Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=Um7pMggPnug.
Due saiyan innamorate
La luce delle lampade illuminava i
palloncini candidi appesi
alle pareti della casa, che ondeggiavano mossi dal leggero venticello
che
filtrava dalle finestre.
Dal giardino provenivano le urla e le
risa del resto degli
invitati.
La festeggiata avanzò, le
sue scarpette di tela azzurre
ticchettavano ad ogni suo passo. Raggiunse una giovane appoggiata al
davanzale
della finestra, intenta a guardare fuori.
“Sei arrivata” si
sentì dire Pan e si voltò nella direzione
della voce.
Bra si portò un bicchiere
alle labbra e ne sorseggiò il
contenuto, il vetro era gelido al tocco e le sue dita lasciarono le
impronte.
“Sono felice che tu sia
venuta alla mia festa” disse
gentilmente. Chinò il capo, i lunghi capelli azzurri le
ondeggiavano intorno al
viso.
Pan ticchettò con la punta
delle ballerine bianche che
indossava.
“Non potevo mancare al tuo
compleanno” disse.
Bra si appoggiò una mano
sul fianco, facendo ondeggiare la
gonna azzurro chiaro del vestito che indossava.
“E hai deciso
d’indossare il vestito che ti ho mandato”
mormorò. Sporse le labbra piene in avanti e le sue iridi
azzurre brillarono. Le
fascette azzurre le stringevano le gambe affusolate, arrossandole la
pelle
nivea.
“Così sembriamo
sorelle, anche se il mio vestito ha
fortunatamente meno merletti e fronzoli. Non sarei mai riuscita ad
allacciarli
tutti” ammise Pan.
Bra le prese la mano nella propria e
guardò la migliore
amica stretta del vestito rosa.
“Sei bellissima”
disse.
Pan sorrise, arrossendo e volse lo
sguardo, il laccetto
candido che teneva tra i capelli neri ondeggiava a ogni suo movimento.
Le sue
ciocche lisce erano ben diverse da quelle ondulate di Bra, che aveva
inutilmente tentato di tenerle ferme con dei nastrini azzurri.
“Mai quanto te”
sussurrò Pan.
Bra raggiunse un tavolinetto e ci
appoggiò il bicchiere,
vuoto. Raggiunse nuovamente l’amica.
“Queste però
vanno più in basso, non sono spalline” disse,
abbassando un po’ la stoffa del vestito di Pan
all’altezza delle spalle.
Pan si strinse i laccetti bianchi che
le tenevano la parte
superiore del vestito e avvertì le gote bruciarle.
“Vuoi andare fuori dagli
altri?” domandò.
Bra indossò dei guanti di
velluto bianco e si frugò nella
tasca della morbida gonna.
“Prima volevo dirti una
cosa. È davvero tanto che te lo devo
dire e ho paura di rovinare la nostra amicizia.
Ti ricordi quando anni fa, per
provare, ci siamo baciate?”
domandò.
Pan deglutì rumorosamente.
“Volevamo solo fare
esercizio per quando avremmo avuto un
ragazzo. Non c’è bisogno di rivangare quella
vecchia storia” mormorò.
Bra negò con il capo e
trasse un nastro per metà rosa e per
metà azzurro, si legò il lembo azzurro al polso e
con il lembo rosa legò il
polso di Pan.
“Noi saiyan siamo legati
alle persone che amiamo dal filo
del destino. Possiamo sfuggirgli, sposare un’altra persona,
ma la nostra anima
sarà per sempre legata a quella a cui siamo
destinati” disse. Avvicinò il suo
viso a quello di Pan. “E il mio spirito ti appartiene. Per me
sei tu quella
persona” disse. Le sue iridi azzurre erano liquide.
La punta delle orecchie di Pan
divenne vermiglia.
“Umphf,
quello che
cerco di dirti è… che ti amo”. Concluse
Bra.
Pan l’abbracciò e
singhiozzò, il nastro al polso le
arrossava la pelle rosea.
“Oh, Bra, anche
io” gemette. Chiuse gli occhi, sorridendo,
mentre calde lacrime le rigavano il viso.