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Autore: Martixzx    28/08/2017    0 recensioni
“Sei una persona davvero disturbata, ma sei anche carina quando non stufi, non ti arrabbi e non ci fai arrestare per aver rubato una macchina nel bel mezzo della notte Lexi.”
Alexis è da sempre innamorata di Aaron, ma quando scopre che lui nel suo viaggio in Europa ha trovato la sua anima gemella capisce che per lei non c’è più speranza.
Distrutta dal suo ultimo anno di università ad Yale e stremata dall’incarico che le viene affidato al giornale dell'Università si ritroverà alle prese con un soggetto abbastanza fastidioso e arrogante di nome Harry Styles. Seguendo passo per passo gli insegnamenti del suo film preferito “La verità è che non gli piaci abbastanza” incomincerà a non credere più nell'amore.
Ma forse cambierà idea.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si prospettava una serata abbastanza movimentata, mi ero buttata sul letto cercando di infilarmi con forza dei jeans neri e abbastanza attillati che non mettevo più da quando era finito il penultimo anno di università. 

Robin stava invece cercando in modo frenetico un top o una camicetta carina da abbinare, senza però aver alcun successo. 

Era esattamente il giorno prima di iniziare il nostro ultimo anno a Yale e Aaron Smith, il ragazzo per cui ero follemente innamorata dalle scuole elementari aveva finalmente accettato di vedermi dopo un'intera estate separati. Infatti subito dopo la fine dell'anno scolastico era partito per un viaggio in Europa e non si era fatto più sentire da allora. 

 

Mi alzai dal letto con fare svelto cecando di raccattare i trucchi che erano spersi per la stanza, trovando solo un mascara e qualche ombretto scuro. 

Protestai sonoramente e vidi Robin sbucare con la sua testa castana dall’anta dell’armadio con un top bianco molto semplice, con alcuni ricami dorati sul davanti. 

 

 

“Alexis, questo dovrebbe andare bene, provalo.” bofonchiò Robin appoggiandosi con una spalla all'armadio e lanciandomi il top tra le braccia. 

 

Robin era la mia compagna di stanza da quando mi ero trasferita ad Yale ed era diventata subito la mia migliore amica, nonché l'unica data la mia scarsa capacità di socializzare con il mondo esterno. 

 

Mi tolsi velocemente la maglia che indossavo e mi infilai il top. 

Anche sei lei era leggermente più magra e alta di me, non risultava stretto e ne fui felice. 

 

“G…grazie.” risposi aggiustandomi una ciocca di capelli biondi che era sfuggita dalla coda di cavallo con una forcina. 

 

“Allora, giusto qualche regola.” Disse Robin incrociando le braccia al petto e avvicinandosi a me per sistemare la spallina del top che si era arricciata su se stessa. 

 

“Mai andare a letto con un uomo al primo appuntamento, è vietato e potrebbe farsi una brutta impressione di te.” Puntò i suoi occhi castani nei miei. 

 

Rimasi a bocca aperta e blaterai qualcosa come “figurati, non ci avevo neanche pensato”, anche se evidentemente era uscito più un suono strozzato o qualcosa di simile dato che Robin sgranò subito gli occhi e mi prese un polso trascinandomi fino alla porta d'ingresso.

“Lascia che lui faccia tutto, tu rilassati e soprattutto non fare cose azzardate!” Scandì bene le ultime quattro parole come ad evidenziare il fatto che ultimamente nella mia vita avevo fatto solo cose azzardate, ma era giusto così. Robin era la mia migliore amica e mi conosceva bene ormai, io mi affidavo completamente a lei per ogni cosa. 

Aprì la porta e mi diede un bacio furtivo sulla guancia assicurandosi per l'ultima volta che il trucco fosse ancora al suo posto, poi fece un sorriso confortante e mi salutò. 

 

Nella mia testa stavo ripentendo le ultime parole di Robin: “Rilassati e non fare cose azzardate, non fare cose azzardate…non fare cose…”

 

“Quali cose azzardate?” 

 

Sentì una voce famigliare e poi una risata. Mi girai e lo vidi. 

Era stupendo, portava una camicia azzurra che cadeva morbida sui fianchi e dei pantaloni neri attillati. Così attillati che sicuramente avrei passato metà del tempo a fissare le sue gambe magre. I capelli scompigliati cadevano dolcemente sulla fronte e gli occhi azzurri mi fissavano divertiti. 

 

“Dimmi che non l'ho detto ad alta voce, ti prego.” 

 

Avvertì subito un pizzicore alle guance che probabilmente erano diventate rosse come un pomodoro maturo. Stavo facendo la figura della bambina di cinque anni che arrossisce anche solo a vedere il bambino che le piace. 

 

“Si, l'hai detto ad alta voce. E…” 

 

Si fermò per passarsi una mano nei capelli e le mie guance probabilmente erano già esplose. 

 

“…mi sei mancata Lexi” 

 

Lo disse con un tono così dolce e basso che qualcosa nella mia anima vibrò. Aaron mi piaceva dai tempi dell'era glaciale, ma non ero mai stata in grado di farmi avanti. Eravamo sempre stati grandi amici e ogni tanto avevo sospettato che anche lui provasse lo stesso sentimento che provavo io in sua presenza. Insomma c'erano i segnali tanto per citare la tizia del film che avevo visto la sera prima “La verità è che non gli piaci abbastanza”. 

Era stato lui ad invitarmi ad uscire dopo il ballo di fine anno al liceo. 

Era stato lui ad aiutarmi a prendere una A nel compito di chimica il terzo anno, quando avevo perso tutte le speranze. 

Insomma questo vorrà pur dire qualcosa, no? 

 

“Anche tu mi sei mancato tanto, Aaron” 

 

Mi schiarì la voce e gli sorrisi di rimando, avvicinandomi a lui. 

Aveva un profumo che adoravo, sarei stata ore ad annusarlo. Ma forse non era legale. 

 

“Andiamo? Ho la macchina parcheggiata proprio qui difronte.” 

 

Mi porse il braccio e mi aggrappai saldamente per non cadere, dato che Robin aveva insistito sul mettere delle scarpe con un tacco esorbitante e io non li mettevo mai quindi non ero abituata a dover camminare sui trampoli. 

 

“Da quando metti quegli aggeggi? Pensavo fossi una ragazza più sportiva.” 

 

Esordì indicando le scarpe infernali ai miei piedi. 

 

“La gente mi dice che dovrei essere più femminile, ma non hanno mai provato a stare su questi.” 

 

Risposi alzando gli occhi al cielo e aggrappandomi ancora di più al suo braccio. 

 

Dopo il tragitto in macchina che durò solo una decina di minuti arrivammo nel luogo che lui aveva scelto. Io gli avevo chiesto di uscire, ma lui aveva insistito sul voler scegliere il posto perché conosceva un locale carino in zona. 

 

“E molto bello qui.” Dissi sedendomi sulla sedia color legno ciliegia e guardandomi intorno. 

 

C'era una luce soffusa e delle piccole lucine erano appese per tutto il locale donando un'aria molto accogliente e intima. 

 

“Sapevo ti sarebbe piaciuto, ho sempre saputo di avere dei bei gusti.” 

 

Mi fece l'occhiolino e mi passò il menù sorridendo. Lo sfogliai curiosa e capì anche che era il genere di locale che non frequentavo spesso e quindi mi trovai in difficoltà con l’ordinazione. 

Alla fine ordinai lo stesso piatto che aveva ordinato Aaron, solo perché ero talmente indecisa che il cameriere aveva quasi perso la pazienza. 

 

Dopo alcuni bicchieri di vino e essersi raccontati quello che ci eravamo persi durante l'estate trascorsa separati, il volto di Aaron cambiò improvvisamente. 

 

“Lexi, io vorrei dirti una cosa.” 

 

O mio dio, volevi dichiararsi. Lo sapevo, sapevo che anche lui provava le mie stesse emozioni. Sapevo che quel giorno di settembre tanti anni fa non voleva solo darmi un bacio sulla guancia, avevo sempre sospettato tutto. 

Sorrisi involontariamente e lo fissai. 

 

“Anche io vorrei dirti una cosa, Aaron.” 

 

Sul suo viso notai un punto di domanda, ma non ci feci caso anche se era un punto di domanda davvero gigantesco. Mi schiarì la voce e inizia a parlare. 

 

“Era da tanto che volevo dirtelo…” 

 

Aaron mi prese una mano e mi face segno di smettere di parlare. Si passò nuovamente una meno nei capelli e iniziai a non capire come fossero sempre così puliti nonostante lui se li toccasse in continuazione.

 

“Vorrei parlarti prima io, poi ti ascolterò. Va bene?” 

 

Sorrisi di rimando e lo lasciai parlare.

 

“Noi ci consociamo da molto tempo e tu sei una persona davvero importante per me. Lexi, io ti voglio davvero tanto bene ed è per questo che ti voglio dire tutto della mia vita. Io con te sento di poter parlate di tutto.”

 

Ok, iniziavo a non capire. 

 

“Lexi, quando sono andato in Europa mi sentivo perso. Non avevo nessuno e pensavo sempre a te, a noi.” 

 

Si stava davvero dichiarando. Mi sentivo la persona più felice della terra e pensai subito a come rispondergli. Sarebbe stato meglio un bacio o qualcosa di diverso? Oppure avrebbe potuto brindare al nostro nuovo amore e…

 

“Ed è per questo che mi sono innamorato di lei.” 

 

Lei?

Io non mi chiamo lei. 

 

Ero così immersa nei miei pensieri che non avevo ascoltato minimamente quello che aveva detto sull’Europa. 

 

“Lei chi?” 

 

Scossi la testa non capendo di chi stesse parlando e iniziai ad avvertire un peso proprio alla base del petto. 

 

“Danielle, la mia nuova ragazza. Non è magnifico?” 

 

Si aprì in un sorriso a 365 denti e aspettò una mia risposta. 

 

È davvero…terribile. 

 

“Magnifico! È magnifico, sono felice per te.” 

 

Abbassai lo sguardo sulla mia mano ancora intrecciata con la sua e cercai di reprimere le lacrime che stavano per uscire dai miei occhi azzurri. 

 

“Tu cosa volevi dirmi?” 

 

Presi un respiro molto profondo e cercai di sorridere, ma tutto quello che uscì fu una smorfia quasi di dolore. 

 

“Niente, non è importante.” 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE

 

Salve gente, come state? 

È da tanto che non pubblico una storia qui su e mi mancava hahaha quindi sono tornata con una storia che non sono stata tanto a pensare o elaborare quindi potrebbe essere anche una schifezza hahah. 

Fatemi sapere se questo prima capitolo vi è piaciuto, scrivetelo nei commenti ❤️ 

Noi ci vediamo al prossimo capitolo, baci 

 

   
 
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