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Autore: LittleDreamer90    08/07/2017    5 recensioni
***Fanfiction scritta per il contest "sfida l'autrice" indetto dal gruppo su Facebook "Takahashi Fanfiction Italia" - 1^ Classificata - ***
Ritrovarsi ad aiutare la propria migliore amica nell'organizzazione del suo matrimonio.
A dare una mano c'è anche l'amico del futuro sposo. Amico da sempre osservato con sospetto ed indignazione, pur tenendo a bada le sue continue avances con spirito ed ironia.
E se invece lui, Miroku, si rivelasse migliore di quello che sembrava?
Lo strano guazzabuglio di emozioni contrastanti e confuse che inizia inaspettatamente a formarsi in entrambi, porterà a qualcosa di nuovo o tutto ricadrà nella stramba normalità?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Rating: Arancione.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale
Coppia: Miroku/Sango
Tipo di coppia: Het
Ulteriori info: AU ambientata ai giorni nostri
Tipo di storia: One-shot
Trama: 1) prendere ispirazione da questo testo (prima strofa + ritornello della canzone "Careless Whisper" di George Micheal):
"I feel so unsure, as I take your hand and lead you to the dance floor. As the music dies, something in your eyes calls to mind a silver screen, and all its sad goodbyes. I'm never gonna dance again, these guilty feet have got no rhythm; though it's easy to pretend, I know you're not a fool... I should have know better than to cheat a friend, and waste the chance that I've been given; so I'm never gonna dance again the way I danced with you".
[Traduzione: "Mi sento così insicuro, mentre prendo la tua mano e ti porto sulla pista da ballo. Mentre la musica si spegne, qualcosa nei tuoi occhi richiama alla mente uno schermo d'argento (cioè quello di un vecchio cinema) e tutti i suoi tristi addii. Non ballerò mai più, questi piedi colpevoli non hanno alcun ritmo; anche se è facile fingere, so che non sei una sciocca... Avrei dovuto capire di non dover tradire un'amica, e sprecare l'opportunità che mi era stata data; quindi non ballerò mai più nel modo in cui ballavo con te"]
2) Obbligatoria almeno una scena di ballo, per il resto carta bianca.






Le luci soffuse delle lanterne di carta creavano un’atmosfera rilassata e felice, mentre in sottofondo risuonava una musica lenta.
La ragazza si strinse dolcemente al suo fidanzat- anzi, no, a suo marito, mentre volteggiavano goffamente.
Non era mai stato bravo a ballare, anzi si vergognava a farsi vedere in pubblico così, ma per lei, per quel giorno speciale, aveva fatto un’eccezione.

- Sei felice?- sussurrò il giovane, stringendo la moglie tra le braccia.

Kagome sospirò in appagamento contro il suo petto, prima di alzare la testa e perdersi negli occhi color ambra che amava tanto: - È perfetto – sussurrò, arrossendo appena nel vedere il mezzodemone sorriderle in quel suo modo bizzarro ma estremamente sexy, prima di abbassarsi appena per sfiorare le sue labbra con un bacio veloce…
Bacio che fu interrotto bruscamente quando qualcuno picchiettò la spalla di InuYasha: - Andateci piano, colombelli, siete in pubblico! -.

Il ringhio di InuYasha fu talmente forte che anche Kagome ne percepì la vibrazione contro il petto: - Che cavolo vuoi, Miroku? -.

L'amico si ritrasse appena, alzando le mani con il suo solito fare sornione: - Volevo solo chiedere un ballo alla nostra bella sposina! Sai com'è, la stai monopolizzando, hai un mucchio di tempo di averla tutta per te, più tardi… -.

InuYasha lo fulminò con un'occhiataccia: - Non osare andare avanti, razza di pervertito! –

- Ehi! Mi sono fatto in quattro per aiutarvi ad organizzare il tutto! Almeno un ballo con la sposa me lo merito, no? – puntualizzò Miroku - L'alternativa sarebbe ballare con te, ma… no, grazie, non ci tengo – ironizzò.

Il mezzodemone alzò gli occhi al cielo, sbuffando: - E dopo dicono che sono le donne, ad essere melodrammatiche… Va bene, ma solo un ballo – precisò, facendo roteare Kagome verso il giovane – E tieni le mani a posto, altrimenti ti troverai senza gli arti superiori – lo minacciò.

Kagome ridacchiò alle buffonate dei due, dando ad InuYasha un bacio sulla guancia, prima di lasciarlo: - Tranquillo, so difendermi dalla mano morta. E comunque credo che, al minimo passo falso, avrebbe alle calcagna non solo tu, ma anche Sango – scherzò, rimanendo però perplessa al lampo di nervosismo che attraversò le iridi blu di Miroku, nell'istante in cui aveva menzionato la sua migliore amica.
Automaticamente perlustrò con lo sguardo il piazzale del santuario Higurashi, alla ricerca di Sango, aggrottando le sopracciglia nel notarla seduta da sola, in disparte. 

Miroku, che aveva seguito lo sguardo dell'amica, si irrigidì, prima di afflosciare le spalle, come sconfitto e sospirare: - Divina Kagome, avrei bisogno di un consiglio – azzardò.

Lei tornò a fissarlo negli occhi in un modo leggermente minaccioso, prima di aver rassicurato con lo sguardo InuYasha, che li osservava da poco lontano: - Che hai combinato, Miroku? Hai fatto arrabbiare Sango? – domandò cauta.

Miroku trattenne un altro sospiro. Fosse stato quello, il problema… Kami, quanto gli sarebbe piaciuto, in quel momento, tenere tra le braccia Sango, invece di Kagome… danzare ancora con lei e…
Già, “danzare”…


Fin dall'inizio il suo rapportarsi con Sango era stato simile ad una danza. Era stato un continuo rincorrersi. Avvicinarsi per poi svicolare, allontanarsi per un po' e tornare all'attacco dopo l’ennesimo e costante rifiuto da parte di lei.
Fin da subito era rimasto ammaliato da lei, dalla sua presenza.
E, come da manuale, le si era avvicinato nel suo solito modo da latin lover.
Ma lei lo aveva respinto, in un modo simile alle altre, ma allo stesso tempo diverso, un modo che lo aveva intrigato, se possibile, ancora di più.

Sango era una donna bellissima, dalle forme procaci e dal carattere forte.
Il suo carattere… determinato, battagliero, ma anche sagace e dal forte senso morale e di giustizia.
Si era indignata non poco, ovviamente, quando la mano destra di Miroku era scesa -casualmente- a saggiare le forme del suo didietro.
Il manrovescio ricevuto in cambio aveva lasciato l'ardito libertino stordito per alcuni minuti ed il segno rosso della cinquina era stato ancora ben visibile anche il mattino successivo.

Eppure, benché lei lo avesse rifiutato, Miroku si sentiva innegabilmente attratto da lei.

Il Fato aveva voluto che lui fosse il miglior amico del ragazzo della migliore amica di Sango. Il tipico cliché, insomma.
Ma Sango era tutt'altro che la tipica ragazza bella e svampita. Nonostante la brutta impressione da maniaco che Miroku aveva fatto con lei la prima volta in cui l'aveva incontrata, Sango non lo aveva ignorato, subendo passivamente le uscite di gruppo insieme alla sua amica Kagome.
Era ovvio e palese che Miroku non le fosse troppo simpatico, però quello della ragazza era un atteggiamento rispettoso: durante le uscite in gruppo non aveva mai finto che lui non esistesse; pur rimanendo a distanza di sicurezza da eventuali palpeggiamenti, lo aveva trattato ancora da essere umano e non da pervertito da cui tenersi alla larga. Era diffidente, insomma, ma con stile.

Poco alla volta la ragazza era passata dall'osservarlo con malcelato sdegno a rivolgere risposte sagaci e ironiche ai vari tentativi di approccio di Miroku.
Giustamente, per lasciare al suo amico InuYasha  un po' di tempo da solo con Kagome, il giovanotto aveva dovuto sacrificarsi e tentare di intrattenere in qualche modo la bella Sango… era un suo dovere da buon amico, giusto?

La risatina della suddetta ragazza, seduta accanto a lui al bancone del bar, lo riscosse dal suo rimuginare.
Curioso, alzò gli occhi verso di lei e la trovò a fissare InuYasha e Kagome, comuni amici di entrambi, attorniati dai familiari di lei ed altri conoscenti.

Sentendosi osservata, Sango reagì con un'alzata di spalle, finendo in un colpo l'ultimo sorso dell'aperitivo analcolico che aveva davanti: - Pensavo solo al fatto che perfino quell'asociale del tuo amico, alla fine, è riuscito a sistemarsi – disse, osservando con un sorriso il mezzodemone che, al fianco di una Kagome spumeggiante di felicità ed attorniato da persone che gli facevano i complimenti, tentava di fare il sostenuto e di nascondere invano il leggero rossore che gli aveva tinto le gote, simbolo del disagio di essere al centro dell'attenzione.

Miroku camuffò dietro il bicchiere di liquore il suo tipico sorrisetto da presa in giro: - Quindi… Vorresti dire che Kagome non ha fatto un bell'affare, nell'accettare la proposta di matrimonio di mr. asocialità? – la punzecchiò.

- Vedo che hai un'alta opinione del tuo migliore amico, eh? – gli rispose Sango – No, volevo solo far presente che, a quanto pare, perfino “mr. Asocialità”, come lo hai chiamato tu, ha avuto più fortuna in campo sentimentale di un certo libertino di mia conoscenza… - lo apostrofò.

Il ragazzo si portò teatralmente una mano al cuore: - Che colpo basso, mia cara Sango! – esalò, prima di riaprire gli occhi e puntarli su di lei, con uno strano luccichio di presa in giro ad animarli ancora di più: - Invece di essere contenta per la tua amica, te ne stai a rimuginare su di me, quindi! Ne sono lusingato! -.

Sango trattenne uno sbuffo: - Chi si loda si imbroda, dice il detto. Fossi in te non mi darei troppa importanza, signor gallo cedrone – gli rispose, alzandosi dallo sgabello – Ci vediamo dopo, galletto – lo stuzzicò, allontanandosi verso gli amici.
“Che pallone gonfiato strabordante di egocentrismo! Non posso nemmeno gioire internamente per la felicità di Kagome, che tenta sempre di far girare il discorso su di lui, dannato Miroku” pensò la ragazza, a metà tra lo scocciato e il divertito.
- Permesso… scusate… perdonate l’interruzione… Kagome, posso rubarti un momento il fidanzato? – chiese alla ragazza, quando ebbe raggiunto la coppia.

- Sango-chan! Dove eri finita? È da mezz'ora che non ti vedo! – la abbracciò la giovane – Dì un po', stavi conversando amabilmente con Miroku, dì la verità – le sussurrò allusiva nell'orecchio, ricevendo in cambio un pizzicotto sul fianco.

- Amabilmente? Con quel pervertito? Ma fammi il piacere! – sbuffò Sango, ricambiando con un'occhiataccia l'espressione da “io la so lunga” dell'amica – Te lo ridò subito, non ti preoccupare – affermò prima di afferrare per un braccio InuYasha e dirgli, con voce melliflua: - Andiamo, Inu-chan -.

Quando ebbero girato l'angolo, il mezzodemone, seppur grato per la breve interruzione che gli aveva concesso un momento di respiro da tutto il cicaleccio, incrociò le braccia e guardò male la migliore amica della sua Kagome: - Che vuoi, dannata! – brontolò – Se vuoi farmi anche tu il discorso da “fai soffrire Kagome e il ti prendo a randellate”, guarda che ci ha già pensato il vecchiaccio pazzo – iniziò torvo, ma Sango lo interruppe:

- Piantala! Non sono mica sua madre! Volevo solo darti questo! – gli disse – Non ti sarai mica già dimenticato del favore che mi hai chiesto – lo rimproverò.
Le sfuggì un sorriso nel vedere le iridi color ambra del giovane animarsi di entusiasmo.

Checché la gente potesse affermare in proposito, InuYasha le era piaciuto fin da subito ed era davvero contenta per la sua amica di sempre.
Legare con il mezzodemone era stato sorprendentemente semplice. Sarà forse stata l'empatia per la situazione simile alla propria, o il fatto che entrambi fossero rimasti soli, senza parenti o genitori… beh, forse non era proprio quello il punto.
Anche Miroku, come InuYasha, era rimasto solo al mondo ed i due si erano conosciuti all'orfanotrofio gestito da un amico di famiglia di Miroku, un certo Mushin.
Anche Sango era rimasta sola, ma la sua forza era stata dover badare al suo fratellino Kohaku.

Sango, InuYasha e Miroku. Tre individui dalle dinamiche famigliari simili, ma con caratteri ed indole totalmente diverse.

Il comportamento schivo e chiuso di InuYasha era stato ben spiegabile e concepibile per Sango, alla luce del passato di lui, ma… no, decisamente non era stato solo quello.
Sotto sotto, molto in fondo, il mezzodemone era simpatico. Era un ragazzo leale, accorto anche se un po' troppo testone e duro di comprendonio… ma era Ok. Non avrebbe potuto sperare in un compagno di vita migliore per Kagome. Certo, avere a che fare con InuYasha non era certo una passeggiata, ma anche Kagome non scherzava, a volte, in quanto a carattere, per cui… i due si compensavano a vicenda e a vicenda si aiutavano a migliorarsi, come si conviene ad una coppia ben assortita.

Se solo Miroku…
Il suono di una e-mail in arrivo la riscosse e Sango sorrise nel leggere il messaggio del fratello minore:

Sorellona,
So che rientrerai tardi dalla festa, questa sera.
Non ti preoccupare per i pacchi da portare all'orfanotrofio domani mattina, ci penso io!
Tanto volevo già andare da Rin ed aiutarla a studiare….
A domani, Kohaku
.


Ah, la bellezza della gioventù, la spontaneità delle amicizie, il fiorire dei primi amori…


Il desiderio di aiutare gli altri aveva spinto Sango ad intraprendere studi nel campo del sociale. All'università serale aveva conosciuto Kagome e la loro amicizia durava da allora.
Il destino aveva poi voluto che Kagome venisse inviata come assistente sociale nello stesso orfanotrofio dove InuYasha e Miroku erano cresciuti e dove il mezzodemone spesso ancora si recava ad intrattenere i bambini.
Segretamente Sango invidiava la facilità con cui Kagome era in grado di far amicizia con chiunque, incluse le persone all'apparenza schive, antipatiche ed inavvicinabili come era stato inizialmente InuYasha.
Eppure… ormai quei due erano una coppia da un paio d'anni.
36 mesi… erano già due anni e mezzo che InuYasha e Miroku erano entrati nelle loro vite...

Visto l'entusiasmo della migliore amica, anche Sango si era decisa a visitare l'orfanotrofio che tanto Kagome le aveva decantato, portando con sé Kohaku ed uno scatolone di vecchi vestiti da donare.
In mezzo alla marmaglia di bambini iperattivi, lo schivo e timido fratello preadolescente di Sango aveva fatto la conoscenza della piccola Rin e la sintonia era subito sbocciata tra i due ragazzini.
Se solo Sango avesse saputo che tutto questo l'avrebbe portata ad incappare anche in quel libertino di Miroku…

La voce di InuYasha la riscosse: - Oh, io… grazie. Spero che il pensiero le piaccia… sai, con tutto il caos del matrimonio da organizzare, e il lavoro… - bofonchiò il mezzodemone.

Sango si lasciò sfuggire un risolino: - “Spero che le piaccia”… ma scherzi!? Stiamo parlando di Kagome! Nemmeno in un universo parallelo disdegnerebbe un bel weekend alle terme! – gli fece presente.

Il giovane fece spallucce, conciliante: - Sì, beh… non che sia il regalo di compleanno del secolo… - bofonchiò.

L'amica gli diede una manata sulla spalla: - Smettila, Mr. insicurezza! Due interi giorni alle terme, festeggiando il suo compleanno insieme al suo adorato cucciolotto. Ovviamente le piacerà -.

InuYasha le rivolse un'occhiata torva: - Ehi! Cucciolotto a chi, dannata! – si offese.

- Oh, andiamo amico! Come se fosse un segreto che ogni tanto Kagome si lascia scappare qualche nomignolo – gli fece eco Miroku, spuntandogli alle spalle e mettendogli un braccio al collo con fare cameratesco – Specialmente nei momenti di intimit- aaaaaahia! – piagnucolò nel ricevere contemporaneamente un cazzotto in testa da parte dell'amico ed una tirata d'orecchie da Sango.

- Demente! – ringhiò infuriato InuYasha, rosso in viso, prima di congedarsi con un cenno da Sango e tornare dalla propria ragazza. 

- Che avrò mai detto di male, uffa! È così bello sentirsi affibbiare dei nomignoli da una bella ragazza – sbuffò nel mentre Miroku.

Sango alzò gli occhi al cielo: - Un nomignolo… certo, certo… - bofonchiò – Anche se, effettivamente… - fece pensierosa.

- Vuoi iniziare a darmi tu un nomignolo, Sango cara? – si rianimò il ragazzo.

L'altra gli sorrise, malefica: - Oh, ma tu ce lo hai già un nomignolo, Miroku carissimo – rispose suadente Sango, avvicinandosi a lui con fare sensuale, certa che…
Eccola, la mano morta!

Curve di Sango a portata di mano + Atmosfera seducente = Miroku non sa resistere.

- Porco! Ecco qual è il tuo soprannome! – sibilò la ragazza, assestandogli il consueto ceffone.

Kami, che rabbia! Detestava tutti quei suoi modi da marpione!
Anche se col tempo erano diventati amici, ancora mal tollerava quel comportamento da farfallone incostante, quel suo correre dietro ad ogni essere umano in gonnella e poi tornare ad importunare lei ogni qual volta -leggasi “sempre”- veniva rifiutato dall'oca di turno!

Cos'è, sei gelosa? Vorresti che le sue attenzioni fossero tutte per te e solo per te?” le fece eco la voce della coscienza.
Sango si irrigidì per un attimo a quel pensiero, salvo poi reagire con uno sbuffo e dirigersi di nuovo verso Kagome ed InuYasha.

 
*~*~*~*~*~*~*


Il suono della serratura della porta che si chiudeva risuonò nel silenzio dell'appartamento.

Distrattamente Sango pensò che fosse un bene che quella sera Kohaku fosse rimasto a dormire da un compagno di scuola. Sicuramente non sarebbe riuscita a mascherare il proprio turbamento.
Ancora confusa, si portò una mano al petto, in corrispondenza del cuore.
“Miroku…”.

Il matrimonio di Kagome ed InuYasha era alle porte e Sango e Miroku erano stati ovviamente scelti come  damigella d'onore della sposa e testimone dello sposo.
Questo li aveva portati ad essere a contatto molto più di prima, anche per alleviare dalle spalle degli sposi l'ansia e gli oneri di alcune cose riguardanti la cerimonia e la successiva cena.

Non che Sango sentisse che qualcosa fosse cambiato nel suo rapporto con Miroku, però…
Più di una volta si era ritrovata affascinata dal lato serio, composto e determinato che il giovane aveva sfoggiato in determinate occasioni.

Come quella sera.

InuYasha, pur con estrema vergogna, aveva chiesto ai due amici di aiutarlo, dandogli alcune lezioni di ballo. Nulla di serio o elaborato, solo quel tanto che bastava ad insegnargli a non pestare i piedi alla sposa durante quello che sarebbe stato il loro primo ballo da marito e moglie.
La cerimonia si sarebbe svolta con rito shintoista presso il santuario Higurashi, ma Kagome era stata irremovibile nel volere, a seguito del rito, una festa in stile occidentale. Il che avrebbe implicato anche il momento del ballo.
Da qui la decisione impulsiva del mezzodemone di tentare di rimediare alla incapacità di danzare.
In realtà InuYasha aveva chiesto un aiuto solo a Sango, ma Miroku, neanche a dirlo, non avrebbe mai rinunciato ad assistere allo spettacolo dell'amico che tentava di migliorare le sue mosse da stoccafisso!
Il libertino aveva mantenuto per la maggior parte il solito atteggiamento, quello da farfallone, con battutine e prese in giro, ma poi…
All'ennesimo tentativo fallito di InuYasha di non pestarle i piedi, Miroku era intervenuto: - Non ci siamo, amico mio! Aspetta, lascia che ti mostri come si fa! – aveva detto all'improvviso, avvicinandosi a Sango – Permetti, mia cara? – le aveva chiesto, galante.

Era stato… bizzarro.
Il cuore si Sango aveva preso a batterle all'impazzata, forse per l'eccessiva vicinanza o per il timore che lui allungasse le mani. Eppure…
Eppure il modo in cui Miroku aveva preso a guardarla negli occhi mentre danzavano, il modo sicuro e rilassato con cui la teneva tra le braccia… e quei suoi occhi profondi color del cielo, che sembravano voler leggere fin dentro l'anima.
Già sapeva che Miroku fosse un ballerino provetto, però le sensazioni che aveva provato l’avevano spiazzata e la ragazza si era come persa nel momento.
Il modo in cui poi, alla fine del brano musicale, il giovane aveva indugiato un momento in più, stringendola contro il petto e, sistemandole una ciocca dei lunghi capelli castani che le era caduta davanti al viso, aveva sussurrato: - Grazie di avermi concesso l'onore di questo ballo, dolce Sango -.
La giovane sperò di tutto cuore di non essere arrossita!
Che diavolo le prendeva? Si era sempre ritenuta immune al fascino da quattro soldi di quel libertino!

- Ohhh, al diavolo! – sbottò Sango, togliendosi le scarpe e dirigendosi verso il bagno.


La notte porta consiglio, o almeno così dicono.

Quella mattina, mentre sorseggiava il suo caffè seduta ad uno dei tavolini del bar, Sango si ritrovò a pensare che chiunque avesse dato origine a quel detto, fosse un completo imbecille.
Improvvisamente una rosa rossa apparve nel suo campo visivo: - Un fiore per un fiore… Buongiorno Sango! – esordì Miroku, sorridendole.

La giovane trattenne una smorfia: - E se fossi stata allergica al polline? – lo punzecchiò, colpendo il fiore con la punta di un dito.

- No, non lo sei – sorrise serafico il ragazzo – Sei allergica alla polvere e alle arachidi. Ti conosco bene, mia cara – la spiazzò, sorprendendola – Odi il thè, ma vivi a caffè. Non bevi alcool, ami i dolci sia giapponesi che internazionali – continuò.

- Cos'è, se indovini tutto di me, vinci un premio? – sbottò.

Il giovane la fissò per un attimo, pensieroso, prima che una luce birichina gli illuminasse lo sguardo: - Un bacio – sussurrò, facendo arrossire Sango – Un bacio come premio sarebbe perfetto -.

- Piantala! Parliamo di cose serie, piuttosto! Dobbiamo ancora organizzare l'addio al nubilato e al celibato dei nostri amici, e oh Kami! Il vestito! Non ho ancora scelto il vestito per il dopo cerimonia... -.

A quello, Miroku aggrottò la fronte: - Ma se è una cerimonia tradizionale… - fece perplesso, mentre faceva cenno alla cameriera di avvicinarsi.

- Bah, che ne vuoi sapere, tu! Non posso certo restare in kimono anche durante il ricevimento! Anche Kagome si cambierà d'abito, cosa credi! – sbuffò Sango, assottigliando gli occhi in una espressione minacciosa nel vedere che il ragazzo aveva iniziato a fare gli occhi dolci alla cameriera.

- Se ti serve una mano nel provare gli abiti nel camerino… - continuò Miroku dopo aver ordinato un thè freddo, trasalendo quando la ragazza gli assestò un calcio negli stinchi da sotto il tavolo che condividevano – Scherzavo! Ehehehe.. sono sempre così frainteso – ridacchiò il giovane per poi tornare serio – Sì, dunque, dicevamo… le feste di addio al celibato e al nubilato… -.
 
*~*~*~*~*~*~*~


Maledetta cerniera! Non è possibile, si era inceppata! Erano cinque minuti buoni che e lottava e si contorceva all'interno dell'angusto camerino, nel tentativo di raggiungere la schiena!

E pensare che fino a poco prima era stata tentata di acquistare quel bel vestito color del cielo che le metteva così bene in risalto le curve e…

Dal nulla due mani grandi arrivarono a cingerle la vita e si ritrovò ad appoggiarsi ad un ampio petto, mentre una voce suadente e calda le sussurrava all'orecchio, facendole venire i brividi: - Hai bisogno di aiuto, mia cara Sango? -.

Girando appena il capo, Sango si sentì come inghiottire dalle iridi che tanto conosceva e che la stavano fissando con amore.
- Miroku… - il nome di lui le uscì in un ansito sussurrato.

- Un bacio… solo un bacio… - pronunciarono quelle belle labbra mentre si abbassavano verso di lei e…

- Sorella??? Sei ancora viva? Sei lì dentro da più di mezz'ora! -.
La voce di Kohaku che la chiamava dal corridoio la fece destare di soprassalto!

Non poteva crederci! Si era addormentata nella vasca da bagno e…
- S-sì, ci sono! Arrivo tra un attimo! – farfugliò ancora imbarazzata.
Sentendo i passi del fratello minore che si allontanava, Sango rilassò la schiena rigida, portandosi una mano al viso.
No, impossibile… lei aveva appena sognato che…
- Argh! – ringhiò quasi, alzandosi ed uscendo dall’acqua, ignorando i capezzoli inturgiditi e la sensazione dolorante tra le gambe  – Sono diventata matta? Che diamine! No appena avuto un sogno erotico su… su quel… quel… argh!!! – si infuriò, afferrando un asciugamano ed uscendo verso il tinello.
“Forse dovresti trovarti un uomo o un amico di letto” le fece presente una voce maligna nella testa “Sai, è normale provare certe cose, specialmente ad avere una certa età e ad aver fatto passare un po' di tempo dall'ultima volta in cui...“.
- Sciocchezze! – si auto zittì Sango, lanciando con rabbia l'asciugamano nella cesta dei panni sporchi – Con tutti gli esseri di sesso maschile che respirano, proprio quel libertino dovevo scegliere? – sbottò con rabbia, salvo poi trasalire alle sue stesse parole.

Lei… aveva scelto… Miroku? Ma che stava dicendo, Santi Kami!
- È la stanchezza, sicuramente! Non posso essere interessata a quel porco, ma scherziamo? – si convinse, uscendo dal bagno.


Nel frattempo, ad alcuni distretti di distanza…

- Sei sicuro, Mirokuccio? Devo proprio andare via? Ai bei maschioni non basta farlo una sola volta… ho ancora tempo, il mio turno inizia a mezzanotte… - cinguettò una bionda, già sulla porta dell’appartamento.

- No, ti ringrazio, Cindy, non mi va. Ci sentiamo eh? – la congedò Miroku, appoggiato allo stipite della porta.

- Va bene, ciao ciao stallone, ci sentiamo! – gli rispose l'altra, mandandogli un bacio volante, prima di scendere le scale.

Non appena fu fuori dalla vista, Miroku lasciò cadere il sorriso falso e forzato che si era costretto a stamparsi in faccia.
“Dannazione!” pensò.
Ok, non era mai stato un santo, talvolta si intratteneva con qualche ragazza per una notte. Era un uomo, santo cielo! Ed era sempre stato galante con tutte, lasciando loro usare il bagno per una doccia, senza cacciarle di casa una volta fatto sesso, come facevano certi stronzi al giorno d'oggi.

Eppure, da un po' di tempo sentiva di essere cambiato, di non desiderare più la compagnia femminile notturna come una volta…
Gli costava una marea di orgoglio, ammetterlo, ma quella volta, al bar, Sango aveva sfiorato un nervo scoperto… perfino InuYasha era riuscito a trovare la ragazza giusta…
Non che non fosse felice per l'amico, ma… una piccola fitta di gelosia l'aveva provata, non poteva negarlo.
Ancora di più, gli rodeva che Sango non l'avesse nemmeno per caso considerato un uomo degno con cui intraprendere qualcosa di serio.
Ok, non che si fosse mai comportato da uomo ineccepibile, non era mica come il fratellastro di InuYasha, lui…
Aveva sperato che, col tempo Sango notasse il suo lieve cambiamento di comportamento, il fatto che la sua “farfalloneria” fosse ormai solo una facciata, tutte parole e niente fatti.

Ormai era Sango la sola con cui era solito allungare le mani pubblicamente, eppure lei sembrava immune a qualsiasi approccio da parte sua.
Le volte in cui riusciva a farla arrossire con un complimento alimentavano in lui la speranza che forse lui le interessasse almeno un pochino. Molte volte si era ripromesso di diventare un uomo migliore per lei, per conquistarla ma poi… poi bastava un attimo per rovinare tutto e ricadere nella consueta routine.
“Come questa sera” pensò disgustato da se stesso.

Era andato a casa di InuYasha per fargli compagnia nella sua notte umana.
Forse anche a causa della birra o dell'emergere dell'emotività in quella particolare notte, il mezzodemone momentaneamente umano si era lasciato andare alla descrizione di ciò che avrebbe voluto fare con Kagome il weekend successivo, alle terme.
Niente di lascivo, s'intende –nemmeno da ubriaco l'amico si sarebbe lasciato andare a certi particolari-, i suoi piani erano cose tipo una cena romantica in camera, un massaggio nel dopo cena… cose così, che comunque avrebbero magari implicato anche un certo “divertimento tra le lenzuola”.

Miroku era rimasto stupito da se stesso, sentendo improvvisamente il proprio stomaco contrarsi per un moto di invidia.

Sì, incredibilmente aveva provato un moto di gelosia.
Lui, il grande Miroku, il latin lover che ci provava con una donna diversa una sera e l'altra pure, si stava scoprendo geloso dell'amico.

InuYasha sembrava davvero felice, in pace.
Trovare la donna della tua vita, l'altra metà della mela, l'anima gemella…
Era questa, la stabilità? Diventare improvvisamente rincitrulliti, smielati, fedeli ed obbedienti come cagnolini nei confronti della propria ragazza… beh, oddio… InuYasha effettivamente era metà canide, quindi forse non faceva testo…
“Eppure tu non stai facendo lo stesso, con Sango?” lo pungolò quella sua ormai sempre più insopportabile voce interiore “Ti diverte provocarla, fai apposta a dire certe sciocchezze, giusto per il piacere di vederla imbestialirsi. E picchiarti. Ti piace farti malmenare da lei perché sai bene che quella è l'unica occasione che hai di toccarla, di sentire il calore della sua pelle…e l'organizzazione del matrimonio… quando mai avresti fatto una cosa del genere? InuYasha è tuo amico, d'accordo. Ma la verità è tutt'altra: non ti sei opposto perché così avresti potuto passare del tempo con Sango”.
Il moto di stizza nei confronti di quella vocina fastidiosa era stato talmente grande che aveva quasi frantumato il bicchiere che teneva tra le mani.

InuYasha l'aveva guardato in modo strano, ma l'amico si era limitato ad un'alzata di spalle e la loro serata tra uomini era continuata come di consueto.
Anche se era palese che Miroku avesse qualcosa per la testa, il mezzodemone non aveva insistito. Se fosse stato qualcosa di importante, presto o tardi l'amico glielo avrebbe detto.

Così, in balia delle proprie emozioni contrastanti e confuse, Miroku era tornato a casa, concedendosi una passeggiata.
Tutto inutile, proprio non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero di Sango.
Quando poi il cellulare aveva squillato annunciando l'arrivo di un messaggio, il ragazzo si era ritrovato a riflettere sulla domanda di una delle sue abituali compagne di lenzuola, Cindy per l'appunto, che gli chiedeva se quella sera gli andasse di vedersi.
“Perché no?” aveva pensato, forse quello che gli ci voleva era di spegnere il cervello per un po' grazie ad un po' di sana attività in camera da letto…

Era stato un disastro.

Per tutto il tempo si era ritrovato a confrontare mentalmente il corpo spigoloso della sua partner con le floride forme di Sango, a chiedersi come sarebbe stato sentire quel corpo formoso aderire al proprio in un contesto diverso da quello del ballo…

Alla fine non aveva risolto un bel niente e anzi si era ritrovato ad essere più confuso, frustrato ed insoddisfatto di prima.



- Direi di andare sul semplice, che dite? – affermò Kagome, brandendo la forchettina per dolci ed agitandola davanti a sé – Sono tutte torte squisite, ma per quanto io ami il cioccolato, InuYasha lo detesta… sono indecisa, o la torta al limone o quella con i pezzi di frutta e la panna… - riflettè, osservando gli assaggi di fronte a lei.

- Beh, e se le scegliessi entrambe? Voglio dire… quella di frutta e panna è molto scenografica come torta nuziale. Però potresti far preparare anche l'altra, insieme ad un po' di dolci tradizionali giapponesin accontentando anche le persone meno golose e tradizionaliste, tra cui appunto il tuo fidanzato – propose Sango.

Kagome sospirò: - Uffa! Ma perché quel testone non ha voluto fare un’eccezione e accompagnarmi anche se non mangia dolci? – bofonchiò esasperata.
Al matrimonio mancavano solo tre settimane.

L'amica le sorrise, conciliante: - Beh, almeno abbiamo la possibilità di avere anche un parere maschile, no? Tu che ne pensi, Miroku? -.

Al suono della voce di Sango che pronunciava il suo nome, il ragazzo in questione si riscosse, alzando lo sguardo che aveva tenuto imbambolato sul piattino di torta davanti a sé, giocando distrattamente con la forchetta: - Eh? Come? – balbettò, a disagio.

Le due ragazze gli rivolsero un'occhiata stranita.

- Terra chiama Miroku! Conoscendoti, ti sarai perso ad immaginare squallidi scenari che coinvolgevano le fragole e la panna – lo canzonò Sango.

Ah, se solo avesse saputo che si era incantato a guardare lei, nel disperato tentativo di venire a capo del perché lei fosse diversa dalle altre tanto da diventare il suo chiodo fisso…
Ricomponendosi, il giovane si lasciò sfuggire un sorrisetto: - È una proposta, dolce Sango? – ribatté, facendola arrossire.

- Cretino! – sbottò, alzandosi di scatto dalla sedia.

- Questa te la sei cercata, Sango! Gliel'hai servita su un piatto d'argento – osservò Kagome – Bene, ho deciso! Sperando che InuYasha non faccia lo schizzinoso, seguirò il tuo consiglio! – disse, convinta.

- Alla peggio, potresti farti perdonare presentandoti coperta di Ramen come dessert– la stuzzicò Miroku.

- Piantala e muoviti! – lo riproverò Sango – Kagome deve tornare al lavoro e noi dobbiamo andare in missione per tu sai cosa – gli ricordò.


Qualche ora dopo Sango si accasciò su una panchina, stanca morta.
- Dunque: la torta c'è. Il catering e il noleggio luci e musica c'è. L'addio al nubilato e al celibato sono a buon punto – ricapitolò spulciando la sua lista – E gli abiti dei testimoni, ossia io e te, li abbiamo presi – appurò – Anzi, credo di doverti anche ringraziare… non l'avrei mai detto ma hai davvero buon gusto nella scelta degli abiti per le ragazze! – disse a Miroku.

- Questo è un colpo basso – si lamentò lui, sedendolesi accanto – Non potevo di certo mandarti ad un matrimonio in abiti succinti, cosa credevi!? -.

Sango nascose un sorriso, voltando il capo ad osservare il paesaggio.
Non avrebbe mai pensato di essere a suo agio nello scegliere in compagnia di un ragazzo il vestito da indossare al matrimonio della sua migliore amica.
Si aspettava commenti volgari ed allusioni sulle sue forme e invece Miroku era rimasto serio e concentrato, consigliandola al meglio.
Non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma si era sentita lusingata e bella sotto lo sguardo di lui, mentre improvvisava una piccola sfilata di abiti per farsi aiutare nell'acquisto.
In realtà quel pomeriggio avrebbero dovuto scegliere i vestiti per Miroku e ritirare il kimono di InuYasha dalla sarta, andare a casa del mezzodemone mentre Kagome era al lavoro e costringerlo a provarlo per vedere se fossero necessarie delle modifiche. 
Avevano però finito per svolgere anche l'incombenza dell'abbigliamento di Sango.

La giovane trasalì nel trovare improvvisamente nel proprio campo visivo una lattina di succo di pompelmo. Sembrava una di quelle da distributore automatico.
Perplessa, tornò a guardare Miroku, che le porgeva la bevanda.
Il ragazzo si limitò a sorriderle: - Tieni. Festeggiamo la nostra efficienza come organizzatori di matrimoni. Non è champagne, ma vista l'ora e il luogo, andrà bene lo stesso, no? -.

Lei gli sorrise a sua volta, aprendo la lattina con uno schiocco prima di avvicinarla a quella di Miroku per farle scontrare e dire – Cin cin! -.

Il cuore di Miroku ebbe una strana reazione di fronte all'espressione felice di Sango.
Quegli occhi luminosi, ma allo stesso tempo pervasi da una luce determinata e riservata… il maledetto organo nel petto del giovane prese a battere più veloce e parve ingrandirsi, mentre una sensazione strana di calore e felicità si diffondeva ovunque.

In lontananza, uno dei tanti artisti di strada che popolavano Tokyo e i suoi parchi, prese ad intonare una dolce e struggente melodia con il violino.

Colto da un improvviso impulso, Miroku si alzò, tendendo poi una mano verso Sango.
All'occhiata interrogativa di lei, lui rispose soltanto con: - Balliamo -.

E, proprio come la volta precedente, stare tra le braccia di Miroku provocò in Sango quelle strane emozioni. Si sentiva un po' tesa, ma a mano a mano che il tempo passava, si rilassò sempre di più, godendo del colore del torace di lui, le forti braccia che la cingevano e guidavano con delicatezza.

Anche dal punto di vista di Miroku, stringe a sé Sango, era sintomo di calma, felicità e appagamento.
Complice l'organizzazione del matrimonio degli amici, si era ritrovato a frequentare Sango al di fuori dei soliti contesti e a sperimentare ed apprezzare la parte più genuina e autentica del carattere di lei.
Sango non era solo la sexy ragazza dalla risposta ironica sempre pronta delle uscite in compagnia. Non era solo la donna manesca pronta a rimetterlo in riga quando oltrepassava la linea della decenza.
In quei giorni passati insieme aveva visto anche la Sango amica di Kagome, la Sango sempre organizzata ed efficiente anche nelle incombenze quotidiane, la Sango che amava i piccoli bar all’aperto.
Quella volta in cui era passato a prenderla direttamente mentre usciva dal lavoro, aveva sperimentato la Sango donna integerrima, sexy da morire anche in tailleur e poi, a distanza di mezz'ora, la sorella amorevole, preoccupata di avvisare Kohaku che, vista la mole di impegni, avrebbe cenato  direttamente fuori. E, sempre quella sera, la Sango amante del buon cibo e della musica quando erano andati a scegliere il dj per il ricevimento degli amici. La Sango che, non volendo mettersi troppo in mostra, tentava di resistere all'impulso di ballare, non riuscendo però a star ferma sulla sedia.

Kami, ne era irrimediabilmente innamorato, non è vero?

Sospirò, con il mento appoggiato sulla sommità della sua testa mentre continuavano a volteggiare lentamente, beandosi del suo delicato profumo.
Si sentiva in pace, rilassato e completo come non mai.
- M-Miroku… - mormorò la ragazza contro la gola di lui.

Sentire il fiato caldo della sua Sango contro la pelle gli provocò un brivido e una stretta allo stomaco.
Tentando di distrarsi dai pensieri impuri che quell'innocente sussurro aveva provocato, Miroku la strinse un po' di più, prima di farla girare in una mezza piroletta e, infine, un casquè.
Sango arrossì, impreparata nell'incontrare i penetranti occhi azzurri di lui.
- Sì? – le rispose Miroku, riaccompagnandola in posizione verticale e percorrendole nel mentre la curva della schiena con il palmo della mano. “Così bella, proporzionata e flessibile” pensò.

- S-si sta facendo tardi, sarebbe ora di rientrare – sussurrò lei.

Il ragazzo osservò per un momento il cielo, stupendosi che fosse già quasi l'ora del tramonto. Tutte le volte che era in compagnia della giovane il tempo sembrava volare.
Le sorrise teneramente: - Ma certo, hai ragione. Ti ho trattenuta, scusami. Tra poco tuo fratello tornerà a casa e tu devi preparagli il pasto! – la sorprese.

Possibile che solo in quel poco tempo in cui si erano “alleati” per aiutare gli amici nell'organizzazione del matrimonio, lui avesse memorizzato i suoi ritmi?
Era passato soltanto poco più di un mese e mezzo!

Sango non riuscì ad andare oltre nelle sue elucubrazioni perché Miroku fece qualcosa che la stupì ancora di più: prima di lasciarla andare, le diede un tenero bacio sulla fronte.

Quasi frastornata, faticò a reagire quando, buttate le lattine vuote delle bibite nel bidone della spazzatura, Miroku si incamminò verso l'uscita del parco, fermandosi nel vederla ancora imbambolata.
- Andiamo? – le chiese, senza riuscire a nascondere un certo sorriso di compiacimento.


Passarono i giorni e le feste di addio al nubilato e al celibato di InuYasha e Kagome erano ormai alle porte.
Al matrimonio mancavano circa due settimane.

Proprio intorno a questo periodo di tempo giunse a Sango un'inaspettata proposta di lavoro: sostituire l'assistente sociale addetta alle adozioni in un rinomato centro ad Osaka. L'impiego proposto era a tempo determinato, di circa tre o quattro mesi, giusto il tempo per la donna, entrata nel terzo trimestre di gestazione, di portare a termine la gravidanza e trascorrere serenamente i primi due mesi di vita del suo bambino.
Sarebbe stato certamente un’esperienza utile nel curriculum lavorativo di Sango. Però la ragazza era non poco combattuta. Trasferirsi ad Osaka avrebbe significato per Kohaku dover cambiare scuola e lei avrebbe dovuto separarsi, anche se momentaneamente da Kagome e dagli amici…
“E da Miroku” la pungolava la coscienza.
Era ormai inutile negarlo ancora: quel libertino era diventato importante per lei. Pian piano le era entrato nel cuore, una volta visto cosa nascondeva dietro la facciata da burlone/sciupafemmine.
Era stato sottile, ma la giovane lo aveva notato: più il tempo passava più Miroku aveva iniziato ad accantonare i suoi tipici comportamenti, almeno quando era con lei.
Guardava ancora le belle ragazze, ovviamente, ma si limitava a qualche velato apprezzamento. E per quanto riguarda la mano lunga… beh, non aveva perso il vizio di puntare al fondoschiena di Sango, però… era come se si fosse concentrato prevalentemente su di lei e la cosa la confondeva.

- Saaaango-chaaan -.
L'urletto stridulo la spaventò, costringendola a tornare al presente.
Si ritrovò davanti l'amica e a breve futura sposa parecchio instabile sui piedi, come se…
- Oh cavolo, Kagome! Non sarai mica ubriaca! Come è possibile? Sapendo l'effetto che ti fanno gli alcolici, sono stata attenta ad ordinarti un aperitivo analcolico! – si stupì.

- Non lo sooo. Era buono e fresco! Sangooo, voglio il mio cucciolotto!!! Mi manca!!! – piagnucolò l'amica.

Sì era decisamente brilla. Quell'idiota del barista doveva aver fatto confusione con i bicchieri!
- Oh Santi Kami!!! E pensare che non è nemmeno il tuo addio al nubilato, ma solo un'uscita per non farti sentire sola mentre il tuo cucciolotto usciva con Miroku per l’addio al celibato! – sbuffò – Sei incredibile, Kagome! Anche a tenerti d'occhio, riesci a combinarne una delle tue! Dai, forse è ora di tornare a casa! -.


Ovviamente aveva dovuto a malincuore chiamare Miroku per far tornare a casa anche InuYasha. Da ubriaca Kagome era alquanto ingestibile e quella volta si era fissata sul voler vedere all’istante il suo cucciolotto.
Dal canto proprio, InuYasha aveva confermato a Sango ancora una volta quanto davvero tenesse alla propria ragazza, correndo subito a casa, al costo di aver interrotto la propria programmazione di una serata folle… passata ad ingozzarsi a più non posso di Ramen.
Miroku aveva messo a punto un buon programma: posto che il mezzodemone non era tipo da strip club, gli aveva organizzato una serata mangereccia insieme ad un altro loro amico, un certo Koga.

Vedendolo entrare tutto trafelato dalla porta di ingresso del loro appartamento, Kagome aveva strillato un - Inu-chan!!! Sei tornato! – prima di assumere un'inquietante sfumatura verdognola e continuare: -Non mi sento tanto bene, Yasha! -.
Il fidanzato aveva sbuffato, rassegnato ma anche un po' intenerito, ringraziando Sango nel suo modo burbero.

Fuori dall'abitazione, Sango era incappata in Miroku.
Sapendo che le due ragazze si erano mosse usando un taxi, il giovane si era offerto di riaccompagnarla a casa.

Fu in quel frangente, che avvenne il disastro.
Complice il fatto che non la vedesse da circa una settimana, che ancora pensasse a lei tra le sue braccia mentre ballavano al tramonto, o che lei fosse così bella con i lunghi capelli sciolti e con indosso un vestito fatto a pantalone che le stava divinamente… dopo averla accompagnata fino alla porta di casa…


-  Cosa??! L'hai baciata?? – quasi strillò Kagome, ancora abbracciata a Miroku, mentre danzavano.

Poco lontano, InuYasha quasi si strozzò con il sorso d’acqua che stava bevendo.

- Sì, ecco… io… - balbettò Miroku, imbarazzato – Non sono riuscito a tratrenermi e... Non pensare male, Kagome! Io non ho mai avuto intenzione di prenderla in giro, sia chiaro. Sango… Sango non è come le altre, non lo è mai stata. Lei… è speciale – continuò.

La sposa sorrise, intenerita: - Sì, lo è – confermò – Ma… le hai detto cosa senti per lei, vero? – si azzardò a chiedere, irrigidendosi nel vedere il giovane rabbuiarsi di nuovo.

- L'avrei fatto il giorno dopo, anzi, il minuto dopo averla baciata, se solo lei me lo avesse permesso – puntualizzò amareggiato – Quella sera è praticamente scappata dentro casa. I giorni successivi o era irreperibile oppure scappava via, con la scusa di avere cose da fare tra il lavoro e gli ultimi dettagli della tua festa e del tuo matrimonio – le rivelò – Mi sta evitando, è palese! Probabilmente ho sbagliato tutto. Ho visto segnali dove non c’erano e… credendo chissà cosa, ho finito per tradire l’amicizia che avevo instaurato con lei, pretendendo qualcosa di più che lei non voleva -.

- Mhh e cosa ti fa pensare, che lei non lo volesse? -.

- Oh, andiamo! È stata sfuggente da quella sera! E tesa tutte le volte che mi vedeva… è ovvio che… argh! Ho rovinato tutto e non so come rimediare! Non posso proprio fare nulla, Divina Kagome? – sbuffò.

La giovane si accigliò: - Quindi mi stai dicendo che… saresti disposto ad ignorare quello che provi, magari uscirtene con la battuta che quel bacio è stato uno scherzo… e tornare a fare l’amico? Nonostante tu sia innamorato di lei? – gli chiese, spiazzandolo.

Avrebbe davvero potuto farlo? Ignorare i propri sentimenti, chiuderli in un angolino ed aspettare che se ne andassero? Sentì il cuore ribellarsi a quell'ipotesi.

- Stronzate! – li interruppe una nota voce burbera – Piantala di fare il pollo. Sii responsabile delle tue azioni, dei tuoi sentimenti e… fai l'uomo! – sbottò InuYasha, togliendo la moglie dalla stretta del suo migliore amico - Com'è che mi dicevi sempre? “Con i se e con i ma non si ottiene nulla”? Bene, applica il tuo stesso consiglio e affrontala! Almeno otterrai una risposta sicura, nel bene e nel male! -.

Miroku rimase un momento imbambolato, prima di tornare a rivolgere lo sguardo verso la figura di Sango, che ora stava parlando con la madre di Kagome.

- Hai ragione, amico mio! Grazie! – si rianimò, dando una pacca sulla spalla ad InuYasha e ricevendo in cambio un – Feh, io ho sempre ragione! - ed un occhiolino complice.



Tre settimane dopo


- Buon viaggio, amica mia! Chiamami tutte le volte che vuoi! – le disse Kagome con le lacrime agli occhi, abbracciandola stretta.

Sango ridacchiò, mascherando la commozione: - Contaci! Dai, quattro mesi passeranno in un baleno, non avrai tempo di sentire la mia mancanza che sarò già tornata! -.

- Feh, ovvio! Non ci libereremmo di te nemmeno per la caduta di un meteorite! – rincarò la dose InuYasha.

Sango gli fece la linguaccia, dandogli un pugno amichevole contro la spalla: - Sei sempre il solito! Sì, mi mancherai anche tu! – gli ripose, facendolo arrossire - Abbi cura di lei, mi raccomando! – gli sussurrò – E… - si interruppe timorosa, mordendosi il labbro.

InuYasha sbuffò: - Terrò d’occhio anche lui, tranquilla! Anche se mi fa ancora strano vederlo trasformato da pervertito a cagnolino fedele che attende con ansia il ritorno della sua padron- ahia!!! Dannati! – guaì quando sia Kagome sia Miroku gli tirarono contemporaneamente un orecchio.

- Attento a ciò che dici, cagnolino! – borbottò Miroku.

Sango abbassò il capo, timorosa di incontrare le gemme azzurre che erano gli occhi di lui.

Le sarebbe mancato da morire.

Stentava ancora a credere quanto il ragazzo fosse stato determinato la sera del ricevimento, al tempio Higurashi.
Il momento prima stava chiacchierando del più e del meno con la madre di Kagome e quello dopo Miroku le era sbucato alle spalle, chiedendole di parlare in privato.

E ciò che le aveva confessato le aveva fatto battere il cuore a mille: le aveva detto che lei era importante per lui. Che era diventata una sua cara amica, ma anche che… si era innamorato sul serio di lei.
Si era anche scusato per il bacio, credendo di averla forzata.

A quel punto Sango lo aveva interrotto e si era costretta a mostrargli ciò che le agitava il cuore.

Non si era pentita del bacio, né ne era rimasta disgustata o turbata, tutt'altro.
La verità era che anche lui era diventato importante per lei, ma il motivo per cui si era allontanata era che… a breve avrebbe dovuto trasferirsi per qualche tempo a causa di una proposta di lavoro.
l'idea di confessargli ciò che provava per lui, sapendo di dover lasciare Tokyo nel giro di qualche settimana...

A quel punto Miroku l'aveva sorpresa per l'ennesima volta. Capiva perfettamente la ritrosia e il tentennamento di lei nell'imbarcarsi in una relazione, stando così le cose.
- Però, se vuoi… al tuo ritorno… - le aveva detto, guardandola intensamente negli occhi – Lo so, non sembro il tipo da…- sbuffò frustrato ed impacciato – Se credi di riuscire a fidarti… ti aspetterò. Quando tornerai, se lo vorrai ancora, io sarò lì, pronto a dimostrarti che a te tengo davvero… e che avrò fatto il bravo in tua assenza. Perché tu sei importante e voglio essere degno di te -.


Un dito affusolato fece leva contro il suo mento e la costrinse ad alzare la testa.

Sango notò vagamente che Kagome ed InuYasha si erano allontanati un momento, chiacchierando con Kohaku… come a voler lasciare a lei e Miroku qualche istante di privacy.
“Dannati! Quando Kagome si mette in testa di fare cupido…” pensò la ragazza, a metà tra il rassegnato e il grato.
La sua attenzione era però principalmente rivolta al giovane di fronte a lei.
- Miroku… io… - sussurrò, umettandosi le labbra improvvisamente secche.

- Shh. Lo so, Sango – la interruppe lui.

Lei si accigliò, notando come il ragazzo sembrasse all'improvviso nervoso e indeciso: - Cosa ti prende, ci hai ripensato? – lo punzecchiò. Proprio come ai vecchi tempi.

Miroku sfoderò il tipico sorrisetto scanzonato: - Niente affatto, mia cara Sango. Mi stavo solo chiedendo quanti ceffoni rischierei di prendere se… - sussurrò, fissandole le labbra.

- Se provassi a darmi un bacio di addio? – sussurrò a sua volta Sango, con un groppo in gola.

Miroku le sistemò un ciuffo ribelle della frangetta castana: - No, non di addio… di arrivederci -.

- Idiota! – rise Sango, tra le lacrime – Va bene – gli concesse.
Desiderava sentire le labbra di lui sulle sue, per serbarne il ricordo durante quei mesi. E poi, quando sarebbe tornata, forse…

Il giovane le rivolse il più bel sorriso che gli avesse mai visto fare: - Allora… arrivederci, Sango – “Torna da me, ti prego” pensò, mentre le loro labbra si univano in un bacio che sapeva di possibilità e tacite promesse e speranze nel futuro.





Salve ☺ la stesura di questa Os è stata una vera sfida! Innanzitutto perché non scrivevo da un sacco di tempo. E poi il tema… la descrizione delle scene di ballo, che ho scoperto non essere il mio forte. E poi, l'ambito malinconico. Sebbene sia in un periodo effettivamente un po' malinconico, non mi riesce proprio di non far battute mentre scrivo e a dare al tutto un senso di “leggerezza” (che in questa traccia non c'entrava un cavolo a merenda XD).
E poi loro, Sango e Miroku come coppia principale.
È stata davvero una sfida e non sono sicura affatto di averla portata a termine completamente. Spero che almeno non faccia schifo ^^’’’’
La fine della Os è volutamente sospesa, incerta. Il bacio finale lascia uno spiraglio di speranza ma… alla fine si metteranno insieme? Forse sì, forse no :-P al lettore la scelta di come andrà a finire. ;-)
Grazie a chi ha avuto il coraggio di arrivare fino in fondo a questa cosa, che decisamente isola dalla mia confort zone/abitudine scrittoria. :-) E grazie a Virginia per la traccia proposta... Spero di non averti delusa!
   
 
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