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Autore: EcateC    09/08/2017    3 recensioni
RUMBELLE.
Vi siete mai chiesti perché Tremotino abbia scelto proprio Belle come sua domestica privata? E se invece fosse stata costei la vera artefice del suo destino?
Piccolo salto nel passato, quando Belle è ancora la domestica del mago oscuro...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 C’
era una volta, ai margini della foresta incantata, un palazzo sontuoso dove vivevano un conte, una dolce contessa e la loro bellissima figlioletta.
Tutti e tre vivevano in armonia, ma quando la fanciulla crebbe, nel regno scoppiò una terribile guerra, che causò la prematura morte della contessa. Ella diede la vita per salvare sua figlia, il cui nome era Belle.
Belle, che era una ragazza dall’animo nobile e generoso, per colpa di un incantesimo non ricordava più cosa fosse successo quel triste giorno, e per questo decise di intraprendere un lungo viaggio verso il pacifico regno di Arendelle, per recuperare i ricordi e onorare la memoria della madre.
Lì conobbe un’amica di nome Anna, che le parlò di un mago oscuro molto potente e crudele, che poteva avverare qualsiasi desiderio in cambio di un prezzo a lui confacente.
Belle non recuperò la memoria, ma prese una decisione che avrebbe cambiato per sempre il corso della sua vita: decise di cercare il mago. Iniziò a consultare mille e mille libri - niente per lei era più potente di un libro - notte e giorno, senza mai demordere, finché finalmente non trovò quello che cercava…
-Ti invoco, Tremotino, signore oscuro della magia!- esclamò Belle con tono riluttante, senza alcuna reale speranza. Era tarda sera, e lei era seduta sul suo letto con un pesante tomo di magia nera sulle gambe. Dubitava alquanto che quello fosse il modo per attirare il mago più potente del reame, ma provare non le costava comunque alcuno sforzo.
Si schiarì la voce -Ti invoco, Trem…-
-Hai chiamato, cara?-
La ragazza trasalì dallo spavento. Nella sua camera era comparso dal nulla un uomo dall’aspetto alquanto strano, con grandi occhi cangianti e un colorito tra il grigio e l’ambrato.
-Non ci posso credere! Ha… Ha funzionato!?- disse ella, guardando con meraviglia prima il libro e poi l’estraneo -D’accordo, ehm… Ciao?- lo salutò con un sorriso impacciato, destando in lui una piacevole confusione -Io mi chiamo Belle e… Ecco, puoi fermare la guerra degli orchi per piacere? Sta devastando il mio popolo e ha portato via mia madre, vorrei davvero che finisse-
Il candore della sua richiesta lo fece sorridere. Questa bella fanciulla credeva sul serio che bastasse un “per piacere” per fare affari con lui.
-Ma certo, cara- le rispose, accennando un inchino -Sono o non sono il genio della lampada?-
-Il genio della lampada? Ma io credevo che fossi…-
-TREMOTINO!- gridò il padre di Belle, avventurandosi impetuosamente negli alloggi della giovane -Allontanati subito da mia figlia, bestia! GUARDIE, GUARDIE!-
-No, padre, aspettate!-
-Belle, scappa e mettiti in salvo. Allontanati da questa bestia-
-Ma…-
-Vai!-
Costei obbedì, allarmata dal timore paterno. Prima di uscire volle guardare un’ultima volta colui che veniva apostrofato come bestia. Forse il suo aspetto non era del tutto umano, ma nel suo sguardo albergava una grande tristezza, che Belle non poté fare a meno di notare.
Il mago oscuro fece una risatina -Avete una figlia deliziosa, Maurice- lo omaggiò -Credo sia stata la prima in duecento anni a dirmi per piacere dopo una richiesta!-
-Non osare parlare di mia figlia, tu, mostro indecente-
-Oh, invece io voglio proprio accontentarla!- continuò Tremotino, muovendo le mani vivacemente -Devo solo decidere cosa chiedere in cambio…-
-Tu non avrai mai niente da me-
Il mago fece una smorfia -E cosa potrei mai volere da te! Io voglio qualcosa da lei-
Il buon uomo trasalì -Stai lontano da mia figlia, oppure…-
-Oppure?- lo sfidò, con una risatina
-GUARDIE, GUARDIE!-
-È con lei che concluderò il contratto, mio caro!-
-Tu non concluderai proprio niente, Tremotino! Io te lo impedirò-
-Vedremo…- lo minacciò il mago oscuro, prima di sparire in una densa nuvola di fumo nero.
Il mago oscuro riapparve poco lontano oltre il ponte levatoio del castello. Si sedette su una roccia e cominciò a pensare alla sua ricompensa.
“Cosa posso chiedere a quella damina aristocratica? Magari… Il suo primogenito?”
Il pensiero corse verso Gaston, l’uomo a cui era promessa la giovane contessa. Fece un’espressione disgustata e scosse la testa, non poteva uscire niente di buono da quel cavaliere ignorante e presuntuoso.
“Magari potrei usarla per qualche incantesimo? Ha il cuore puro e il corpo illibato, sarebbe perfetta per un sacrificio…”
Ma l’idea non lo soddisfaceva pienamente. Il suo istinto gli suggeriva che c’era qualcosa di molto più allettante che poteva pretendere da lei. Si trasportò magicamente nel suo castello, per riflettere meglio tra le sue solitarie e gelide mura. Era la prima volta che si trovava così in difficoltà nella scelta di una paga appropriata, di solito accadeva il contrario, prima decideva cosa avere in cambio e poi stipulava il contratto…
Fece comparire dal nulla uno specchietto ovale dai bordi dorati, magari vedere la sua nuova controparte contrattuale gli avrebbe schiarito le idee.
-Specchio dei miei desideri, mostrami Belle- esclamò, e la superficie riflettente fece comparire magicamente l’immagine della ragazza. Ella osservava mentre le porte del suo palazzo venivano bloccate dall’interno con un grosso palo.
Tremotino ridacchiò, divertito “Come se bastasse un legnetto per tenermi fuori dalle mura!” poi soffermò lo sguardo sulla ragazza, e inavvertitamente si stupì di quanto fosse bella. Girò subito lo specchietto dall'altra parte, non era certo il momento adatto per perdersi in futili pensieri!
Piuttosto, da quando aveva incenerito l’ultima domestica, il suo imponente castello stava diventando un covo di ragnatele… Si guardò intorno con aria infastidita, aveva proprio bisogno di una domestica nuova.
-Una domestica!- esclamò, entusiasta -Ma certo! Come ho fatto a non pensarci subito! Farò della contessa la mia domestica!-
Si materializzò davanti al portone imperiale e bussò molto forte, con una risatina.
 
 
 
Un anno dopo…

 
 
-BELLE!!-
 
La ragazza chiuse gli occhi e si fece piccola piccola.
-Belle, chi ti ha detto di schiodare tutte le tende!?- esclamò il signore oscuro, indignato -E questi fiori in ogni dove? I pennuti cinguettanti? Dove credi che siamo, nel castello della Fata Turchina?-
-Scusate, Tremotino, ma non è meglio così?- si giustificò la ragazza, imbarazzata -Con un po’ di luce e un po’ di colore?-
Costui fece una buffa espressione oltraggiata -Nooo! Io amo la mia tombale oscurità!-
Belle fece un respiro profondo. Gli diede le spalle e riprese a spolverare -Chiuderò le finestre e rimetterò tutto a posto, non preoccupatevi. Stavo solo cercando di distrarmi-
-Distrarti da cosa?- le chiese con curiosità, guardandola attraverso il riflesso nelle vetrate. Il suo bel volto si era incupito e i suoi occhi blu erano velati di lacrime.
-Niente di importante-
Tremotino annuì e non volle insistere, dato che molto probabilmente era da lui che Belle stava cercando di distrarsi…
-Comunque, il mio castello non ha bisogno di fiori- disse invece con fare discorsivo, in un goffo tentativo di risollevarla -Tu sei già sufficientemente … Decorativa, per queste quattro mura-
Belle fece un sorriso ferito dal dispiacere. Lo ringraziò, ma come abbassò il capo, due sottili lacrime le rigarono il volto.
-Piangi?- le chiese subito il mago, sentendo una fitta all’altezza del petto.
Ella si voltò e forzò un sorriso -No, affatto-
-Ma ne avresti voglia- continuò lui, ostentando un’indifferenza che non aveva -Belle, se è per le tende…-
La ragazza scosse la testa e sorrise -No, non c’entrano le tende-
-E allora che cosa ti rende infelice?-
Il mago in realtà conosceva perfettamente la risposta: lui la rendeva infelice. Il fatto che la tenesse prigioniera nel suo castello e la obbligasse a fare le faccende domestiche era più che bastevole per renderle la vita un inferno. Ed era meraviglioso -e immeritato- che Belle continuasse a essere così dolce e gentile con lui.
-Beh, qualche volta sento un po’ di nostalgia. Mi manca mio padre, oggi sarebbe il suo compleanno-
Il mago si accigliò, il suo cuore di pietra si contorse.
-Capisco- le disse soltanto, preda della sua paura.
-Passerà- disse Belle, con un sorriso incoraggiante -I momenti di sconforto hanno un inizio ma hanno anche una fine-
-Ma certo, cara-
-E poi fra noi c’è un accordo. Tu hai fatto cessare la guerra degli orchi e io devo restare qui a sopportarti- scherzò, senza essere scortese -E i patti vanno rispettati-
In realtà Tremotino poteva spezzare il loro accordo quando voleva, ma per quanto lo desiderasse, non aveva il coraggio di lasciarla libera. Rinunciare a lei e dirle addio gli procuravano un dolore troppo grande per essere affrontato. Si girò e fece per andarsene, lontano da lei si sentiva meno codardo, ma costei lo fermò all'ultimo momento.
-Tremotino?-
-Sì?-
Belle esitò, mordendosi un labbro -Perché non mi proponete un nuovo accordo? Voi mi mostrate mio padre e io in cambio farò tutto ciò che mi chiederete-
-Desideri così tanto vedere tuo padre?- le chiese, colpito.
-Sì, con tutto il mio cuore- gli rispose sincera, colma di speranza. Belle lo vide abbassare lo sguardo e soffermarsi a pensare. Un modo per farla felice e non perderla per sempre… “Accompagnarla al castello e riportarla indietro?” pensò Tremotino, in difficoltà “Rapire suo padre e costringerlo a vivere con noi? Hm, no, scatenerei una guerra, è pur sempre il conte… E se lo trasformassi in un candelabro? Magari in un orologio…”
-Tremotino?-
Egli sentì i passi leggeri di lei alle sue spalle, gli pareva di percepire tutta la sua speranza, la grande fiducia che lei serbava nelle sue potenzialità… Ciò lo rendeva nervoso oltre ogni dire. Si allontanò e arrivò di fronte allo specchio a figura intera, ma Belle continuò a seguirlo come un’ombra fedele e speranzosa, senza rendersi conto che così facendo lo metteva in difficoltà. La loro immagine riflessa gli procurò molto disagio, lei era bella come un angelo e lui, con la sua pelle resa granitica dalla magia, pareva davvero una bestia.
-Sembrate turbato, state bene?- la giovane gli sfiorò la spalla, ma Tremotino scattò indietro, come se le dita di Belle fossero incandescenti.
-Se pensi che basti un nuovo contratto per avverare tutti i tuoi desideri, sbagli!- sbottò contro di lei, senza apparente motivo -L’hai detto tu stessa, i patti devono essere rispettati e tu, cara, devi restare per sempre qui con me, perché questo è il patto!- la scrollò malamente per un braccio -Che ti piaccia o no, passerai qui l'eternità e sarà meglio che ti abitui, perchè non ho nessuna intenzione di lasciarti andare!-
-Ma io non ho parlato di andarmene- gli rispose Belle, confusa e spaventata dalla sua rabbia improvvisa -È un anno che non vedo mio padre, vorrei solo sapere come sta… Tremotino, non so neanche se è vivo-
Il mago non resse il peso del suo sguardo, che era addolorato e intimorito ma pur sempre privo d’odio, e le diede le spalle. Belle ancora non lo odiava e lui non capiva il perché. Dopo tutto il male che le aveva fatto e che le stava facendo, quella ragazza aveva ancora il coraggio di essere amabile.
-Siate gentile- gli ordinò con voce paziente e carezzevole -So che lo siete e so anche che potete aiutarmi-
Girarsi e affrontarla costò a Tremotino un notevole sforzo. Lui le aveva incusso timore, ma la realtà era che lei riusciva a spaventarlo molto di più.
-Belle, io...- balbettò, specchiandosi nei suoi bellissimi occhi azzurri -Io temo di...-
-Che cosa temete?- gli chiese attenta, avanzando di un passo verso di lui. Il suo riflesso nei suoi occhi divenne più nitido, e fu in quel momento che a Tremotino venne in mente l'idea perfetta, talmente semplice e ovvia che si preoccupò per non averci pensato prima.
-Belle, ho appena escogitato un modo per mostrarti tuo padre-
Gli occhi limpidi della fanciulla brillarono di gioia -Dite sul serio?-
-Sì, un po' in ritardo ma mi è venuto in mente!- fece una risatina, facendo comparire dal nulla l'oggetto magico -Questo specchio mostra qualsiasi cosa tu voglia vedere, o qualsiasi persona… Basta solo chiederglielo-
-Davvero?-
-Provalo!-
-Specchio, puoi mostrarmi mio padre?- disse, e nello stesso istante comparve nel riflesso il conte French, seduto a tavola durante la cena.
-È proprio lui, non ci posso credere!- esclamò Belle, commossa -Guardatelo, sta bene… E che porzioni di cibo! Come al solito esagera con la carne, sarà senz’altro aumentato di peso in mia assenza- poi guardò scherzosamente il mago oscuro -Anche voi, Tremotino, fareste bene a darvi un fermo quando siete a tavola-
-Cosa stai insinuando, ragazza? Bada che ti trasformo in una forchetta-
Belle rise e fece per porgergli lo specchio -Grazie di cuore-
-Ah, ma puoi tenerlo…Te lo regalo- le disse il mago scrollando le spalle, come se fosse una cosa banale.
Belle spalancò gli occhi, incredula -Me lo regalate?-
-Ma sì, quell’affare non mi serve a niente- minimizzò, imbarazzato.
-Io non ho parole. Cosa volete in cambio?-
-Niente...-
-Niente?- ripeté Belle, assottigliando gli occhi con fare sospettoso -Il malvagio Tremotino che non vuole niente in cambio? Non starete mica diventando un brav'uomo?-
-Oh, non dire scempiaggini. Non c’è niente che tu possa darmi- mentì sia lei che a se stesso. Tremotino si sa, non è mai stato uno spirito coraggioso, ma per una volta la natura del suo timore non era legata alla sua incolumità. Semplicemente, non voleva imporre a Belle l’imbarazzo e il ribrezzo di toccarlo.
Ella strinse lo specchio tra le mani e lo guardò negli occhi -E se io vi volessi ringraziare? Prima mi salvate la vita da quelle tre streghe, poi mi mostrate una biblioteca tutta per me e infine mi fate questo dono. Tremotino, siete proprio sicuro che non vi posso ringraziare in alcun modo?-
-Sono sicuro. Quello specchio non mi è di alcuna utilità- ribatté senza esitazione, alzando le spalle -E ora torna al lavoro, prima che ti trasformi in un soprammobile-
Belle gli sorrise e gli prese una mano.
-Grazie- gli disse dolcemente, allungando il collo. Avrebbe voluto baciarlo tanto quanto lo desiderava lui, ma costui era troppo codardo per accettare l’impossibile. Meglio vivere un’esistenza vuota che avere la massima felicità e rischiare di perderla.
-Prego- le disse, piantandola in asso di punto in bianco.
 
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-Specchio dei miei desideri, mostrami Tremotino-
Dal piccolo specchio comparve l’immagine del suo carceriere. Belle fece un sospiro profondo, come lei anch’egli non dormiva, stava filando come al solito la paglia in oro, e sulla sedia accanto a lui c’era la tazzina con il bordo spezzato. La giovane baciò lo specchio e se lo mise accanto sopra al cuscino, stendendosi in modo da poterlo guardare mentre si addormentava.
-Ti amo, Tremotino- sussurrò dolcemente, piano come se fosse un segreto
 
La bella si era davvero innamorata della bestia.
 
 
 
 
 
 
 
 


 
Note
Per il ciclo "Ecate e le sue ossessioni", diamo il benvenuto a casa a Rumbelle! <3
Credo che la Bella e la Bestia sia una delle storie più romantiche che l'essere umano abbia mai inventato, e la versione di Once Upon a Time è dir poco stupenda. Forse perché mi piace molto Rumple, forse perché il loro amore è tormentato quanto basta… Fatto sta che i momenti in cui ci sono loro nel passato durante la "prigionia" di Belle sono in assoluto i miei preferiti. Ora ho appena finito di vedere la puntata dove lei lo caccia da Storybrooke (Ho iniziato la serie da poco, sono alla quarta stagione) ed è tutto talmente disperato che io ho sentito il bisogno di scrivere una fanfiction romantica per loro. Non è chissà che ma ho voluto pubblicarla lo stesso.
Spero che questa sia piaciuta a qualcuno :)
 
   
 
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