Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: SatoSerelover    07/07/2017    4 recensioni
Dopo un attacco più brutale del previsto da parte del Team Rocket, Pikachu e Serena finiscono con l'essere separati da Ash, Lem e Clem. Dispersi e in condizioni critiche, i due cercano di ricongiungersi con i loro amici e di proteggersi l'un l'altra.
Sarà proprio tra gli alti e i bassi della loro disavventura che i due fortificheranno il loro legame e scopriranno di avere qualcosa di molto speciale ad accomunarli.
(Amourshipping: Ash x Serena)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Clem, Lem, Pikachu, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nota d'autrice:
Vi ho fatti aspettare fin troppo! Quindi le parole le lascio all'altra nota d'autrice in fondo al capitolo! buona lettura!^^


Capitolo 12: Non arrendersi mai fino alla fine!

 


“Pikachu tutto bene?” Chiese Serena accertandosi che il Pokémon stesse bene e che le sue ferite non si fossero riaperte. Dovevano sbrigarsi, il sole sarebbe calato tra un po', ma c’era anche da considerare il lungo cammino e il fatto che non avevano idea di dove fosse di preciso il centro Pokémon.

Il topino annuì, non percependo alcun problema al momento. Forse per una volta avrebbero proseguito tranquilli. “Pipika?”

“Uhm? Io sto bene, non preoccuparti. Spero solo riusciremo a trovare un posto sicuro dive fermarci stanotte. Non credo proprio che troveremo presto il centro Pokémon, la strada è solo in salita. Probabilmente dobbiamo attraversare a montagna e arrivare dall’altro lato. E’ l’unica scelta possibile, se torniamo indietro rischiami di perderci e imbatterci ancora negli Houndoom.

“Pi…” Pikachu sapeva bene che l’allenatrice aveva ragione. Non rimaneva altra scelta, quando sarebbe cominciato a scurirsi il cielo, avrebbe pensato lui a fiutare in giro per trovare un riparo. Ovviamente se non avessero davvero raggiunto l’altro lato prima di sera.

Di quel ritmo forse ce l’avrebbero potuta fare, Serena ormai era abituata a camminate lunghe e faticose. Durante il suo viaggio spesso accadeva che dovevano camminare per ore senza sosta, soprattutto se si trovava in posti in cui non era possibile accamparsi.

Si chiedevano entrambi dove fossero i loro amici in quel momento. Nessuno dei due aveva alcun dubbio sul fatto che li stessero ancora cercando, il problema era assicurarsi che li trovassero. Anche per questo volevano raggiungere un centro Pokémon. Allarmare tutte le infermiere avrebbe sparso la voce che li cercavano e poi riunirsi sarebbe stato molto più facile.

Continuarono il loro cammino senza fermare quasi per nulla. Se non erano sfiniti andavano avanti e avanti. Questo percorso proseguì fino a che non sentirono le orecchie tapparsi per la pressione cambiata. Voleva dire che ormai erano molto più in alto e che probabilmente stavano facendo progressi.

Proprio mentre stavano per decidersi a trovare un riparo, notarono il percorso interrompere la sua continua ripidità. Corsero in cima al sentiero e notarono che da lì in poi diventava piano. C’erano delle steppe di prato e qualche alberello in giro, come una piccolissima valle. Il sole stava cominciando a nascondersi dietro alle rocce della montagna, colorando il cielo di rosa.

I due guardarono davanti a loro, non era troppo distante il limitare della valle. Con una corsetta lo raggiunsero presto e arrivando rimasero alquanto scossi. Lasciato alle spalle tutto il loro cammino, non potevano che sentirsi scoraggiati nel notare che ve ne era altrettanto da fare.

Il percorso tornava ripido e in discesa, per fortuna erano tutte colline e prati d’erba chiara e mossa dal vento. Il pericolo dei boschi era passato e ora di certo non avrebbe costituito un problema viaggiare di notte. Era tutto positivo, salvo il fatto che non si vedeva nessun Centro Pokémon sulla strada.

“Pikachu… tempo che Thomas si sia sbagliato. Il centro era da tutt’altra parte.” Continuò a scrutare l’orizzonte. Improvvisamente i suoi occhi caddero su una struttura lontanissima ma dal tetto inconfondibilmente rosso. Sapeva bene cosa fosse: un centro Pokèmon. “Guarda Pikachu!”

Il Pokémon seguì lo sguardo di Serena e vide come lei il centro medico. Un sollievo finalmente. Era parecchio lontano, di certo avrebbe comportato almeno sei o sette ore di cammino, esclusi imprevisti. Tuttavia non sembrava voler piovere ancora e non c’erano boschi che proteggevano le tane di Pokémon selvatici, quindi nessun rivale contro cui combattere e difendersi. Sarebbe bastanto accoccolarsi all’ombra di un albero se avesse piovuto.

Serena cominciò a riflettere. Avevano più possibilità.. “Ok, dovremmo decidere cosa fare. Possiamo fermarci qui fino a domani mattina e riprendere le forze, il problema è che probabilmente ricomincerà a piovere tra poco, o almeno di certo qui in alta montagna. Oppure possiamo proseguire un altro po' approfittando del nuvoloso. Sinceramente preferisco allontanarmi il più possibile da qui e avvicinarmi al centro Pokémon. Prima arriviamo, prima saremo al sicuro, potremo riposare e cercare Ash e gli altri”

“Pikachu.. chupi!” Il topino non aveva bisogno di pensare troppo a cosa scegliere, si sentiva in grado di continuare e soprattutto sapeva che il loro sforzo avrebbe ripagato.

“Ok, allora andiamo!” Dichiarò l’allenatrice cominciando a correre giù sul sentiero.

….

“Greninja, hai trovato nulla?” Chiese Ash con il fiatone. Le ricerche erano durate ore e avevano provato a raggiungere i loro amici, ma non avevano avuto successo.

La rana ninja scosse la testa in segno di negazione. Non immaginava che fossero riusciti a seminarli in così poco tempo.. e lui poteva percorrere kilometri e kilometri in poche ore. Dovevano per forza essere partiti molto prima di loro.

Ash sistemò la visiera del cappello “Cavoli… ormai è notte fonda…” Nel suo tono di voce si notava chiaramente una grande preoccupazione e sconcerto. I rischi che potevano correre Serena e Pikachu erano alti, soprattutto se ancora in zona boschiva. “Ma non possiamo fermarci qui…”

Clem riuscì finalmente a raggiungerlo. Era abbastanza in forma per essere una bambina e di certo reggeva più del fratello il sensore stanchezza e corsa, ma persino per lei era esagerato uno sforzo simile. Correvano da ore e se era morta lei a quest’ora Lem era bello che sepolto, contate pure le 9 vite che poteva avere se fosse un gatto.

“Ash, capisco che vuoi trovarli, anche io e Lem siamo dello stesso volere, ma qui ci porti al suicidio! Per favore, ci vuole una pausa! E’ notte fonda, Lem è ancora indietro e avrà un infarto certo, inoltre è pericoloso andare avanti e ci aspetterebbero ancora ore di percorso.”

“Si ma..”
Clem lo guardò esausta “Capisco che sei preoccupato, ma di questo passo è ovvio pensare che Serena e Pikachu sono già fuori dalla foresta, quindi non c’è motivo di preoccuparsi. Ci vorrebbero ore per raggiungerli e mi pare normale che stiano ancora camminando”

Ash scrutò il cielo appena stellato e fece un grosso sospiro. Si stava rannuvolando quanto il suo spirito, presto nemmeno Pikachu e Serena avrebbero visto quel cielo. “Lo so Clem. Ascolta.. tu e Lem pensate di farcela qui da soli? Insomma…”

“Si, ho capito. Ce la caveremo. Abbiamo tutti i nostri Pokémon a proteggerci! Vi raggiungeremo domani mattina!” In ogni caso, la bambina sapeva che Ash sarebbe andato lo stesso. “Fai attenzione”

Riconoscente il ragazzo annuì “Non preoccuparti! Ci penso io a ritrovarli!” Detto questo corse via, con Greninja che lo guidava.

“…Ho un brutto presentimento…”

….

Serena e Pikachu videro i primi raggi di luce che il sole sorgente stava emanando. Erano stati fortunati che non aveva piovuto nella loro zona. Continuare era stata una buona idea. Ormai il tragitto era poco, in una ventina di minuti minimo avrebbero raggiunto la loro destinazione.

Poteva sembrare un miracolo o un miraggio, invece vedevano il tetto rosso sempre più vicino. “Pikachu… non manca molto” Sentiva il suo fiato divenire parecchio pesante. Non avevano non dormivano da più di 24 ore e ogni passo si faceva sempre più stanco dell’altro.

Pikachu aveva potuto riposare sulla spalla della performer, ma lei non aveva fatto nemmeno un attimo di pausa. Era andata avanti nonostante sentisse le gambe diventare indolenzite e assenti. Un cammino automatico, quasi involontario. Non sapeva cosa la stava portando avanti, ora potevano riposare, no? Eppure sentiva quasi il timore che il centro Pokémon scomparisse dai suoi occhi. Non capiva perché sentisse tutto d’un tratto qualcosa che la rendeva timorosa.

“Pipika?” la domandò Pikachu. La kalosiana non poteva più continuare, si leggeva negli occhi stanchi e provati, che a malapena cercava di tenere aperti.

La ragazza lo guardò con sorriso rassicurante “Non preoccuparti, posso continuare. Non mi fermerò fino a che non saremo sani e salvi. Fermarmi ora è inutile, non riesco ad attendere sapendo che manca così poco!”

Il topino aveva uno sguardo abbastanza contradditorio e contrario. Ancora qualche metro e lei sarebbe collassata al suolo. “Pipika chupi kapi!” Insistette per farla fermare, per dirle almeno di mangiare un boccone delle scorte che avevano.

Si sentiva inutile visto che aveva passato tutto il tempo sulla spalla dell’allenatrice, mentre lei si affaticava. Se non fosse stato per il fatto che lei stessa gli aveva proibito di camminare, non avrebbe esitato a scendere e condividere la stanchezza di Serena.

“Ash sarà felice di vederci, vero?” Ansimò lei. Il pensiero del ragazzo non l’aveva mai lasciata, era troppo forte “Mi basterebbe il suo sorriso per ricaricarmi del tutto”

Pikachu rizzò le orecchie. Per quanto buone le considerazioni di Serena, non andava bene che lei stessa si definisse “scarica”. Non ne poté più, prese le energie e scese dalla spalla comoda dell’allenatrice. “Pipika! Chu, pikapi cha pikapika!”

Serena lo guardò prima con aria confusa e interrogatoria, poi con disappunto “Coraggio Pikachu, non ha senso fermarci qui! Posso farcela!”

“Chu!” scosse la testa. Era un chiaro, limpido, semplice e severissimo “no”.

La performer sospirò e si avvicinò chinandosi. Afferrò dolcemente il Pokémon con le mani e o strinse tra le braccia, procedendo con il suo cammino.

Entrambi sapevano che era intelligente e che quella semplice mosse era stata rilevante e aveva incastrato Pikachu. I motivi erano semplici: divincolarsi le avrebbe fatto male al braccio già ferito e fulminarla… no, non andava viste le sue condizioni.

Ella si fermò, ormai giusta al termine del cammino. Erano a dieci metri dalla struttura. Il sorriso sul volto di Serena era grande e ottimista. Lo rivolse a Pikachu, il quale non poté che sciogliersi di fronte a quel bel sorriso genuino.

Mostrò a sua volta un sorriso, approfittò dell’allentamento delle braccia della biondina e si arrampicò fino alla sua testa, leccandola sula guancia. Era una scena molto familiare: aveva fatto la stessa cosa con Ash quando avevano visto in lontananza una città dopo l’attacco degli Spearow. Non sapeva perché lo aveva fatto, sembrava giusto e basta.
Pochi passi, sempre più lenti… e furono lì.


Ma il sorriso scomparve presto. Gli occhi sorpresi e distrutta ogni speranza provata. “No… non è possibile…” mormorò Serena.

Pikachu osservò scioccato l’immagine di fronte a lui e guardò Serena. Il suo viso dimostrava che sarebbe crollata da un momento all’altro. La sua preoccupazione divenne realtà quando la performer sentì il latte alle ginocchia e cadde su esse con un tonfo.

L’aspetto esteriore del centro aveva mascherato completamente ciò che era dentro: vuoto. Le porte erano serrate, le luci spente e la polvera aveva invaso l’aria interna. Non era possibile entrare e nemmeno era il loro desiderio a questo punto.

Serena sentì gli occhi bagnarsi e inumidirsi, con lo sguardo basso e coperto dai corti capelli color miele. Non voleva far vedere il proprio viso provato dalla stanchezza e lo sconforto.
Il Pokémon nativo di Kanto si avvicinò quatto e scostò un po' la chioma della ragazza, scavando con il musino nell’aura dolorosa che si era costruita Serena. Arrivò a toccare con il nasino la pelle fredda di lei, la quale si alzò lentamente.

Pikachu non aspettò di sentirla parlare, probabilmente perché non c’era nulla da dire al momento, non faceva bene a nessuno dei due. Saltò tra le braccia della ragazza e si lasciò stringere piano, per poi allungarsi e leccare ogni lacrima che versavano gli occhi della performer.

Le leccatine divennero costanti per un paio di decine di secondi. Dandole giusto qualche piccolo attimo di sfogo. “Pipika…”

“Si…” Tirò su col naso Serena “Fermiamoci, mangiamo qualcosa e riposiamo. A questo punto riprenderemo quando staremo meglio…” molta pressione era stata fatta per far uscire quelle parole.

Serena si alzò e si avvicinò ad uno spiazzo d’erba illuminato dal sole. Si sedette e tirò fuori un fagottino con alcune delle ultime scorte che Thomas aveva preparato loro. Prese un tramezzino per lei e uno lo diede a Pikachu, il quale inizio a mangiucchiarlo con appetito.

Sebbene anche lei avesse un po' di fame, sembrava aver perso la voglia di mandare giù ciò che azzannava. Poteva solo sospirare, almeno sei o sette volte al minuto. Anche al topino venne voglia di sospirare di fronte a quello sconforto.

Sembrava andare meglio, esserci uno spiraglio di fortuna e buona sorte… invece nulla.

Finì in fretta il tramezzino e si massaggiò il pancino con fretta. Di seguito tolse a Serena il suo e lo portò alla bocca della performer, cacciandoglielo dentro. Sorpresa dal gesto, dovette masticare in fretta per non ingozzarsi e ingoiò il grossissimo boccone.

Non si aspettava di dover arrivare ad essere imboccata dall’amico Pokémon, ma a quanto pare era stato necessario.

“Pipika, chupi! Pika kapi!” Provò ad incoraggiarla. Non importava quante volte potevano fallire e incontrare ostacoli, avrebbero raggiunto la meta e avrebbero raggiunto il loro obbiettivo. Questo era ci che avevano imparato da Ash ed era ciò che dovevano applicare.

Serena rimase silenziosa, mentre lo vedeva agitare le zampine e faceva un discorso alquanto confuso alle sue orecchie, ma non al suo cuore. “Pikachu…”

“Chupi! Ka, chu chupika, pikapi chu, pipipi! Pikapika, pikachu!” Non diceva di certo di ripartire subito ma… non era mai l’ora di mollare. Non era mai il momento di lasciarsi sopraffare dalla resa.

….

Passarono le ore, Serena e Pikachu si erano presi una pausa dalla lunghissima ed estenuante camminata. Avevano mangiato qualcosa, schiacciato un pisolino… ed era tempo di partire di nuovo. La direzione era ignota, magari continuando su quella strada avrebbero potuto trovare un altro centro. Tornare indietro non era assolutamente fattibile, nella maniera più assoluta.

“Forza, è ora di continuare… vieni?” fece segno al Pokémon di salire sulla sua spalla.

Pikachu non era d’accordo, non voleva  che lei si affaticasse oltre “Chu…”

Serena sospirò e lo prese “Pikachu, non abbiamo altra scelta. Non possiamo stare qui ad aspettare per l’eternità. Vale la stessa cosa che ho detto prima, l’unica speranza è trovare un centro Pokémon, anche se io stessa non so quanto riuscirò a continuare… sono stanca…”

“Pipika…” La ragazza non poteva immaginare quanto Pikachu volesse riunirsi ad Ash in quel momento.

Però provava la stessa identica cosa “Spero solo che Ash non ci reputi morti, oppure sarà davvero dura…”

KABOOOOOM


Un’improvvisa esplosione fece diradare il fumo attorno a Pikachu e Serena. La ragazza portò le mani davanti agli occhi, sentendo la sostanza farle lacrimare gli occhi come degli aghi che colpivano i suoi occhi. L’intera situazione non le facilitava trattenersi.

“Pikachu!? Dove sei!?” gridò lei notando che l’ambiente era troppo pervaso dalla nube artificiale per vedere l’amico.

“Pipika!” sentì arrivare la risposta non troppo lontana.

Serena aprì più che poté gli occhi, lottando contro il fumogeno per scorgere una macchia gialla non troppo distante. “*Cough cough* P-Pikachu segui la mia voce.. *cough* !” disse a stento con una tosse che le impedì di completare la frase.

I due corsero l’uno incontro all’altra fino a che non furono riuniti. Quando il topino saltò tra le braccia della performer, automaticamente i due si raggomitolarono più in basso possibile per non respirare altra aria inquinata. Sentirono altre esplosioni circondarli, seguiti da momenti di paura che i due stavano provando.

Per quanto le esplosioni andavano avanti, il fumo tendeva a diradarsi, quindi erano di attacchi Pokémon. Per un attimo pareva che fossero anche spaventati nel veder chi vi fosse dietro a quella nube, ma questo in confronto con l’opzione del non respirare, era meno problematico.

Tra la confusione in via di dissipazione, gli occhi azzurri di Serena riuscirono a focalizzare cinque figure che si avvicinavano. Sembravano semplici Pokémon ad una prima occhiata, ma poi si rivelarono tristemente familiari.

 

“Preparatevi a passare dei guai, siete soli e soletti?”

“Guai molto grossi, teneri e poveretti!”

“Proteggeremo il mondo dalla devastazione!”

“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”

“Denunceremo i mali di amore e verità!”

“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!”

“Jessie”

“James”

“Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce”

“Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere e soffrire ancora di più!”

“Meowth, proprio così!”

 

L’ultima cosa di cui avevano bisogno: altri guai.

Il Team Rocket aveva due aspetti, uno comico e platonico, l’altro più serio e minaccioso. Tutto ciò dipendeva dal tipo di faccia che si incontrava di volta in volta. L’ultima era stata decisamente brutta e sfortunata, per e stesse ragioni Serena si sentiva insolitamente intimorita. Sapeva bene che non aveva Pokémon con sé oltre a Pikachu e sapeva che da soli in condizioni normali li, con molta fatica, li avrebbero fermati… ma così non proprio.

Erano fin troppo stanchi e feriti, poteva accadere di tutto e di più, ma di certo una parola in comune che ogni chance aveva era una sola: male.

“Cosa  volete ancora? Non avete fatto abbastanza?!” li accusò Serena, con tutto il risentimento che provava. Per quanto fosse stato un incidente quello che era successo, non poteva non pensare che era stato causato da loro. Il Team Rocket aveva colpito Pikachu e Serena era andata a salvarlo per questo. I due erano finiti in tutto quel putiferio per colpa loro.

Jessie fece le spallucce con aria indifferente “Non è stato abbastanza visto che Pikachu non è ancora finito in mano nostra”

“Ma siamo venuti a rimediare!” Concluse James “Ci spiace per i vostri guai, anzi no, ma finché non vi arrenderete non farete che patire ancora”

Serena si mise sulla difensiva, stringendo a sé Pikachu senza pensare nemmeno per un attimo a lasciar andare Pikachu “Non vi lascerò mai portare via Pikachu! Lo proteggerò con tutte le forze che ho!”

“E tu credi davvero di farcela? Ti salveresti tante preoccupazioni e dolori se lasciassi perdere!” puntualizzò Meowth tirando fuori uno dei suoi artigli per grattarsi il mento. “Ti facciamo una proposta… e ascolta bene perché la esporremo una sola volta!”

Serena rimase in silenzio, sentendosi spinta indietro da quelle parole, dandole un brivido che la portò a chiudersi sempre di più “Una proposta? Che genere di proposta?” parlò con esitazione.

Jessie cominciò a far roteare la sfera poké sulla propria mano “Una molto semplice… come tutti hanno notato, siete in alto mare. Non sapete dove di trovate e dove trovare aiuto. Non avrete la forza di andare avanti ancora per molto e le minacce che potreste affrontare sono ancora molte”

“Quindi la proposta è questa: ti porteremo al primo centro Pokémon nelle vicinanze con la nostra mongolfiera… in cambio tu ci consegnerai Pikachu senza porre resistenza. Credici, è meno faticoso per entrambi”

“Non se ne parla!” Rispose la kalosiana senza la minima esitazione “Non vi darò mai Pikachu. Lui non è solo un Pokémon qualunque!”

“Quale è il senso di questa resistenza? Non è nemmeno un tuo Pokémon ed è causa sua che stai affrontando tutto ciò”

Serena inarcò un attimo le sopracciglia per poi aggrottare la fronte con rabbia “Lui è mio amico, io difendo chi ho a cuore con tutte le mie forze! E poi, per la cronaca, è colpa vostra! Voi avete causato tutto l’incidente che ci ha separati dai nostri compagni! Se c’è qualcuno da incolpare siete voi!”

“Dobbiamo prenderlo come un no?” azzardò Meowth con fare beffardo.

“E’ e sempre sarà un no! No e no! Mai e poi mai vi lascerò portare via Pikachu per fargli del male! Qualunque cosa facciate ai Pokémon che rubate è di sicuro qualcosa di negativo. Preferisco essere io a soffrire e a proteggerlo piuttosto che consegnarlo tra le vostre mani!”

“Pipika…” Pikachu la guardò incredulo, con gli occhi riflessi di pietà e voglia di far qualunque cosa.

“Non cederò mai al vostro ricatto solo per il mio bene, dovessi strisciare a terra o arrivare alla fine!” dichiarò infine Serena con voce potente e segnata dal nervosismo.

James e Jessie si scambiarono un’occhiata d’intesa, quasi prevista, e si prepararono all’attacco. “Inkay usa Psicoraggio!”

Prima che il calamaretto potesse attaccare, Pikachu saltò via dalle braccia di Serena e scaricò un Fulmine contro il nemico. “Pikaaaaaa chuuuuuu!!!!”

Serena fissò stupita il Pokémon “Pikachu ma…”

“Chu pika. Pipika chu pi, pikapika pi!” La guardò convinto. Non aveva intenzione di lasciarle fare tutto da sola. Se avevano imparato entrambi qualcosa in quei giorni trascorsi insieme tra mille difficoltà, era che ogni singolo ostacolo che avevano davanti lo potevano affrontare solo unendo le forze. Le gioie e i dolori di uno o dell’altra poteva essere smaltiti meglio se divisi in due parti.

Serena sorrise e si alzò in piedi, aiutata dal braccio sinistro. “Hai ragione, combattiamo! Pikachu usa Energisfera su Gourgeist”

“Pikapikapikaaa chupi!” L’Energisfera volò in direzione della zucca volante, ma fu schivato con facilità.

“Gourgeist usa Pallaombra!” ordinò Jessie.

“Pikachu usa Codacciaio su Pallaombra e usala come trampolino!”

Il topo elettrico rafforzò la coda, saltò e con essa colpì al polo della sfera oscura, raggiungendo un punto più alto del cielo e ritrovandosi faccia a faccia con Gourgeist. “Chupi!!!” E lo colpì in piena testa con il suo Codacciaio, scagliandolo al suolo.

Atterrò sulle sue zampe, sentendosi acciaccato ancora per le ferite. Presto si ricompose accedendo ad un po' di energia extra e ne approfittò per correre in avanti verso Inkay.
Serena capì abbastanza in fretta le sue intenzioni e le assecondò “Procedi con Attacco Rapido!”

Pikachu continuò a velocizzare fino a colpire il medusino e a mandarlo a terra come il compare. Per un attimo sembrava davvero tutto possibile e la vittoria poteva apparire un sogno raggiungibile. “Bravo Pikachu!” Lo complimentò Serena con gratitudine per gli sforzi che stava compiendo l’amico.

Il Pokémon si girò appena, ancora sulle sue quattro zampe, per sorriderle e chiederle di continuare a guidarlo.

L’attimo di riposo però durò poco. Uno Psicoraggio improvviso arrivò ai suoi piedi e lo fece alzare da terra, fino a roteare in aria. Cercò un poco di equilibrio e si raddrizzò abbastanza da poter rispondere con Fulmine.

Il contrattacco riuscì ad andare a segno e Inkay fu a terra K.O. “Nooo Inkay!” si rattristò James “Come è possibile che ci facciamo battere da quella mocciosa!?”

“E’ assurdo! Mettiamo fine a questa umiliazione!” Comandò Jessie “Gourgeist usa Neropulsar!”

“GEEEEIST!”

Non ci fu abbastanza tempo per schivarlo. Come era finito in aria, Pikachu si ritrovò sbattuto con forza sul terreno. Fu in quel momento che sentì le ferite riportate contro gli Houndoom farsi rivivere. Sentì la forza acquistata completamente svanire in un solo colpo inferto.

“Pikachu!”

La frittata era stata girata completamente.

Jessie non era soddisfatta, voleva a tutti i costi finire quello scontro “Continua a colpire con Neropulsar!”

“Prova a respingere con Fulmine!” Chiese Serena.

Il lottatore caricò per bene le guance e usò Fulmine. L’attacco elettrico ebbe la meglio, distrusse quello avversario e procedette verso il Pokémon spettro. Prima di colpire il bersaglio, Wobbuffet si mise in mezzo e con Riflesso lo rispedì a Pikachu, con il doppio della potenza.

Una mossa non prevista e gli effetti costarono molto cari. Il botto lo colpì in pieno e lo scaraventò all’indietro, non avendo la forza di aggrapparsi al terreno. Sentì qualcosa porsi dietro di lui e bloccarlo prima che potesse farsi male oltre.

“N-Non muoverti, non preoccuparti… ci penso io…” mormorò Serena mentre venivano ancora spediti indietro dalla forza devastante di quell’attacco.

Cominciarono a rallentare e un ultimo sbalzo li fece atterrare sulle rocce. Fu troppo tardi per la ragazza, non ebbe il tempo materiale di girarsi e la caduta fu più dura del previsto. Il braccio destro finì per scontrarsi sulla terra dura e schiacciato dal peso del proprio corpo.

“Aghhhhhh!!!” urlò di dolore, senza poter trattenersi.

Il grido allarmò il topino che trovò l’energia necessaria ad aprire gli occhi e controllare l’amica. Guardò con orrore l’espressione sofferente di Serena, la quale stringeva i denti e le braccia, facendo così sentire quanto stesse provando quell’atterraggio.  “PIPIKA!”

“V-Va tutto bene.. v-va tutto bene…” Non capiva se lo stava dicendo a se stessa o al Pokémon. Sapeva solo che aveva bisogno di dirlo.

“Gourgeist usa Pallaombra!” approfittò la donna dai capelli fucsia.

Serena sentì un colpo arrivarle addosso e scaraventarla ancora più indietro, quasi a aggredirla psicologicamente e intimandole di mollare la presa. Si ritrovò con il lato destro del corpo completamente scoperto, rivelando così la fasciatura sul braccio completamente strappata.

“Pikachu…” sussurrò prima di sbarrare gli occhi di fronte alla vista di Gourgeist sopra di lei e pronta a colpirla con Ombrartigli. Si preparò all’impatto e si chinò per proteggere Pikachu con il suo corpo, dovendo purtroppo usufruire del braccio ferito come scudo.

Sentì un dolore immenso e poi il braccio divenne totalmente immobile, come morto. Sapeva che il colpo era andato a segno, vide il sangue fresco colarle sull’arto intero e dolori vari nel resto del corpo. Non ebbe nemmeno la  forza di urlare, talmente il male le soffocò il respiro.

 Pikachu venne spazzato via dalla sua presa, sebbene fosse certa che non era stato colpito. “Pi…” mormorò quando colpì il terreno. Non era in grado di muoversi, sebbene stesse lottando contro l’atroce dolore per correre dalla performer per aiutarla.

“Sono quasi commosso…” Scossa la testa Meowth “E’ una scena così sentimentale”

Sotto le parole crude e amare del gatto, Serena e Pikachu volevano davvero piangere, la ragazza già lo faceva per il dolore.

“Non capite quanto sia stupido quello che fate? Guardatevi, vi sforzate per qualcuno che di certo vi creda morti”

“Avete mai pensato che vi abbiano dimenticati? Vale la pena davvero sentire tutto questo dolore quando potevate terminare tutto velocemente? Sentitelo, il bruciore della sconfitta e della lontananza…”

Serena cercò di rialzarsi, tremando come una foglia per lo sforzo che stava provando a fare. Cominciò a gattonare in direzione di Pikachu, quasi strisciando. Ignorava le morse di dolore che la stavano tormentando e continuò pian piano a portarsi verso il piccolo Pokémon completamente in catalessi per il gesto che la performer stava compiendo.

“E’ quasi peggio del moccioso…” commentò Jessie in un misto di stupore e osservazione. Inarcò le sopracciglia e rimase sorpresa a guardarli. Stesso facevano James e Meowth.

Sembrò durare giorni, eppure Serena finalmente arrivò da Pikachu, lo strinse con il braccio sinistro e lo avvicinò al petto, chiudendolo sotto di lei per fargli da scudo. “Se volete prenderlo, dovrete passare sul mio corpo prima”

“Accogliamo l’invito!” rispose Meowth “Avanti ragazzi! Fatele rimpiangere la sua scelta!”

Jessie annuì e stringendo un pugno di fianco alla gamba ordinò al proprio Pokémon di attaccare “Gourgeist usa Pallaombra!”

“Googoogoogoogoo geistttt!!” Colpì in pieno la ragazza, la quale fece una smorfia di dolore e cominciò ad abbassarsi sempre più sul terreno, non reggendo più il peso del proprio corpo.

Con la mano del braccio gravemente ferito strinse un cumulo di terriccio, cercando di tenere duro e di non crollare.
Qualche secondo e arrivò il secondo colpo. La cosa strana era il diminuire del dolore provocato dalle sfere quando collidevano contro di lei invece che l’aumentare, segno che pian piano stava perdendo sempre più coscienza e il suo corpo era sul punto di collassare. Il dolore originale rimaneva, ma i nuovi colpi sembravano non arrivare nemmeno. Sapeva solo che c’era una spinta a imporle di lasciarsi andare.

“P-Pipika…” Con un filo di voce il compagno espresse le sue ultime scuse. Qualche lacrima lucida scese dagli occhi del Pokémon elettrico, carica di depressione ma leggera come la rugiada scivolosa su una foglia.

“H-Hai fatto del t-tuo meglio… sono f-felice di essere arrivata f-fin qui con te. S-Scusa se non ti ho saputo proteggere abbastanza…” La sua rigidità scomparve e finì con tutto il corpo al suolo. Non poneva più resistenza, non cercava di resistere al dolore e o di farsi forza. Pensava solo a rimanere dov’era e tenere Pikachu sicuro tra le sue braccia.

Non sentì arrivare alcuna risposta, probabilmente il Pokémon aveva già perso conoscenza e presto sarebbe arrivato pure il suo turno. Si sentiva tremendamente in colpa, ogni volta che parevano così vicini riusciva solo a fallire. Pensava a quante volte sentisse di aver raggiunto Ash e invece erano così lontani.
Forse mai nemmeno come persona lo avrebbe raggiunto, mai avrebbe potuto diventare come lui o almeno divenire forte dentro almeno la metà.

Cominciò a risentire il dolore arrivare per ogni colpo, così come l’oscurità che si avvicinava sempre di più. Provò ad immaginare un’ultima volta il sorriso del suo Ash, il ragazzo che l’aveva portata a cambiare se stessa. Sotto un certo senso si sentiva quasi fiera di aver resistito tanto e di aver provato con tutte le sue forze a proteggere il suo piccolo amico. Era quasi felice di essere ferita ma di aver lottato e dato tutto ciò che aveva.

Vide un Ash che le sorrideva e le diceva di andare avanti e di resistere, che era quasi arrivato, ma sapeva che era solo la sua immaginazione. Sembrava quasi reale e ciò che le trasmetteva un po' di sollievo e dolcezza. Le sue parole divennero quasi realtà, più forti e vicine di quanto potesse immaginare. Più sentiva le forze mancare, più l’immagine di Ash diventava confusa ma reale e confortevole.

Pensò infine all’amore che provava per lui e sperò con tutto il cuore che questo suo ultimo pensiero potesse raggiungerlo. Fu felice che l’ultima cosa che vide era Ash, reale o meno. Poi ogni coscienza l’abbandonò.

“SERENAAAAAAA!!!!!”




Nota d'autrice: Lo so, sono perfida a concludere così... ^^"
Mi scuso sempre per il tempo passato. Davvero, sono imperdonabile, o almeno potete cercare di comprendermi? ^^" Tra il progetto dei GettAmourZers e tutti gli impegni da vita privata, sono pienissima di impegni. Ormai mancano 2 capitoli alla fine di questa fanfiction. Uno se raddoppio la lunghezza del prossimo che sto scrivendo! :D
Davvero, voglio ringraziare i miei lettori e recensori per l'appoggio, senza di voi ovviamente non sarei così motivata ad andare avanti con questa fic^^ e a scriverne un possibile seguito (Si potrei farlo)
Quindi scusate e grazie di cuore! Occhi aperti per il prossimo capitolo! :D

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: SatoSerelover