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Autore: Sel Dolce    01/08/2017    2 recensioni
[ Spoiler 6x11 | Sterek | Fem!Stiles | Rating verde ]
Quando Stiles entra quella mattina in aula si aspetta di vedere foto macabre di corpi senza vita e altre cose del genere, come identikit di assassini e rapitori, ma non il suo fidanzato che corre in mezzo a degli alberi.
Aveva pensato a tutto meno che a quello.
Dal testo:
Una volta in cima lo vide, il loro simbolo, ed il cuore prese a batterle più velocemente del normale tanto che si portò la mano sul petto cercando di calmarlo e nel farlo sorrise nel guardare l'anello che adornava il suo anulare.
Era semplice, in oro bianco, decorato con tre piccole pietre. Una gialla. Una rossa. Una blu. Nascosta agli occhi di tutti c'era un'incisione nella parte interna, una singola parola che aveva dato la forza a Stiles di continuare per più di due anni una relazione a distanza con l'uomo della sua vita.
Yours.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Derek/Stiles, Stiles Stilinski
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Raccolta fanfiction Fem!Stiles'
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Angolo me:

Okay, ho visto la puntata e ho urlato come non mai nella vita.

SE NON L'AVETE VISTA NON LEGGETE NULLA GUYS, CONTIENE SPOILER. Okay, era l'avviso per i polli che non l'hanno letto nella intro.

Fem!Stiles, l'adoro, con un bel anello di fidanzamento e un fidanzato nella Carolina del Nord a fare danni.

Sembrerà stupida come storia, ma mi sono divertita a scriverla ed il finale era tanto per mettere una dosa di lealtà al loro rapporto. Bisogna sempre fidarsi dei proprio partner, se non vogliono dirci qualcosa lo fanno per un motivo, poi sta a voi se riempire loro di mazzate o meno.

Ragazzi, vi giuro, sembra non avere né capo né coda, ma è pur sempre qualcosa da leggere.

Enjoy!



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Stiles era emozionata, non ce n'erano dubbi, chiunque la vedesse poteva vedere come si sistemava in modo quasi maniacale la cravatta per poi allentarla nuovamente perché si sentiva soffocare. Non era proprio fatta per portare la divisa, ma stava vivendo il suo sogno, quindi doveva fare qualche sacrificio.

Era lì, a Quantico, Virginia.

Ce l'aveva fatta e non poteva che esserne contenta, riuscire ad entrare nonostante tutti i problemi legati dal mondo sovrannaturale era stata la semplice prova che poteva fare tutto. Bastava metterci impegno e sperava veramente tanto che anche gli altri stessero seguendo i loro sogni, Scott come veterinario, Lydia come matematica e Malia alla ricerca del suo misterioso uomo francese. Potevano finalmente essere felici, Beacon Hills era al sicuro e se sarebbe successo qualcosa aveva lasciato la sua mazza da baseball a Mason. Doveva andare tutto bene.

Salì le scale due gradini alla volta, eccitata di entrare in aula, ad un passo dall'essere affiancata a qualche agente dell'FBI e sperò vivamente non gli capitasse quell'incompetente di Raphael McCall, l'uomo più incapace ed inutile della storia dell'Umanità.

Una volta in cima lo vide, il loro simbolo, ed il cuore prese a batterle più velocemente del normale tanto che si portò la mano sul petto cercando di calmarlo e nel farlo sorrise nel guardare l'anello che adornava il suo anulare.

Era semplice, in oro bianco, decorato con tre piccole pietre. Una gialla. Una rossa. Una blu. Nascosta agli occhi di tutti c'era un'incisione nella parte interna, una singola parola che aveva dato la forza a Stiles di continuare per più di due anni una relazione a distanza con l'uomo della sua vita.

Yours.

Salutò un compagno di corso alzando la mano e si affrettò a seguirlo all'interno dell'aula, emozionata come non mai. Si sedette in seconda fila, a destra con un'ottima visuale sullo schermo alle spalle dell'uomo che avrebbe illustrato loro come si sarebbe svolto il tirocinio.

Era pronta, doveva solamente tirare fuori dalla borsa le sue cose. Fece un cenno cordiale con la testa al suo compagno di banco, ma non ne ricevette uno in risposta. Scrollò le spalle decisa a non farsi buttare giù di morale da un branco di antipatici che non volevano salutarla.

« Troverete tre parole sul sigillo ufficiale dell'FBI. » iniziò l'uomo che da quel momento nella sua testa si sarebbe chiamato Jim « Lealtà. » oh, eccome se Stiles ne aveva di lealtà! « Coraggio. » yep, anche quello, lei aveva spaccato una mazza da baseball sulla testa di due Alpha messi insieme, per la miseria « Integrità. Sono queste le qualità che ci aspettiamo di vedere in tutti i nostri tirocinanti. » checked! Sì, era proprio nata per essere nell'FBI. Con un'esperta del sovrannaturale come lei, l'FBI aveva solo da guadagnarci.

« Le qualità che vi chiediamo durante i vostri sei mesi con noi. » ah, ecco dove Raphael le aveva perse, dopo il tirocinio aveva preso lealtà, coraggio ed integrità per buttarle chissà dove. Forse sul fondo di una bottiglia.

Okay, stava pensando decisamente troppo al padre del suo migliore amico, ma non poteva evitarlo, era praticamente l'unico uomo che conoscesse ad essere uno stronzo di prima categoria ed essere un agente dell'FBI.

Jim ripetè le tre magiche parole e si girò verso lo schermo, iniziando a proiettare delle immagini che le fecero venire nostalgia di suo padre. Quanto le mancava frugare tra i suoi fascicoli.

« Accompagnerete vari Agenti Federali mentre indagano su tutto, dai crimini finanzari al terrorismo... » mentre testava le molle delle sue due penne non riuscì a trattenersi e con la solita spigliatezza che la caraterizzava fin dalle elementare interruppe l'uomo « Internazionale ed interno? » domandò rimandendo in attesa di una risposta.

Jim la guardò dubbioso, passando lo sguardo su tutti gli altri componenti della classe « Sì, esattamente. » rispose facendo sorridere la ragazza mentre richiedeva la tracolla e la posava a terra come tutti gli altri.

« Faremo anche parte di unità operative per catturare rapitori, assassini... »

« Assassini seriali? »

« Sì, anche gli assassini seriali. » Jim sembrò innervosirsi e Stiles quasi se ne compiacque, le ricordava il coach che si tratteneva dal rifirarle un pugno quando disturbava le lezioni e gli allenamenti. Provò a salvarsi, non voleva stare antipatica a nessuno, ma le parole le uscivano semplicemente di bocca « Alzerò la mano d'ora in poi. Mi scusi, proceda. » disse in tono cordiale facendo una dimostrazione di come fosse in grado di alzare il braccio per chiedere il permesso di parlare. Nessuno però assicurava l'adempimento del gesto.

Jim voleva proprio ucciderla, non c'erano dubbi, il suo sguardo parlava chiaro. Dove lo aveva già visto? Matt? Jackson? Deucalion e l'allegra combriccola? O forse era stata Kate versione giaguaro? Non ricordava, ad essere sinceri, per più di tre anni aveva avuto alle calcagna persone che la volevano fuori, aggiungere Jim alla lista non sembrava poi così male.

Prese il termos per prendere una lunga sorsata di acqua fresca, sentiva la gola secca « Una recente caccia all'uomo ha portato la nostra Squadra Anticrisi ad inseguire uno strano soggetto ignoto selvaggio nelle foreste della Carolina del Nord. » disse l'uomo facendo partire un video e Stiles sputò in automatico tutto quello che aveva in bocca proprio addosso a Danielle Moss, la più vanitosa delle ragazze del suo corso. Si corpì la bocca con la mano, non credendo ai suoi occhi, perché sullo schermo – a petto nudo – c'era Derek Hale che correva in mezzo agli alberi.

No fucking way.

Lo aveva sentito proprio quella mattina prima di uscire dalla sua stanza, come ogni altro giorno, e non le aveva deto assolutamente niente sul fatto di essere un target dell'FBI.

« Ci sono problemi... » Jim guardò in basso verso la scheda con tutti i nomi e decidendo di non fare figuracce nel provare a pronunciare quello della giovane Stilinski si limitò ad un « signorina? ».

Ecco, eccome se ce n'erano di problemi. Voleva trovarlo e strozzarlo con le sue stesse mani, gettarlo in una vasca riempita delle più strane sostanze nocive ai licantropi. Guardò il suo cellulare posato sopra la scrivania e con lenti movimenti lo spinse sotto il quaderno.

Si asciugò con il dorso della mano le labbra sentendole ancora umide e prese un profondo respiro « No, mi scusi. Mi sono emozionata. Nessun problema. » voleva solamente commettere un omicidio, nulla di che « Solo una piccola domanda. » interuppe nuovamente, ma giusto perché doveva fare mente locale « Per cosa è ricercato quel tipo? » domandò guardando l'immagine della schiena di Derek, dove l'inconfondibile tatuaggio che aveva baciato più volte durante le loro sessioni d'amore era sotto gli occhi di tutti.

« Omicidio. » caspita, Jim, Stiles avrebbe preferito una rapina in banca.

Stiles alzò la mano, nel mero tentativo di sembrare un minimo educata « È... » Jim la incenerì con lo sguardo, poteva sentire un buco crearsi al centro della sua fronte « Mi scusi. Che tipo di omicidio, precisamente? » chiese sperando che si tratasse dell'omicidio di qualche coniglietto. Non essere stupida, Stiles, l'FBI non si occupa di quel tipo di cose.

« Omicidio di massa. »

No. Fucking. Way.


Stiles fissò il telefono posato sulle coltri, indecisa se chiamare Scott, il padre o direttamente Derek.

Lo schermo illuminato mostrava una foto di loro due mentre si baciavano e la ragazza ringraziò le Divinità che nessuno ci avesse mai fatto caso, più che altro perché non aveva stretto amicizia con nessuno, ma il punto era: se qualcuno avesse visto il suo sfondo a quell'ora sarebbe stata già sbattuta in qualche sala per le interrogazioni e – senza alcun dubbio – avrebbe perso il posto in accademia.

Guardò l'anello e per un attimo, dimenticandosi tutta l'ansia di quelle ore, sorrise ricordandosi le parole di Derek quando partì.

Ne era certa, lui non aveva fatto nulla, era innocente e si sarebbe infilata a forza nel caso per provare la sua incolpevolezza.

Prese il cellulare e aprì la casella messaggi tra lei e Derek. Se non le aveva detto niente doveva esserci un motivo, doveva solamente fidarsi ed aspettare.

[08.26 PM ] Ti amo, Sourwolf

[08.27 PM ] Ti amo, non cacciarti nei guai, Agente.

Stiles sorrise, sapeva che stava bene, poteva aspettare un paio di giorni per prendere un permesso speciale e andarlo a riempire di mazzate.




Come avevo detto, né capo né coda, forse nosense, ma grazie per essere arrivati fino a qui.

A presto,

Sel

   
 
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