Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: Luu    17/09/2017    10 recensioni
Poco più di 800 parole ispirate alle prime pagine del racconto di Antoine de Saint-Exupéry, con protagonista un inedito Vegeta di appena quattro anni e per inedito intendo un principe bambino, nel vero senso della parola.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vegeta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NOTA D’AUTRICE:

Vi informo che le espressioni direttamente tratte dal libro sono riportate in grassetto e che i nomi di animali e luoghi sono totalmente inventati. Ah e ovviamente non è necessario aver letto il testo originale per comprendere la storia! :)

Grazie dell'attenzione e buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

IL PICCOLO PRINCIPE

 

    

                                                                        

 

 

 

 

Stringeva il disegno tra le piccole dita sottili, lo guardava con grandi occhi neri, luccicanti di profonda intelligenza, colmi di un’affermata soddisfazione per quella sua opera così ben riuscita.

Aveva deciso di attaccarla ad una delle pareti della sua lussuosa camera da letto, quella a cui era poggiato lo scrittoio, accanto alla finestra da cui vedeva il mondo degli adulti in un susseguirsi di impegni bellicosi. I grandi non guardavano mai in alto, nella sua direzione, troppo presi da questioni serie ed importanti per accorgersi dei dettagli.

Quando Nappa era entrato nella stanza, lui era ancora intento ad ammirare quell’immagine che aveva confinata in un foglio giallastro e un po’ spiegazzato.

“L’avete fatto voi, principe Vegeta?” chiese con il dovuto rispetto, accostandosi al piccolo saiyan di appena quattro anni.

“Sì, non è spaventoso?” il padrigno osservò di nuovo quello schizzo grigio ed impreciso.

“Perdonate il mio scetticismo, ma perché mai uno dovrebbe essere spaventato da una montagna?”

Vegeta in quel momento capì che ai grandi bisognava sempre spiegare tutto.

 

Il giorno prima, nell’oscura foresta di Echalotte, ai piedi del monte su cui si ergeva il palazzo reale, si era imbattuto in una scena che lo aveva lasciato interdetto. Aveva visto un vinesco ingoiare un enorme barricciardo sulle rive del Gar Lake*. Un barricciardo intero!

Un vecchio forestiero di passaggio, forse lì per pescare guttuli azzurri, aveva visto il piccolo principe ed aveva sforzato un inchino scricchiolante in segno di rispetto.

“Non lo mastica?” chiese il bambino. Il vecchio, allora, si avvicinò un poco.

“Cosa ci fate voi qui, piccolo principe?”

“Non lo mastica?”

“I reali sanno che vi trovate da queste parti?”

“Sì, lo sanno e non gli importa… non lo mastica?” il piccolo principe non rinunciava mai a una domanda che aveva fatto.

Il vecchio allora, che di esperienza in quest’ambito ne aveva molta, si voltò verso il viscido animale privo di zampe, lungo all’incirca quattro metri, deformati in altezza dalla presenza della bestia al suo interno. Il barricciardo, animale massiccio e dal dorso curvilineo, aveva fatto assumere al vinesco una mastodontica forma ondulata e ormai per la povera creatura non c’era speranza di sopravvivere.

“No, vostra eccellenza, i vinesco ingoiano intere le loro prede, dopodiché restano immobili per sei lune calanti, il tempo che ci vuole affinché riescano a digerirle”.

 

Il piccolo principe, affascinato da una simile notizia, aveva dunque immortalato, su quel foglio vecchio e stropicciato, quella scena terrificante con estrema precisione, ma a quanto pareva non era bastato. Perché quella che Nappa vedeva come una montagna, era in realtà un vinesco che digeriva un barricciardo.

 

Il disegno, per volontà del suo giovanissimo ideatore, passò distrattamente per diverse mani adulte, sotto occhi che vedevano solo una cosa che non faceva paura per niente e, quando il piccolo principe lo mostrò al padre, spiegandogli di cosa si trattasse, quest’ultimo, con il solito sguardo accigliato, gli disse di lasciar perdere i vinesco, creature inutili e disgustose, e di pensare piuttosto ad allenarsi per diventare un degno sovrano. Ma, pronunciando quelle parole ruvide, aveva stropicciato il foglio in una mano e lo aveva gettato nel camino acceso, sotto lo sguardo attonito del figlio, il quale ebbe la terribile impressione che ad essere stato stretto nel possente palmo del re, ci fosse stato il suo fragile cuoricino, ancora puro e privo di odio.

 

Fu così che a quattro anni Vegeta smise di disegnare, iniziando ad ripudiare i vinesco e a provare disgusto per tutto ciò che ne suscitava il ricordo.

Il piccolo principe dovette accettare l’idea di crescere ed entrare a far parte del mondo degli adulti, un universo privo di svago e di innocente immaginazione.

Ed è proprio per queste mancanze che i grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.

 

E, come quel pezzo di carta diveniva cenere dinanzi alla potenza del fuoco, così la sua infanzia svaniva pian piano per la rude realtà che lo avevano obbligato ad affrontare.

 

Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano e probabilmente Vegeta odierà sempre gli animali striscianti, senza comprendere l’origine del suo ribrezzo. Non avrà memoria del vinesco che digerisce il povero barricciardo e neanche di quanto sia stato doloroso vedere il suo disegno divorato dalle fiamme per volontà di un padre sempre troppo austero.

 

Ma ora di una cosa è certo, il grande principe Vegeta. Osservare di nascosto la sua bambina disegnare sdraiata a pancia in giù, con i piedi incrociati in aria e la lingua di fuori per l‘estrema concentrazione, riempie il suo cuore di un’immensa tenerezza cautamente celata. E mai dirà alla sua piccola principessa di alzarsi da quel tappeto cosparso di tantissimi pastelli colorati e di diventare grande, perché Bra ha solo quattro anni ed è giusto che le faccia vivere appieno quell’infanzia che a lui fu negata così crudelmente. Quegli anni spensierati, obnubilati da un’esistenza vorticosa, finiti come cenere in un ingordo camino ardente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                     

 

         Questa è l’immagine da cui ho tratto ispirazione. E’ il disegno originale raffigurato nel racconto, che mostra un elefante all’interno di un boa. La prima rappresentazione veniva scambiata dagli adulti per un cappello e dunque il narratore dovette fare un secondo disegno per spiegare di cosa si trattasse.

 

         

 

 

 

*Ho scelto il nome Gar Lake, in quanto la pronuncia è simile a “garlic”, ovvero “aglio”, a cui è ispirato il colpo energetico del principe, in accordo anche con la teoria secondo cui i nomi saiyan derivano da vegetali. Insomma, mi sembrava un modo carino di chiamare un lago del pianeta Vegeta. ^^


Per quanto riguarda gli animali, invece, ho scritto le prime parole che mi sono venute in mente e che potessero ricordare vagamente dei nomi di bestie particolari… xD

Fatemi sapere cosa ne pensate e, se avete idee migliori, sarò ben felice di tenerne conto! <3

Grazie per aver letto,

Luu.

 

 

 

 

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Luu