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Autore: Star_of_vespers    25/08/2017    3 recensioni
Serindë è una povera ragazza che ha perso ogni cosa. Dopo la morte dei suoi genitori Gandalf la custodisce sotto la sua ala protettiva, fino alla sua scomparsa a Moria. Giunta a Lothlorien la giovane è molto agitata, ma fortunatamente troverà una mano tesa ad aiutarla. Buona lettura.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Riconoscenza:

 

 

 

 

 

 

 

Erano passate ore prima che la compagnia mettesse piede nei boschi di Lothlorien e dopo tanti pensieri e lacrime nascoste, Galadriel, la dama bianca era riuscita a rincuorare i nove, che avevano trovato finalmente riposo in quelle terre … la bianca signora dopo aver parlato con i membri della compagnia, fiondò il suo sguardo su una ragazza dagli occhi scuri, che era giunta nelle sue terre grazie all’ausilio di quei giovani.

-Sarai ospitata anche tu in queste terre, la tua fuga è terminata- disse pacatamente osservando il volto della giovane.

-Non desiderate che io vi spieghi mia signora? - Rispose Serindë alzando lo sguardo.

-Non ho bisogno dei tuoi chiarimenti!- affermò senza cambiare espressione, poi velocemente lanciò uno sguardo alle elfe dietro la ragazza.

-Fatela riposare- ordinò austera, prima di osservare lo sguardo della fanciulla pensieroso e stanco.

Serindë si allontanò dalla dama dei boschi e raggiunse il posto che le era stato offerto per passare la notte.

Gli altri erano separati da lei, ma poteva sentire le loro voci nell’aria, segno della loro vicinanza.

Le domestiche si avvicinarono e l’aiutarono a ripulirsi, vestendola poi con degli abiti tipicamente elfici.

Lei era stanca, seduta su una grossa radice. Osservò il cielo per diversi minuti, poi si alzò e si allontanò, camminando impensierita avanti ed indietro.

Non poteva stare calma, continuava a camminare non notando nemmeno dove metteva i piedi, la testa era da un’altra parte e lei continuava a pensare alla sua famiglia, alla morte del padre e all’aiuto che gli aveva donato Gandalf.

Sospirò e massaggiò le sue tempie chiedendosi cosa avrebbe fatto. Di certo non poteva stare eternamente in quelle terre ma non poteva nemmeno allontanarsi, la pena sarebbe stata la morte, ed anche se si sentiva già morta dentro non voleva che la sua vita andasse a finire in quel modo, sapeva bene che anche i suoi genitori non volevano questo. Avevano dato tutto per proteggerla.

Camminò senza ascoltare nessuna voce se non quella della sua coscienza. I lamenti che intonavano gli elfi per Gandalf si innalzavano in ogni angolo di quella tenuta, ma lei era troppo angosciata, il cuore le batteva forte ed avvertiva una stretta macabra al petto, tanto ingombrante da farle perdere il respiro.

-Non dovresti essere qui …- sobbalzò all’udire quel rimproverò, girò il capo e si ritrovò Legolas di fianco: l’elfo indossava un’uniforme diversa, era una sorta di divisa bianca, con qualche decoro azzurro.

-Perché no?- chiese a voce bassa osservandolo mentre cauto le si avvicinava. Con uno sguardo lui scrutò gli altri membri della compagnia dietro di sé, ma non disse nulla.

Serindë incuriosita studiò i suoi occhi azzurri, poi spostò la sua occhiata dietro le proprie spalle per poi comprendere le parole dell’elfo: Gli uomini della compagnia si stavano lavando all’interno di uno stagno. Non vide nulla all’infuori dei loro torsi nudi, ma nonostante ciò arrossii vistosamente ed in seguito si coprii gli occhi.

Aveva camminato così tanto da allontanarsi dal suo alloggio. In quel momento desiderò essere risucchiata dalla terra, ma dopo aver ritrovato un po’ di coraggio riaprii le palpebre e si voltò verso Legolas per chiarire.

-Non pensavo che …- si morse un labbro ed abbassò il viso. –Stavo camminando e non accorgendomi sono giunta in questa zona .. non era mia intenzione- incrociò le braccia sotto il seno e assunse un atteggiamento serioso, quasi a dimostrare all’elfo di esser una ragazza per bene, perché era così in realtà e non voleva che ci fossero fraintendimenti.

-Capisco- disse semplicemente lui guardandola.

-E’ così- alzò lo sguardo e sgranò i suoi occhi scuri.

-Lasciamo perdere, io … voglio andare- si voltò dietro per ritornare via, ma l’elfo la immobilizzò nuovamente sul posto.

-Seguimi- afferrò con quanta delicatezza possibile il braccio della ragazza conducendola lontana dagli altri  membri della compagnia.

-Avevi la testa altrove …- disse camminando a suo fianco.

-Si notava parecchio?- chiese lei cercando di non arrossire nuovamente.

Lui sorrise, quasi compiaciuto, ma a Serindë questo non diede fastidio, anzi.

Legolas la condusse nuovamente nel suo alloggiò e si fermò dinanzi un grande albero osservando gli occhi della giovane che tentavano invano di nascondersi a lui.

-Non volevo vedere gli altri così …- disse più amareggiata. Di certo non sapeva cosa poteva pensar Legolas, ma lei sapeva bene che si era sbagliata veramente.

-Lo so- rispose lui, quasi intenerito dalla sua reazione così innocente.

-Non dovresti turbarti, queste terre ti accoglieranno e ti proteggeranno-

Serindë alzò subito il viso. Aveva colto nel segno, si chiese addirittura se le avesse letto il pensiero.

-E poi?- chiese amareggiata.

Lui la guardò, scrutando attentamente i suoi occhi pieni di tristezza.

-Cosa farò poi?- chiese lei guardandolo.

-Sarò sola e non mi va- abbassò lo sguardo cercando di scacciare via tutti i cattivi pensieri.

Con le dita Legolas le sollevò il mento, guardandola con più compostezza.

-Se sei viva, incolume, e lontana da quelle creature che hanno ucciso la tua famiglia dovresti iniziare a pensare che il tuo destino ti riserverà un’altra strada. La vita non è semplice, ma bisogna lottare per renderla vivibile. Inizia a confidare nella speranza, non ti abbandonerà.- disse guardandola. Si soffermò a guardare le lacrime che le avevano velato gli occhi e sorrise notando che, in tutti i modi tentava di ricacciarle per rendersi forte.

Si avvicinò piano, senza prenderla di soppiatto, non voleva spaventarla ancora di più, ai suoi occhi apparii così indifesa e fragile, tanto da volerla proteggere. Le baciò con dolcezza la fronte e la strinse a sé.

-Sarebbe bello se tu adesso sorridessi- lei rimase immobile, ma non era stupita, anzi era molto grata a lui e con tenerezza alzò il suo sguardo e gli regalò il suo più bel sorriso, ricambiando in seguito quell’abbraccio.

 

 

 

 

Angolo autrice:

Spero che la mia piccola OS vi sia piaciuta. Non pensavo di scrivere più sul sito, ma poi leggendo i messaggi privati di alcune persone mi sono convinta a continuare. Grazie di cuore per tutto, per le parole belle e il tempo che spendete quando decidete di commentare, grazie per essere sinceri e di scrivere cose vere, perché queste sono le cose belle, apprezzo tanto queste considerazioni perché vengono spontanee e non sono forzate. Quindi grazie per essere sinceri e di scrivere o non scrivere il vostro pensiero, apprezzo sempre l’onesta e la sincerità,perché anch’io quando scrivo non mi sforzo, anzi lascio che le mani scorrono sulla tastiera ed è fatta, tutto nasce dal cuore e quindi apprezzo anche ciò che faccio e ci tengo molto, perché è una mia creazione e non la disdegno, ma spero che possa fare piacere anche ad altre persone. Un saluto e un abbraccio.

PS: Forse non ritornerò presto a postare cose, magari mancherò per un po’, ma non scomparirò, lo prometto.

 

   
 
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