What do you see?
Oramai non ricordavano nemmeno più da quante ore stessero galoppando,
sapevano solo che era la strada giusta.
Giusta almeno secondo la mappa che aveva lasciato loro Levi.
Levi..
-Avanti Armin, resisti ancora un attimo, siamo quasi arrivati.-
Disse all'amico, che era in groppo al cavallo bianco accanto al suo, legato
con delle corde che reggevano degli assi in legno sul fianco
dell'equino,collegate al cavallo di Eren, in modo da tenerli uniti e
cavalcare in parallelo, liberi.
La minaccia dei titani era stata sterminata, tutto grazie al soldato più
forte dell'umanità e al suo protetto, l'ultima speranza.
Eren e Levi, due guerrieri che sacrificarono tutto per il bene
dell'umanità.
I loro nomi, dicevano, sarebbero stati ricordati per i prossimi cento
secoli, ma a quale prezzo?
-Lo so Eren.. sarà la decima volta che me lo ripeti, lo so che arriveremo.-
Sorrise il biondino al moro, erano cambiati.
Ormai di quei ragazzini appena sedicenni entrati nell'Armata Ricognitiva
non c'era nemmeno l'ombra, due uomini dai tratti maschili e forti un po
ingrigiti dal tempo e dal dolore.
Diedero tutto per la pace, dedicarono la loro vita, la loro speranza, le
loro forze, tutto.
Loro sapevano bene qual'era il prezzo del sacrificio. Loro come chiunque
dei pochi sopravvissuti della legione.
Sul pezzo di carta ingiallito si poteva vedere una lineetta rossa che
indicava il sentiero da seguire e, se l'aveva interpretata bene, dovevano
girare a destra a poco più di ottanta metri per poi continuare dritto per
una cinquantina.
E li, alla fine della riga rossa, c'era un enorme macchia che terminava nei
bordi colorata di azzurro, l'oceano.
Levi aveva davvero pensato a tutto.
Ricordava ancora quando la caporale Hanji gliel'aveva consegnata dicendo
che era da parte del moro, che voleva che l'avesse.
E ora erano li, a poche falcate dal sogno di una vita.
Il suo sogno.
Suo e di Armin.
-Okay, qui dice di scendere, dobbiamo proseguire a piedi.- disse Eren,
scendendo dal cavallo.
Si protese anche per aiutare Armin, ma lui rifiutò la mano che gli aveva
appoggiato sulla coscia per facilitargli la scesa.
-Riesco da solo, non ti preoccupare.- gli sorrise amorevolmente.
Nonostante il tempo passato e la maturazione da adolescente a uomo, il suo
sorriso rimaneva dolce come il miele.
Si incamminarono nella fitta vegetazione, Eren stava scansando di tanto in
tanto i rami, aiutando di nascosto l'amico. Non voleva che pensasse che per
lui fosse un peso.
Man mano che proseguivano, si poteva udire un distinto rumore di onde che
si infrangono le une con le altre.
Iniziarono a sentire le farfalle nello stomaco.
Eren spostò dalla vista l'ultimo ramo.
Rimase impietrito.
Lo spettacolo che gli si presentò davanti era qualcosa di meraviglioso: una
distesa infinita d'acqua e sole che arrivava fino all'orizzonte e oltre,
accompagnata dal rumore di onde e uccelli che volavano sopra di esse.
Ci erano riusciti, non voleva crederci.
Quanto sofferenza avevano combattuto per tutto questo? Perchè, proprio lui,
doveva essere l'unico a poterne godere?
Gli occhi iniziarono ad imporporarsi e le forti spalle a tremare sotto la
pesantezza di quel venticello.
Rivolse uno sguardo al suo amico d'infanzia e le lacrime iniziarono a
sgorgare.
-Eren..non starai piangendo?- la voce di Armin si fece improvvisamente più
farma.
-Cosa? Ma no.. io..- tentò di ridacchiare per sdrammatizzare il tutto –io..
è solo che tutto questo..- perché non ci riusciva? Perché non riusciva a
mentirgli?
-Armin...- non resistette, non era cosi forte –mi dispiace..- scoppiò in un
pianto incontrollato tra le braccia di Armin, lo sentì irrigidirsi sotto di
Se.
Il biondo lo scosse bruscamente per le spalle.
-Pensi che Levi volesse vederti così? Pensi che io avrei voluto vederti
così?- La sua voce era perentoria.
-No ma..- singhiozzò.
-Niente 'ma' Eren, non è morto per lasciar vivere l'ombra di te stesso.
Godi della sua morte e ringrazialo per il suo sacrificio, tu avresti fatto
lo stesso per lui.-
Sapeva che il sua amico aveva ragione, ma faceva così male continuare senza
di lui.
-Anche tu Armin...dovevamo vederlo insieme il mare..-
Non potè terminare la frase che gli arrivò un sonoro ceffone sulla guancia
destra.
-Io niente Eren, sono qui con te.-
Il moro abbassò lo sguardo, rendendosi conto che aveva ragione, non poteva
abbattersi così, i suoi amici, il suo Levi, Il suo migliore amico Armin,
non avevano sacrificato tutto per vederlo ridotto uno straccio, non lo
avrebbero mai voluto.
Allora perche non smetteva di piangere?
Diede le spalle all'amico.
-Ascoltami Eren, ricordi le promesse che mi hai fatto tornati dal campo di
battaglia? Mi dissi che saresti sempre stato con me.-
Il castano non ebbe le forze di girarsi.
-Che saresti stato al mio fianco..- Armin prese per la spalla l'altro,
costringendolo a guardalo.
-Che saresti stato i miei occhi.-
Vederlo con quelle bende bianche che gli coprivano il viso , lasciando
scoperti solo naso e bocca, gli spezzo il cuore.
-Quindi ora Eren, descrivimi..- sorrise amaramente –Cosa vedi?-
*Ho preso ispirazione per questa shot da un'immagina a fumetto su Tumblr.