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Autore: MimiMoonCosplay    21/09/2017    1 recensioni
Dopo il rapimento di Marzio da parte della Regina Periglia, Bunny si addormenta sfinita dal pianto. Intraprenderà uno strano viaggio nel mondo onirico dove dovrà far fronte non solo al Regno delle Tenebre ma anche al Sacro Impero di Britannia. Li incontrerà Lelouch Lamperouge ma scoprirà che lei e il giovane Principe sotto copertura sono legati da un misterioso filo rosso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Luna, Usagi/Bunny
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Prima serie
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Sailor Moon
Il sogno di Bunny
 
 
Atto 11.5 Sogno - Il Rincontro
 
Quello stesso pomeriggio, io e le mie amiche, ci recammo a casa di Amy per fare il punto della situazione. La nostra cervellona si era messa in testa di poter studiare l’insolito materiale che costituiva la spada, quella che la Regina Serenity, mia madre, aveva custodito sulla Luna per noi in attesa del nostro ritorno. Quella stessa spada che usai per suicidarmi dopo la morte di Endymion.
Era davvero lui prima, alla sala giochi?
Era tutto inutile, non c’era verso di farmi concentrare sui loro discorsi. Amy parlava della spada, Marta distruggeva involontariamente diamanti per provare il potere distruttivo di quell’arma, Morea ripercorreva i nostri ultimi ricordi … già, proprio gli istanti tra il mio suicidio e quella luce bianca che ci avvolse tutte quante. Faceva troppo male ascoltare di nuovo quei discorsi, rivivere quel momento soprattutto mentre Marzio era disperso, nelle mani dei nemici. Finsi di dormire, di essermi appisolata sul divano per non dover parlare. Dopo aver visto quel ragazzo alla sala giochi volevo solo sapere se era davvero il mio Marzio. Niente aveva più importanza.
Sentii le mani delicate ma forti di Morea avvolgersi attorno a me, mi sollevò e mi portò in braccio fino al letto di Amy dove mi lasciò dolcemente chiudendo la porta.
Perdonatemi ragazze, non sarei di nessun aiuto in questo stato
Le lenzuola di Amy profumavano di mughetto, mi strinsi forte il suo cuscino al petto e ci sprofondai il viso dentro, non volevo che mi sentissero piangere. Alla fine mi addormentai sul serio. Sognai. Il sogno più strano, incomprensibile e stranamente confortante che avessi mai fatto.
 
<< Bunny! Bunnyyy! BUNNY VUOI SVEGLIARTI? >>
La voce di Luna mi rimbombò nelle orecchie. Mi svegliai di soprassalto, guardando la sveglia e notando quanto fosse tardi, balzai fuori dalle coperte e iniziai a vestirmi più veloce che potevo: << perché non mi hai svegliata prima Luna? >>.
Sempre la stessa storia. La sera faccio tardi a leggere i fumetti di Sailor V, dimentico di fare i compiti e la mattina mi svegliano le grida di Luna e mamma. Ci provo con tutta la mia buona volontà ma proprio non mi riesce di svegliarmi a un’ora decente, persino nei sogni questa cosa mi tormenta!
Corsi fuori con la colazione in mano e ovviamente arrivai a scuola in ritardo. Come quasi ogni mattina da quando ero diventata una guerriera Sailor, la professoressa mi sbatté fuori dall’aula ma non replicai, non potevo certo dirle che combattere contro le forze del male era stancante.
Ero tutta intenta a piangermi addosso per l’ennesima volta quando un ragazzo mai visto prima mi passò davanti tenendo fra le mani un plico di fotocopie e fermandosi davanti a me mi parlò come se fossimo amici da sempre: << non impari mai vero, Principessa Coniglio? >>.
“Principessa Coniglio”? Cosa voleva dire e come si permetteva di parlare così a una ragazza appena conosciuta? Senza neanche presentarsi prima oltretutto!
<< Come mi hai chiamata? >> gli lancia un’occhiataccia e lui … si mise a ridacchiare porgendomi uno dei fogli che aveva in mano: << ripassa almeno un po’ mentre sei qui fuori >> e come niente fosse entrò nella mia stessa aula. Eppure io non mi ricordavo fosse un mio compagno di classe. Quegli occhi color ametista, così profondi e allo stesso tempo celati da un velo di mistero, come se nessuno potesse osservarli davvero fino in fondo. Come avrei potuto non notarli?
Ci pensai e ripensai ma proprio non me lo ricordavo, non riuscivo a ricordare il suo nome pur avendo elencato l’intero registro più e più volte ma più ripensavo a lui più sentivo un insolito calore avvamparmi in viso “smettila Bunny, tu sei innamorata di …” tutto ad un tratto lo avevo scordato. Sapevo di essere stata innamorata di qualcuno ma sembrava qualcosa di tanto tempo fa, non riuscivo nemmeno a ricordarne il nome o l’aspetto. Cosa stava succedendo in quel sogno?
Cercai di lasciar perdere e trascorsi la pausa pranzo come sempre con Nina, facendole domande sul “nuovo arrivato”.
<< Nina abbiamo un compagno di classe nuovo per caso? >> non la guardai mentre glielo chiedevo, ero troppo intenta a fissare il ragazzo del corridoio che, nel frattempo, era uscito in cortile: << no, credo che ce ne saremmo accorte altrimenti >>  ma le sue risposte non facevano altro che confondermi ancora di più.
La mia amica si accorse subito che non stavo guardando lei e osservando attentamente in quale direzione puntasse il mio sguardo sembrò giungere a una conclusione. Speravo mi togliesse qualche dubbio ma, incredibilmente, riuscì persino a peggiorare la situazione: << parli di Lelouch? Eh no Bunny! Se avete litigato di nuovo questa volta dovrai vedertela da sola, io il giochino del “fingiamo di non conoscerlo” non te lo reggo stavolta. E’ il tuo ragazzo, risolvetela tra di voi >>.
Sconvolta, non trovo altre parole per definire il mio stato in quel momento. Mi alzai in piedi di scatto, sbattendo violentemente le mani sul tavolo in legno sul quale stavamo mangiando: << che cosa? Ma se fino a un secondo fa non sapevo neanche il suo nome! Quando sarebbe diventato il mio ragazzo? >> strillai così forte in faccia alla povera Nina da far girare mezza scuola nella nostra direzione, compreso Lelouch ovviamente. Ricoperta di uno spesso manto di vergogna tagliai la corda, correndo nel corridoio davanti alla mia classe in cerca di Luna ma senza risultati.
<< Si può sapere perché mi stai evitando oggi? Cos’ho fatto per farti arrabbiare Principessa Coniglio? >> la voce di Lelouch risuonò alle mie spalle e prima che potessi aprire bocca le sue braccia mi cinsero le spalle e mi strinse a sé. In un primo momento non fui in grado di parlare, le parole mi morivano sulle labbra perché, infondo, quella sensazione era incredibilmente piacevole: << perché mi chiami “Principessa Coniglio”? >> in realtà avrei voluto fargli altre mille domande ma quel nomignolo aveva attirato fin troppo la mia attenzione. Se avesse scoperto che ero Serenity, la Principessa del Regno Argentato? No. Come poteva saperlo?
Lelouch ridacchiò alla mia domanda sfiorandomi il collo con le labbra e un brivido mi percorse tutto il corpo: << te l’ho già detto, perché sei la Principessa della Luna, qui in Giappone c’è quella leggenda assurda del coniglio lunare, ti chiami Bunny e porti i capelli in questo modo così buffo, ti fanno sembrare un coniglietto. Poi ti fa arrabbiare e sei così carina quando metti il broncio >> sentii chiaramente il mio viso arrossire e mi divincolai dal suo abbraccio mettendo, involontariamente, quello stesso broncio che a suo dire mi rendeva carina ottenendo solo un suo sorriso.
In quello stesso istante il tempo sembrò smettere di scorrere e quel mio broncio si trasformò in qualcosa a metà fra l’incanto e l’attesa di ciò che stava per accadere. Sapevo benissimo cosa stava per succedere, per la prima volta da quando era iniziato quel sogno qualcosa mi era perfettamente chiaro. Una parte di me avrebbe voluto tirarsi indietro memore del fatto che nel mondo reale qualcuno mi stava aspettando, ma quella parte si fece sempre più piccola ad ogni battito del mio cuore accrescendo quella che, invece, fremeva nel desiderio di quel preciso istante. L’istante in cui Lelouch mi cinse i fianchi con una mano, mi spostò i capelli dal viso con l’altra, intrappolò il mio sguardo nel viola dei suoi occhi e dolcemente le sue labbra si posarono sulle mie, esitando per un istante lungo un battito per poi schiudersi nel bacio più dolce e intenso che la mia bocca avesse mai assaporato.
<< Devo andare da Nunnally adesso, ci vediamo stasera … >> le sue labbra continuavano a sfiorare le mie mentre parlava, fronte contro fronte finché  mi diede le spalle e iniziò ad allontanarsi, mi portai le dita alle bocca riassaporando per un attimo quelle sensazioni troppo reali per essere un sogno: << … e ripassa per l’esame o finirai per ripetere l’anno Principessa Coniglio >> potevo percepire dal tono della sua voce che stava ridacchiando mentre lo diceva e senza nemmeno pensarci, come se fosse la solita routine, gli feci una linguaccia. Mi sorpresi di quanto quella scena mi sembrasse la norma. Era tutto così assurdo: << oh, eccoti Luna! >> la mia gatta parlante, che in tutta quella storia continuava ad essere la cosa più sensata, balzò sul davanzale della finestra. Mi ricomposi, raccolsi un attimo le idee e cercai di ottenere almeno un chiarimento da lei: << Luna, come mai Lelouch sa tutto di me? >> anche Luna, come Nina e Lelouch mi guardò come se fossi un alieno, con un enorme punto interrogativo dipinto sul musetto: << ma cosa dici Bunny? Gli hai raccontato tutto tu … >> se non fosse stato un sogno avrei seriamente iniziato a dubitare della mia salute mentale: << … quando l’Impero di Britannia si è alleato con il Regno delle Tenebre non abbiamo avuto scelta. Ci siamo unite all’Ordine dei Cavalieri Neri e dopo che vi siete innamorati vi siete rivelati reciprocamente le vostre vere identità >> va bene che in storia ero una frana ma ero perfettamente certa di non aver mai sentito parlare di questo Impero di Britannia quindi, ancora una volta, mi ritrovavo più confusa di prima.
Stanca di tutto quel caos corsi fuori dalla scuola e mi fermai solo quando arrivai alla sponda di uno scolo. Mi sedetti li, sull’erba, pregando di risvegliarmi da quel sogno inutilmente complicato. Se almeno ci fossero state le mie amiche con me: << non ti stanchi mai di frignare Bunny? Non risolverai niente in questo modo >> improvvisamente la voce di Rea interruppe il mio pianto e dopo di lei Amy: << dovresti osservare meglio quello che ti circonda Bunny e raccogliere più dati possibili >> sapevo che non erano realmente li con me eppure riuscivo chiaramente a sentire il tepore della mano di Morea sulla mia spalla: << sei più forte di così Bunny, non mollare proprio adesso >> e il sorriso sincero di Marta mi diede l’ultima spinta per rialzarmi: << e poi guarda che poteva andarti peggio, quel Lelouch è davvero carino. Un po’ ti invidio sai? >> la sua mano mi asciugò una lacrima dalla guancia per poi svanire tutte quante nell’arancione del sole che iniziava a tramontare. Nonostante tutto loro erano sempre al mio fianco, avrei superato anche quello strano sogno incredibilmente realistico.
<< Trasformati Bunny, i nemici stanno attaccando la città >> feci come Luna chiedeva e tutto sembrava esattamente come sempre. Mi trasformai ma nonostante fossi sola sapevo che le altre guerriere Sailor mi avrebbero dato la forza di affrontare ogni cosa.
A pensarci bene mi ricordava una delle mie primissime missioni, quando eravamo ancora solo io e Luna,  solo che qualcosa non quadrava. Perché mi trovavo davanti a un enorme e inquietante robottone sul quale si ergeva un uomo, avvolto nel suo mantello, con il volto coperto da un casco da cui non s’intravedeva niente: << Luna, da quando i nemici usano i robot? >> Luna mi guardava come se avessi detto chissà quale eresia: << hai battuto la testa Bunny? Zero non è un nostro nemici e quelli non sono semplici robot. Ah benedetta ragazza, lo dicevo io che mangiare tutti quei dolci prima di dormire ti avrebbe fatto male >>.
Ed ecco che ricominciavo a confondermi. Zero …era quello il nome dell’uomo con casco e mantello?
<< Hai intenzione di restare li impalata ancora a lungo Principessa Coniglio? >> Zero si tolse il casco ma anche così era difficile distinguerne i tratti, la maschera che indossava sotto il casco gli copriva metà del volto lasciando visibili soltanto gli occhi. Quegl’occhi viola sembrarono scrutarmi fin dentro l’anima e quello che Luna mi avevo detto quel pomeriggio iniziò ad avere un senso. Zero e Lelouch erano la stessa persona e l’unica a saperlo ero io così come lui era l’unico a sapere che Sailor Moon ero io.
Luna corse incontro a Zero e saltò sul braccio del robot invitandomi a fare lo stesso: << Forza, sali Sailor Moon >> non so per quale assurdo motivo avrei dovuto farlo ma, hey, è un sogno no? Chi sono io per oppormi? Tra l’altro  dopo che una gatta parlante mi aveva donato dei poteri magici avevo il coraggio di stupirmi di cose simili? Obbedii agli ordini senza ribattere e decisi di godermi quel sogno strampalato e basta di li in avanti. Alla fine si stava rivelando anche abbastanza divertente se lo si guardava da un’altra prospettiva.
Dietro di noi si stagliavano altri di quei robot, lanciai un’occhiata interrogativa a Luna che, sbuffando e roteando gli occhi mi rispose per compassione senza che avessi bisogno di chiederle nulla: << si, sono i Cavalieri Neri >> volevo solo essere sicura di attaccare quelli giusti, non c’era bisogno di guardarmi così male.
Quella situazione mi stava gasando parecchio, alla fine trattandosi di un sogno non potevo farmi male e se anche fossi caduta alla peggio mi sarei svegliata e questo mi dava un coraggio che, solitamente, non avrei avuto. Mi armai di Scettro Lunare e:<< Cerchio dello Scettro Lunare, entra in azione! >> di colpo i nemici si bloccarono, il mio attacco doveva aver interferito con i loro comandi. Avevamo la vittoria in pugno quando, improvvisamente …
 
Mi svegliai.
Era stato un sogno davvero bizzarro, a tratti spaventoso ma che mi aveva fatto battere il cuore come mai prima di allora e forse non ne avrei mai capito né l’origine né il senso ma i sogni non vanno sempre interpretati, a volte sono solo sogni e niente di più. Nessun significato nascosto, nessun passato dimenticato e, soprattutto, nessuna premonizione di un futuro più o meno lontano. Giusto?
<< Finalmente ti sei svegliata, Principessa Coniglio >>
   
 
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