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Autore: MeinfridBlackforest    20/09/2017    0 recensioni
[US]
Benvenuti e bentornati alla 4° serie di US1.
Prima di iniziare, ricordatevi che è necessario leggere le serie precedenti di US per comprendere la storia.
In questa serie, dopo essere tornati sulla Terra e aver capito di non valere più nulla per le persone che amavano, US e Xavin decidono di aprire una agenzia insieme, la Odyssey.
Ma la città del peccato avrà veramente bisogno di questo bizzarro "Dinamico duo"?
I nostri eroi riusciranno a vincere contro una minaccia invisibile venuta dal nulla?
E Xavin e US, cosa pensano l'uno dell'altra/o?
Leggete e scopritelo, si riparte.
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Era una splendida mattina a Las Vegas.
Le macchine creavano il traffico, i casinò erano già aperti per dare la droga del gioco a tutti i suoi pellegrini, le feste in piscina ammontavano a 300 in un solo giorno.
Xavin stava osservando la città dalla sua stanza, erano le 9:00 di mattina, ma appena uscì dalla sua stanza vide che invece l'ufficio era un macello.
Erano arrivati a Las Vegas da quattro giorni, con l’intenzione di aprire un agenzia insieme, US invece aveva passato gli ultimi quattro giorni a riposarsi, fare esperimenti, mangiare e portare delle sconosciute in casa.
Camminò in mezzo alla sporcizia, ma si disgustò a tal punto che si mise a volare.
Mentre si recava in ufficio, pensò bene di andare a svegliare il suo collega.
“US, sveglia, è ora di mettersi finalmente a lavoro!”
Mentre stava andando in cucina per mangiare qualcosa, vide che dalla camera stava uscendo una donna completamente rivestita.
Xavin capì subito cosa era successo la notte prima.
Dopo aver indicato l’uscita alla donna, Xavin aprì le porte della stanza.
“Buongiorno dormiglione.”
“Giorno” rispose US ancora in dormi veglia.
“Sai, sarebbe carino se, TI SVEGLIASSI.”
“Piano Xavin, ti prego.”
Xavin andò ad aprire le tende e la luce del sole accecò US, poi disse:
“Anche se hai tanti soldi, non pensi che sia ora di trovare un nuovo lavoro?”
US si alzò dal letto con solo le mutande e iniziò a gattonare.
“Lavoro?”
“Aspetta…che giorno è oggi?”
“Lunedì.”
“Cavolo, è già Lunedì?”
“Si e ora che ci penso, ti vorrei chiedere…”
US si alzò in piedi e corse a prepararsi in fretta e furia, rivestendoti e mangiando qualcosa al volo.
“Ci vediamo!”
“Ehi, aspetta, dove stai andando?!”
“Te lo dico quando torno, intanto se puoi ripulisci questo posto, grazie.”
US uscì, mentre Xavin ribollì dalla rabbia, letteralmente, sul pavimento si era formata una macchia nera carbonizzata.
Dopo aver ripulito, aspettò per ore il ritorno dell’amico, fino a fare notte.
Mentre Xavin si era ormai addormentata sul divano, US rientrò nell’ufficio, facendo talmente chiasso da svegliare la povera Xavin.
“Finalmente sei tornato.” disse Xavin arrabbiata.
“Scusa per l’attesa, ma avevo del lavoro da sbrigare.” Rispose US pacatamente.
“E cosa sarebbe questo lavoro?”
“Un lavoro che ci porterà dell’altro lavoro.”
“Cioè?”
“Lo vedrai.”
“Bene…ti volevo chiedere stamattina, in che cosa consisterà la nostra agenzia?”
“Lo vedrai.”
“Che noioso che sei.”
“Che si mangia sta sera?”
“Pizza.”
Passarono altri due giorni di dolce far niente, Xavin credeva ormai di essere stata presa in giro, ma non era così, infatti quella notte.
“Insomma US, sono altri due giorni, cosa stiamo aspettando?”
“E perché stai aspettando a dirmi di cosa ci occuperemo?”
“Aspetta.”
“Senti, io…”
“Aspetta.”
“Mi vuoi ascolta…”
“Aspetta.”
“Ti odio!”
“Ora.”
In quel momento, il telefono di US squillò.
“Rispondi Xavin, è importante.”
“Per chi mi hai preso, per la tua segretaria?”
US rimase un po’ in silenzio e rispose: “Si”
Xavin si diresse al telefono.
“Ma che stronzo.”
Mise il viva voce.
“Pronto?”
“Salve, vorrei parlare con US, è questo il numero del suo ufficio?”
“Si.”
“Bene, puoi passarmelo?”
“Si.”
US si avvicinò e rispose:
“Eccomi.”
“US, mi serve il tuo aiuto, è urgente.”
“Non pensavo che avresti chiamato così presto, ti sono mancato?”
“Smettila di fare l’idiota, ho bisogno del tuo aiuto!”
“Ok Leo, calmati, cristo, come sei ansioso.”
“Ci vediamo all’angolo del Silver Rush, fatti trovare pronto.”
“A dopo.”
La chiamata si concluse, US si diresse in laboratorio per indossare la sua armatura, seguito da Xavin.
“Chi era quel tipo? “Dalla voce mi sembrava losco.”
“Il nostro primo incarico mia cara.”
“Per chi? Per cosa?”
“La polizia, dobbiamo aiutarli per un caso.”
Xavin si sorpese.
“La polizia?”
US si mise il suo capotto rosso cremisi, dietro la schiena aveva il simbolo US1, dopo averlo indossati, US si diresse verso l’uscita e disse: “Andiamo Xavin.”
Utilizzarono una bella macchina per raggiungere il luogo dell’incontro e Xavin notò una cosa.
“Scusa, ma non mi avevi detto che l’avevi distrutta?”
“Ne ho ricomprata una nuova, come vedi.”
Grazie alla guida spericolata di US, arrivarono in un attimo, si era radunata una folla vicino al locale, e buona parte della scena era occupata dalla polizia.
US e Xavin uscirono dalla macchina e si diressero verso la folla, US si rivolse alla polizia per farsi portare dentro la scena del delitto, ma gli agenti lo respingevano, fino a quando Leo, un uomo corpulento e con dei grandi baffi neri, lo notò.
“Lasciatelo passare, è con noi.”
US passò, ma a Xavin fu bloccato l’accesso, allora US spiegò che era la sua collega e la fecero passare.
Raggiunsero il detective Leo che iniziò a spiegargli la situazione.
“Ok US, io non piaccio a te e tu non piaci a me, ma tutto questo sta diventando un incubo.”
“Dato che hai chiamato me, deve essere vero."
“Comunque ti presento Xavin, la mia socia in affari.”
“Piacere.”
Dopo le presentazioni, Leo portò Xavin e US al velo bianco.
“Ok, ti avverto, non sarà un bello spettacolo.”
“Ho visto la mia buona parte di sangue Leo.”
Leo alzò il velo e US e Xavin viderò la tragedia.
“Mio dio.” Disse US
“Poverina.” Disse Xavin portandosi una mano alla bocca per il dispiacere.
“E questa è già la 4° vittima.” Disse Leo
“La quarta?”
“Si, e ho davvero tanta paura.”
“Cosa sai dirmi della vittima?” chiese US
“Daisy Genovese, 17 anni, 1,60, I genitori sono laggiù.”
“Chi ha denunciato la morte?”
“Una amica che era con lei, si chiama Sara Lee ed è in ambulanza, è sotto shock.”
“Il modus operandi invece, è sempre coerente?”
“Sempre il solito, nessuna variante.”
US chiuse gli occhi, prese un profondo respiro e inspirò.
“Ok, mi servono tutti i documenti riguardanti le vittime, il caso e i dati medici, per le prove non avrò bisogno del vostro laboratorio, ho già il mio, perciò se riuscirò a scoprire qualcos’altro, vi avvertirò.”
“Va bene…sei la mia ultima possibilità ragazzo, e sono già un po’ pentito.”
“Allora è chiaro che non hai mai avuto a che fare con Ulysses Solomon Archer.”
“Xavin andiamo, torniamo a casa.”
“Si.”
I due tornarono in ufficio, e poco dopo gli arrivarono tutti i documenti che US aveva richiesto.
“Bene Xavin, volevi un lavoro, ecco, aiutami con questi fascicoli.”
“Aspetta, perciò adesso cosa siamo?” “Un agenzia di consulenza?”
“Una specie” rispose US
“Ok, ma spiegami come.”
“Ti sei fatto una vacanza di sei giorni in questa città e poi vieni chiamato dalla polizia, come è possibile.”
“Nei sei giorni che ho passato, ho anche lavorato, sono venuto a sapere molto prima di questi omicidi e ho girato la città per avere maggiori informazioni.”
“Davvero?”
“Non sono mica come te che hai passato tutto il tempo a vedere me non far niente.” Rispose US con sarcasmo.
“Ad ogni modo, dopo aver osservato le scene del delitto ho deciso che per dare un buon contatto alla nostra agenzia dovevo avere un amico nella polizia.”
“E quel lunedì ho deciso fin da subito di fargli una buona impressione.”
“Mi sono intrufolato dentro la centrale e ho risolto da solo 4 casi della “America Most Wanted” in una giornata.”
“Tu cosa?”
“Ai poliziotti non è piaciuta però la mia idea, così mi hanno sbattuto in cella, ma una volta visto ciò che avevo fatto il detective Leo mi ha lasciato andare, per questo sono arrivato tardi.”
“E già che c’ero, decisi di dargli il mio numero, se avesse avuto bisogno di una consulenza importante.”
“In pratica, ora facciamo i detective.”
 “Ma tu almeno sai come fare il detective?”
“No, ma lo vedo come un gioco in cui si devono totalizzare 5 punti e tra le mie caratteristiche ci sono il saper usare la logica ferrea, e questo mi dà 2 punti, poi so difendermi molto bene, e questo vale altri 2 punti.”
“Ok, ma…”
US la interruppe e poi guardò Xavin con i suoi occhi azzurri e disse:
“In più ho amica fidata, e questo mi dà l’ultimo punto che mi serve, sono già un detective, e lo sei anche tu.”
Xavin si sciolse un pochino sentendo le parole gentili di US e iniziò a lavorare insieme a lui.
Studiarono quei fascicoli per un giorno e per una notte, Xavin si fermò per dormire un pochino e per preparare il caffè, mentre US rimase tutto il tempo a lavorare, cercando di collegare ogni piccolo dettaglio che avevano in comune le vittime.
“Ok, 4 vittime, Mike Wilson, Elisa Waterson, Daniel Lebowskii e Daisy Genovese.”
“Tutte quante di età, sesso e situazioni finanziarie differenti.”
“Tutti accomunati però dal tipo di morte, secondo i testimoni e la polizia, tutti quanti sono come esplosi dall’interno dei loro corpi, facendo fuori uscire il sangue anche dai pori.”
“Che brutta morte” rispose Xavin.
“Il fatto è che tutti quanti conducevano vite normali e dai registri sembra anche che nessuno di loro avesse la fedina penale sporca.”
“E allora di cosa stiamo trattando, un serial killer?”
“Se avessero almeno un dato in comune potrei anche pensarci, ma è tutto diverso, alcuni killer di solito uniscono le loro manie di potere a schemi e regole precise, ma questo schema è casuale.”
“Perciò non abbiamo niente.”
“Non è del tutto giusto, un punto di partenza ce l’abbiamo, non sarà molto, ma è una traccia.”
US mostrò i dati a Xavin.
“Come vedi pur essendo tutti diversi, tutti avevano un punto in comune, negli ultimi 6 mesi ognuno di loro è andato in visita da uno psicologo in una delle cliniche di Las Vegas, questo potrebbe essere un buon inizio.”
“Ok, e come si chiama la nostra traccia?”
US mostrò il file del computer e rispose: “Michelle Chang.”
I due si diressero verso l’ospedale San Trick, dove Michelle Chang, psicologa affermata, lavorava.
Raggiunsero l’ufficio della dottoressa Chang, ma solo US entrò dentro.
“Perché devo rimanere fuori?”
“Sei il mio Jolly, intanto che aspetti, nasconditi tra la folla, cambia aspetto o diventa invisibile, basta che non ti fai riconoscere.”
“Che intenzioni hai?”
“Tu aspetta.” E poco prima di entrare aggiunse.
“Anzi, riposati, dopo ci sarà tutto il lavoro che vorrai.” Chiuse la porta.
“Che stronzo.”
L’ufficio era immenso e US si avvicinò alla dottoressa, notò subito che era in modalità lavoro, capelli biondi raccolti in una treccia, occhi azzurri coperti da un millimetro di vetro e aria stanca.
“Senza occhiali e con i capelli sciolti deve essere davvero affascinante.”
“Come prego?” rispose la dottoressa confusa.
“Niente, comunque, piacere di conoscerla dottoressa Chang, mi chiamo Ulysses Archer.”
“Lei non è uno dei miei nuovi pazienti, giusto?”
“No, vengo qua per conto della polizia di Las Vegas.”
“La polizia?”
“Si, sono venuto qua per parlare di Daisy Genovese.”
“Daisy? “Cosa le è successo?”
“L’hanno ritrovata morta in un vicolo dottoressa, qualcuno l’ha assassinata.”
“Mio Dio.”
“Mi dispiace molto, sapevo che era una sua paziente.”
“Si, è passata da me solo due giorni fa, avevo sentito che una giovane ragazza era morta, ma non pensavo che si trattasse di Daisy.”
“Perdoni il mio carattere, ma avrei bisogno che risponda a un paio di domande.”
“Va bene.”
“Ok, ha detto che Daisy le ha fatto visita Lunedì, a che ore?”
“Avevamo un appuntamento alle 10 del mattino.”
“OK, quale era invece la situazione per cui Daisy è venuta da lei?”
“Purtroppo Daisy soffriva di una lieve forma di depressione, ma aveva fatto notevoli progressi, si sentiva molto meglio.”
“Capisco, durante le vostre sedute, Daisy ha fatto cenno a qualcosa che la preoccupava per la sua persona, sapeva se c’era qualcuno che voleva farle del male? Intendo fisicamente”
“A parte le ragazze che l’hanno umiliata pesantemente a scuola? No, non mi ha detto niente.”
“E mi dica, cosa sa invece di queste altre persone, Mike Wilson, Elisa Waterson e Daniel Lebowskii?”
“Sono tutti nomi dei miei precedenti pazienti…signor Ulysses, che cosa sta facendo?”
“Dottoressa Chang, lei sa che tutte queste persone sono morte?”
“Lo so bene, non c’è bisogno di infierire.”
“Ebbene, io sono un collaboratore esterno, e ho fatto delle indagini accurate su tutti questi casi, tutti diversi con diversi problemi, ma ognuno di loro aveva qualcosa in comune, lei, dottoressa Chang.”
“Aspetta, lei non riesce a trovare l’assassino e scarica la colpa su di me?!”
“So solamente che l’assassino ha colpito solamente i suoi pazienti con la solita modalità per uccidere, e dato che lei conosceva ognuno di loro, questo fa di lei il mio indiziato principale.”
Michelle era visivamente arrabbiata.
“Ok, molto bene, ma l’avverto di una cosa, lei qua non ficcherà il naso nelle mie cose senza un mandato, perciò o ne ha uno adesso oppure si levi dalle palle.”
US mosse le spalle e se ne andò “Mi sembra più che giusto, buona giornate, e buon lavoro.”
US uscì dall’ufficio e riprese Xavin.
“Allora, come è andata?”
“Lei non mi piace per niente.”
“Non ti ho chiesto se ti piace, ho chiesto se ha scoperto qualcosa.”
“Si, l’ho fatto.”
US aprì la sua mano destra e la mostrò a Xavin.
“Una chiavetta USB?”
“Di mia invenzione, mentre stavamo parlando ho rubato tutti i file video delle sedute con i pazienti.”
“Le hai rubate?”
Mentre stavano salendo in macchina per tornare a casa US si giustifico.
“Tranquilla, sono prove rubate, il massimo che ci può capitare è che al processo tutto quello che abbiamo raccolto sia considerato nullo, niente di grave.”
“Siamo rovinati.” Rispose Xavin appoggiando, rassegnata, la testa sulla mano.
In ufficio iniziarono a visualizzare i video delle sedute.
“Ok, questo è Mike, circa sei mesi fa.”
Il video scorre.
“Questo invece è Mike, dopo quattro mesi, come vedi sembra che stia meglio.”
Il video scorre.
“Mentre questo è lui, all’ultimo mese, è completamente guarito.”
“Aspetta a dirlo, il video sta andando avanti.” Disse US
La psicologa si avvicino all’orecchio destro della vittima e sembrò suggerirgli qualcosa, ma l’audio era troppo basso e non si capì molto di ciò che disse.
Il video finì lì, e in tutti gli altri video, le cose andavano esattamente nello stesso modo, Michelle diceva il nome del paziente, dopo un paio di sedute e dopo aver preso confidenza, toccava la mano del suo paziente e alla fine della terapia gli sussurrava qualcosa all’orecchio.
Sembrava una psicologa molto gentile, e con un grande rispetto per i suoi pazienti, ma US non demordeva.
“US, stai rivedendo queste scene da due giorni, cosa speri di ottenere?”
“Forse è una specie di segreto che confida ai suoi pazienti per aiutarli, ma è troppo imbarazzata per dirlo davanti alla telecamera.”
“Credo che sia ora di rinunciare, e cercare un'altra pista, prima che il Killer colpisca ancora.
A un certo punto, US spalancò gli occhi e completamente entusiasta disse:
“Ma certo…ecco come fa!!”
“Cosa?”
“Ho in mente un piano.”
“Frena i motori, prima dimmi come fa a fare cosa?”
Quel pomeriggio, allo ospedale san Trick, la dottoressa Michele, si stava preparando per ricevere un paziente.
Qualcuno bussò alla sua porta e andò ad aprire.
“Salve.”
La ragazza, timidamente rispose:
“Si, salve…sono Lucy Westwood.”
“Lucy Westwood?”
“L’appuntamento delle 15.”
“Molto bene, si accomodi pure.”
   
 
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