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Autore: _awayfromhim    16/07/2017    0 recensioni
prese la mano di jimin con titubanza e iniziò a giocare con le sue dita. le loro gambe si toccavano, di tanto in tanto, e questo portava brividi nascosti e silenziosi ad entrambi.
vmin.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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intro: what am i to you? first love, butterfly. "you know how the moon only glows because it's reflecting off the sun? well that's me with him. he's my sun, and i only shine because he's there." h.b. troppo. tutto quello era troppo. jimin sentiva chiaramente il suo respiro bloccarsi, sospendersi per poi farsi sempre più veloce. taehyung lo stava raggiungendo. il suo sguardo interrogatorio non abbandonava il viso dell'amico. «perché continui ad allontanarti? jimin, ti prego, parlami.» la sua voce uscì in un sospiro, stanco. voleva sembrare forte, per il suo migliore amico, voleva proteggerlo da ogni pensiero che scorreva costantemente nella sua mente. voleva tenerlo al sicuro da se stesso, dalle sue insicurezze, dai ricorrenti incubi che la notte lo disturbavano. vedere quell'espressione priva della solita gioia e serenità lo feriva. jimin era il suo migliore amico e avrebbe voluto aiutarlo, avrebbe donato tutto se stesso per la sua felicità. jimin aveva la mano sulla maniglia dorata della loro stanza. la stringeva, così tanto da sentire dolore e avere le nocche bianche. lo sguardo rivolto verso il basso, per paura che quello di taehyung lo attirasse, come al solito, in quella maniera che lo annullava completamente. jimin con lui era costantemente vulnerabile. «guardami. non scappare, non ancora.» taehyung fece alcuni passi in avanti, stando abbastanza vicino da poter toccare la sua spalla con quella dell'amico. jimin, pietrificato, riusciva solo a sentire il ritmo del suo cuore, che pompava sempre di più per via della vicinanza di taehyung, nelle sue orecchie. avrebbe voluto lasciarsi andare, urlargli tutto quello che aveva tenuto dentro per tutti questi anni, abbracciarlo, piangere sul suo petto e addormentarsi, come ai vecchi tempi, su di esso. taehyung osservò, questa volta semplicemente stando in silenzio, il viso angelico di jimin. stava cadendo nelle sue paure, lo sapeva, nelle trappole che lui stesso creava senza rendersene nemmeno conto. il dolore perennemente espresso sul profilo dell'amico, le sopracciglia corrugate, il labbro inferiore stretto tra i denti, il busto teso, tutto parlava a taehyung. doveva aiutarlo. indeciso per qualche strana ragione, avvicinò lentamente la sua mano sulla testa di jimin. erano soliti scambiarsi questo tipo di attenzioni e jimin dovette ammettere di averne sentito la mancanza. terribilmente. svolgendo questa azione taehyung non smise mai di guardare il suo amico negli occhi. la mano accarezzava gentilmente  e delicatamente alcune ciocche di capelli, le arricciava, le faceva cadere giù, le sistemava e ripeteva le stesse azioni con altri piccoli ciuffi. la vicinanza dei loro visi aumentava sempre di più e jimin giurava di non aver mai sentito il suo cuore battere così forte. si rilassò dopo quei tocchi, se fosse stato per lui sarebbe rimasto in quella posizione per sempre, accanto al suo migliore amico. migliore amico, già. pensava che ultimamente quelle parole le aveva ripetute spesso nella sua mente, giorno e notte. qual è l'esatto confine tra il volere bene e l'amare una persona? si ripeteva sempre che era solo una sua stupida fissazione, che il tremolio delle sue mani, il dolore allo stomaco e la leggerezza che provava nel petto ogni volta che taehyung ricambiava un suo sguardo, un sorriso, un tocco non volevano dire nulla. avevano un bellissimo legame, un'amicizia rara. davvero, non avrebbe voluto cambiare niente. ma più le dita di taehyung giocavano con i suoi capelli e più lo guardava negli occhi sentiva una voglia infrenabile di lasciarsi andare, di toccare quelle labbra paradisiache, quelle labbra che, ormai, capitava di sognare spesso. involontariamente, senza rompere il contatto visivo, si avvicinò ulteriormente. taehyung pensò che finalmente jimin sarebbe riuscito a togliersi un peso di dosso, finalmente si sarebbe confidato. vederlo rilassarsi sotto il suo tocco gli aveva riscaldato il cuore. avrebbe voluto tenerlo tra le sue braccia per sempre. gli mancava sentire la sua pelle contro la sua, dormire insieme dopo una giornata difficile. ma un lieve bussare alla porta fece tornare alla realtà i due amici. si scostarono entrambi, velocemente, come scottati; come se i propri corpi fossero stati sotto incantesimo fino a pochi secondi prima. come se quella magia fosse sparita, in un attimo. jeongguk irruppe nella stanza pentendosi poco dopo, pensando di aver interrotto qualcosa. «oh, io...jin hyung mi ha mandato a chiamarvi.» uscì subito dopo aver esclamato quella frase con insicurezza e dispiacere. era a conoscenza di quello che turbava jimin da molto tempo. *** la cena si svolse in silenzio. jimin giocava con il suo cibo, troppo distratto dai suoi pensieri. aveva lo stomaco chiuso per via di quello che era successo poco prima. continuava a pensare al modo in cui taehyung tolse la sua mano dalla sua testa una volta sentito il rumore alla porta. come se si fosse pentito di quell'azione, nonostante non fosse stata la prima volta ad aver compiuto un gesto del genere. sentiva lo sguardo del suo amico su di lui ma evitò di ricambiarlo, avrebbe solo peggiorato il suo peso sul petto. quando hoseok e yoongi si alzarono dalla tavola per raggiungere la loro stanza, per lavorare sulle nuove canzoni, jimin ne approfittò per uscire, dicendo che sarebbe andato in studio per esercitarsi. le proteste di namjoon non lo colpirono nemmeno, troppo occupato a scappare dagli occhi di taehyung. prese il suo giubbotto e uscì fuori velocemente, sospirando fortemente. non aveva intenzione di tornare a casa per paura di passare la notte nella sua stanza. non voleva ritrovarsi di nuovo con lui. *** il sole era tramontato da un bel po'. jimin non si stancava mai di guardare il mare. aveva preferito recarsi lì piuttosto che andare a provare, non sarebbe riuscito a concludere nulla e probabilmente si sarebbe sentito solo peggio. le luci della città illuminavano l'orizzonte, rendendo la vista mozzafiato. il chiaro splendore della luna accarezzava il suo profilo come una carezza e chiuse gli occhi, beandosi del rumore che producevano le onde scontrandosi contro gli scogli. avrebbe voluto accantonare tutti i suoi pensieri e respirare, per davvero, per un po'. le gambe strette dalle sue braccia iniziavano ad addolorarsi, portandolo a lasciarle dondolare, sedendosi alla fine del precipizio. in quel momento poteva fare soltanto una cosa per potersi liberare: cantare. rivolse un sorriso alla luna che sembrava incoraggiarlo dall'alto, per poi ritornare ad ammirare l'immensa distesa d'acqua davanti a se. quando aveva bisogno di staccare la spina andava sempre lì. guardando il mare gli piaceva pensare di essere piccolo, insignificante, rispetto al resto del mondo. canticchiò le prime note che dedicava sempre alla luna e solo quando si alzò un leggero vento realizzò di star piangendo. «jimin» il suo nome venne pronunciato in un sospiro, lieve, come se non volesse disturbarlo. taehyung si trovava dietro di lui con una piccola borsa in mano. aveva adocchiato l'amico sin da subito e si era avvicinato lentamente, avendo paura. nemmeno lui si spiegava il perché. la luce flebile che si era posata sul suo viso lo rendeva semplicemente affascinante. la melodia che arrivò ben presto alle sue orecchie lo inebriarono. rimase semplicemente lì ad osservarlo. avrebbe potuto farlo per sempre. la tristezza e la malinconia che poche ore prima erano impresse sul viso dell'amico erano ancora presenti, ma erano come sfumate, in una piccola felicità. le minute spalle del moro erano strette, come se fosse intimidito dalla luna. jimin avrebbe potuto immaginarlo. taehyung lo conosceva meglio di chiunque altro e si aspettava, o forse sperava, di poterlo ritrovare lì. non rispose, sospirò e basta. il castano si avvicinò a lui, sedendosi accanto. non disse nulla, rivolse per un attimo i suoi occhi verso jimin per poi osservare il panorama. «di cosa hai paura?» la domanda uscì in un sospiro, di nuovo. jimin pensava di essere arrivato al capolinea. sapeva che il suo amico non l'avrebbe lasciato andare via, non di nuovo, senza una risposta e, ormai, non riusciva più a mentire. si girò alla sua destra, pronto a rispondere alla domanda. si fermò ad osservare l'espressione tranquilla di taehyung. il vento che scompigliava i suoi capelli e il blu intenso che li circondava lo rendevano bellissimo. sorrise un po', pensando a questo e prese un respiro. «di perderti. ho paura di non poterti più avere accanto.» la risposta confuse l'amico. come poteva perderlo? sapeva che sarebbe rimasto al suo fianco in qualsiasi momento, per qualsiasi situazione, glielo ripeteva sempre. piegò leggermente la testa e corrugò le sopracciglia, esprimendo il suo stato d'animo. prese la mano di jimin con titubanza e iniziò a giocare con le sue dita. le loro gambe si toccavano, di tanto in tanto, e questo portava brividi nascosti e silenziosi ad entrambi. il più grande rivolse la sua attenzione al mare, nuovamente, sentendosi improvvisamente troppo esposto. taehyung poggiò il mento sulla piccola spalla di jimin e con la mano libera girò il viso dell'amico, iniziando ad accarezzare la sua guancia. non sapeva cosa l'avesse portato a compiere quel gesto, ma in quel momento pensava fosse necessario e dannatamente giusto. se non ci fosse stato il rumore delle onde, taehyung giurava, che jimin avrebbe potuto ascoltare il battito del suo cuore aumentare drasticamente per quel contatto. jimin trattenne un respiro, girandosi. «ho solo te, ricordi?» continuò ad un soffio dalle labbra del suo amico. taehyung sorrise dolcemente per il modo in cui il moro parlò. incrociò le sue dita con quelle di jimin e strinse la sua mano, in segno di approvazione. erano nuovamente nella loro bolla, c'erano solo i loro tocchi leggeri, gli sguardi persi uno nell'altro. il più grande sapeva che se non si fosse allontanato si sarebbe avvicinato di più, rischiando di rovinare tutto, come aveva sempre pensato. a differenza sua, taehyung, era riuscito a silenziare la sua mente grazie a quegli occhi nocciola che non lo lasciavano andare nemmeno per un secondo. la distanza era pochissima, il vento li accarezzava ed era come se tutto fosse disposto ad avvicinarli ulteriormente. «sono qui. sarò sempre qui.» rispose, allora, sfiorando quasi le labbra piene e semi aperte di jimin. alcune lacrime abbandonarono lentamente gli occhi del più grande, che senza rendersene conto aveva iniziato a singhiozzare. il suo migliore amico, preoccupato, iniziò ad accarezzargli la schiena, cercando di calmarlo, cercando di non pensare al suo cuore che sembrava essersi fatto in piccoli pezzi che solo jimin, in tutti quegli anni, era sempre riuscito a ricomporre. «so che è sbagliato e mi dispiace. non avrei dovuto mentirti. non avrei dovuto evitarti in quel modo, trattarti male. non hai nessuna colpa, non lo meriti. ho solo cercato di seguire quello che mi diceva la testa, lo sai come sono e -» «jimin guardami. sì, ti conosco e so che stavi combattendo con te stesso, ma ora è passato, no? sono qui per aiutarti e per starti accanto.» jimin sorrise amaramente, pensando che fosse tutto finito sul serio. il suo amico non pensava che quelle parole per lui potessero significa tutt'altro. prima di iniziare a parlare di nuovo si perse ancora una volta ad osservare il suo migliore amico. forse quella sarebbe stata l'ultima notte passata in sua compagnia. «non sarebbe dovuto succedere. è accaduto e basta. è che questo peso, questo dolore che sento qui, proprio vicino al cuore, è diventato troppo pesante da sopportare. guardarti non mi basta più. quando sei con me, quando mi chiedi di dormire nel mio letto perché non riesci ad addormentarti, quando sorridi sapendo di aver fatto qualche guaio, quando mi abbracci all'improvviso, quando mi accarezzi, quando ti prendi cura di me e quando, di notte,  prendi la mia mano e inizi a sussurrarmi quella canzone, stringendomi di più mi fai impazzire. mi fai impazzire sempre, taehyung.» sentendo quelle parole, spaventato, pensò di aver sbagliato tutto, di aver rovinato la loro importante amicizia e sentì il mondo crollargli addosso. ora capiva quella sensazione che cercava di scacciare sempre quando lo aveva tra le braccia, quando gli rivolgeva sorridi timidi e sinceri. sentiva di dipendere dal suo migliore amico e, questo, in un primo momento lo terrorizzò ancora di più. non riusciva e non voleva pensare ad un futuro senza di lui, gli sembrava semplicemente impossibile. triste e vuoto. come le sue giornate ultimamente. jimin era la sua luce. non sarebbe diventato il ragazzo che è ora senza di lui. oltre ad essere il suo migliore amico era una boccata d'aria, un caldo abbraccio. la persona con cui passare la vita. e taehyung, in quel momento, pensò di star perdendo tutto. i suoi occhi annebbiati cercavano di liberarsi di quel liquido che oscurava la sua vista. «mi fai impazzire perché ogni tuo minimo gesto mi ricorda quanto io sia innamorato di te. quando mi risveglio accanto a te vorrei fermare quei momenti, vorrei poterti trovare al mio fianco sempre, ogni mattina. voglio donarti tutto me stesso, taehyung. anche se ti appartengo già, completamente.» jimin, con voce rotta dal pianto, non riuscì a credere di averlo ammesso. era successo davvero. il vento diventata sempre più freddo e violento contro le sue guance bagnate, arrossandole ancora di più, insieme al suo naso. aveva detto a taehyung di amarlo e non poteva far altro che osservare la sua espressione, preoccupato e, ormai, rassegnato all'idea di aver spazzato via ogni possibilità di poter continuare ad essere suo amico. accadde tutto in pochi secondi, ma a loro sembrarono minuti interminabili. i ragazzi, entrambi silenziosi e poco distanti l'uno dall'altro, non avevamo mai smesso di guardarsi negli occhi. il moro si sentì piccolo e impotente. jimin lo amava e aveva tenuto dentro questo sentimento per anni. ora riusciva a ricollegare tutto, sembrava essere uscito da una apnea. il suo corpo reagì di conseguenza a quelle parole e non ci pensò neanche un attimo ad avvicinare la sua bocca a quella del suo migliore amico. «amami per questa notte, jimin.» il ragazzo, deluso e abbastanza confuso sentì il suo cuore appesantirsi. la speranza che poco prima lo stava alimentando si spense completamente, lasciando spazio all'amarezza e alla realizzazione di non poter avere più taehyung al suo fianco. «amami per questa notte e per tutte quelle che verrano.» il più piccolo si impossessò delle labbra di jimin che, sconcertato, in un primo momento non reagì al bacio. era tutto veloce, frenetico e aveva la mente in subbuglio. il castano teneva ancora stretta la mano dell'amico e con l'altra iniziò ad accarezzargli la schiena, facendolo posare sul terreno sotto di loro. entrambi si allontanarono per un attimo, solo per potersi guardare negli occhi e per cercare di realizzare quello che stava succedendo, ma, in realtà, non importava più. seguirono baci lenti, passionali e dolci che si scambiarono con il cuore in mano. taehyung accolse e asciugò tutte le lacrime che jimin stava facendo sfuggire dalle sue sfere nocciola per poi tracciare con le labbra le loro scie. si persero nel loro amore, quella notte, l'uno tra le braccia dell'altro. *・゜゚・*:.。..。.:*・ — m (๑ᴖ◡ᴖ๑)
   
 
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