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Autore: S_Austen    11/09/2017    2 recensioni
La storia di "The Demon" riassunta in un breve racconto della vita di Edward, uno dei 7 potenti Demoni che intreccerà sua vita con Isabella Swan, una fragile umana in balia di un mondo distruttivo e malvagio come quello demoniaco in cui verrà trascinata.
Questa one-shot (la prima che abbia mai scritto a dire il vero) nasce dalla necessità di dare un finale ad una mia vecchia ff che per il momento è incompleta ma a cui molte lettrici si sono appassionate chiedendomi di darle una degna conclusione. Non riuscendo ancor a completare capitolo per capitolo la storia ho deciso di dargli una conclusione a grandi linee tramite gli occhi di Edward.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun libro/film
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THE DEMON
LE MEMORIE DI EDWARD


Nacqui sotto il regno della regina Elisabetta I da una puttana di mare, tra i sorci, la fame e la malattia, odiando quei maledetti figli di papà che crescevano circondati da oro e bellezza.
A dodici anni partii su una nave di filibustieri come mozzo. Imparai l’arte della pirateria, scoprii nuove terre, nuovi piaceri, nuovi desideri.
Fin quando non arrivò il giorno che comprai la mia nave, la più bella e veloce di tutto l’Atlantico e la mia ciurma divenne presto la più temuta ed io il pirata più conosciuto dei sette mari.
Nessun tesoro mi bastava mai, nessuna puttana mi soddisfava abbastanza, volevo di più, volevo sempre di più.
Fu durante un’esplorazione delle coste del sud America che la incontrai: una donna scura come il carbone che era un tuttuno con la palude.
Si diceva fosse uno spirito che infestava l’isola, o addirittura il demonio stesso.
Lei mi raccontò di un mondo dove non c’è vita per i semplici umani, un mondo fatto di terrore e bassezze, un mondo in cui avrei potuto governare come il più potente fra i demoni ed il più potente fra gli uomini.
Presi il neonato di una donna morta di parto e ne divorai il cuore dopo aver sparso il suo sangue su tutto il mio tesoro come il più orribile dei riti diabolici. Dopo di che mi trafissi il cuore.
Mi risvegliai in un nuovo mondo, il mio aspetto era cambiato, i miei occhi erano quelli di un mostro, le zanne, le corna e le ali quelli di un demone infernale.
Ma la forza… la forza era quella di un Dio.
Mi sedetti sul trono insanguinato del mio predecessore e presi il suo posto come ministro del Demonio, come pura incarnazione del peccato dell’avarizia.
Passarono i secoli fino a quando non incontrai una donna, o meglio, un’elfa, Heris era il suo nome, la sua razza era tra le più antiche che avessero calcato questo mondo, ed erano bellissimi, ma lei più di tutti coi suoi capelli color del mogano più pregiato, la pelle di luna e gli occhi del colore delle viole.
E me ne innamorai.
La volevo al mio fianco sul mio trono a governare con me sulle anime dei popoli.
Ma a lei non bastava, lei voleva di più di tutto quello che potevo offrirle e nell’ombra un altro amante tendeva le mani verso di lei.
Scoppiò una guerra, la più atroce che si fosse mai vista, tra me, il Demone dell’Avarizia, e Marcus, il Demone dell’Accidia.
Furono decenni di battaglie quelli che seguirono e tutto per un’unica donna che rideva della nostra brutalità.
Ero giorvane all’epoca, sia come uomo che come demone e venni sconfitto.
Passarono gli anni in cui io mi logorai nella mia umoliazione, nell’odio verso quel miserabile che mi aveva strappato la donna che amavo.
Poi un giorno Heris si avvelenò.
Dissero che l’avesse fatto per il dolore d’essere sposata ad un uomo che non amava, per essere stata allontanata da me.
Un sonno lungo secoli calò su di lei, ma non morì: il cuore di Marcus, distruppo per la perdita della compagna tanto amata, continuò a battere per entrambi, imprigionandola in un limbo tra la vita e la morte.
Passarono i secoli ed io diventai sempre più potente ed imparai a convivere col dolore dell’eterno sonno di Heris.
Finché un giorno una piccola ed incosciente umana proveniente da un secolo fatto di scienza che poco lasciava spazio all’occulto mi chiamò a se chiedendo il mio aiuto per conquistare il cuore di un’altro ragazzetto.
Ma quando la vidi mi parve di impazzire.
Quel volto, quella pelle di luna, quei lunghi capelli di mogano.
Quella ragazza era come lei, come la mia Heris, se non per gli occhi e ben presto scoprii anche per il carattere. Le concessi ciò che mi chiedeva ma in cambio io un giorno l’avrei avuta.
Per i successivi quattro anni la seguii, ero dietro gli angoli, nelle stanze buie, in mezzo alla folla. Sempre ad un passo da lei.
Imparai tutto di lei, fino ad innamorarmene.
Amavo quei momenti in biblioteca in cui potevo osservarla da lontano (troppo assorta nella lettura per accorgersi di me), amavo potermi sedere nella poltrona dietro di lei quando andava al cinema, e ad ogni festa io ero con lei, dietro di lei, a vegliare costantemente su quelle piccola umana troppo incline a cacciarsi nei guai per i miei gusti.
Odiai con tutto me stesso quell’insulso omino che le avevo donato che poteva starle accanto, stringerla, farla ridere.
Ma non gli permisi mai di possederla.
Fui io il primo ed unico uomo ad averla, assumendo l’aspetto di quel ridicolo umano per poterla accarezzare, baciare, per sentire ogni suo gemito che implorava il suo nome quando ero io a darle quel piacere.
Sapevo che non dovevo, che era contro ogni legge del mio mondo, avrei dovuto rispettare il patto stretto col sangue, avrei dovuto lasciare che vivesse la sua finta storia d’amore fino a quando non sarei venuto a prenderla… ma semplicemente mi era impossibile.
Poi, finalmente, lei divenne parte del mio mondo.
Protestò e si dimenò come un’animale in gabbia per molto tempo senza riuscire ad apprezzare l’amore che provavo per lei.
Tentò di uccidermi e di scappare fin quando non fummo legati indissolubilmente dal Rito dei Cuori.
Ci volle molto tempo perché lei si fidasse di me e ancor più tempo perché riuscisse a ricambiare i miei, ma in fondo avevamo l’eternità davanti a noi… già, l’eternità.
Non ci volle molto perché la mia Isabella portasse in grembo nostro figlio nato dal nostro amore, ma il mio passato bussò alla porta del presente.
Era una donna-uccello dalla bellezze inumana, quelle che gli antichi greci chiamavano “Sirene”, una delle figlie di Aro, il Demone della Lussuria, una vecchia amante invidiosa d’essere stata surclassata da una piccola umana.
Quella donna malvagia instillo nella mente della mia adorata il dubbio, le disse che essendo l’incarnazione dell’Avidità non avrei esitato ad uccidere il mio stesso figlio pur di non cedergli un giorno il mio trono.
Lei scappò portandosi via il bimbo che le cresceva in grembo con la promessa di salvarlo da me.
Si rifugiò in un piccolo villaggio di esseri umani protetto dall’alleanza coi licantropi che in cambio di protezione ottenevano potere. Ma non sapevano che la mia furia distruttrice si sarebbe abbattuto su di loro se avesse tentato di separarmi dalla mia compagna.
Ma quella piccola umana ancora una volta dimostrò la bontà del suo cuore, immolandosi a me pur di salvare le sorti di quei moseri umani e dei loro ridicoli protettori pulciosi.
Ma troppo impegnati a salvare il nostro travagliato amore non ci rendemmo conto della letale tempesta che s’avvicinava.
La notte in cui Isabella mise al mondo nostro figlio Heris si svegliò e con lei ogni male terreno.
Sedusse il mio nemico, Caius il Demone dell’Invidia, per creare un esercito che avrebbe annientato tutti i 7 Demoni per poter governare lei stessa su un unico grande mondo fatto di distruzione.
Caddero uno dopo l’altro i Demoni che provarono a fermarla e più si avvicinava più la sua promessa di annientare la mia compagna e nostro figlio si faceva angosciante.
Quando infine giunse a noi tantai con tutte le mie forze di sconfigere quella donna guidata dalla pazzia e dalla smania di potere.
Tutto il mio esercito e quelli alleati furono spazzati via dalla sua forza distruttrice e quando mi trovai faccia a faccia con lei, ormai supplicandola di risparmiare la vita alla mia Isabella lei decise di fare un’atto di carità: Heris non avrebbe toccato la mia amata neanche con un dito, ma sarei stato io ad ucciderla.
La sua magia oscura invase i miei sensi e la mia ragione, perdendo ogni traccia di umanità che possedevo e come una bestia mi scagliai sulla donna che tanto avevo amato e venerato.
E quando i miei artigli le lacerarono il petto e il suo pugnale trafisse il mio cuore tornai cosciente a me stesso.

Morimmo così, io e Isabella, l’uno tra le braccia dell’altro, mentre i nostri cuori che fino a quel momento avevano battuto all’unisono, all’unisono si fermarono, sulle labbra il sapere di un’ultimo bacio e negli occhi un’ultimo “Ti amo”.
Heris ormai folle venne uccisa da Marcus, il suo stesso compagno.
Lui la trafisse da parte a parte, scontando così la pena di aver tenuto in vita a quella donna incapace di provare amore, morendo insieme in un ultimo spasmo di quei cuori troppo distrutti per essere salvati.
Del nostro mondo non ne rimase che cenere.
E tra tutte quelle poche e tremanti creature che si salvarono a quel massacro di fiamme e sangue ci fu un piccolo bambino dalla bellezza struggente con gli occhi scuri come il caffè e i capelli di rame che si perse nel marasma frenetico di una grande metropoli umana.
All’oscuro del suo destino, incosciente del suo potere.
Il legittimo erede di un mondo ormai inesistente. 

Oooooooooooooook...... vi prego non uccidetemi per questo finale poco disneyano! Volevo dedicare questa piccola one-shot a MoonLory92 e Lunemy. grazie ragazze per avermi incoraggiata a dare almeno un finale a questa ff che ho amato tantissimo anche io. spero di non avervi deluso con questa storia e spero di riuscire un giorno a scrivere tutta The Demon fino in fondo!
Un abbraccio a tutte
S.

  
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