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Autore: samy_97_    27/07/2017    2 recensioni
[Sequel di "Set Fire To The Rain": tornano Sesshomaru, Ayame, Kagome e Inuyasha, questa volta alle prese con un particolare viaggio nel tempo, che li porterà nella famosa Epoca Sengoku.]
"Era una bellerrima giornata di sole, gli uccellini cinguettavano e l’amore della mia vita mi teneva teneramente tra le braccia.
Ahahahah, e voi ci credete anche!
Come se io potessi avere una giornata da normale mezzodemone diciottenne.
[...]
-Cosa hai intenzione di fare?- ringhio, riuscendo a trattenere a stento il mio lato demoniaco che si ribella affinché lo lasci uscire.
-Cosa ho intenzione di fare, mia combattiva Ayame? Ho intenzione di fare un bel viaggetto nel passato e, udite udite, voi tutti sarete i miei accompagnatori.- "
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Songs of Life'
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I Will Always Find You

 

 

11. Dice il saggio: mai svegliare il can che dorme; potrebbe vendicarsi e allora sarebbero cazzi amari per tutti.

 

Wow, questi villaggetti dispersi nel nulla sono anche più piccoli dei villaggetti dispersi nel nulla del nostro tempo. E’ un record.

-Avevi detto un paio di kilometri, Ayame!-

-Eeeh, ho sbagliato leggermente, non farne una tragedia apocalittica!-

-La tragedia apocalittica si abbatterà su di te se non impari le proporzioni!-

-Inuyasha?- ringhio, cercando di mantenere la calma. –Una parola dal profondo del cuore: impiccati.-

-Potreste smetterla, per favore?- esplode Sango, facendoci voltare di scatto nella sua direzione. –Siete così irritanti!-

-Concordo.- dice Kacchan, in tono così stanco da farmi pensare che si stia per addormentare in piedi. E per fortuna che sono io quella che ha passato una nottataccia.

Fortunatamente, dopo una ventina di minuti iniziamo ad intravedere il villaggio e Sango ordina a me, a Kagome e a Kacchan di seguirla. Mi vengono, per un attimo, in mente i pomeriggi di shopping tra ragazze… rabbrividisco.

-Ci vediamo tra qualche ora ragazzi. Rin, tesoro, sicura di non voler venire?- chiede Kagome, rivolgendosi alla bimba che ci sta salutando con la manina.

-No! Resto qui a giocare con Jaken e con Sesshomaru-sama.-

Vedo Kacchan alzare un sopracciglio: si, nemmeno io riesco ad immaginarmi Sesshomaru “giocare”. Bah, ribadisco: beata innocenza.

Prima di voltarmi per seguire le mie amiche, mi azzardo a lanciare un’occhiata a Maru: fissa il nulla con occhi vacui e stanchi. Probabilmente anche lui deve aver dormito poco questa notte. Non posso fare a meno di sospirare intristita e di sentire il cuore stretto in una morsa: non l’ho mai visto così sfiduciato.

-Aya-chan?- mi richiama la mia migliore amica, stringendomi un braccio. Io annuisco e la seguo placida: forse allontanarmi da tutto per un po’ potrebbe rivelarsi una cosa positiva.

 

-Oh, guardate che belle stoffe, ragazze!- esclama per la decima volta Sango, fiondandosi verso una bancarella, immediatamente seguita dalle due Kagome, altrettanto entusiaste.

Per Zeus, ma cosa ho fatto io di male? Certo, non posso dire che sia peggio dello shopping nel mio tempo – a causa della minore varietà di merci.- ma di certo ci va molto, molto vicino.

Alzo gli occhi al cielo, rifiutandomi categoricamente di seguirle, e mi inizio a guardare intorno per conto mio. Mi allontano dalle mie amiche di qualche metro, sentendo l’impellente bisogno di starmene un po’ per conto mio: dopotutto, riuscirò a rintracciarle facilmente nel caso ci perdessimo.

Ad un certo punto, vengo attratta da una piccola bancarella, davvero molto molto piccola, che è stipata in un angolino della via, addossata ad una casa abbandonata.

Si, so che come descrizione non è proprio il massimo della garanzia e dell’affidabilità, ma mi avvicino comunque colta da un’enorme curiosità. Neanche a farlo apposta, giusto per accentuare l’inquietudine che emana la bancarella, la proprietaria è una vecchietta piccolina e rugosa come poche.

-Oh, cara signorina, dolce signorina, ti stavo aspettando.- mi dice la suddetta, facendomi sentire come un qualche genere di eroe dei fumetti o, in alternativa, come una specie di Harry Potter predestinato.

Giusto per evitare figure dimmerda, mi guardo a destra e a sinistra, prima di voltarmi nuovamente verso la vecchina e indicarmi con un dito. –Aspettava me?-

Lei mi rivolge un sorriso sdentato. –Certo. Vedi altre signorine dolci e care qui intorno?-

Al che, mi viene il terribile dubbio che la vecchina rugosa sia pazza e temo di essermi impantanata in una conversazione senza capo ne coda.

-Ho quello che cerchi, dolce signorina.- mi incalza lei, iniziando a rovistare tra tutti i gingilli ammassati alla meno peggio sul bancone. Dopo un paio di minuti di ricerca –la montagna era più alta del previsto-, ne tira fuori un rosario, del tutto identico a quello che porta al collo Inuyasha in quest’epoca.

-Cosa..?- chiedo titubante, mentre la vecchina me lo mette in mano senza troppi complimenti. –Signora, ma io non…- cerco di dire confusa, passando titubante le dita sulla collana.

La vecchina mi interrompe con una risatina stridula, che ha la capacità di farmi rizzare i peli sulle braccia. –Sai di cosa si tratta?- chiede, fissandomi con due occhioni spalancati. Due occhioni azzurri come il cielo.

Annuisco, materialmente incapace di proferire parola, tanto sono scioccata da quella scena.

-Dunque vai, cara bambina. Le tue amiche ti staranno cercando.- esclama, puntando un dito ossuto verso un punto alle mie spalle. Io mi giro, credendo di trovare le mie amiche in attesa, ma vedo solo un via vai di persone indaffarate che non stanno prestando per nulla attenzione alla scena. Sto per chiedere alla vecchina se oltre alle cose di cui ho bisogno conosce anche i nomi delle mie amiche, tuttavia quando mi volto vecchina e bancarella non ci sono più.

-Che diavoleria è mai questa?- sbotto, mentre la mia frase rimbalza sul muro davanti a me e mi ritorna alle orecchie. Arriccio il naso: diavoleria? Mio padre usa questa parola e mio padre ha tanti di quegli anni che non oso pensarci. Poi che non li senta è tutto un altro discorso.

-Riformuliamo: che cazzo sta succedendo?-

Annuisco: ora mi riconosco!

-Ayame! Ehi Ayame, che stai facendo?- grida una voce dietro di me, che sono certa sia di Kagome. Quale delle due, non saprei dirlo.

Mi volto e vedo le mie amiche avviarsi pacificamente nella mia direzione, con dei sacchi sulle spalle: probabilmente contengono il cibo che dovevamo comprare al mercato.

-Che fai qui, Aya-chan?- mi domanda Kagome, avvicinandosi e sorridendomi. Poi il suo sguardo si posa sul Rosario che ho tra le mani. –E quello dove l’hai trovato?- esclama, immensamente sorpresa.

Io scuoto la testa. –Me l’ha dato una vecchietta. Dice che ne avevo bisogno.- rispondo, ben sapendo che come spiegazione è piuttosto insulsa. Ma che volete che vi dica? Sono la prima a non aver capito un accidente di questa storia.

-Te l’ha dato..?-

Scuoto le spalle. –Non farmi domande a cui non posso rispondere, Kacchan.- dico, continuandomi a rigirare distrattamente il Rosario tra le dita.

Sarebbe magnifico saperlo usare, peccato che non sia una sacerdotessa e che non sappia assolutamente come farla funzionare. Mia madre avrebbe di certo saputo come fare.

E’ proprio mentre sto pensando a lei che il Rosario si illumina di un’accecante luce bianca e mi sfugge dalle dita, scomparendo in mezzo secondo.

-Ma che cazz…?- sussurriamo io e Kacchan in contemporanea, mentre le altre mi fissano con gli occhi spalancati.

-Beh- farfuglio io, dopo qualche secondo, -di cose strane, nella vita, ne ho viste… ma questa le supera tutte di gran lunga!-

-Concordo. Dove credete che sarà finita?- domanda Sango, mentre riprendiamo lentamente la via che conduce fuori dal mercato.

-Non lo so. Potrebbe essere ovunque…- sussurra pensierosa Kagome. –Potremmo chiedere alla divina Kaede, la prossima volta che andiamo a Musashi.-

Io annuisco: non mi interessa più di tanto riavere il rosario indietro, ma vorrei decisamente sapere cosa è successo. Quella vecchina non me l’aveva raccontata giusta.

 

Non ho per nulla voglia di tornare dagli altri, ma siamo state via più di mezza giornata e temo di vedere Inucchan e il suo clone maleducato radunare una squadra di ricerca. Sarebbe decisamente inquietante.

Non appena arriviamo in prossimità della radura dove avevamo lasciato gli altri, mi rendo conto quasi subito che c’è qualcosa che non va: Inuyasha e Sesshomaru sono l’uno di fronte all’altro, in posizione di attacco e, dal quel che sento, il Principe dei Barboncini Hitleriani sta sputando addosso al fratello parecchio veleno. E fin qui, niente di anormale.

Inuyasha, ovviamente, sarebbe più incline a fare a botte, ma le parole di Sesshomaru lo bloccano sul posto.

-… inutile mezzodemone, sei l’onta della nostra famiglia e questo ne è solo l’ennesima prova.- sussurra ad un certo punto, sfiorandosi il collo.

Solo avvicinandomi di qualche altro metro riesco a scorgere, parzialmente nascosto dalle pieghe dell’abito, il Rosario della Soggiogazione che avevo tra le mani qualche ora prima

M’illumino di immenso: ecco dov’era finito! Ma che grandissima botta di culTURA!

Che strano, di solito non me ne va mai bene una. Finalmente la sorte ha deciso di riscattarsi: già mi immagino Sesshomaru sprofondare di una decina di centimetri nell’erba.

-Che sta succedendo?- sussurra Kagome, mentre ci avviciniamo velocemente alla scena patetica che si sta svolgendo. Da questa lontananza, sicuramente anche le altre riusciranno a sentire le offese rabbiose che sta rivolgendo Sesshomaru ad Inuyasha. Gli altri sono, giustamente, riuniti poco lontano e si astengono dai commenti: sanno che è meglio non intervenire in questi litigi familiari.

Tuttavia, c’è qualcosa che non mi torna: per quale motivo Inuyasha non reagisce?

E’, più o meno dopo il decimo insulso mezzodemone che decido che posso ritenere, più o meno, di far parte della loro famiglia.

-Oh, ma piantala! Sei terribilmente irritante!- esclamo rivolgendomi a Sesshomaru e sentendo i nervi che esplodono uno dopo l’altro. Quello si volta di scatto, fissandomi con un’espressione tra il sorpreso e l’incazzato.

-Non hai nessun diritto di trattare la gente in questo modo! Hai la presunzione di essere convinto di sapere tutto e di avere sempre ragione, ma non è così, dannazione!- ignoro l’occhiataccia di avvertimento di Maru –ah, si è degnato, eh?- e, dato che ormai sono partita in quarta, continuo. -Pretendi che gli altri ti portino rispetto, ma sei tu il primo a non rispettare gli altri. Ma chi cavolo credi di essere?!? Il re dell’universo???-

Quasi non faccio in tempo a finire la frase che il suddetto Re dell’Universo fa uno scatto verso di me e, con un ringhio, mi prende per il collo, sollevandomi da terra di diversi centimetri. Ho come un senso di dejà-vù.

-Come osi mancarmi di rispetto in questa maniera?- mi ringhia a un centimetro dal viso, iniziando a stringermi il collo. Si, è proprio un dejà-vù.  

Io ghigno. E si, lo so che non è il caso di irritarlo ulteriormente, ma lui ha già fatto un ottimo lavoro con i miei poveri nervi. Lui e il suo sé futuro: che grande coppia.

-Se credi che sia questo il modo con cui mi sottometterai, Sesshomaru-sama, ti sbagli di grosso. Non ci riuscirai ne ora ne in futuro.- sibilo velenosa, mentre sento il mio potere spirituale uscire. Mi lascio avvolgere, senza tentare di frenarlo come al solito, e in men che non si dica Sesshomaru fa uno scatto all’indietro con la mano che fuma.

-Oh, e a proposito: a cuccia!- esclamo, mentre il Rosario trascina Sesshomaru a terra. Cagnolino rabbioso dei miei stivali.

Ovviamente, le conseguenze di questo gesto mi perseguiteranno per il resto dell’eternità, ma cosa me ne importa? La possibilità di mandare Sesshomaru al tappeto ogni volta che voglio è la cosa più appagante che mi sia mai capitata.

Prendo un paio di respiri, rendendomi conto solo in quel momento del silenzio che ha seguito la mia sfuriata. Beh, che nessuno dica che non sono capace di sfogarmi.

Sesshomaru si rialza lentamente dopo qualche secondo e io fisso con un sopracciglio alzato Inucchan avvicinarsi a me e coprire parzialmente il mio corpo con il suo. Cos’ha paura, che suo fratello mi sbrani?

Beh, dal ringhio, potrei anche aspettarmelo. Rabbrividisco involontariamente, immaginandomi gli artigliucci demoniaci di Sesshomaru in qualche organo vitale del mio corpo. Per esempio il cuore.

Per questo motivo, mi sorprendo parecchio quando vedo il Principino lanciarmi una semplice occhiata gela-iceberg –ormai non mi fanno nemmeno più effetto, e lui lo sa bene.-, girare i tacchi e sparire nella foresta.

Mio fratello si rilassa e si allontana da me.

-Per quale diavolo di motivo ti sei intromessa? Non che tu non avessi ragione, per carità, ma dannazione a te, devi proprio metterti sempre nei guai?- mi dice Inucchan, alzando degli occhi al cielo e chiedendosi, probabilmente, perché gli fossi capitata io come sorella. Sottolineo, giusto perché non ci siano incomprensioni, che tra i due il più stupido è lui. Chiusa parentesi.

-Tu eri lì fermo a rognare: tanto valeva aspettare la glaciazione!- esclamo spalancando le braccia e chiedendomi se sia sufficiente gridare “A cuccia” per scoprire l’esatta ubicazione di Sesshomaru.

-Come ti sei permessa di trattare così irrispettosamente padron Sesshomaru? Meriteresti di provare sulla tua pelle la potenza degli artigli velenosi del padrone!-

-Stai zitto, rospaccio.- ringhia Inuyasha, dandogli un calcione e spedendolo tra i cespugli. Wow. Inuyasha non provava una profonda e scortese antipatia verso di me? Credevo che saremmo andati avanti a mugugni per tutto il resto del nostro viaggio, e invece…!

Non faccio in tempo a compiacermi per questa nuova scoperta, che Inuyasha, passandomi a fianco, mi da una botta sulla testa.

-Ahi!- esclamo io, ma sorrido quando vedo che le sue labbra sono piegate in un mezzo sorrisino. Al che, gli sorrido di rimando: credo di essermi appena guadagnata la sua simpatia.

-Inuyasha?- lo chiama Kagome, interrompendo il nostro scambio di sguardi. –A cuccia.-

SBOM!

-Dannata! E questo per che cos’era?-

Kagome scuote le spalle e si limita a prendere lo zaino da terra. –Per niente in particolare. Ma non vedo perché tuo fratello si e tu no.-

Scoppiamo tutti a ridere, e io mi devo asciugare le lacrime. L’unico che non ride, prevedibilmente, è Maru, ma sia io che Inucchan abbiamo il tacito accordo di lasciarlo stare: a questo punto, credo che cercare di confortarlo sarebbe controproducente.

E poi non ho nessuna intenzione di farmi trattare nuovamente male.

Tuttavia, non è solo Maru ad essere nervoso per la mancanza di progressi e nessuno se la sente di dargli contro. O meglio: Inucchan ed io non ce la sentiamo di dargli contro, le due Kagome si sentono troppo in soggezione, Inuyasha e Sesshomaru semplicemente lo ignorano, Miroku e Sango lo trattano con disinteressata cortesia. Shippo è semplicemente terrorizzato.

Jaken è l’unico che si azzarda a superare il metro quadrato di ostilità che lo circonda. E posso dire che inizio ad ammirare quel rospaccio rompiballe per questo.

 

 

 

Angolino dell’autrice: Buon pomeriggio a tutti gente! Finalmente, grazie ad una piccola pausa dalla sessione estiva, sono riuscita ad aggiornare.

Che ne dite di Sesshomaru alle prese con il suo nuovo Rosario? Ayame ne approfitterà oppure no? Ma ovviamente si.

Ad ogni modo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi lascerete una vostra opinione.

Vi abbraccio tutti e ringrazio infinitamente chi ha lasciato una rescensioncina e chi ha inserito questa storia in una lista, come al solito.

Sami

 

 

  
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