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Autore: erica1609    16/07/2017    3 recensioni
-Derek Hale, piacere, sono il nuovo coach.-
Un uomo alto e muscoloso apparve dalla porta, lasciando tutti pietrificati, faceva un gran terrore.
Un volta che la vecchietta si dileguò, il nuovo coach assunse una posizione più rilassata, per poi mettersi un cappellino rosso in testa.
-Scusate ragazzi, mi hanno imposto di fare il severo, cosa che ovviamente non farò, mi fa sentire vecchio.- Ci fu una risatina collettiva.
-Per voi sarò il coach, non un insegnante, per cui chiamatemi per nome, oppure ‘coach‘, mai per cognome perchè pure questo mi fa sentire vecchio, ci sarà un rapporto alla pari tra di noi.-
Un’altra risata di sollievo e soddisfazione riempì lo spogliatoio.
-Detto questo, ragazzi miei, dieci giri di campo.- Finì Derek.
Tutti risero anche a quell’improvviso ordine, guadagnandosi un sorrisetto da parte di quel coach che, a livello di sarcasmo e umorismo, a Stiles piaceva tanto.
STEREK, NO LUPI MANNARI, NO SPOILER.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Stiles e Scott era obbligatorio passare l’ultimo giorno delle vacanze estive insieme, era come un loro rito, una tradizione, che andava avanti da quando avevano nove anni. Sarebbe stato l’inizio del terzo anno, quello migliore tra tutti, dicevano i loro genitori. Scott aveva compiuto i sedici anni qualche mese prima, mentre Stiles avrebbe dovuto aspettare due mesi o poco meno, ma non aveva fretta di crescere, stava bene nel suo piccolo mondo.

-Amico, allora?- Domandò il castano al moro, che era nel bagno di casa Stilinski da più di un’ora.

-Arrivo, devo farmi bello, oggi rivedrò Allison!-

Proprio così, Allison era l’ex fidanzata di Scott, una ragazza dolce, determinata e una grande esperta di tiro con l’arco, o almeno Stiles credeva che quello da lei utilizzato fosse un arco.

Stiles sbuffò nel sentire la risposta dell’amico, cosa che a quest’ultimo non sfuggì.

-Solo perchè tu con le ragazze non vuoi averci a che fare dopo Lydia, non significa che tu abbia il diritto di sbuffare ad ogni riferimento Allisonesco.-

-Ma ti senti quando parli?- Rise Stiles rischiando di strozzarsi con l’acqua che stava bevendo.

-E ad ogni modo, amico, Lydia non mi vede in quel modo da dieci anni, questa storia deve finire.-

Stiles era determinato, cosa che l’amico in segreto apprezzava, ma adorava prenderlo in giro per vendicarsi di tutto ciò che gli faceva passare con la sua ex.

 

I due si recarono a scuola, imbattendosi subito nelle due ragazze, che educatamente li salutarono, erano rimasti tutti amii nel loro gruppo. Dopo le prime ore di assoluta nullafacenza, tutti e quattro andarono in mensa, dove al tavolo con loro si aggiunsero Isaac, Malia e Danny. Dopo una giusta dose di chiacchiere, i due migliori amici annunciarono l’inizio degli allenamenti.

-Non possono farmi correre dopo pranzo.- Si lamentò Stiles.

-Tanto non correresti comunque.- Rispose Scott prima di correre lontano dal suo amico decisamente infastidito da quella battuta.

 

Ci furono venti strani minuti di attesa, il coach non era mai in ritardo, qualcosa doveva essere successo. Di colpo la porta dello spogliatoio si aprì, rivelando quella stranissima vecchietta della segreteria, stava dicendo qualcosa a proposito di una temporanea sospensione del coach Finstock, e che sarebbe stato sostituito da un ragazzo della città, che si era offerto di prendere il suo posto.

-Derek Hale, piacere, sono il nuovo coach.-

Un uomo alto e muscoloso apparve dalla porta, lasciando tutti pietrificati, faceva un gran terrore.

Un volta che la vecchietta si dileguò, il nuovo coach assunse una posizione più rilassata, per poi mettersi un cappellino rosso in testa.

-Scusate ragazzi, mi hanno imposto di fare il severo, cosa che ovviamente non farò, mi fa sentire vecchio.- Ci fu una risatina collettiva.

-Per voi sarò il coach, non un insegnante, per cui chiamatemi per nome, oppure ‘coach‘, mai per cognome perchè pure questo mi fa sentire vecchio, ci sarà un rapporto alla pari tra di noi.-

Un’altra risata di sollievo e soddisfazione riempì lo spogliatoio.

-Detto questo, ragazzi miei, dieci giri di campo.- Finì Derek.

Tutti risero anche a quell’improvviso ordine, guadagnandosi un sorrisetto da parte di quel coach che, a livello di sarcasmo e umorismo, a Stiles piaceva tanto.

 

**************************

L’allenamento era stato piacevole, faticoso fino a un certo punto ma divertente.

Durante la pausa tra il riscaldamento e la partita a squadre, Danny ricevette un messaggio da parte di un amico e il suo viso si illuminò.

-Ragazzi, un attimo di attenzione.- Urlò per farsi sentire, perfino dal coach.

-Domani sera festone a casa di Lydia, siamo tutti invitati nella sua piscina, ha promesso buona musica, cibo e grande quantità di persone.- Spiegò il ragazzo agitando un braccio.

Scott e Stiles controllarono i telefoni, la rossa aveva scritto anche a loro per avvisarli e per invitarli prima degli altri, in modo che potesseo fare un bagno veloce in tranquillità prima che arrivassero tutti. Ci furono numerosi commenti all’interno della squadra.

-Chissà quante belle ragazze!-

-Tutte quelle del primo anno poi, ne ho vista una bionda che era spettacolare!-

-Me ne porterò una a casa, vedrai.-

 

-Sarà la polizia che porterà a casa te se ti nascondi con una quattordicenne.- Rispose Stiles al compagno di squadra del quinto anno e zittendo tutti gli altri, che risero alla battuta sfottendo il compagno.

Perfino il coach sorrise.

-E lei coach? Sono sicuro che avrà vent’anni o giù di lì, venga pure lei!- Propose Danny, facendo agitare gli animi dei compagni.

-Ne ho vent’uno, l’età avanza, non posso andare a una festa con voi ragazzi, sono pur sempre il vostro coach.-

-Cosa ne è stato del rapporto alla pari?- Stiles zittì dinuovo tutti, procurandosi mille complimenti e risate per la battuta.

Derek rise ancora una volta, guardando il ragazzo con simpatia negli occhi.

-Parole sue, non mie.- Finì il castano indicandolo, alzando le braccia in segno di resa e beandosi delle risate della squadra.

Il coach fece un applauso, ridendo. –Hai vinto.-

La squadra riprese l’allenamento, tutti uscirono in fretta dallo spogliatoio, tranne Stiles che si fermò qualche secondo a bere.

 

-Tu.- Lo indicò Derek, attirando la sua attenzione. –Nome?-

-Stiles, Stiles Stilinski.- Rispose il ragazzo, bevendo ancora.

-Cerca di essere così entusiasta anche in campo.- Gli suggerì Derek con sarcasmo, riferendosi alla partita che avrebbero fatto a breve come prova.

-Sì signore.- Rispose Stiles con un finto occhiolino.

 

Derek si promise di ripensarci a quella festa, decisamente sì.

 

 

La sera della festa arrivò in fretta, nessun professore aveva ancora assegnato compiti e programmato verifiche, inoltre quel pomeriggio non c’erano gli allenamenti. Stiles e Scott erano a casa di Lydia, erano concentrati nell’affogarsi a vicenda quando la rossa li avvisò che gli invitati sarebbero arrivati a momenti.
I primi ad arrivare furono i compagni della squadra, seguiti da una combricola di ragazze coetanee e alcune del primo e secondo anno. Verso le undici anche i ragazzi del quarto e del quinto anno si fecero vivi. La festa sarebbe terminata all’una e mezza in quanto il giorno dopo tutti avessero scuola. Stiles e Scott stavano ballando, mezzi ubriachi, quando Allison chiese al moro di parlare. L’amico rimase in pista da solo a questo punto, ballò ancora per un po’, fino a quando decise di fare due passi per smaltire l’alcool. Fece un giro dell’isolato, fino a quando non gli sembrò di vedere una figura familiare.
-Coach?-
-Stilinski.- Lo salutò Derek.
-Sta andando alla festa?-
-No in realtà, stavo tornando a casa, abito qui vicino.-
Stiles guardò meglio chi aveva difronte, il coach indossava un completo da ginnastica.
-Stava correndo?-
-Sì, corro spesso a quest’ora.-
-Beato lei, io odio correre, se ne sarà accorto.-
-Non te la cavi male.-
Stiles sorrise riconoscente.
-Credo di dover tornare, Scott mi starà cercando. Buona serata.-
-Stilinski, dì a Mccall che se domani durante l’allenamento mattutino noto i postumi della sbornia, gli faccio fare quaranta giri di campo.-
Stiles rise. –Lo consideri già fatto.- Si girò per tornare alla festa, quando Derek lo chiamò dinuovo.
-Ah e Stilinski?-
-Sì coach?-
-Vale anche per te.-
Il castano rimase spiazzato, poi rise all’occhiolino del suo coach.
‘Si è vendicato per ieri’ pensò Stiles tra sé e sé, ridendo.
 
************************
Derek tornò a casa, per poi fare una doccia, rifletteva sul fatto che aveva detto una mezza verità al giovane, era vero che andava sempre a correre a quell’ora, ma era passato davanti casa di Lydia perché era curioso di vedere cosa combinassero quei ragazzi. Quando si svegliò erano circa le sette, entro breve si sarebbe dovuto preparare per andare a scuola, quella mattina ‘erano gli allenamenti.
Quando vide entrare nello spogliatoio tutti i suoi ragazzi, non sapeva se ridere delle loro condizioni o sgridarli tutti. L’unico che sembrava abbastanza sveglio era un certo Greenberg, che sicuramente alla festa della sera precedente non ci era andato. Derek decise di fare finta di nulla per quel giorno, scelse di far fare ai ragazzi un allenamento leggero, ribadendo però che sarebbe stata la prima ed ultima volta. Prima che i ragazzi andassero a fare la doccia, il coach fermò Scott per parlare con lui di alcune strategie e per spiegargli che se avesse voluto continuare ad essere il capitano avrebbe dovuto limitare, almeno le conseguenze, delle feste a cui partecipava.
Stiles aveva l’aria di un uomo distrutto, aveva dormito davvero poco ed era sicuro che si sarebbe addormentato nelle ore di lezione successive all’allenamento. Per sua sfortuna si addormentò proprio nell’ora di Harris.
-Stilinski.-
Stiles fece un salto, spaventato dalla voce incredibilmente vicina del suo professore di chimica.
-Si era forse addormentato?-
-No, cioè, insomma, sì.-
-Davvero?- Domandò il professore con un ghigno.
-La prego non mi mandi in-
-Punizione.- Finì Harris con un antipaticissimo sorriso.
Pare che quel pomeriggio Stiles l’avrebbe passato nella biblioteca, ad annoiarsi per ben tre ore. Fortunatamente qualcuno entrò, una persona che in quella scuola almeno gli stava simpatica. Il coach entrò vestito ancora sportivamente dalla mattina, cercando il ragazzo con lo sguardo per poi ridere.
-Harris mi ha detto di tenerti d’occhio, ti sei davvero addormentato?-
Stiles fece una smorfia di finto fastidio.
-Già, cosa che farò anche adesso.-
-No, ora studierai.-
-Anche lei ce l’ha con me?-
-Harris mi ha imposto di farti studiare, e dato che ho una grande paura di lui, ho deciso di dargli retta.-
Stiles rise di gusto, sperava che il coach fosse sarcastico. Quando però quest’ultimo alzò un sopracciglio interrogativo, il castano sbuffò, avendo capito che non c’era niente su cui scherzare. Per grande sorpresa di Stiles quelle tre ore passarono in fretta, sapere di non essere da solo in quella biblioteca vuota lo aveva aiutato. Derek in realtà leggeva, studiava gli schemi delle sue squadre all’interno della scuola e organizzava il campionato.
-Come mai si è offerto di prendere questo posto, come allenatore?- Domandò tutto d’un tratto.
-Beh, Finstock era amico di mio zio e inoltre le cose all’università vanno bene, ho pensato di occuparmi il tempo.-
-Cosa studia?-
-Giurisprudenza.-
-Impegnativo.- Rispose Stiles, quasi meravigliato.
 
Nessuno dei due fece in tempo a continuare il discorso che entrambi saltarono sulla sedia, a causa di un forte tuono che annunciava l’inizio di una tempesta. Si guardarono svogliati, per poi alzarsi e tentare di andare a casa prima che i cieli facessero scendere l’inferno. Fu in quel momento che il ragazzo si ricordò di essere a piedi. Si tirò su il cappuccio per poi salutare il coach. –Stilinski, la tua macchina?-
-Non mi sarei tirato su il cappuccio se l’avessi, non crede?-
Derek lo fulminò con lo sguardo.
-Oh, mi scusi.-
Il coach rise, gli piaceva avere l’autorità.
-Ti porto a casa.-
-Un insegnante che da un passaggio a un alunno eh, amico, a giurisprudenza dovrebbero averle insegnato che i suoi secondi fini sono illegali.-
Derek lo guardò, serio, davvero perplesso.
-Rapporto alla pari, ragazzino.-
Stiles rise. Aveva già inquadrato quel ragazzo, il suo coach, era serio, intraprendente, con un espressione sempre da duro ma soprattutto sarcastico, tanto quanto lui. Salirono su quella che sembrava una macchina da milioni di dollari, Derek si prese infatti tutti i complimenti con tanto piacere. Il viaggio fu silenzioso, ognuno pensava ai fatti suoi. La pioggia però cominciò a infittirsi e il vento a soffiare sempre di più, tanto che Derek dovette rallentare. Una volta arrivati davanti casa del ragazzo, quest’ultimo ringraziò il suo coach per poi scendere e correre sotto il portico. Non fece in tempo ad arrivarci che lo sceriffo uscì dicendogli che grazie a dio aveva trovato un passaggio per tornare a casa.
-Stiles, chiama il tuo coach, non può andare a casa con questa tempesta!-
-Papà non credo sia necess-
-Signor, emh, coach, venga in casa!-
-Come scusi?- Rispose Derek, decisamente perplesso e imbarazzato.
-Non può andare a casa con questo tempo!-
Effettivamente lo sceriffo aveva ragione, così Derek parcheggiò e corse in casa.
-Grazie Sceriffo.-
-Niente figliolo, mio figlio mi ha parlato di lei!-
Stiles guardò il padre imbarazzato, per poi guardare Derek e fare un tiratissimo sorriso.

-La prego, mi dia del tu.- Fu l’unica sua risposta.
Quella serata si sarebbe sviluppata bene, lo Sceriffo ne era sicuro.
 
***************************************************************
La serata stava andando avanti tranquilla, per la gioia di Stiles le altre due persone sedute al tavolo con lui parlavano di politica, studi, inquinamento e sport, tutte cose che a lui decisamente non interessavano.
-Siete noiosi.- Borbottò infatti, ricevendo in risposta uno scappellotto dal padre e una risatina da Derek.
​-Credo che andrò a studiare.- Si limitò a dire poi, facendo un cenno ad entrambi.
Ma la serata non finiva lì.


Ciao! Spero che la storia vi stia piacendo, al prossimo capitolo!

   
 
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