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Autore: Saku90    07/08/2017    3 recensioni
Tratto dal prologo
Avevamo sconfitto Kaguya. Quindi penso sia comprensibile pensare di aver finalmente eliminato ogni minaccia e di poter sperare di godersi almeno mezzo secolo di pace, no?
Purtroppo non avevamo fatto i conti con quello che viene definito il terzo fattore, un fattore imprevedibile, e per questo spiazzante e catastrofico come non mai.
Sapete già di chi parlo, perché per quanto la sua dichiarazione di voler difendere Konoha abbia in parte acquietato le nostre paure, non aveva ingannato i nostri cuori.
[...] A un certo punto l’atmosfera si fece più tesa. Le intenzioni di entrambi si consolidarono nella volontà di concludere quello scontro. Entrambi erano pronti a sferrare il colpo decisivo, e proprio come quel giorno, di un sacco di anni fa sul tetto dell’ospedale, corsi a frappormi tra loro.
Posso ancora ricordare perfettamente la faccia sconvolta di Naruto, e lo sguardo determinato di Sasuke, disposto a trapassare il mio corpo pur di uccidere il suo migliore amico.
Vi starete giustamente chiedendo: cosa accadde? Da chi fui salvata?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Prologo



 
 
Sakura
 
 
Avevamo sconfitto Kaguya. Quindi penso sia comprensibile pensare di aver finalmente eliminato ogni minaccia e di poter sperare di godersi almeno mezzo secolo di pace, no?
Purtroppo non avevamo fatto i conti con quello che viene definito il terzo fattore, un fattore imprevedibile, e per questo spiazzante e catastrofico come non mai.
Sapete già di chi parlo, perché per quanto la sua dichiarazione di voler difendere Konoha abbia in parte acquietato le nostre paure, non aveva ingannato i nostri cuori.
Per quanto amassi Sasuke, per quanto sapessi che non potevo fare affidamento sulla sua parola, il mio stupido cuore non ha voluto cogliere nessuno di quei campanelli d’allarme che rendevano falsi i miei sorrisi, e forzata la mia allegria.
Anzi, cercavo di rassicurare tutti sul fatto che Sasuke fosse tornato.
Dove non saprei, visto che non è mai appartenuto a noi.
Comunque, dopo aver rinchiuso Kaguya e il decacode, aver liberato tutti gli altri cercoteri, dopo esserci liberatii dal fardello di salvare l’intera umanità, ecco che l’ultimo Uchiha ci riserva un ulteriore colpo di scena. Come se non ne avessimo avuti abbastanza tra l’Akatsuki, Pain, Nagato, Tobi e il vero Madara.
Il senso di vendetta di Sasuke è qualcosa di intranscendibile, resistente al tempo, e all’emergere di eventi ben più pressanti di un fatto prettamente personale.
Certo, starete tutti pensando: “Come hai fatto a non sapere di chi ti stavi innamorando, Sakura? Potevi perfettamente capirlo già dai tempi dell’asilo, quando quei suoi occhioni neri da orsacchiotto, perennemente imbronciati, ti fulminavano ogni qualvolta che ti beccavano a venerarlo”.
Lo so. A mia discolpa posso solo dire che non sapevo ancora in cosa mi stavo cacciando, io e la mia caparbietà. Sapevo solo di appartenergli e di doverlo salvare, anche da se stesso.
Ritornando per l’ennesima volta alla mia storia, dove ero rimasta? Ah sì, al colpo di scena di Sasuke. Lui che con tutto il suo aplomb, manco fosse un servo della regina Elisabetta, dichiara di voler distruggere tutti i cercoteri, e di diventare Hokage.
Ovviamente, da idiota innamorata cercai di fermarlo. Ma ho mai avuto un ascendente su Sasuke? Ecco… no, mai.
Il risultato del mio atto, tanto coraggioso quanto drammatico, fu quello di trovarmi intrappolata in un genjutsu. Nello specifico Sasuke che mi trapassa il cuore.
Crudele, oltre ogni limite e oltre ad ogni parola che possa minimamente racchiudere tra le sue sillabe il significato, o anche solo la sua parvenza, di dolore e tradimento.
In quel momento persi tutto, perché, anche se non mi aveva realmente uccisa, era come se lo avesse fatto. Finalmente aveva distrutto quel sentimento che da tempo immemore legava il mio cuore alla sua esistenza. Esistenza, sì. Vi aspettavate di scorgere la parola cuore, vero? Purtroppo Sasuke Uchiha non ha un cuore, o almeno così pensavo in quel momento.
Non so per quanto tempo rimasi priva di sensi tra le braccia di Kakashi, ma quando fui finalmente in grado di riaprire gli occhi, il sole era quasi tramontato, lasciando spazio alle tenebre di avvolgerci.
Ho detto che ero incavolata per come Sasuke mi aveva rinchiusa in quell’illusione, vero?
Bè, una parte di me, quella razionale, lo era veramente, purtroppo l’altra parte, quella emotiva, mi implorava di raggiungere quei due sconsiderati e farli ragionare.
Così lascia Kakashi su quel blocco di pietre e detriti, e mi diressi verso il luogo dello scontro.
Erano entrambi esausti e malconci. I loro chakra quasi del tutto esauriti. Eppure erano ancora in piedi a suonarsele di santa ragione.
A un certo punto l’atmosfera si fece più tesa. Le intenzioni di entrambi si consolidarono nella volontà di concludere quello scontro. Entrambi erano pronti a sferrare il colpo decisivo, e proprio come quel giorno, di un sacco di anni fa sul tetto dell’ospedale, corsi a frappormi tra loro.
Posso ancora ricordare perfettamente la faccia sconvolta di Naruto, e lo sguardo determinato di Sasuke, disposto a trapassare il mio corpo pur di uccidere il suo migliore amico.
Vi starete giustamente chiedendo: cosa accadde? Da chi fui salvata?
Mi dispiace deludervi, ma non finì come immaginate voi. Nessuno venne a salvarmi, né Sasuke rinsavì al pensiero di uccidermi realmente e di far fuori i suoi unici amici.
Quella notte, nelle tenebre del crepuscolo, io, Haruno Sakura, da sempre innamorata di Uchiha Sasuke, persi la vita. Morii per mano del mio migliore amico e dell’amore della mia vita.
Ma la storia che voglio raccontarvi non inizia dalla mia morte. No, ha inizio qualche mese prima. Prima della distruzione di Konoha per mano di Pain. Cominciò tutto in un giorno di primavera, precisamente nel giorno del mio compleanno. Io e Naruto eravamo in missione in un paesino nella nazione dell’erba.
Dopo aver portato a termine la nostra missione: accompagnare una compagnia di attori teatrali, fummo invitati ad intrattenerci per la notte, in occasione del festival primaverile che vi si teneva.
 
Mentre passeggiavamo tra le strade addobbate a festa, osservando le varie bancarelle, una vecchia signora si offrì di intrecciare per me un braccialetto con un filo rosso.
«Questo è il filo rosso del destino», ci disse con voce arrochita dagli innumerevoli anni vissuti.
«Sakura-chan, così saremo per sempre legati da destino a stare insieme!», esclamò contento Naruto.
«Razza di baka! Non funziona così! E poi è solo una leggenda», lo rimproverai dandogli un sonoro scappellotto in quella testa vuota.
«Il filo rosso lega la persona che lo porta al suo destino, e il proprio destino, quello amoroso, non può essere scelto», affermò la vecchia nonnina.
Quella notte la passammo spensierati tra le luci gioiose e festose del villaggio, a goderci il cielo pieno di stelle e l’aria frizzantina primaverile. Nulla cambiò all’apparenza, ma tra le trame delle nostre vite, qualcosa mutò, collegandosi inevitabilmente al destino di qualcun altro. Qualcuno di distante da noi in senso fisico, ma sempre presente nei nostri pensieri.
Quello fu l’inizio della fine, ma anche l’inizio di tutto.
 
NdA: Salve, sbadatamente ho cancellato tutta la storia, quando in realtà volevo solo modificarla. Spero che mi perdonate.
   
 
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