Un piccolo Imprevisto:

-Mamma- la piccola si avvicinò a passi cauti.

-Non sono tua madre. Va via- il nano tentò di allontanarsi ma venne bloccato dalla manina della creatura.

-Ma mamma- la piccola scrutò Thorin attentamente, ed alzò il capo per poter meglio osservare l’espressione del nano.

-A ma- dolcemente avvicinò il dito in bocca ed iniziò a succhiare il pollice. Thorin spazientito sospirò, in seguito guardò la bambina.

-Senti piccola donna degli uomini- si chinò all’altezza della bambina e le afferrò con delicatezza il busto.

-Io non sono tua madre, perciò adesso va via- asserì con tono serio.

-Oh, mamma- la piccola osservò il nano e quando quest’ultimo concluse il suo discorso  si lanciò tra le sue braccia e l’abbracciò.

-No. Non ci siamo per niente capiti- Thorin cercò di allontanarsi per poter sciogliere quell’abbraccio ma la bambina glielo impedì, iniziando a ridere allegramente stretta tra le braccia del nano.

-Oh solletico- iniziò a ridacchiare e con la piccola manina accarezzò la barba di Thorin.

-Tante coccole, tante coccole- sorrise amorevolmente e il nano esasperato sospirò.

-Tu adesso fila a casa- senza esitare allontanò la bambina dalle sue braccia e si rialzò da terra.

La piccola scrutò amareggiata il nano, ed i suoi dolci occhioni color del sole si velarono di lacrime.

-Mamma-  la bambina si avvicinò a Thorin ma quest’ultimo si voltò e deciso iniziò a camminare, allontanandosi dalla piazza del villaggio.

-Mamma, mamma felma-  con incertezza aumentò il passo, ma molte volte perse l’equilibrio e cadde a terra.

-Ma felma- la bambina riuscendo a trovare stabilità, ad intervalli si scostò per permettere ai più frettolosi di poter avanzare.

-Mamma- velocemente i suoi piedini si avvicinarono a Thorin, e quando gli fu vicina delicatamente afferrò tra le mani la stoffa della sua lunga giacca.

Il nano si fermò di scatto, ed esausto sospirò nuovamente, scrutando la piccola creatura da sottecchi.

-Non mi devi più chiamare mamma!- si voltò di poco.

-Ed adesso torna dai tuoi genitori e smetti di tormentarmi. Ho già molti problemi che mi perseguitano, non ti aggiungere- austero continuò nuovamente a camminare, ignorando la bimbetta che lo stava inseguendo come una fedele bestiola.

Non dandosi per vinta la piccina lasciò che Thorin si allontanasse, e quando il nano fu distante da lei, iniziò nuovamente a seguirlo. Per celarsi ai suoi occhi approfittò della sua minuta stazza nascondendosi dietro le persone che ferme dialogavano per le vie di Pontelagolungo. Il nano più volte da sottecchi osservò i movimenti della creatura, e notando che ancora la bambina lo stesse inseguendo, girò il capo ulteriormente per poter scrutare bene i suoi spostamenti.

La fanciullina esaminò i freddi occhi di Thorin, ed affascinata da quella suggestiva bellezza rimase immobile, il suo nascondiglio venne svelato poiché un giovane si allontanò da lei, rivelando il suo corpicino, che disperatamente tentava di nascondersi dallo sguardo del nano.

Thorin si voltò spossato, furtivamente analizzò la bambina, che rimasta immobile scrutò a sua volta il nano fermo.

-Cucù- festosamente alzò le mani al cielo. Quella vocina fine irritò il nano, che affaticato avvicinò al capo le mani, massaggiando ritmicamente la sua fronte sudata.

-Mi seguirai ancora, vero?- si voltò e lentamente si accostò alla bambina.

-Si- la piccola gli sorrise.

-Io non ho tempo per donarti retta, perciò ti condurrò da qualcuno che ne possiede- serio si chinò e prese la bambina in braccio, dirigendosi verso la casa del buon Bard, che aveva ospitato la sua compagnia per quella sera.

-Bilbo- con in braccio la bambina osservò tutte le stanze di quella casa, al fine di trovare l’avveduto Hobbit.

-Bilbo!- ripeté a voce alta allontanandosi dalla porta di una camera.

-Dov’è andato a finire?- esaminò tutte le stanze, ma non trovò nemmeno una traccia del mezzuomo.

Esausto chiuse lentamente le palpebre e si chinò per appoggiare la piccola a terra.

-Resta qui!- gli intimò puntandogli il dito contro.

-Si, ma aspetta- la bimbetta incuriosita gli afferrò i capelli e glieli tirò con forza.

-Ma devi pettinarli- disse scrutando i fili d’ebano con cura.

-Mollali- il nano prese le sue manine e le strinse al fine di farle diminuire la presa.

-Adesso ti faccio le treccine- felicemente la bambina iniziò a giocare con i capelli del giovane nano che in tutti i modi tentava di allontanarsi.

Una voce meravigliata fermò i due: -Ma cosa sta succedendo?- Thorin si voltò ed incrociò gli occhi di Bilbo che scioccato lo guardava.

-Ha cominciato lei!- disse indicando la bambina che tentava di pettinare con le dita i  suoi capelli

-Ma io ti faccio bella- rispose dolcemente osservando gli occhi spazientiti di Thorin.

-Ahh- il nano afferrò il corpicino della bambina poi si avvicinò a Bilbo e gliela posò sulle braccia.

-Occupati di lei mastro Hobbit- disse spazientito.

-Ma cosa … Thorin?- iniziò a gridare cercando di raggiungere il nano che si era allontanato.

-Senti … considera questo parte della tua ricompensa!- disse derisorio senza voltarsi.

-Parte della mia …- lo hobbit fermo in mezzo alla stanza fissò le spalle del nano, stringendo la bambina a sé, poi si girò e la osservò.

-Se vuoi faccio anche a te le treccine-

Angolo autrice:

Il compleanno di Richard Armitage era ieri ma io pubblico oggi XD. Stavo rileggendo un po’ di cosette vecchie che non ho mai pubblicato, appena ho riletto questa sono scoppiata a ridere e ho deciso dunque di condividerla con voi, spero vi sia piaciuta, se non chiedo tanto fatemi sapere cosa ne pensate.

Scusate se non posso soffermarmi a scrivere di più ma ho degli impegni che richiedono la mia presenza. Un grosso bacio.