È freddo.
Te ne rendi conto mentre ti inginocchi a terra, i tuoi jeans premono contro
il terreno leggermente umido e un brivido ti risale lungo la schiena.
È freddo e tira vento.
Lo senti chiaramente passarti fra i capelli mentre sollevi il volto a
guardare verso il cielo stellato sopra di te.
Dei grilli friniscono lì vicino, non sei sicuro se c’erano anche prima, ma
adesso li senti distintamente, riempiono la notte dei loro richiami e sovrastano
quasi del tutto il rumore delle piccole onde del lago.
È una normale notte di maggio, una notte come quelle che ti piacciono tanto. Una di quelle in cui prendi l’Impala e guidi fino al campo vicino al bunker, ti sdrai sul cofano della tua piccola, una birra in mano e le stelle sopra di te.
Lo hai fatto tante volte in questi anni, una volta hai
portato con te Kevin, per farlo staccare dallo studio delle tavolette. Un’altra
ci hai portato Charlie, per scambiarvi segreti, che poi segreti non erano mai
stati, non per lei, almeno.
Più di una volta ci hai portato Sam, dopo una caccia andata bene, oppure dopo
una andata particolarmente male…Ha sempre avuto un effetto calmante, guardare
le stelle; rendersi conto, almeno per qualche ora, di quanto siate veramente
piccoli nell’universo. Un po’ come lasciare andare il peso che portate sulle
spalle per una manciata di minuti.
Non ci hai mai portato Cass.
Non c’è mai stato il momento giusto e anche se ci fosse stato, non hai mai
avuto il coraggio di proporglielo. Con lui le parole faticano sempre ad uscire
e quando lo fanno sembrano dire l’opposto di quello che pensi.
Abbassi lo sguardo e quasi ti ripieghi su te stesso; quello che vedi è ancora più sbagliato delle tue parole non dette.
Bruciature sul terreno ti sfiorano quasi le ginocchia e ti
chiudono la bocca dello stomaco. La sagoma delle sue ali è intatta.
Eppure ha continuato ad andare in giro
con quel camioncino.
Per un istante ti aggrappi alla speranza che questo non sia lui. In fondo
se queste fossero state le sue ali avrebbe potuto volare… Ma lo sai che è solo
uno stupido pensiero. Solo un meccanismo di difesa per rifiutare la realtà.
Ti è già capitato altre volte, i corpi di Bobby, Charlie, Benny… Ritornano con
prepotenza nella tua mente e stringi gli occhi per cacciarli via mentre batti
un pugno contro il petto del corpo a terra vicino a te.
Riprendi fiato con fatica, ti brucia la gola e ti tremano le labbra. Vorresti ritirare la mano, ma rimane lì dov’’è; chiusa in un pugno sopra il suo petto.
«Cass?»
Quasi non riconosci la tua voce. È roca e debole; un sussurro quasi impercettibile.
Se non fosse così profonda sembrerebbe quella di un bambino timoroso, che cerca
di evitare una punizione troppo severa per gli errori che ha commesso.
Probabilmente mii hai
sempre visto così, dall’alto dei tuoi millenni e del tuo potere angelico; un
bambino viziato che voleva giocare con qualcosa molto più grande di lui.
Sai che non è vero, ma la tua mente sta cercando di proteggerti ancora. Dipinge uno stronzo alato che non ha mai capito l’unica richiesta che gli hai mosso in questi ultimi anni. L’unica preghiera alla quale non ha mai risposto. E che tu non hai mai vocalizzato.
Resta con me.
Tre vocaboli. Ma non sei riuscito a dirli.
Una parte di te crede che lui lo sapesse anche senza aver bisogno delle tue parole. Un’altra, quella che ti ricorda dolorosamente di ogni volta che ti ha girato le spalle e se ne è andato, ti pungola rammentandoti di tutte le occasioni che hai avuto per dirgli di rimanere e che non hai sfruttato.
I tuoi occhi si muovono lungo il profilo delle ali e si fermano sulle sue spalle ed il suo petto. Sotto il tuo pugno, c’è un corpo immobile. Nessun respiro che riempie i polmoni, nessun cuore che batte.
È un angelo non ha
bisogno di queste cose.
Però lui le faceva lo stesso.
Tiri su col naso, fa davvero freddo e questa sensazione potrebbe essere l’inizio di un raffreddore. Ti passi la mano che avevi ancora a terra, sotto al naso. Il dorso si inumidisce e lo asciughi contro la giacchetta, mentre cerchi un fazzoletto per soffiarti il naso.
Un alito di vento ti colpisce il volto e solo quando senti più freddo sulle linee di pelle bagnata capisci che non è raffreddore, ma stai piangendo.
Non è un pianto disperato, non ci sono singhiozzi e respiri
mozzati, è calmo.
Come te.
Fatichi ancora a comprendere perché stai avendo questa reazione. Il tuo sguardo
si muove veloce lungo il corpo di Cass come a cercare una risposta, anche se
non sai bene a quale delle mille domande che ti ronzano in testa.
Perché sei scappato?
Perché non hai voluto il nostro aiuto? Perché ci hai traditi così? Perché ho
continuato a darti la possibilità di tornare? Perché non hai risposto alle mie
chiamate? Perché devi sempre andartene? Perché sto piangendo per te?
«Ti odio.»
Stavolta ti sfugge un singhiozzo, ma probabilmente è dovuto al freddo che ti fa
tremare le labbra. Il tuo sguardo si sposta sul suo volto e lo osservi serio,
arrabbiato, nonostante tu sia consapevole, adesso, delle lacrime che stanno
scendendo. Lo guardi con fare di sfida, come se ti aspettassi che da un momento
all’altro riaprisse gli occhi per leggere le tue bugie.
Anche se non sei sicuro che sia sempre stato capace di vedere oltre…Non del
tutto almeno.
I suoi occhi, però, non si aprono e non ti inchiodano per
dire che non è vero, quindi continui.
La tua sicurezza vacilla e ti chini sopra di lui, la fronte poggiata sul pugno
chiuso.
«Avevi promesso che saresti rimasto.» Sussurri arrabbiato.
«Tutti morti eccetto te.» Sibili fra i denti. «Era solo un’altra bugia.» Il tuo
tono si arrende all’inutilità della tua rabbia e il respiro si fa più affannato
mentre il nodo che senti alla gola si stringe e sembra sciogliersi solo quando
lo colpisci con un altro pugno all’altezza dello sterno. Lo colpisci di nuovo e
ancora e ancora…
«Ti odio. Ti odio. Ti…»
Il singhiozzo che ti scappa dalle labbra è l’unico segnale che ti avvisa che
stai per crollare.
Il pugno si sposta dal suo petto alla tua bocca, lo mordi perché non sei una
dannata donnetta che piange sul corpo dell’uomo che… Fermi il pensiero prima
che si completi e cerchi di ricomporti. Non puoi farti vedere così da Sam.
Ti volti a guardare verso la sua direzione, ma lui non c’è. Probabilmente è
andato dentro…Ci sarà un Nephilim da combattere o
accudire o uccidere, ormai un’opzione vale l’altra. Odi anche quell’affare. È
solo colpa sua se adesso sei lì, seduto in terra, in riva ad un lago immerso
nella natura, in un posto che sarebbe un paradiso se solo non fosse l’inferno.
Il tuo respiro si calma con una lentezza esasperante. Sulla
mano destra hai i segni dei tuoi stessi denti, ma almeno adesso stai provando
qualcosa oltre all’enorme vuoto che senti ingrandirsi dentro il petto. Guardi
di nuovo il cielo.
Ci sono milioni e milioni di stelle, ma a te basterebbe vederne cadere una.
Avere un’ultima chance.
Un ultimo desiderio.
Hai salvato il mondo così tante volte, almeno stavolta una richiesta davvero tua
potrebbero esaudirla. Chiudi gli occhi e pensi a Chuck
e Amara.
Sai che Lucifero ha ragione. Sai che se ne stanno fregando, ma fai la tua
richiesta lo stesso.
Solo un’altra occasione.
Per non mandare tutto a puttane.
Per dire la verità almeno una volta.
Per farlo restare.
~
Saaalve!
Chi non muore si rivede, quindi eccomi qui. Yeeeeah,,,,
*rotolano palle di fieno*
Ciao a tutti.
Scusate la botta di angst, è da Maggio che penso a questa ff, ma
solo stamani mi sono decisa a buttarla giù. Non so bene cosa dire, credo di
aver semplicemente buttato sale su una ferita ancora aperta e fresca e pulsante
e… *Si soffia il naso rumorosamente*
Ok, sto calma e buona, voi non odiatemi, ma fatemi sapere che
ne pensate, se volete.
Kisses & Love
Cos