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Autore: SomeoneNew    12/09/2017    0 recensioni
E un pensiero la sfiorò lievemente per un secondo. Che se solo avesse voluto, se solo le cose fossero andate in maniera diversa quel ragazzo seduto di fianco a lei proprio in quel momento, forse un giorno avrebbe potuto imparare ad amarla davvero.
Se solo avesse saputo da quanto tempo l'amava già.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Così vicini


1 MESE DOPO
 
You are in my arms

And all the world is calm

Avete presente quel momento in cui è notte fonda e sei consapevole del fatto che dovresti essere addormentata già da un bel po’ perché ti aspetta l’indomani una giornata davvero impegnativa, ma c’è quella canzoncina che continua a ronzarti nella mente e più pensi che dovresti smetterla di canticchiarla nella tua testa e più sembra alzi metaforicamente il volume? E allora ti prende il panico e inizi a fare il conto di quelle poche ore che ti rimangono per poter dormire; allora, se è l’una di notte e devo svegliarmi alle sette dormirò sei ore, ma aspetta, era mezzanotte quando ho chiuso gli occhi, saranno passate almeno due ore quindi sono le due, allora mi rimangono solo cinque ore, o forse sono le tre? E intanto è la quarantatreesima volta che riparte il ritornello.
 
So close to reaching that famous happy ending

Almost believing this was not pretend

And now you are beside me and look how far we’ve come

So far we are so close 
 
Doveva dormire almeno un paio d’ore, altrimenti avrebbero dovuto seppellire anche lei il giorno dopo, pensò, e subito dopo si maledisse per la pessima battuta. Tendeva a diventare pesantemente cinica in situazioni del genere e le ventiquattro ore che sarebbero scoccate a minuti senza chiudere occhio di certo non erano d’aiuto. E poi c’era quella stupida canzone. Non riusciva neanche a ricordare dove l’avesse sentita eppure la sua mente continuava a torturarla come se ripeterla all’infinito fosse un bisogno fisico.
 
The music playing on for only two

So close together

And when I am with you

So close to feeling alive
 
Si ricordò di quella puntata di Private Practice in cui Addison, seduta sul divanetto arancio del suo psicologo continuava a canticchiare la melodia di una canzone e al suo ‘è solo una canzone’ lo psichiatra aveva risposto ‘ non è mai solo una canzone’. E se fosse davvero così? E se oltre allo earworm di cui parlano tanto gli scienziati ci fosse anche un fattore psicologico del perché quella determinata canzone finisce per rimanere intrappolata nella nostra mente? Magari tenta di suggerirci qualcosa, ad esempio se non riesci a dimenticare Send my love to your new lover di Adele con la sua stessa espressione da ‘ora ti faccio il culo ignobile idiota’, evidentemente non hai così tanto superato la rottura come vuoi far credere. E se ti sorprendi a canticchiare Chandelier di Sia sarebbe opportuno, per il tuo bene, iniziare a cercare uno sfogo più salutare di quello di penzolare da un lampadario. Per non parlare di Run the world Girls accompagnata magari addirittura dal ballo invoca - spiriti dell’insuperabile queen Beyoncé nel video musicale, un netto avvertimento per l’intero genere maschile che ti circonda.
 
A life goes by 

Romantic dreams must die

So I bid mine goodbye and never knew
 
Si chiese ad un tratto se i suoi sogni romantici fossero già arrivati al capolinea, se fossero già diventati nebbia, se lei avesse porto di già i suoi saluti senza neanche accorgersene, come diceva la canzone. O forse semplicemente era lei a viverla in questo modo, come se la vita non riservasse più sorprese, come se fosse già tutto scritto in uno dei suoi libri e non valesse la pena di respirare ogni giorno come se fosse l’ultimo. E andava avanti come un automa, rispondendo ‘si’ o ‘no’ alle domande, sorridendo e annuendo, e sospirando di tanto in tanto quando credeva che nessuno se ne accorgesse. Chissà, magari era per questo motivo che non riusciva più a lavorare come una volta, quando tutto quello non era ancora un lavoro e ogni cosa sembrava così pura e semplice, mentre adesso ogni parola veniva soppesata dalla sua più pesante autocritica mentre passava in rassegna anche i puntini sulle i. Non era da lei. Non era più lei.

Valutò seriamente l’opzione di lanciare un urlo per fermare quelle voci, ma dopo aver scartato tale possibilità con quel poco di buon senso che non era ancora stato bruciato dall’insonnia di quei giorni, poggiò la testa contro il vetro freddo e sollevò le palpebre accettando lentamente la realtà attorno a lei. Il buio la circondava e a stento riuscì a riconoscere i tratti stanchi e rassegnati del viso riflesso sul finestrino a qualche centimetro da lei.
 
How could I face the faceless days

If I should lose you now?
 
Maledizione! Chi avrebbe potuto perdere proprio in quel momento oltre se stessa?
Forse è vero che quando ti abbandoni troppo nei rapporti con gli altri alla fine finisci per consumarti. Ti guardi allo specchio, e provando un pizzico di pena ti chiedi chi sia quella persona dallo sguardo vitreo e smarrito che a sua volta ti sta scrutando. E a quel punto capisci che tu non ci sei più, che di te è rimasto solo l’involucro della crisalide, la vecchia pelle abbandonata, mentre la vita ti passa d’avanti e tu, incurante, la osservi scorrere. Di nuovo quella sensazione. Rieccoci, sospirò. Quando sarebbe finita? Quando, finalmente, si sarebbe sentita davvero nel posto giusto al momento giusto? Quando il mondo avrebbe iniziato a girare nel verso giusto anche per lei? E, nella stessa situazione di sette mesi prima, si sentiva sperduta, confusa e spaventata da ciò che le sarebbe aspettato, l’ignoto. Lei, una volta regina del controllo, nemica delle sorprese organizzatele alle sue spalle e amante dei film visti e rivisti almeno dieci volte perché mi piace sapere come va a finire, ora non riusciva più a prendere in mano le redini della sua vita senza che queste le scivolassero di nuovo come sabbia tra le dita. Come capire quali fossero le scelte giuste da fare? Come scegliere la strada esatta di fronte ad un bivio? Erano mesi ormai che continuava, giorno dopo giorno, a prendere decisioni che rimetteva in discussione in quegli stessi attimi. Quali centro-tavola prediligere? E i tovaglioli, di che colore? E cosa fare riguardo le allergie agli arachidi, uova e latticini di metà della sua famiglia? Due primi o due secondi? O meglio entrambi? E se quel giorno non piovesse? Sapeva già che avrebbe rimpianto per il resto della sua vita coniugale un matrimonio in spiaggia mancato, solo per aver dato ascolto alla sciatica dello strano zio Sam di Niall, che a quanto si raccontava prevedeva le previsioni meteorologiche nel raggio di nove mesi. E poi c’era il libro. Aveva ricominciato a scrivere da quasi un mesetto ma a stento scorrevano le parole e quelle poche che componeva con una lentezza stancante sulla tastiera del suo laptop, da uno a due la convincevano meno di zero. Aveva decisamente bisogno di un Jess Mariano appena arrivato dalla Stars Hollow delle Gilmore Girls a risolverle la vita una volta per tutte. Insomma, l’intera esistenza di Rosy stava letteralmente andando a rotoli prima che Jess entrasse in azione indicandole la retta via come un buon Virgilio per la seconda volta, e poi magicamente il cammino le si è illuminato. In realtà, pensandoci bene, la vita di Rory aveva iniziato a scivolare nel baratro nel momento esatto in cui aveva malauguratamente incontrato il bello e maledetto Logan Huntzberger. Oh mio Dio! E se il suo Logan fosse Niall? E se Niall fosse il bello e maledetto della situazione? Non lo aveva mai considerato in questi termini ma, dannazione! E allora chi era il suo Jess? In ogni caso doveva trovarlo al più presto, possibilmente prima che l’esaurimento nervoso per mancanza di sonno la portasse al ricovero in psichiatria.
 
So close was waiting, waiting here with you
And now forever I now
All that I wanted to hold you so close
 
Doveva decisamente dormire, almeno un’ora, non chiedeva di più, quel minimo di tregua che le sarebbe bastato per riposare gli occhi e la mente. Si, era deciso, avrebbe chiuso gli occhi e avrebbe riposato seriamente per ben sessanta minuti, doveva farcela almeno prima che …
Gentili passeggeri, benvenuti a Portland, Oregon. Temperatura di 28 °C. Fra pochissimo raggiungeremo il piazzale. Si prega di rimanere seduti e aspettare che l'aereo si fermi.  Vogliamo ringraziarvi per aver scelto di volare con noi oggi. Buona permanenza.

… si, prima che l’aereo atterrasse.



MY CORNER

No, non è venerdi. Si, è da più di un mese che non pubblico. No, non sono morta e resuscitata o ferita in alcun modo, grazie a Dio. Si, mi odiate profondamente.

Okay gente, sono le 12:53 di Martedì notte e mi sono finalmente decisa a pubblicare qualcosa. So che è pochissimo per una che vi deve gli aggiornamenti di qualcosa come sei settimane, ma per il momento gioite con me per questa breve conquista. So anche che dal capitolo non si capisce molto, anche perchè l'ultima volta che ci siamo sentite eravamo rimaste ad un punto abbastanza scioccante per tutti, ma ci serve come capitolo di transito. Nei prossimi episodi verrà introdotto un personaggio al quale tengo moltissimo (in questa ff come nella vita reale) e non vedo l'ora di farvelo/a conoscere! *sorride come una deficente mezza addormentata*.
In ogni caso, questo è tutto per ora. Grazie per la lettura e soprattutto per la pazienza. Se vi va lasciate qualche commento. 

Al più presto, prometto,
Daisy.


P.s.

Vi consiglio vivamente di ascoltare la canzone citata nel capitolo 'So close' di Jon McLaughlin!
  
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