I
Will Always Find You
11. Dice il
saggio: mai svegliare il can che dorme; potrebbe vendicarsi e allora sarebbero
cazzi amari per tutti.
Wow, questi villaggetti dispersi nel nulla sono anche più piccoli dei villaggetti dispersi nel nulla del nostro tempo. E’ un
record.
-Avevi detto un
paio di kilometri, Ayame!-
-Eeeh, ho sbagliato leggermente, non farne una tragedia apocalittica!-
-La tragedia
apocalittica si abbatterà su di te se non impari le proporzioni!-
-Inuyasha?-
ringhio, cercando di mantenere la calma. –Una parola dal profondo del cuore: impiccati.-
-Potreste
smetterla, per favore?- esplode Sango,
facendoci voltare di scatto nella sua direzione. –Siete così irritanti!-
-Concordo.- dice Kacchan, in tono così stanco da farmi
pensare che si stia per addormentare in piedi. E per fortuna che sono io quella
che ha passato una nottataccia.
Fortunatamente,
dopo una ventina di minuti iniziamo ad intravedere il villaggio e Sango ordina a me, a Kagome e a Kacchan di seguirla. Mi
vengono, per un attimo, in mente i pomeriggi di shopping tra ragazze…
rabbrividisco.
-Ci vediamo tra
qualche ora ragazzi. Rin, tesoro, sicura di non voler
venire?- chiede Kagome, rivolgendosi alla bimba che ci
sta salutando con la manina.
-No! Resto qui a
giocare con Jaken e con Sesshomaru-sama.-
Vedo Kacchan
alzare un sopracciglio: si, nemmeno io riesco ad immaginarmi Sesshomaru
“giocare”. Bah, ribadisco: beata innocenza.
Prima di voltarmi
per seguire le mie amiche, mi azzardo a lanciare un’occhiata a Maru: fissa il nulla con occhi vacui e stanchi.
Probabilmente anche lui deve aver dormito poco questa
notte. Non posso fare a meno di sospirare intristita e di sentire il cuore
stretto in una morsa: non l’ho mai visto così sfiduciato.
-Aya-chan?- mi richiama la mia migliore amica, stringendomi un
braccio. Io annuisco e la seguo placida: forse allontanarmi da tutto per un po’
potrebbe rivelarsi una cosa positiva.
-Oh, guardate che
belle stoffe, ragazze!- esclama per la decima volta Sango, fiondandosi verso una bancarella, immediatamente
seguita dalle due Kagome, altrettanto entusiaste.
Per Zeus, ma cosa
ho fatto io di male? Certo, non posso dire che sia peggio dello shopping nel
mio tempo – a causa della minore varietà di merci.- ma
di certo ci va molto, molto vicino.
Alzo gli occhi al
cielo, rifiutandomi categoricamente di seguirle, e mi inizio a guardare intorno
per conto mio. Mi allontano dalle mie amiche di qualche metro, sentendo
l’impellente bisogno di starmene un po’ per conto mio: dopotutto, riuscirò a
rintracciarle facilmente nel caso ci perdessimo.
Ad un certo punto,
vengo attratta da una piccola bancarella, davvero molto molto piccola, che è
stipata in un angolino della via, addossata ad una casa abbandonata.
Si, so che come
descrizione non è proprio il massimo della garanzia e dell’affidabilità, ma mi
avvicino comunque colta da un’enorme curiosità. Neanche a farlo apposta, giusto
per accentuare l’inquietudine che emana la bancarella, la proprietaria è una
vecchietta piccolina e rugosa come poche.
-Oh, cara
signorina, dolce signorina, ti stavo aspettando.- mi
dice la suddetta, facendomi sentire come un qualche genere di eroe dei fumetti
o, in alternativa, come una specie di Harry Potter predestinato.
Giusto per evitare
figure dimmerda, mi guardo a destra e a sinistra,
prima di voltarmi nuovamente verso la vecchina e indicarmi con un dito.
–Aspettava me?-
Lei mi rivolge un
sorriso sdentato. –Certo. Vedi altre signorine dolci e care qui intorno?-
Al che, mi viene
il terribile dubbio che la vecchina rugosa sia pazza e temo di essermi
impantanata in una conversazione senza capo ne coda.
-Ho quello che
cerchi, dolce signorina.- mi incalza lei, iniziando a
rovistare tra tutti i gingilli ammassati alla meno peggio sul bancone. Dopo un
paio di minuti di ricerca –la montagna era più alta del previsto-, ne tira
fuori un rosario, del tutto identico a quello che porta al collo Inuyasha in quest’epoca.
-Cosa..?- chiedo titubante, mentre la vecchina me lo mette in
mano senza troppi complimenti. –Signora, ma io non…- cerco di dire confusa,
passando titubante le dita sulla collana.
La vecchina mi
interrompe con una risatina stridula, che ha la capacità di farmi rizzare i
peli sulle braccia. –Sai di cosa si tratta?- chiede,
fissandomi con due occhioni spalancati. Due occhioni azzurri come il cielo.
Annuisco,
materialmente incapace di proferire parola, tanto sono scioccata da quella
scena.
-Dunque vai, cara
bambina. Le tue amiche ti staranno cercando.- esclama,
puntando un dito ossuto verso un punto alle mie spalle. Io mi giro, credendo di
trovare le mie amiche in attesa, ma vedo solo un via vai di persone indaffarate
che non stanno prestando per nulla attenzione alla scena. Sto per chiedere alla
vecchina se oltre alle cose di cui ho bisogno conosce anche i nomi delle mie
amiche, tuttavia quando mi volto vecchina e bancarella non ci sono più.
-Che diavoleria è
mai questa?- sbotto, mentre la mia frase rimbalza sul
muro davanti a me e mi ritorna alle orecchie. Arriccio il naso: diavoleria? Mio padre usa questa parola
e mio padre ha tanti di quegli anni che non oso pensarci. Poi che non li senta
è tutto un altro discorso.
-Riformuliamo: che
cazzo sta succedendo?-
Annuisco: ora mi
riconosco!
-Ayame! Ehi Ayame,
che stai facendo?- grida una voce dietro di me, che
sono certa sia di Kagome. Quale delle due, non saprei dirlo.
Mi volto e vedo le
mie amiche avviarsi pacificamente nella mia direzione, con dei sacchi sulle
spalle: probabilmente contengono il cibo che dovevamo comprare al mercato.
-Che fai qui, Aya-chan?- mi domanda Kagome, avvicinandosi e sorridendomi. Poi
il suo sguardo si posa sul Rosario che ho tra le mani. –E quello dove l’hai trovato?- esclama, immensamente sorpresa.
Io scuoto la
testa. –Me l’ha dato una vecchietta. Dice che ne avevo bisogno.-
rispondo, ben sapendo che come spiegazione è piuttosto insulsa. Ma che volete
che vi dica? Sono la prima a non aver capito un accidente di questa storia.
-Te l’ha dato..?-
Scuoto le spalle.
–Non farmi domande a cui non posso rispondere, Kacchan.-
dico, continuandomi a rigirare distrattamente il Rosario tra le dita.
Sarebbe magnifico
saperlo usare, peccato che non sia una sacerdotessa e che non sappia
assolutamente come farla funzionare. Mia madre avrebbe di certo saputo come
fare.
E’ proprio mentre
sto pensando a lei che il Rosario si illumina di un’accecante luce bianca e mi
sfugge dalle dita, scomparendo in mezzo secondo.
-Ma che cazz…?- sussurriamo io e Kacchan
in contemporanea, mentre le altre mi fissano con gli occhi spalancati.
-Beh- farfuglio
io, dopo qualche secondo, -di cose strane, nella vita, ne ho viste… ma questa
le supera tutte di gran lunga!-
-Concordo. Dove
credete che sarà finita?- domanda Sango,
mentre riprendiamo lentamente la via che conduce fuori dal mercato.
-Non lo so.
Potrebbe essere ovunque…- sussurra pensierosa Kagome. –Potremmo chiedere alla
divina Kaede, la prossima volta che andiamo a Musashi.-
Io annuisco: non
mi interessa più di tanto riavere il rosario indietro, ma vorrei decisamente
sapere cosa è successo. Quella vecchina non me l’aveva raccontata giusta.
Non ho per nulla
voglia di tornare dagli altri, ma siamo state via più di mezza giornata e temo
di vedere Inucchan e il suo clone maleducato radunare
una squadra di ricerca. Sarebbe decisamente inquietante.
Non appena
arriviamo in prossimità della radura dove avevamo lasciato gli altri, mi rendo
conto quasi subito che c’è qualcosa che non va: Inuyasha
e Sesshomaru sono l’uno di fronte all’altro, in posizione di attacco e, dal
quel che sento, il Principe dei Barboncini Hitleriani sta sputando addosso al
fratello parecchio veleno. E fin qui, niente di anormale.
Inuyasha, ovviamente, sarebbe più incline a fare a
botte, ma le parole di Sesshomaru lo bloccano sul posto.
-… inutile
mezzodemone, sei l’onta della nostra famiglia e questo ne è solo l’ennesima prova.- sussurra ad un certo punto, sfiorandosi il collo.
Solo avvicinandomi
di qualche altro metro riesco a scorgere, parzialmente nascosto dalle pieghe
dell’abito, il Rosario della Soggiogazione che avevo tra le mani qualche ora
prima
M’illumino di
immenso: ecco dov’era finito! Ma che
grandissima botta di culTURA!
Che strano, di
solito non me ne va mai bene una. Finalmente la sorte ha deciso di riscattarsi:
già mi immagino Sesshomaru sprofondare di una decina di centimetri nell’erba.
-Che sta succedendo?- sussurra Kagome, mentre ci avviciniamo
velocemente alla scena patetica che si sta svolgendo. Da questa lontananza,
sicuramente anche le altre riusciranno a sentire le offese rabbiose che sta
rivolgendo Sesshomaru ad Inuyasha. Gli altri sono,
giustamente, riuniti poco lontano e si astengono dai commenti: sanno che è
meglio non intervenire in questi litigi familiari.
Tuttavia, c’è
qualcosa che non mi torna: per quale
motivo Inuyasha non reagisce?
E’, più o meno
dopo il decimo insulso mezzodemone
che decido che posso ritenere, più o meno, di far parte della loro famiglia.
-Oh, ma piantala!
Sei terribilmente irritante!- esclamo rivolgendomi a
Sesshomaru e sentendo i nervi che esplodono uno dopo l’altro. Quello si volta
di scatto, fissandomi con un’espressione tra il sorpreso e l’incazzato.
-Non hai nessun
diritto di trattare la gente in questo modo! Hai la presunzione di essere
convinto di sapere tutto e di avere sempre ragione, ma non è così, dannazione!- ignoro l’occhiataccia di avvertimento di Maru –ah, si è degnato, eh?- e, dato che ormai sono partita
in quarta, continuo. -Pretendi che gli altri ti portino rispetto, ma sei tu il
primo a non rispettare gli altri. Ma chi cavolo credi di essere?!? Il re
dell’universo???-
Quasi non faccio
in tempo a finire la frase che il suddetto Re dell’Universo fa uno scatto verso
di me e, con un ringhio, mi prende per il collo, sollevandomi da terra di
diversi centimetri. Ho come un senso di dejà-vù.
-Come osi mancarmi
di rispetto in questa maniera?- mi ringhia a un
centimetro dal viso, iniziando a stringermi il collo. Si, è proprio un dejà-vù.
Io ghigno. E si,
lo so che non è il caso di irritarlo ulteriormente, ma lui ha già fatto un
ottimo lavoro con i miei poveri nervi. Lui e il suo sé futuro: che grande coppia.
-Se credi che sia
questo il modo con cui mi sottometterai, Sesshomaru-sama, ti sbagli di grosso. Non ci riuscirai ne ora ne in futuro.- sibilo velenosa,
mentre sento il mio potere spirituale uscire. Mi lascio avvolgere, senza
tentare di frenarlo come al solito, e in men che non si dica Sesshomaru fa uno
scatto all’indietro con la mano che fuma.
-Oh, e a
proposito: a cuccia!- esclamo, mentre il Rosario
trascina Sesshomaru a terra. Cagnolino
rabbioso dei miei stivali.
Ovviamente, le
conseguenze di questo gesto mi perseguiteranno per il resto dell’eternità, ma
cosa me ne importa? La possibilità di mandare Sesshomaru al tappeto ogni volta
che voglio è la cosa più appagante che mi sia mai capitata.
Prendo un paio di
respiri, rendendomi conto solo in quel momento del silenzio che ha seguito la
mia sfuriata. Beh, che nessuno dica che non sono capace di sfogarmi.
Sesshomaru si
rialza lentamente dopo qualche secondo e io fisso con un sopracciglio alzato Inucchan avvicinarsi a me e coprire parzialmente il mio
corpo con il suo. Cos’ha paura, che suo fratello mi sbrani?
…
Beh, dal ringhio,
potrei anche aspettarmelo. Rabbrividisco involontariamente, immaginandomi gli artigliucci demoniaci di Sesshomaru in qualche organo
vitale del mio corpo. Per esempio il cuore.
Per questo motivo,
mi sorprendo parecchio quando vedo il Principino lanciarmi una semplice
occhiata gela-iceberg –ormai non mi fanno nemmeno più effetto, e lui lo sa bene.-, girare i tacchi e sparire nella foresta.
Mio fratello si
rilassa e si allontana da me.
-Per quale diavolo
di motivo ti sei intromessa? Non che tu non avessi ragione, per carità, ma
dannazione a te, devi proprio metterti sempre nei guai?-
mi dice Inucchan, alzando degli occhi al cielo e
chiedendosi, probabilmente, perché gli fossi capitata io come sorella.
Sottolineo, giusto perché non ci siano incomprensioni, che tra i due il più
stupido è lui. Chiusa parentesi.
-Tu eri lì fermo a
rognare: tanto valeva aspettare la glaciazione!-
esclamo spalancando le braccia e chiedendomi se sia sufficiente gridare “A
cuccia” per scoprire l’esatta ubicazione di Sesshomaru.
-Come ti sei
permessa di trattare così irrispettosamente padron Sesshomaru? Meriteresti di
provare sulla tua pelle la potenza degli artigli velenosi del padrone!-
-Stai zitto, rospaccio.-
ringhia Inuyasha, dandogli un calcione e spedendolo
tra i cespugli. Wow. Inuyasha non provava una
profonda e scortese antipatia verso di me? Credevo che saremmo andati avanti a
mugugni per tutto il resto del nostro viaggio, e invece…!
Non faccio in
tempo a compiacermi per questa nuova scoperta, che Inuyasha,
passandomi a fianco, mi da una botta sulla testa.
-Ahi!- esclamo io, ma sorrido quando vedo che le sue labbra
sono piegate in un mezzo sorrisino. Al che, gli sorrido di rimando: credo di
essermi appena guadagnata la sua simpatia.
-Inuyasha?-
lo chiama Kagome, interrompendo il nostro scambio di sguardi. –A cuccia.-
SBOM!
-Dannata! E questo
per che cos’era?-
Kagome scuote le
spalle e si limita a prendere lo zaino da terra. –Per niente in particolare. Ma
non vedo perché tuo fratello si e tu no.-
Scoppiamo tutti a
ridere, e io mi devo asciugare le lacrime. L’unico che non ride,
prevedibilmente, è Maru, ma sia io che Inucchan abbiamo il tacito accordo di lasciarlo stare: a
questo punto, credo che cercare di confortarlo sarebbe controproducente.
E poi non ho
nessuna intenzione di farmi trattare nuovamente male.
Tuttavia, non è
solo Maru ad essere nervoso per la mancanza di
progressi e nessuno se la sente di dargli contro. O meglio: Inucchan
ed io non ce la sentiamo di dargli contro, le due Kagome si sentono troppo in
soggezione, Inuyasha e Sesshomaru semplicemente lo
ignorano, Miroku e Sango lo
trattano con disinteressata cortesia. Shippo è
semplicemente terrorizzato.
Jaken è l’unico che si azzarda a superare il
metro quadrato di ostilità che lo circonda. E posso dire che inizio ad ammirare
quel rospaccio rompiballe per questo.
Angolino dell’autrice: Buon pomeriggio a tutti gente! Finalmente, grazie ad una piccola pausa
dalla sessione estiva, sono riuscita ad aggiornare.
Che ne dite di
Sesshomaru alle prese con il suo nuovo Rosario? Ayame ne approfitterà oppure
no? Ma ovviamente si.
Ad ogni modo,
spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi lascerete una vostra opinione.
Vi abbraccio tutti
e ringrazio infinitamente chi ha lasciato una rescensioncina
e chi ha inserito questa storia in una lista, come al solito.
Sami