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Autore: cereal_killeeeeer    03/08/2017    1 recensioni
C’era Marinette. [...] Era ferita su tutto il corpo e un taglio scorreva lungo la sua guancia destra, ma era sempre bellissima. Ultimamente Adrien aveva avuto molti dubbi sui sentimenti che provava per la compagna di classe: era indeciso se continuare a coltivare il suo amore per la sua Lady, di cui si era innamorato già dalla loro prima avventura con i Cuori di Pietra, oppure arrendersi e ammettere di provare qualcosa di più dell’amicizia per Marinette.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La caduta degli eroi

    ‘’Ma cosa diavolo starà facendo la mia Lady in un momento simile!’’ pensò Cat Noir mentre schivava l’ennesimo attacco di Papillon. Nonostante detto a parole sembrava abbastanza patetico che un tipo chiamato Papillon comandava delle farfalle assassine attraverso un bastone da passeggio e le usava come un piccolo esercito di insetti contro l’eroe, Cat Noir si trovava davvero nei guai. Non era come gli altri nemici a cui aveva dato vita, lui era molto più tosto, più forte di Cat Noir, soprattutto senza la sua compagna. Non riusciva nemmeno più a correre a causa della caviglia slogata, la tuta e la maschera erano tutte graffiate, così come la sua pelle, mentre la polvere delle strade si depositava sui suoi capelli ogni volta che Papillon ordinava al su piccolo esercito di buttarlo a terra. Cat Noir provò ad attaccarlo frontalmente, ma venne fermato sulle gambe e braccia da un’infinità di volatili.
   «Cosa credi di fare tutto da solo, caro Cat Noir?» disse Papillon sotto la sua maschera. Aveva sempre avuto un’aria famigliare, ma più ci pensava più si confondeva le idee. 
   «Beh, sconfiggerti, mi sembra ovvio». Fermò di nuovo l’impulso di usare Cataclisma sul suo avversario: non poteva lasciare che fosse Adrien a combattere contro di lui al posto di Cat Noir, anche se praticamente erano la stessa persona. Non poteva trasformarsi in quel momento, non quando era solo. Tentò di chiamare la sua Lady con il bastone, ma non rispondeva. Cercava di essere arrabbiato con lei, ma più tempo passava più si preoccupava, magari le era successo qualcosa.
   Continuò a combattere contro Re-Farfalla in cima alla Torre Eiffel. Era sempre più esausto mentre il suo nemico sembrava diventare ogni istante sempre più forte. Nel momento in cui riuscì a colpirlo sulla fronte pensò di aver la situazione sotto controllo, ma parlava a vanvera a quanto pareva. All’improvviso Papillon si alzò e urlò a gran voce il nome di Volpina. Lei apparve accanto a lui in una nuvola viola che lentamente svaniva nell’aria, mentre Cat Noir quasi urlò per la sorpresa che si era portata dietro la nuova arrivata: c’era Marinette, legata a dovere e con un panno in bocca, mentre guardava il ragazzo sorpresa e… preoccupata? Di sicuro non era impaurita, non per se stessa. Era ferita su tutto il corpo e un taglio scorreva lungo la sua guancia destra, ma era sempre bellissima. Ultimamente Adrien aveva avuto molti dubbi sui sentimenti che provava per la compagna di classe: era indeciso se continuare a coltivare il suo amore per la sua Lady, di cui si era innamorato già dalla loro prima avventura con i Cuori di Pietra, oppure arrendersi e ammettere di provare qualcosa di più dell’amicizia per Marinette. Caratteristicamente non erano differenti, affatto, entrambe con gli occhi azzurri e lucenti e i codini blu al vento. Adrien pensò che fosse lei Ladybug, ma appena glielo chiese quest’ultima aveva lasciato la cosa in sospeso. Probabilmente alla fine non importava chi ci fosse dietro quella maschera, perché non poteva far innamorare la ragazza, che si nascondeva dietro la maschera di Ladybug, di Cat Noir. No, doveva innamorarsi consapevolmente di Adrien, ma per rispettare il volere della sua compagna di squadra di nascondere le proprie identità, avrebbe dovuto tenere segreta la sua, perché se l’avesse rivelata, si sarebbe sentita anche lei in dovere di farlo.
   «Marinette… Cosa le hai fatto?!» cercò di colpire Volpina con il suo bastone ma quest’ultima sparì nuovamente con i suoi poteri. Preso alla sprovvista, il signore delle farfalle ordinò ai suoi insetti di circondarlo e stringerlo.
   «Oh, Cat Noir, che dispiacere. E’ arrivato il momento di salutare la tua carriera di eroe. Ormai manchi solo tu.
   «Cosa-» le farfalle lo stringevano talmente tanto che fece fatica pure a parlare «Cosa vuoi dire?- Non- sono ancora- stato sconfitto-»
   «Ah, ma la tua amichetta sì» ghignò, mostrando ciò che teneva in mano «Tu… riconosci questi vero?»
   D’un colpo du come se il mondo gli crollò addosso. Stava tenendo gli orecchini della sua Lady, il suo Kwami «Milady…»
   «Esattamente. Purtroppo non siamo riusciti a catturarla, è scappata in tempo, ma in compenso abbiamo trovato una sua amica, sempre presente prima e dopo una ‘missione’ di Ladybug»
   Marinette mugugnò qualcosa di indecifrabile, ma Adrien era sicuro, conoscendola, che diceva qualcosa per il bene di tutti, tranne che per il suo.
   «Finiamola qui, Cat Noir. Io e te»
   ‘’Certo, non c’è più nessun altro’’ Nel momento in cui venne liberato dalla presa degli akami, venne sprigionata anche la sua rabbia. Per quanto fosse triste per il fatto che non avrebbe più potuto incontrarla, si prese il compito di vendicarla. Gli orecchini erano sporchi di battaglia, quindi glieli avevano presi con la forza. E quindi le avevano fatto del male, e nessuno poteva toccare la sua Milady, per quanto potesse essere forte anche lei «Ti pentirai di aver ferito la mia Lady!»
   Cat Noir venne pervaso da una nuova forza, cosa che sorprese sia lui che il nemico, visto le sue condizioni, ma non si fece molte domande. Continuò ad attaccare Papillon, guidato ma allo stesso tempo acciecato dalla collera, il quale cercava più di schivare che contrattaccare. Cat Noir diede un pugno sul viso dell’avversario, che lo fece cadere a terra, sul bordo di una trave della torre «Ti ucciderò… Ti ucciderò!!» gridò a squarciagola, con gli occhi lucidi di rabbia mentre si metteva sopra Papillon.
   Stava per usare Cataclisma su di lui, cosa che non aveva mai provato su di un essere vivente, quando venne fermato dalla risata del nemico sotto di lui.
    Confuso, chiese «Cosa- Cosa c’è?!»
   «Credi davvero di poter usare quella cosa contro di me? Anzi, l’hai mai usata contro una persona?» continuò a ridere.
   «No, ma ora vedrò cosa succede se lo faccio»
   Sempre ridendo, disse «Vai, idiota, e dammi più potere!»
   Esitò, e solo dopo essere stato scaraventato dall’altra parte che capì di essere stato ingannato. Si diede una sberla mentale per esserci cascato. Cataclisma distrusse una trave della torre, il quale però non cambiò di una virgola.
   «E ora comincia a contare, gattaccio» si alzò e si avvicinò a Marinette. ‘’Cavoli, sono troppo lontano’’ Cat Noir sapeva che l’avrebbe usata per fargli diventare le cose più complicate di quel che erano già, ma non sapeva si sarebbe liberato di lei così in fretta. Le tolse le corde che la circondavano e il panno dalla bocca «Ora contiamo quanti secondi di vita le restano prima di toccare terra». Papillon spinse Marinette oltre la torre, e per istinto Cat Noir si buttò per seguirla. Lei allungò il braccio verso di lui, e nell’istante in cui stava per afferrare la sua mano venne fermato dall’ennesimo branco di farfalle malvagie, mentre Marinette continuò a cadere, con lo sguardo ancora scioccato e le lacrime agli occhi. Cat Noir si dimenò, poi per istinto istinto si tolse l’anello e lo tirò verso Papillon, che lo prese al volo. «Mi dispiace, Plagg…» sussurrò Adrien, mentre lanciava un’ultimo sguardo al suo nemico, che guardava più sorpreso Adrien che l’anello, probabilmente per la sua vera identità. Le farfalle lo lasciarono, e lui ricominciò a cadere. Mise più peso su se stesso per arrivare più velocemente verso Marinette. La prese tra le sue braccia e chiuse gli occhi dopo aver messo il viso nell’incavo del collo della ragazza. In un istante riconobbe il suo odore, il suo profumo preferito, e sussurrò «Milady» ricambiato da un suo «Bravo il mio bel gattino» prima di provare dolore, e poi vedere il buio.

   
 
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