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Autore: cioshua    29/08/2017    0 recensioni
-Harry, guardami. – gli dico alzando un sopracciglio. Lui mi guarda. –Io sono italiana. Tu no. Io sono un’aspirante giornalista. Tu no. Io sono la Styles figa. Tu no. Io posso, tu….no. Mi dispiace, fratello. – concludo.
-Tu hai problemi, io no. – risponde mio fratello ridendo.
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“E fu così che finì. Nessun ultimo abbraccio, quello che dovrebbe consolarti e augurarti buona vita, senza bisogno di dar fiato alla bocca. Nessun tipico ultimo bacio che va a bagnarsi di lacrime. Nessun "comunque sei stato la cosa migliore che mi sia mai capitata.” Niente di niente. Finì lentamente e in modo strano, proprio come era iniziata qualche settimana prima. In realtà neppure io saprei dire com’è andata veramente. Era una faccenda confusa. So solo che alla fine ci ritrovammo a non aver più nulla da dirci alla sera, senza il benché minimo interesse su come era andata la nostra giornata. Probabilmente perchè tanto sapevamo che era sempre la stessa, o almeno questo è quel che volevamo credere. So anche che venne una sera in cui ci ritrovammo in uno sguardo, uno di quelli che da tempo ormai evitavamo, e capimmo che ci eravamo persi. Ma forse era troppo tardi per ritrovarsi di nuovo."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crediti: Sara_Scrive, thank you 
 










Je m’en fous – me ne fotto. Queste sono state le prime e ultime parole che Zayn mi ha rivolto ieri sera. Ebbene, il buongiorno oggi non è dei migliori, come del resto non lo è più da quando Zayn è uscito dalla mia vita e si sono susseguiti drammi dopo drammi.
Questa notte non ho chiuso occhio e ho pensato tanto e tanto a tutto quello che è successo nel giro di due settimane: conoscere un bel ragazzo, scommettere su di lui, innamorarmi di lui, essere scoperta, essere tradita dal suo migliore amico nonché mio coinquilino, perderlo per sempre. Ho capito che tutto ciò che accade è determinato dalle tue azioni, ma anche le azioni degli altri fanno la loro buona parte. Sono così confusa e amareggiata che non so quando e se potrò mai fidarmi di nuovo di una persona, o meglio, di un ragazzo. Sì, perché le mie migliori amiche sono sempre state accanto a me, nel bene e nel male. Sempre dalla mia parte, sempre pronte ad asciugare le mie lacrime.
Adesso siamo proprio agli sgoccioli: domani Zayn partirà per Oxford e le nostre strade si separeranno definitivamente. E questo non è un film, non è una storia con lieto fine. Io non seguirò disperata Zayn fino alla stazione dei treni, non lo supplicherò di restare, e lui non resterà.
Nonostante tutti questi drammi, almeno una notizia positiva c’è: mio fratello e Alice inizieranno a convivere in un appartamento molto carino nel centro di Londra, mettendo bene in chiaro le loro serie intenzioni. E così anche la mia ultima possibilità di avere una spalla nella nuova università è svanita.
Ma che ci posso fare se non riesco a vedere tutto bianco o tutto nero? Il mondo è fatto da milioni di impercettibili sfumature, e guarda caso le colgo tutte io!
Striscio fuori dal letto, gli occhi gonfi e languidi, e infilo i primi vestiti che mi capitano a vista dentro l’armadio, dopodiché scendo al piano inferiore: nel salone ci sono Harry, Ali e Liam che chiacchierano, mentre in cucina Louis che si è appena svegliato come me.
-Buongiorno, mattiniero. – gli dico, battendogli il pugno. L’orologio segna mezzogiorno e dieci. –Dormito bene?
Lui sorride e si stropiccia gli occhi col dorso della mano. –Abbastanza, tesorino. E tu?
Non nego di aver avuto sempre una strana attrazione verso Louis, ma questo non è proprio per me il periodo per iniziare anche solo a pensare ad un’altra relazione.
-Non si vede? – rispondo ridendo sarcasticamente, e lui ricambia.
Per la giornata di oggi non ho niente di ché in programma; penso di fare un ultimo giro per i giardini del college per amplificare la mia malinconia.
Ho deciso che non posso, non devo buttarmi giù. Devo reagire. In fin dei conti non è morto nessuno: le delusioni nelle relazioni vanno e vengono. Ci sono le batoste più pesanti e quelle più leggere, ma si superano tutti. La tristezza non si può cancellare da un giorno all’altro, ma si può combattere.
 
Il tempo di pranzare, vestirmi e lavarmi e sono già fuori dalla Settima pronta al mio tour solitario. Alice avrebbe fatto la stessa cosa con Harry a momenti, mentre Chiara deve studiare per un esame incombente della sessione estiva.
Guardiamo il lato positivo: menomale che non ho di questi problemi per adesso!
Tra i viali che si intersecano tra di loro dove sorgono le varie casette del campus, ci sono diverse villette adornate di panchine e fontanelle, e io mi piazzo proprio in una di queste, superata la Quindicesima.
L’aria è fresca e pulita e aiuta a liberarmi la mente. Socchiudo gli occhi e sospiro, e quando li riapro salto in aria dallo spavento.
Proprio davanti a me, alle spalle della fontana piazzata al centro della villetta, seduto su un’altra panchina, c’è Zayn Malik che mi guarda e se la ride.
-Sei proprio nel tuo mondo. Non te ne sei accorta che ero qui? – mi dice, continuando a ridere. Io tiro un sospiro di sollievo e mi lascio andare a una risatina.
-Se devo essere sincera, no. – mi alzo e oltrepasso la fontanella, appoggiandomi sul bordo, proprio davanti Zayn.
Ci guardiamo, dapprima sorridendo spensieratamente, poi sorridendo amaramente. È inutile negare che quel feeling ancora c’è tra di noi.
Decido di interrompere il silenzio. –E così Oxford ti aspetta… domani, no?
Lui annuisce. –Proprio così. Non ti nascondo di essere agitato.
E di nuovo cala il silenzio imbarazzante, ma nessuno dei due ha il coraggio di alzarsi e andare via. A tratti i nostri sguardi si incrociano, poi si distolgono con rabbia.
Zayn si schiarisce la gola. –E quindi Alice e Harry andranno a convivere? – esordisce, sorridendo e grattandosi la nuca.
-Già, sembra di si. – rispondo, sorridendo freddamente.
Per quanto ancora dovrà durare questo gioco? Stare così, davanti Zayn, distanti, senza poterlo sfiorare, parlarci in questo modo… mi fa solo stare male. Eppure non ho la forza di andare via. Non la forza di dire “me ne fotto”
Subito, pensando a quest’ultima frase, la mia mente e i miei occhi si riempiono di rabbia e rancore nei suoi confronti, come se tutto ciò fosse colpa sua, come se fosse stato solo lui a sbagliare.
-Perciò te ne fotti? – lo punzecchio acida, senza sorridere. Lui rotea gli occhi e si alza, voltandomi le spalle.
Mi pento immediatamente della mia ultima azzardata, rendendomi conto che ormai non si gioca più.
-Per l’ultima volta, Zayn. – inizio, fermandolo per il braccio e ritirando subito la mano. Lui si gira a guardarmi, lo sguardo serio. –Guardami negli occhi… e dimmi che te ne fotti. Di tutto.
Lui resta serio, mi guarda fisso negli occhi per un minuto intero e… si volta e se ne va via.
E questo è stato il mio addio a Zayn Malik.
Penso...penso che quando tutto è finito, le cose ti tornano in mente come flash, sai? E' come un caleidoscopio di ricordi; tutto ti torna in mente... Penso che una parte di me sapesse che sarebbe successo tutto questo dal momento in cui l'ho visto. Non è per qualcosa che ha detto, o per qualcosa che ha fatto. E' stato il sentimento che è comparso con lui. E...la cosa assurda è che non so se proverò mai più la stessa cosa. Ma non so se dovrei.
Sapevo che il suo mondo girava troppo in fretta e...ardeva così forte. Ma ho pensato: 'Come può celarsi il diavolo dietro qualcuno che somiglia così tanto ad un angelo quando ti sorride?'. Forse lui già lo sapeva quando mi ha vista. 
Credo di aver perso l'equilibrio. Penso che la parte peggiore di tutta la storia non sia stata perdere lui...è stata perdere me stessa.
E fu così che finì. Questo è quanto. Nessun ultimo abbraccio, quello che dovrebbe consolarti e augurarti buona vita dicendoti pure “ahimè, mi mancherai” senza bisogno di dar fiato alla bocca. Nessun tipico ultimo bacio che va a bagnarsi di lacrime. Nessun “comunque sei stato la cosa migliore che mi sia mai capitata.” Niente di niente. Finì così, di botto e in modo strano, proprio come era iniziata qualche settimana prima.
 
Il cielo si è incupito da quando sono tornata a casa mia. Tutti gli scatoloni sono ormai pronti e ben sigillati, che aspettano solo di essere spediti o caricati su qualche macchina. Io sono distesa sul mio letto con lo sguardo fisso sul tetto della mia stanza da quasi mezz’ora ormai, quando qualcuno bussa alla mia porta.
-I cambiamenti sono difficili, lo so. – esordisce Chiara, entrando nella stanza e sedendosi sul bordo del letto. Io inizio a ridere, non credo alle mie orecchie: Chiara che prova a farmi un discorso serio strappalacrime. –Ma non sarà impossibile abituarsi. La UCL è una ottima università.
-Grazie, Chia, ma a me poco importa dell’università… il mio pensiero fisso è Zayn. – rispondo, lasciandomi andare ad una piccola confessione.
Dopo un piccolo resoconto di quello che è accaduto qualche ora fa nella villetta del college, Chiara e gli altri ragazzi mi aiutano a caricare le valigie e gli scatoloni sulla macchina di mia madre che mi aspetta fuori casa: ho deciso di anticipare il mio trasferimento, tanto non ho più niente da perdere ormai.
Il momento dei saluti è quello che odio di più, nonostante tutti siamo consapevoli che ci rivedremo e non stiamo partendo per chissà dove e per sempre. Ci sono tutti i miei amici: gli unici che mancano sono Liam e Zayn.
Mi faccio forza e salgo in macchina, rivolgo un ultimo sguardo alla mia casa, all’università, e infine vado via col cuore a pezzi e gli occhi lucidi.
 
 
Dopo soli venti minuti di viaggio in macchina arriviamo finalmente davanti la University College London, preceduta da un grande prato verde curato rigorosamente con diversi ragazzi che passeggiano e parlano tra di loro. L’edificio è molto diverso dalla Goldsmiths, dato che è completamente bianco e con diverse colonne, il ché da un tocco tipico da Casa Bianca. L’unica cosa che hanno in comune è il grande giardino al prospetto.
Mi faccio strada insieme a mia madre e Harry, che oggi ha voluto solo accompagnarmi per vedere di che si tratta, fino alla segreteria alunni.
Devo farmi riconoscere anche qui per forza. L’ufficio è vuoto, e sul bancone alto non posso fare a meno di notare uno di quei campanellini che stanno nelle reception degli alberghi…
-C’è nessuno? C’è nes-su-no?! – chiamo ad alta voce, suonando ininterrottamente il campanellino e provocando le risate di mio fratello. Mia madre dà una gomitata ad entrambi, quando da un’altra porticina infondo alla stanza sbuca una signora anziana dai capelli tinti di viola scuro, con degli occhiali a fondo di bottiglia posizionati esattamente sulla punta del naso. La signora ha la fronte aggrottata e la bocca distorta in una smorfia di disapprovazione, mentre cerca di liberare la sua lunga gonna marrone dallo spigolo della porta dove si è impigliata.
-Voi dovete essere i nuovi. – dice, scrutandoci da dietro i suoi occhiali. Io e Harry ci scambiamo uno sguardo, come se ci volessimo dire “e lei deve essere la vecchia”, e tentiamo di soffocare le risate.
-Sì salve, noi siamo gli Styles. Oggi mi trasferisco solo io perché mio fratello non è ancora pronto. Dov’è la mia stanza? – rispondo velocemente e abbozzando un sorriso di cortesia, che non viene affatto ricambiato dalla vecchia signora.
-Io sono Mrs Poline. Signorina, domani alle 9 del mattino ci sarà il suo test di Cultura Generale per confermare l’ammissione. Ha già pensato alla nuova facoltà? – continua, afferrando una serie di fogli da sotto il bancone e compilando qualcosa che non riesco bene a decifrare.
-Sì, voglio provarne due, Economia e Beni Culturali. – replico, cercando di sbirciare quello che sta scrivendo sul foglio.
-Ottimo. Il suo appartamento si trova nell’area 2 del campus, l’edificio numero 8. Ecco le sue chiavi. – era quasi riluttante ad affidarmi le chiavi, ma io quasi gliele strappo dalle mani insieme al mio modulo. Torniamo tutti verso la macchina per prendere gli scatoloni e andiamo alla ricerca della mia nuova casa. Non posso nascondere di essere ambiguamente eccitata dall’idea di una nuova storia, che inizia esattamente oggi.
Giriamo per le stradine e villette del campus, stando attenti ai cartelli piazzati in cima ad alcuni pali che recitano la scritta “Area 1” fin quando non troviamo la seconda aerea e di conseguenza l’edificio numero 8, che è proprio il primo dell’area.
Io e Harry ci scambiamo uno sguardo di incoraggiamento prima di aprire la porta. –C’è nessuno? – inizio, sbattendo la porta per sbaglio.
-Simona, non iniziare come prima… - continua Harry ridendo e guardandosi intorno.
Da quello che dovrebbe essere il soggiorno sbuca fuori una ragazza dai capelli neri con una grossa frangia sulla fronte e gli occhi verde smeraldo.
-Ciao! Tu devi essere la ragazza nuova. È un piacere conoscerti, sono Lola. – si presenta sorridendo cordiale, e rivolgendo uno sguardo d’attenzione in più a Harry. Io roteo gli occhi, e una volta finito di entrare tutte le valigie, Lola mi fa vedere la mia stanza, sita al piano terra.
Per lo meno sono già le 8 di sera, quindi non sarà poi una così lunga giornata… la nuova avventura è appena iniziata.




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Ebbene sì, sono passati due anni dall'ultima volta che ho aggiornato questa storia. Ma, come si suol dire, ci sono certe storie che non finiscono: "fanno dei giri immensi e poi ritornano".
Detto ciò, accantonando il mio lato sentimentale, spero vi piaccia questo ritorno di fiamma.

  
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