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Autore: Alejandra Wammettara    11/06/2009    5 recensioni
Il sottotenente Havoc aprì piano la porta, rivelando alla donna l’intera stanza addobbata a festa!
-Sorpresa!!-[…]
Roy si schiarì leggermente la voce e rivolse un mezzo sorriso a Riza.
-Tanti auguri di buon compleanno, tenente Hawkeye-
Per il RoyAi day<3
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note di inizio capitolo: Dedico questa fan fic a tutte le ragazze dei RoyAi forum e a Subaku no Temari, che mi ha aiutato tantissimissimissimo quando ero bloccata. Arigatou!

Un ultima cosa: qui Roy e Riza stanno già insieme ^_^. Buona lettura!!!!

 

Buon Compleanno, Riza.

 

Tutta la caserma era addobbata a festa, per il compleanno del tenente Riza Hawkeye. Roy Mustang non aveva mai visto tutto quel colore e quegli addobbi in quel posto lugubre dove alloggiava l'esercito.

Sprofondò una mano in tasca stringendo una piccola confezione blu. Sospirò, maledicendosi, perché lui, l'Alchimista di Fuoco, nonché Colonnello di quel plotone di idioti, non riusciva neanche a dare il regalo alla propria (non ufficiale) ragazza.

Intanto, dall’altra parte dell’edificio il tenente si dirigeva con passo sicuro verso il suo ufficio, Black Hayate al seguito. Roy le aveva inviato un biglietto molto strano, che per poco non era stato letto da quella ficcanaso della segretaria. Quella smorfiosa! Osava ancora provarci con il colonnello! Le era mancato veramente pochissimo per estrarre la calibro nove.

Riza era così immersa nei suoi pensieri che quasi non si accorse di essere arrivata davanti l’ufficio. Bussò, aspettando una risposta.

In quel momento il sottotenente Havoc aprì piano la porta, rivelando alla donna l’intera stanza addobbata a festa!

-Sorpresa!!-

Il grido di tutti i componenti del plotone, accompagnato dagli applausi la lasciò basita e, mentre Black Hayate preso dalla confusione, prese a saltellare dentro la stanza, tutto quello che Riza riuscì a fare fu pronunciare un qualcosa di non ben definito. Adesso con gli occhi stava cercando Roy. Quest’ultimo cercava di farsi strada in mezzo alla calca prendendo seriamente in considerazione l’idea di degradarli tutti quanti.

Finalmente riuscì a raggiungere il suo tenente, che sembrava ancora un po’ sconvolta. Cercava di tenere il suo solito portamento austero e marziale, ma la cosa le riusciva un po’ difficile, e sicuramente il maresciallo Fallman in un succinto grembiulino bianco che distribuiva stuzzichini non contribuiva affatto.

Roy si schiarì leggermente la voce e rivolse un mezzo sorriso a Riza.

-Tanti auguri di buon compleanno, tenente Hawkeye-

Le prese la mano, esibendosi in un teatrale baciamano sotto lo sguardo di tutti i presenti, che cominciarono a lanciare fischi. Il colonnello si voltò verso di loro con aria imperiosa e li rimproverò esibendo un pugno inguantato

 –E’ solo un gesto di cortesia, razza di idioti!- al ché tutti si zittirono.

Nonostante Riza cercasse di impedirlo, le sue guance si colorarono di rosso mentre Roy le sfiorava la mano con le labbra.

-La ringrazio Colonnello.-

Poi si rivolse al resto della caserma.

-E grazie anche a voi tutti.-

Fury rise, prendendo in braccio Black Hayate.

-Per lei è il minimo, tenente!-

A quel punto Riza non resistette più e si abbandonò a un vero sorriso.

Poco dopo Roy si avvicinò a lei.

–Permette?- le chiese gentilmente, invitandola a seguirlo fuori dalla porta.

Riza lo guardò tra lo stranito e il preoccupato, ma lo seguì ugualmente fuori dalla porta, che Roy chiuse lentamente. E altrettanto lentamente l’intero plotone si posizionò dietro la porta per origliare, da bravi ficcanaso quali erano i componenti.

Il Flame Alchemist si schiarì nuovamente la gola per nascondere l’imbarazzo.

-Scusami..- mormorò –Buon compleanno Riza –

Così dicendo si chinò e la baciò in fronte.

Riza chiuse gli occhi, inebriandosi dell’odore di Roy che le accarezzava la fronte con le labbra.

In quel momento si ritrovò a pensare che era la donna più fortunata della terra.

-Grazie, Roy - disse sorridendo dolcemente.

-è stata tua l'idea della festa?- chiese poi, con una punta di curiosità.

-uhm...sinceramente no...- ammise il colonnello accarezzandole il viso -anzi, quei babbei se si permettono di organizzare una cosa del genere senza prima consultarmi li mando a fare servizio nell’Est...- sbuffò spostando lo sguardo intenso verso il soffitto bianco, mentre continuava a coccolare la pelle rosea del suo tenente.

Riza sorrise a quel dolce contatto e prese la mano di Roy tra le sue, chiudendo per un attimo gli occhi.

-Nonostante tutto non credo li manderesti davvero via, altrimenti dovrei controllare soltanto te, mentre tenti di nascondere le carte da firmare- esordì ridacchiando

Roy sogghignò, esibendo un sorriso sghembo sul viso pallido, quasi come se fosse scolpito nel marmo

- Ho cercato tanto di nascondertele certe cose...- ridacchiò, appoggiando la fronte su quella della ragazza

- Riza...ascolta...- cominciò imbarazzato il colonnello arrossendo leggermente e schiarendosi  la gola.

La bionda lo guardò stranita, mentre osservava un leggero rossore imperlargli le guance, cosa non da tutti i giorni, che però lo rendeva ancora più bello.

-Si, dimmi... è successo qualcosa?- chiese quasi preoccupata

-No, ecco… io volevo… darti il mio regalo…- mormorò sospirando, mentre si gingillava con la scatola dentro la tasca.

 A quel punto però, il povero Kain Fury, appoggiatosi alla maniglia, aprì la porta di scatto, facendo cadere tutti quanti rovinosamente per terra davanti ai due piccioncini, non dando possibilità al colonnello di finire.

- Eheheh ...scusate...- ridacchiò il sergente alzandosi in piedi..

Riza a quel punto chiuse gli occhi come ad invocare pazienza, mentre sentiva la sua mano scivolare sulla calibro nove e vedeva Roy sul punto di schioccare le dita, con una vena pulsante sulla testa.

- Per favore! non fateci del male!- implorò Havoc, mentre Fallman, imperterrito, serviva stuzzichini e vino a gli altri delle caserme e osservava indifferente la scena.

-DAMMI UNA BUONA RAGIONE PER NON RIDURVI IN CENERE, HAVOC!?- strillò il colonnello avvicinando la mano destra inguantata alla faccia del sottotenente.

Havoc deglutì, mentre una goccia di sudore gli imperlava la fronte

-B-B-Beh...ec-c-co - Cominciò a balbettare, quando venne interrotto da una furente Riza.

-Colonnello, credo che un paio di straordinari notturni sotto mio controllo possano bastare- esordì sventolando la pistola. -Non credo che un omicidio aiuterebbe la sua carriera-

Roy parve rifletterci sopra per un po’.

-Ha perfettamente ragione tenente Hawkeye...- disse infine. Ripose le mani in tasca riprendendo a giocare con il pacchetto.

-La festa è finita!- disse duro dirigendosi nel suo ufficio, accartocciando e buttando via un biglietto che gli aveva dato la segretaria per un appuntamento a cena.

In meno di cinque secondi tutti si defilarono. Rimasero solo Fallman, che aveva capito ben poco della situazione; Black Hayate, che annusava il pavimento alla ricerca di qualche stuzzichino, e Fury,Breda e Havoc che tentavano di passare inosservati in mezzo alla folla.

-Dove credete di andare voi?- non penserete che l'ufficio si pulisca da solo- minacciò Riza giocherellando con la pistola.

-ah...ah...- i tre si girarono per guardare il tenente furibondo

-andiamo tenente! che cosa abbiamo fatto in fondo?- ridacchiò Havoc mentre Fury e Breda si abbracciavano impauriti.

Riza respirò profondamente, cercando di mantenere la calma. Le avevano giocato un tranello. Adesso non poteva certo dire che avevano interrotto lei e il colonnello in un momento assai delicato. Quando aprì la bocca per rispondere, si udì il grido di Roy provenire dalla sua scrivania:

-Obbedite al tenente! E senza fare storie!-

A quel punto Fury, Breda, Havoc e Fallman si precipitarono nello sgabuzzino e, armati di stracci, scope, detersivi e quant’altro, cominciarono a pulire ad una velocità impressionante.

In quel momento giunse la voce del colonnello.

-Tenente Hawkeye, venga qui un momento.-

-Sissignore- Rispose la cecchina, sempre ligia al dovere. Si diresse verso la scrivania del colonnello.

-Vorrei che valutassi attentamente la domanda di trasferimento, inviatami stamattina dal Primo Piano-.

Riza annuì, prese le carte in mano e si diresse alla sua scrivania, mentre Roy si dedicava ad altri documenti.

O, più probabilmente faceva finta di studiarli.

Il tenente si sedette e cominciò ad esaminare le carte. Un momento… ma questi non erano i certificati che aveva controllato quella mattina?

Riza non riusciva a capire, fino a quando non trovò un minuscolo bigliettino tra i due fogli.

Cena insieme stasera?”.

A quel puntò capì, prese un po’ di tempo e poi si rivolse nuovamente al colonnello.

-Signore, Credo vadano bene- rispose con tono professionale. -Li consegnerò stasera verso le otto e mezzo- aggiunse.

-Ottimo- sorrise compiaciuto Roy, dopodiché ognuno tornò alle proprie mansioni.

Passò un po’ di tempo in pace e serenità, cosa alquanto strana. Ad un tratto Riza notò l’espressione corrucciata del suo superiore.

-Signore c’è qualcosa che non va?-

Roy stava controllando un ordire di ispezione a Ishibar, per il giorno dopo.

-Mmm? No, stia tranquilla tenente.- imboscò i fogli sotto le altre scartoffie sorridendo, cercando di sembrare il più naturale possibile.

-Signore, mi era sembrato preoccupato per qualcosa. Non mi sta nascondendo niente, vero?- disse Riza con fare indagatore. Ormai lo conosceva troppo bene per farsi ingannare in questo modo!

Roy allora decise di allentare la situazione, anche perché cominciava a sentire gli sguardi dei suoi subordinati premergli addosso.

-Si figuri!- ridacchiò appoggiando il mento sulle mani intrecciate. –L’unica cosa che le potrei nascondere sono tutte le donne che mi fanno la corte-

Riza lo fulminò con lo sguardo per un momento, maledicendo per un attimo il regolamento che non le permetteva di rispondergli per le rime.

Controllò l’orologio e vide che il suo turno di lavoro. Normalmente sarebbe rimasta per dare una mano a Roy, ma quella sera doveva prepararsi per l’appuntamento. Si alzò, prese la giacca e salutò tutto il plotone.

-Arrivederci colonnello-

-Arrivederci tenente, e ancora auguri!- salutò il Flame Alchemist esibendo un piccolo inchino.

-Arrivederci anche a voi. Andiamo Black Hayate!-

-Arrivederci!- salutarono i quattro subordinati, che trassero un sospiro di sollievo non appena la porta si chiuse alle spalle di Riza.

Passò qualche minuto nel silenzio più assoluto. Silenzio che venne rotto da Havoc, notando l’aria sognante di Roy.

-Colonnello… scusi ma lei sta con il tenente?- Le parole gli uscirono senza che se ne accorgesse, mentre gli altri lo guardavano con un’aria a dir poco sorpresa.

Mustang si infiammò subito, e lo fulminò con lo sguardo.

-Ma che razza di domanda è?- il tono era acido. Ahi, Ahi!

Havoc deglutì, mentre vedeva che gli altri si allontanavano, come se avessero paura di finire nel mirino nel colonnello.

Beh, forse era proprio così.

Havoc volse di nuovo il suo sguardo all’alchimista, che lo squadrava da capo a piedi in attesa di una risposta.

-B..beh..- cominciò –Mi è sembrato che tra voi due ci fosse… del feeling!-

Ma cosa stava dicendo?! Ma che gli era saltato in testa?! Voleva farsi arrostire?!

Roy si massaggiò la fronte con le mani, come se stesse cercando di nascondere il viso.

-Dici?- abbassò le mani e si alzò dalla scrivania. –Credo che tu non abbia capito niente. Ri.. cioè il tenente Hawkeye non potrebbe mai interessarsi a un donnaiolo come me. E’ una persona seria!-

Non si capiva bene se quella era un autocritica o un tentativo implicito di fare dei complimenti alla cecchina.

La combriccola ormai si era interessata alla conversazione, e i loro occhi si spostavano da Mustang ad Havoc come se stessero seguendo una partita di tennis.

-Ma tra voi c’è sempre complicità. E in questo periodo ho… cioè abbiamo notato atteggiamenti diversi.-

-Avete notato… bene, bene… continua Havoc.-

Jean in quel momento non aveva più niente più niente da dire, guardava solo il colonnello. Prese un respiro e si calmò. Lo guardò dritto negli occhi e…

Niente.

Continuava a non aver un bel niente da dire!

-Non aver paura Jean – disse Roy togliendosi i guanti.

-Comunque…- intervenne Fury, evidentemente tranquillizzatosi dopo l’uscita di scena dei guanti –Non è vero che lei non è all’altezza del tenente! Se proprio doveva scegliere tra le sue innumerevoli donne, lei èla migliore!-

-Ma io non sto con lei, Fury!-

-A me non sembra proprio.- borbottò Breda, pensando di non essere ascoltato.

Mustang si girò, abbassò la testa e sospirò. Torno con lo sguardo verso il plotone.

-Ma si vede così tanto?-

-Beeeh… Si!- Risposero i quattro all’unisono.

A quel punto il colonnello non ci vide più dalla rabbia.

-Siete solo degli inutili ficcanaso!!- urlò, sbattendo una mano su una delle scrivanie.

Gli altri trasalirono:-Ma.. ce l’ha chiesto lei, signore!-

-Non mi riferivo a quello!- urlò ancora. -VOI PEZZI DI IDIOTI, BABBEI! GIURO CHE VI MANDO NEGLI SPERDUTI DESERTI DI ISHIBAR A FARE LA MENSA DEI POVERI, DEGRADANDOVI A RECLUTE!-

Infilò la mano in tasca e prese il cofanetto blu, sbattendolo sul tavolo, che si aprì, mostrando lo splendido anellino contenuto al suo interno.

Fury, Havoc, Breda e Fallman si limitarono a guardarlo in un misto di paura e sorpresa.

Roy cercando di contenersi si appoggiò alla scrivania –Poco fa… mi avete… interrotto… mentre stavo per dare questo a Riza!-

A quel punto riprese l’anello e se lo rimise in tasca, avviandosi verso la sua scrivania.

-E se ne parlate con qualcuno… vi do la pena capitale! Chiaro?-

-Sissignore!-

Roy diede una sistemata sul suo scrittoio e, vedendo che era ora di andare, domandò

-Ci pensate voi al resto?-

L’intero plotone annuì, attenti a non spiccicare una parola più del necessario in presenza del colonnello.

Quest’ultimo prese giacca, cappello e guanti e uscì, sperando di non arrivare tardi all’appuntamento con Riza.

Si presentò davanti al suo appartamento alle otto e mezzo in punto, sperando che fosse già pronta.

Bussò al campanello e sentì la voce di Riza provenire dall’interno.

-Arrivo!-

La donna prese la borsa e si diede un ultima occhiata veloce allo specchio.

I capelli erano sciolti e le ricadevano morbidi sulle spalle. Indossava un semplice vestito nero, che le arrivava appena al ginocchio. Diede una carezza a Black Hayate e aprì la porta, trovandosi di fronte a un sorridente Roy.

-Buonasera bella signorina, c’è per caso Riza in casa?- domandò sorridendo, appoggiandosi allo stipite della porta.

-Mi spiace, ma la signorina aveva un appuntamento e non è in casa- sorrise il tenente.

-Bene, allora visto che lei è così bella, che ne direbbe di accompagnarmi a cena?-

Riza si lasciò sfuggire una risata, che incantò Roy. Era così raro vederla ridere, ed era magnifica.

La abbracciò da dietro, mentre lei stava per chiudere la porta. Si chinò sulla testa e le diede un bacio.

-Ma come sei galante stasera…- disse Riza, girandosi verso di lui.

-Che pretendi? In fondo è il tuo compleanno.- sorrise Roy.

-E il mio regalo?- chiese lei guardandolo negli occhi.

Non ci fu bisogno di una risposta, perché le labbra di lui si erano già posate su quelle di Riza, unendole in un tenero bacio.

Dalla porta Black Hayate li guardava ed emetteva degli uggiolii, che poco dopo li costrinsero a separarsi. Riza allora si voltò e chiuse la porta.

Si rivolse nuovamente a Roy, che le aveva offerto il braccio. Ma in quel momento il cagnolino scappò dalla porticina e si accucciò sui piedi della padrona.

Riza sospirò, cercando di convincere con dolcezza il cane a tornare dentro. Quest’ultimo però non ne aveva intenzione.

“A mali estremi, estremi rimedi”si disse Riza, così lo prese in braccio e lo rimproverò severamente

-Se non torni dentro immediatamente, ti metto in castigo.-

Black Hayate allora saltò giù ed entrò nell’appartamento a tutta velocità. Castigo, per lui, equivaleva a “tiro al bersaglio”.

-Non pensi di avere esagerato un pochino?- chiese Roy sbalordito.

-Avevi intenzione di passare tutta la serata sul pianerottolo di casa mia?-

Il Flame Alchemist rise, la prese nuovamente a braccetto e si diresse con lei verso la macchina.

Roy le aprì la portiera e la fece salire in macchina. Sotto lo sguardo sorridente di Riza.

Poi salì anche lui e mise in moto.

-Dove andiamo?- chiese Riza dopo un po’

-In un bel ristorantino orientale chiamato “Itsumo”. Sai cosa significa?-

Riza ci pensò su un attimo.

-Se non sbaglio significa “per sempre”.-

-Giusto!- disse Roy sorridendo.

Riza invece ci mise giusto un paio di secondi. Aveva un messaggio velato quel nome?

Oppure era solo una sua impressione?

“E se avesse a che fare con quello che mi doveva dire oggi?”

Mentre era presa dalle sue elucubrazioni, Roy sorrideva compiaciuto.

 -Ah, siamo arrivati.- esordì poi, interrompendo il suo flusso di pensieri. Parcheggiò la macchina e si fiondò ad aprire la portiera per farla scendere.

-Sei un vero cavaliere stasera-

-In verità sono solo un Cane dell’Esercito.-

-Beh, a me piacciono i cani- ridacchiò Riza, mentre insieme si dirigevano verso l’entrata del locale. Era tutto nel tipico stile orientale e l’atmosfera era intima e accogliente.

Vennero portati al loro tavolo, da cui si godeva di un bel panorama.

-E’ stupendo…- sospirò Riza

-Sono contento che ti piaccia- disse Roy prendendole la mano.

In quel momento però si era presentata la cameriera interrompendoli.

-Vi consigliamo i piatti della giornata…- disse con voce monotona.

-Vanno bene.- rispose Roy

Lo sguardo della cameriera parve svegliarsi, e squadrò Roy da capo a piedi. Infatti gli fece l’occhiolino sotto lo sguardo furente di Riza.

-Tutto bene?- chiese infatti Mustang.

-A volte uscire con te è proprio una seccatura- rispose lei.

-Cosa? E perché?-

Riza era ancora tutta concentrata su quella smorfiosa della cameriera, quando rispose a Roy.

-Come te lo spiego… ah si! Saresti felice se un aitante cameriere venisse qui e spiasse nella scollatura?-

Al solo pensiero unì il pollice e il medio, come a volere usare i guanti.

-Non vorrei essere nei suoi panni, se mai dovesse succedere.-

Riza ridacchiò e prese la mano di Roy. A volte quell’uomo era peggio di un bambino.

-Allora, spero abbiate lavorato in ufficio oggi.-

-Ehm…- Roy venne preso alla sprovvista. Ripensò alla conversazione di quel pomeriggio e improvvisamente l’anellino nella tasca sembrava pesare una tonnellata.

-Certo! Per chi mi hai preso.-

-Si… immagino. Piuttosto che avevano oggi quelle carte che non andavano? Le guardavi con un espressione così strana…- si ricordò in quel momento Riza.

-Oh… Domani ci tocca l’ispezione a Ishibar.-

-Ah… avevo pensato chissà cosa!-

-Ma adesso…- disse Roy –Non parliamo più di lavoro… è il tuo compleanno, la tua serata! Pensa a rilassarti.-

Riza per tutta risposta sorrise e strinse di più la mano del colonnello.

-A questo proposito…- cominciò Roy schiarendosi la gola –ecco io non ti ho ancora dato il mio…-

-Sushi!!- esclamò la cameriera tutta pimpante. Porse i piatti a entrambi e sorrise al moro-

-Grazie..- disse questo brusco.

La cameriera se ne andò offesa, lanciandogli un occhiata fulminante.

Riza invece sorrideva.

La serata fu stupenda. Il tempo volò, mentre parlavano del passato, del futuro e di quello che gli capitava.

La cameriera non si fece più vedere e, arrivati al dessert, il colonnello Mustang riprese nuovamente coraggio e cominciò il suo discorso pieno di romanticismo.

-Ehm… Riza?-

-Si Roy?-

-Io…io vorrei concludere ciò che ti stavo dicendo oggi. È ora che tu riceva il mio…-

-Il conto prego!-

La smorfiosa di prima era arrivata scocciata a portare il conto. Oh! cominciava ad odiarla sul serio adesso quella tipa.

Anche Riza pareva parecchio infastidita. Lanciava pessime occhiate alla cameriera la quale, forse accortasene, le aveva rovesciato PER CASO un bicchiere di vino sul vestito.

Roy in quel momento non resistette più e si scagliò sulla donna.

-Come si è permessa? Ma si può sapere come trattate i clienti in questo posto? Stia sicura che qui non ci metterò piede, mai più!-

Prese Riza per mano, lasciò i soldi sul tavolo e se ne andò a passo sicuro, senza degnare qualcun altro di un solo sguardo.

La cameriere non si degnò neanche di scusarsi, mentre i due uscivano.

Usciti dal locale Roy sospirò e si voltò verso la sua dama.

-Ti chiedo scusa.-

-E perché? Non sei stato tu a versarmi il vino addosso!-

-No, però indirettamente è colpa mia.- si spiegò lui, a testa bassa.

Riza non poté fare a meno di sorridere

-Beh.. non credo che tu debba scusarti. E’ stato il miglior compleanno della mia vita!-

-Davvero?-

-Davvero…-

Roy le prese la vita, abbracciandola. Di nuovo le loro labbra si unirono nuovamente in un bacio.

Si separarono a malincuore, dirigendosi verso l’auto.

Durante la via del ritorno Riza si pentì di aver bevuto giusto quel bicchierino di troppo, e lentamente scivolò tra le braccia di Morfeo.

Ad un tratto in macchina si sentì un leggero mormorio, appena accennato.

-Hai detto qualcosa?- chiese Roy

Si voltò giusto per vedere il suo tenente mentre dormiva, la testa abbandonata su una spalla. Mormorò di nuovo qualche parola, in mezzo alle quali si poteva chiaramente distinguere un “per sempre”.

Arrivarono a casa che ancora Roy sorrideva.

Era sul punto di svegliarla, ma si fermò. Il viso era rilassato e le labbra erano rosee e piene.

Era stupenda.

Decise di lasciarla dormire, così scese dalla macchina, fece il giro e la prese dolcemente in braccio.

Riza sentì a malapena due forti braccia che la stringevano , prima di ricadere in un sonno profondo.

Roy si permise di cercare nella sua borsa solo per trovare le chiavi. Come avesse fatto a riuscire a tenere Riza e aprire la porta contemporaneamente, questo rimarrà un mistero.

Il mattino dopo la Hawkeye si svegliò completamente vestita, sotto le coperte. Si sentiva un po’ intontita.

Le ci vollero due minuti buoni per riorganizzare le idee. Poi si guardò il vestito e

-Acc… Quella cameriera…-

Si cambiò, si lavò e si rese presentabile. Aveva messo giusto un filo di trucco la sera prima e adesso se lo ritrovava sparso per tutta la faccia.

Prese il caffè, diede da mangiare al cane e prese la divisa e le pistole.

-Black Hayate, oggi andiamo in ispezione! Fa il bravo mi raccomando.-

Detto questo uscì e si avviò a passo svelto verso il quartier generale.

Appena arrivata rivolse un cenno di saluto alla segretaria e si diresse verso l’ufficio, dove tutti si stavano preparando per l’ispezione.

-Buongiorno!-

Tutti borbottarono un “giorno” di saluto. Evidentemente non erano entusiasti all’idea della “gita”.

Roy le rivolse invece uno sguardo tutto particolare, che Riza ricambiò giusto per qualche attimo. Poi prese a rovistare nell’armadietto alla ricerca di qualcosa di utile.

Ad un tratto la porta si aprì, mostrando la segretaria tutta sorrisi e occhi dolci.

-Tenente Hawkeye, la cercano al secondo piano. Oh.. salve colonnello Mustang!-

Roy annuì appena, e Riza si premurò di pestarle un piede mentre usciva dalla porta.

-Oh! Mi scusi!-

Non appena la cecchina si eclissò, Fury, Havoc, Breda e Fallman si fiondarono su Roy.

-Allora? Glie l’ha detto?-chiesero curiosi.

-No…- rispose affranto Roy.

-E perché?-

-Ci hanno interrotto tutte le volte..-

I militari si scambiarono uno sguardo complice.

-Siamo disposti ad aiutarla!- esordì Breda.

-Davvero? E come?- domandò scettico Roy.

-Basterà assicurarsi che durante l’ispezione restiate ad almeno due isolati da tutti i componenti della squadra…-

-E pensate davvero di riuscirci?-

Annuirono tutti. Persino Black Hayate sembrava d’accordo.

-Abbiamo una condizione però!-

-Cioè?-

-Vogliamo il fine settimana libero!- disse Fallman

-E i numeri delle sue ammiratrici!- aggiunse Havoc

Roy ci pensò un attimo. Week-end con l’ufficio libero per lui e Riza e molte scocciatrici in meno.

-Va bene, va bene. Ma solo se andrà tutto bene.- rispose infine, lanciando il quadernetto nero con tutti i numeri di telefono ad Havoc.

-Aaaah! La ringrazio colonnello!- Jean sembrava già perdere sangue dal naso.

Qualche minuto dopo la porta dell’ufficio si aprì di nuovo, rivelando una Riza stracarica di scartoffie.

-Colonnello, queste si devono firmare entro la settimana prossima!-

Addio intima solitudine dell’ufficio vuoto!

-Si, tenente…-

-Non faccia così! Infondo non sono poi così tante- rispose Riza mettendo la pila alta quanto Edward Elric sulla scrivania (quindi non molto N.D. Me XD).

Improvvisamente la porta si spalancò, rivelando il comandante supremo in persona. Tutti balzarono sull’attenti, e il panino di Breda volò dalla finestra.

-Bene, bene. Riposo soldati. Oggi vi accompagnerò alla visita di Ishibar.-

-Sissignore!- risposero tutti.

Non appena Bradley si voltò, Roy scambiò uno sguardo spaventato con gli altri.

Lo seguirono comunque senza fare storie, il colonnello con un aura di depressione intorno a se.

Passarono davanti la hall, quando Riza si sentì nuovamente chiamare dalla segretaria.

-Tenente Hawkeye, venga un attimo qui.-

Lei si girò verso il comandante supremo, quasi sperando che lui non la facesse andare. Ma ciò non avvenne e Riza si avviò affranta verso la donna più odiosa di tutto il quartier generale.

-Cara, com’è andata ieri con il colonnello?- sussurrò scuotendo la lunga chioma riccia

-Non so di cosa tu stia parlando- 

-Oh andiamo… non dirmi che per il tuo compleanno non ti ha fatto neanche un regalino.- continuò imperterrita.

-No. Lui è il mio superiore, perché mai dovrebbe farmi un regalo?-

Anche se non era vero. Lui le aveva… ehm… beh l’aveva portata a cena fuori! Si ecco. Ma questo non poteva certo dirlo a quella smorfiosa.

-Va beh… sarà il caso che tu vada allora. Arrivederci tenente.-

-Arrivederci- rispose Riza, e si avviò verso il camioncino che li avrebbe portati a Est.

Durante il tragitto non spiccicò parola, era totalmente immersa nei suoi pensieri. Roy non le aveva fatto un regalo. Ma in fondo aveva passato una giornata meravigliosa, e lui le doveva dire ancora qualcosa di importante. Che stupida che era stata a formulare quei pensieri. Quasi non si riconosceva più.

Prese un respiro profondo e cominciò a pulire la pistola, tanto per occupare il tempo.

 

Arrivarono qualche ora dopo, un po’ doloranti per il viaggio scomodo.

-Bene, è ora di formare le squadre di perlustrazione…- Cominciò il comandante supremo.

-Mustang e sottoposti, andate nella zona est, poi Armstrong e…-

Continuò elencando i membri e gli opportuni cambiamenti.

-Io andrò con la squadra dell’alchimista di fuoco. Tutto chiaro?-

-Sissignore!-

Roy inorridì. Ci poteva essere limite al peggio? Pensava proprio di no.

-Comandante supremo, che ne dice di accompagnare me, Fury e Breda? Siamo più deboli rispetto all’altro gruppo- chiese Havoc.

King Bradley parve pensarci un attimo.

-E va bene, verrò con voi.-

Da dietro le spalle di Bradley, Mustang sillabò un “grazie”.

Se le erano proprio meritate quelle ferie in più.

Camminarono in silenzio per un po’, fino a quando Fallman decise di andare con Black Hayate a ispezionare un vicolo che gli pareva piuttosto sospetto.

-Bene, siamo soli…- disse Roy disinvolto. In realtà l’anello cominciava nuovamente a pesare nella tasca.

-Stai attento, potrebbero esserci pericoli qui intorno…-

-Ma quali pericoli vuoi che ci siano quaAAAh!-

Roy non finì neanche la frase che Scar in persona si scaraventò su di lui.

-L’alchimista di fuoco eh? Ti manderò presto tra le braccia di Ishivara non temere!!-

Riza afferrò le pistole e cominciò a sparare, in direzione di Scar, che però sembrava una lepre. Riusciva a evitarli tutti!

-Donna, non è te che voglio! È lui!-

Si lanciò nuovamente all’attacco, Roy schioccò le dita e vi fu un esplosione, che l’altro riuscì ad evitare di pochissimo.

“Maledizione” pensò Roy.

Quell’attimo di distrazione gli fu fatale. Si vide l’uomo di Ishibar di sopra e…

-Nooooo- l’urlo di Riza spezzò l’aria come la lama di una spada, mentre con le pistole cercava di colpire Scar. Questo però era vicinissimo a Roy e aveva paura di colpire anche lui.

Una nuvola di fumo copriva la scena e Riza cominciava ad avere veramente paura.

Poi vide Scar fuggire e Roy che sanguinava. E tanto anche.

-Santo cielo!-

Corse verso il colonnello, si chinò e vide che il sangue usciva da una spalla.

-Stai bene?-

Il viso di Roy era contorto in una smorfia di dolore, ma sorrideva.

-Si.. si.. sto bene. Sono riuscito a fermarlo giusto in tempo, e per fortuna il danno non è grave- disse esaminandosi il braccio.

Riza lo guardò, gli occhi lucidi, e lo abbracciò.

-Per fortuna stai bene!- esclamò

-Avevi dubbi? Comunque hai colpito anche lui, quindi spero che non si farà vedere per un po’…-

Intanto Riza cercava delle bende che aveva preso in ufficio. Ad un tratto però il suo sguardo si posò su uno scatolino blu in velluto.

-E questo cos’è?- domandò

Roy spalancò gli occhi. Doveva essergli caduto mentre combatteva con Scar.

E adesso?

Sicuramente non era il momento giusto… lui era grondante di sangue e sporco di sabbia, lei spaventata a morte. Però non aveva altra scelta.

Prese la scatolina e si mise in ginocchio di fronte a lei che lo guardava stravolta.

-Riza… mi ero preparato un discorso serio e romantico. Avevo immaginato questo momento molto diverso ma… io devo dirti una cosa…-

Prese un respiro profondo e continuò

- È da ieri, che io volevo darti questo…- aprì la scatolina rivelando un anello d’oro lavorato e con al centro un diamante lucente.

-Io ti amo. Ogni momento che passo con te è speciale. Se ci sei tu, so che non potrei mai essere triste. Sei la mia costante, la persona più importante per me, la mia ragazza e da adesso spero… la mia fidanzata ufficiale.

Riza Hawkeye… mi vuoi sposare?-

Roy la stava guardando con occhi che traboccavano di amore e di speranza.

Nella testa di Riza invece c’era solo una gran confusione! i pensieri vorticavano e…

Stop!

Cosa stava facendo?

Roy le aveva chiesto di sposarla! Non era quello che aveva sempre voluto?!?

Si rese conto solo in quel momento che la sua bocca era aperta e i suoi occhi erano spalancati. Si ricompose e fece per rispondere, quando qualcuno si schiarì la voce.

-Ehm Ehm…-

No. No. Nonononono! Ma proprio King Bradley? Ma proprio il comandante supremo? Da quanto era li? E adesso? Cosa avrebbe detto? Non è possibile simpatizzare con i membri dell’esercito.

Ok.. bastava pensare positivo! Si! Magari era arrivato in quel momento e…

-Signorina Riza, cosa ha intenzione di rispondere?-

O forse no.

Ma in quel momento si rese conto che non le importava un fico secco del comandante supremo. La felicità era di fronte a lei. Così guardò nuovamente Roy negli occhi e…

-Si-

-Si?- fece Roy

-Certo che si!- disse Riza gettandosi su di lui, per abbracciarlo.

E l’anello finalmente finì al suo posto.

Si separarono dopo qualche minuto, al suono di un battito di mani.

-Bene, bene, bene, bene- sorrise il comandante supremo.

Roy e Riza si guardarono negli occhi, impauriti.

-State tranquilli.. per questa volta ho deciso di chiudere un occhio. Ma non fatelo sapere in giro- ridacchiò. Mentre si dirigeva verso il camioncino, i due fidanzati sorrisero.

-Riza…-

-Si?-

-Ti amo.

-… Anche io, Roy. Anche io…-

La Hawkeye aiutò il colonnello ad alzarsi e lo accompagnò verso il camion.

Si… l’11 giugno non l’avrebbe mai dimenticato.

 

  
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