri potessero aspettarsi. Una realtà così estrema da portare due anime dannate ad unirsi nel dolore e a farlo in un modo tanto insapettato quanto profondo.
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nappa, Radish, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname su EFP: Luu.
Nickname sul forum: Luu96

Titolo: Silent Revenge
Personaggi principali: Radish, Vegeta, Nappa
Pairing: Radish x Vegeta
Traccia scelta: 11. Madi Diaz – Ashes



SILENT REVENGE

 

Don't, don't you let me down (No, non deludermi)
Fall, fall to the battleground (Cadi, cadi sul campo di battaglia)
No, I won't stand to keep watching you stay (No, non continuerò a guardarti rimanere)
Go, soon the sun will be turning away (Vai, presto il sole tramonterà)
Leave, leave me no promises (Vattene, lasciami senza fare promesse)
Wave, from the walls as they're caving in (Spostati, dai muri dal momento che stanno crollando)
No, I won't stand to keep watching you stay (No, non continuerò a guardarti rimanere)
Go, soon the sun will be turning away (Vai, presto il sole tramonterà)
Run through the arrows (Corri fra le frecce)
Let the reins fall behind you (Lascia le redini cadere alle tue spalle)
Race to the shadows (Corri verso le tenebre)
Hold your breath till your heart blooms (Trattieni il fiato finché il tuo cuore fiorisce)
Ashes to ashes (Cenere alla cenere)
Lighting up all around you (Illuminando tutto intorno a te).

 

Il sangue sgorga copioso dalla fronte, si increspa tra gli occhi, ne senti il sapore ferroso in bocca misto a terra e fango. Hai la vista annebbiata, ma intravedi la sua figura che vacillante avanza verso di te.

No, Vattene! Che fai?

Vorresti urlarglielo ma non ci riesci, non hai fiato per parlare, non hai forza per alzarti dal terreno su cui pesante si riversa il tuo corpo.

Questo pianeta sta per esplodere, ne senti vibrare le viscere nell’entroterra e lui è ancora lì e sta venendo nella tua direzione. Non riesci a capire perché non salga su quella dannata navicella nemica e se ne vada da questo mondo in procinto di diventare polvere stellare. Sei sempre stato convinto di aver a che fare con uno psicopatico figlio di puttana, che non si sarebbe mai abbassato ad aiutare una terza classe come te, ma oggi quel mostro per cui hai sempre nutrito timore ed immenso rispetto, ha deciso di salvarti la vita, rischiando così quella di entrambi. E adesso ti accorgi di quanto tutto ciò sia sbagliato.

No, non continuerò a guardarti rimanere. Non permetterò che tu muoia qui, insieme a me.

Cerchi di puntare i gomiti a terra per sollevarti, per cercare di alzarti in volo, ma si affossano nella melma senza riuscire a sostenere il tuo peso. I tuoi lunghi capelli corvini si incollano al tuo viso, si impastano con il sangue rappreso.

I muri intorno stanno crollando, vengono inghiottiti dalla lava incandescente, che fuoriesce dal sottosuolo, da crepe che ad ogni scossa divengono sempre più profonde, sempre più estese.

E lui è sempre più vicino, perché è così testardo?!

Vorresti dirgli “Vai, tu devi salvarti, sei il prescelto, l’unico che potrà mai diventare un super saiyan, l’unico che divenendo leggenda, sarà in grado di  porre fine al dominio di Freezer.”  Le vostre navicelle sferiche sono state fuse dal magma che scorre come un fiume, diramando in infidi ruscelli fumanti e con tuo crescente stupore lui continua ad avanzare a fatica verso di te, allontanandosi ad ogni passo dall’unico mezzo che possa egoisticamente salvargli la pelle. Lui sa che l’ultimo dei cinque Soli di quel pianeta presto tramonterà, e lo farà per quella che sarà l’ultima volta. Ma non se ne cura, non ha intenzione di perdere altri uomini, basta sconfitte, basta umiliazioni. Allora si ostina a camminare trovando la forza nell’appartenenza alla razza che vi accomuna. No, non continuerà a guardarti rimanere e il richiamo del sangue, forte come mai prima di allora,  lo spinge a compiere gli ultimi passi che vi separano.

 

Avverti una ferrea presa sul tuo braccio destro, ti senti sollevare di peso e cerchi di restare in piedi. Lui, in parte per la stanchezza ed in parte per orgoglio, si discosta lievemente, spera tu riesca a camminare da solo, ma non fa in tempo a lasciarti andare, che subito senti le gambe cedere. Allora ti appoggi a lui, bestemmiando, lui che prontamente circonda un braccio intorno alla tua vita, cercando di farti stare dritto, lui che non è abituato a quel genere di contatto fisico, lui che è il solo al quale lo concederesti.

Ti aggrappi con rabbia alle sue spalle, così piccole in confronto alle tue, ma che non faticano a sostenere il tuo corpo massiccio. Imprechi a denti stretti, hai dolore dappertutto, un dolore così intenso e diffuso che non riesci a stare sveglio. L’ultima cosa che percepisci prima di perdere i sensi, è la sua voce severa che non perde occasione di ammonirti.

Te l’avevo detto di guardarti le spalle!

 

Quando riacquisti la lucidità perduta, sei già nella grande navicella, sottratta a quella razza di guerrieri ormai estinti, ma ti accorgi di non trovarti in viaggio verso la base. Sei ancora lì, lo siete entrambi.

Dall’angolo in cui sei seduto, vedi Vegeta, il tuo principe, ferito ed umiliato dagli eventi, muovere velocemente le dita sui tasti del controller per cercare di far partire quel rottame, lo senti imprecare a denti stretti, dice di non volerla dare vinta a quel bastardo di Freezer, dice di voler sbattergli in faccia di che pasta sono fatti i saiyan, fieri soldati che non periscono di fronte ad una trappola ignobile come quella. Lo insulta tramite colorite espressioni della vostra lingua madre, finché con immenso sollievo non udite il motore in funzione e percepite il vuoto al di là del pavimento metallico. Decollate appena in tempo e non sai quale divinità vi abbia assistito in quella missione maledetta, né il motivo per cui l’abbia fatto.

Alcuni frammenti di roccia incandescente vi sfrecciano accanto, quasi volessero accompagnarvi in quella fuga disperata, mostrandovi la via verso la salvezza, la via verso le dolci e gelide tenebre.

 

Attraverso l’enorme oblò della navetta, ormai immersi nello spazio, vedete quel corpo celeste disintegrarsi in sordina in uno scenario tanto tremendo quanto famigliare, lo osservate illuminarsi ed improvvisamente divenire cenere, ma questa volta non c’è alcun ghigno sadico a prendere forma sui vostri volti, i vostri occhi non brillano, estasiati da tanta distruzione, ma si opacizzano di dura consapevolezza. Avreste potuto fare la stessa fine, lo pensate entrambi. 

 

Stai per perdere i sensi di nuovo, seduto sul freddo pavimento, ma Vegeta si avvicina e si inginocchia alla tua altezza, catturando la tua attenzione. In mano tiene una cassetta metallica sporca, ammaccata in più punti. La apre e ne estrae una siringa che riempie di un denso liquido verde, probabilmente un antidolorifico. Prende il tuo braccio, lo stringe con forza al di sotto della spalla per far gonfiare le vene ed inserisce l’ago con un gesto netto ed estremamente preciso, come l’avesse fatto migliaia di altre volte.

-Domani ti sveglierai e sarai molto più forte di quanto tu non sia mai stato- non incrocia il tuo sguardo mentre pronuncia con tono severo quelle parole rincuoranti e ripone il tutto in quella cassetta di fortuna.

Prima che possa allontanarsi lo fermi, circondando il suo polso tra le dita in una debole stretta.

-P…Perché l’hai fatto?- ti guarda come se la risposta fosse ovvia.

-Non l’hai capito? Ho bisogno di guerrieri all’altezza per potermi prendere la mia rivincita contro Freezer e dopo essere quasi morto su quel pianeta infernale, mi sarai molto più utile una volta rimessoti in forze-.

Ti dai dell’idiota nell’aver pensato di essere stato salvato per un diverso motivo, per esserti considerato importante, quando sei solo uno dei tanti mezzi da utilizzare contro quell’infame. Però c’è qualcosa che ti impedisce di credere appieno alle sue parole, un fatto di rilevanza eccessiva per essere ignorato. Vegeta non porrebbe mai la vita di qualcun altro davanti alla propria.

-Saresti potuto morire…- vedi le sue pupille restringersi in quelle iridi scure, in quello sguardo spento, stanco come poche volte, le vedi scattare di lato, le distoglie dal tuo volto tumefatto.

Cosa diavolo gli sta succedendo?

Quell’affermazione sembra averlo turbato, per quello che è stato un fugace istante, un solo attimo che sei riuscito a cogliere al volo, nonostante la vista alterata dalla spossatezza. Probabilmente neanche lui sa darsi una spiegazione ragionevole, però cerca subito di darsi un contegno e controbatte nell’unico modo che riesca a mantenere intatto il proprio orgoglio.

-Tsk, che fai? Sottovaluti la mia potenza?- ma c’è incertezza in quelle parole supponenti, un’incertezza che solo un orecchio allenato come il tuo riesce a percepire. Solo chi gli è sempre stato accanto, chi ci è cresciuto insieme, in quel susseguirsi di movimentate avventure da mercenari che sono state la vostra vita.

 

Ti rendi conto solo adesso che c’è altro a legarvi oltre la reverenziale osservanza nutrita nei suoi confronti, è qualcosa di diverso, di invasivo. È un animarsi interno quasi fastidioso, che allo stesso tempo mitiga le tue angosce.

 

E’… Che cos’è?

 

Lo vedi intento ad alzarsi, sta per rompere quel contatto che hai azzardato senza riflettere. Il suo polso sta per scivolare tra le tue dita, trattieni il fiato, ti accorgi solo adesso che non indossa i guanti, probabilmente persi in quel massacrante caos. E commetti una follia. Ti lasci guidare da quel sentimento conturbante, lo lasci vincere ogni inibizione, lo lasci prevalere su ogni razionale pensiero.

Afferri la sua mano ruvida e sporca, lui ti guarda sconvolto da tanta mancanza di rispetto, da tanta sfacciata libertà, ti fulmina con il suo truce sguardo, sta per urlarti qualcosa, ma ormai non può più farlo. E’ troppo tardi, perché le vostre labbra si incontrano in un bacio violento, esplosivo, che riduce in cenere le sue barriere arroventando le guance scavate, mandando in corto circuito il suo raziocinio e quel che resta del tuo.

Cosa diavolo stai facendo?

Sai che vorrebbe gridartelo, vorrebbe sputarti in faccia tutto il suo iracondo sconcerto, probabilmente vorrebbe ucciderti, mandando in frantumi tutta la fatica fatta per salvarti. Afferra con rabbia la tua folta chioma e ti prepari al peggio, hai osato quel gesto a tuo rischio e pericolo e sei pronto a pagarne le conseguenze. Ma non fa nulla di ciò che ti aspetti. Ti sorprende, sorprendendo se stesso. Cerca la tua lingua, la morde piano, la assapora, si perde in quel gioco lascivo e porta anche te in quell’intricato labirinto dal quale non è riuscito ad evadere in tempo. Senti un calore indescrivibile assalirti, espandersi in corpo come un potentissimo ki caricato al massimo, pronto ad illuminare quella navicella in cui vuole consumarsi l’attrazione silente che inconsciamente vi ha sempre legati. Sai che anche lui sta provando quello sfiancante turbinio interiore, perché il suo zigomo scotta, lo percepisci sotto il palmo ferito della tua mano, così come senti i battiti frenetici del suo cuore provenire dall’arteria occipitale, che martella sotto i tuoi polpastrelli ruvidi.

Una turbolenza, però, vi coglie alla sprovvista, fa sobbalzare la navetta e sai che lui deve andare, deve ripristinare la rotta, che punta adesso verso uno sciame di meteoriti.

Un pensiero assordante fa eco nella tua mente. No, resta!

Invece si alza, come scottato da quella malsana passione, ha ripreso coscienza, un velo di tenebre torna ad adombrare il suo sguardo. Ma non dice nulla, ti ignora, ignora i fatti, dà loro le spalle, com’è sempre stato e lo vedi dirigersi a passo svelto verso il controller.

 

Non esiste un antidolorifico che possa sedare il tuo animo, spezzato da tanto cruento distacco e poggi la testa sulla fredda parete metallica serrando gli occhi e la mandibola.

Trattieni il respiro, le membra continuano a vibrare e ti odi per questo, ma non riesci a stare calmo. Sei imbarazzato e provi paura al contempo. Temi per la tua incolumità, ma vuoi ancora dare sfogo a ciò che senti, perché qualcosa ti dice che è giusto così. Che non devi nasconderti, che non devi avere paura di niente, perché i saiyan non temono nulla, sono impavidi. Vi è sempre stato insegnato a prendere senza chiedere, ma vi hanno anche insegnato a non cedere alle emozioni, perché esse sono pericolose, sono bestie da evitare, da tenere rinchiuse in una gabbia di mascolina attitudine guerriera. E tutto ciò è paradossale.

 

Sei debole, stanco, non riesci ad alzarti, stai per crollare, ma prima di addormentarti senti la sua voce roca, quasi esitante, che cerca una noncuranza della quale neanche lui riesce a convincersi.

-... Adesso vedi di dormire- ti guarda un istante con la coda dell’occhio, dopo aver modificato con successo le coordinate e, in risposta, azzardi un mezzo sorriso, ricordandoti di riprendere fiato.

Arrossisce.

O forse l’hai solo sognato? Magari anche quel bacio è stata un’allucinazione, forse quegli alieni, capaci di controllare le più disparate arti illusorie, ti hanno fatto un sortilegio, ubriacando la tua mente con utopistici pensieri. Già…

Forse è stato solo un esecrabile sogno.

 

                                      

                                                                                                           ***

 

 

Sono trascorsi circa dodici mesi da quando Radish se n’è andato, annunciando di voler raggiungere suo fratello su un pianeta chiamato Terra. I rilevatori sono sempre attivi, vi tenete costantemente in contatto e tu e Nappa assistete all’inizio di un’inaspettata battaglia tra i due consanguinei, seguite ogni azione come attenti telespettatori, incuriositi da un interessante colpo di scena: Kakaroth ha immobilizzato il vostro compagno ed esorta l’altro guerriero ad attaccare. Non serve vedere la scena per comprendere le sue intenzioni e, senza neanche accorgertene, inizi a trattenere il respiro.

 

E poi, succede tutto in un istante.

 

Il namecciano sferra il suo potente attacco dirigendo le due verdi falangi nella sua direzione, rilasciando dalle unghie affilate quel raggio poderoso che trapassa sia Radish che suo fratello. Il rilevatore stride quasi a perforarti il timpano, ma non te ne curi, rimani impassibile, resti in ascolto. Elabori quelle che saranno le ultime parole del vostro commilitone.

 

Nappa dice qualcosa, la sua voce giunge ovattata, ma non ti sfugge la sua sentenza sprezzante.

 

Quell'incapace di Radish è stato sconfitto.

 

Lui non sa nulla di ciò che è successo quella sera di qualche anno prima. Non era lì con voi, non sa che hai rischiato la vita per salvare la sua, non sa di ciò che è successo in quella navicella. Lui non può vedere il subbuglio che provi nello stomaco, o il nodo alla gola che sembra toglierti il respiro, né l’odio che rivolgi a te stesso per esserti ridotto in questo stato. Radish è morto e con lui il vostro segreto, un segreto di cui egli stesso dubitava. Un segreto che, in un certo senso, era diventato solo tuo, quell’esperienza che, per una manciata di infiniti secondi, ti ha fatto dimenticare chi fossi e quale fosse il tuo ruolo. Ma adesso riprendi in mano le redini della situazione, adesso sai in quale parte devi calarti senza sbavature, per continuare ad ingannare quell’ottuso di Nappa. E rispondi nell’unico modo che si addirebbe ad un saiyan del tuo rango.

 

Dovrebbe vergognarsi, bella figura ci ha fatto. Non capisco come si faccia a perdere contro due combattenti da strapazzo come quelli.

 

Gli dici di essere interessato alle sfere del drago e la domanda che avanza in seguito, ti colpisce in petto come un fulmine a ciel sereno.

Vuoi far rivivere Radish?

Reagisci in modo quasi brusco. Fai credere che non ti importa di un buono a nulla come quello, che non è degno di essere resuscitato. Ti fai persino beffe di lui ricordando la sua reazione davanti alla potenza del figlio di Kakaroth. Il suo ricordo non è altro che cenere e, se hai intenzione di radunare quelle sfere, è solo per diventare immortale, per poter combattere in eterno. Per sconfiggere Freezer e diventare il padrone dell’Universo. E’ quello in cui credi ed è quello che hai intenzione di fare. Andrai sulla Terra.

 

Ucciderai quel traditore di Kakaroth.

 

Vendicherai il tuo compagno, ripensando a quel giorno.


Ma lo farai in silenzio.



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