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Autore: Arwen297    24/09/2017    3 recensioni
«La verità - chiara a entrambe - era che, quando il vento non soffiava sul mare, l'oceano moriva. E senza di esso, il vento non avrebbe trovato margine ed energie per muoversi e proteggere l'intero universo.»
Michiru si trova da sola, dopo che Haruka a seguito di voci false che le sono giunte all'orecchio ha deciso di tagliare ogni contatto con la sua compagna di vita e di squadra.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Note dell'autrice: Buona domenica a tutti! Ok, cosa posso dire di questa Oneshot, mi è uscita fuori in un'ora. E' uscita fuori dal bisogno di canalizzare dei miei pensieri rispetto a una situazione che sto vivendo, simile ma non uguale a quella che ho messo giù.
Spero che ne sia scaturito qualcosa di decente anche se di pochissime pagine rispetto al mio solito, devo ammetterlo, scritto tutto insieme e non ho controllato ne corretto se trovate qualche errore segnalatelo. Vi auguro buona lettura!



 

Quando il vento non soffia sul mare

Idea di Arwen297 – Personaggi di Naoko Takeuchi

 

 

Fissò con sguardo spento la città dall'alto del grattacielo in cui aveva dimora, uno scialle sulle spalle a tenerle caldo in quelle prime giornate autunnali. Un tepore che sicuramente le scaldava le membra, non il cuore.

Il suo cuore si era come congelato nel momento in cui quasi un mese prima Haruka era sparita. A causa di voci dettate dall'invidia che la vedevano impegnata a tradire la guerriera dei venti, non aveva fatto nemmeno tempo a spiegarle.

Era semplicemente sparita.

Telefono staccato da quel giorno.

Contatti social inesistenti.

Aveva provato anche a contattarla al lavoro, inizialmente, senza ottenere risultati. Poi il senso di vuoto e disperazione aveva avuto la meglio e si era totalmente arresa in balia delle emozioni e del dolore che il silenzio della sua compagna le aveva inflitto.

Davvero non riusciva a capire come potesse essere possibile che le parole di una sconosciuta avessero potuto minare così il loro rapporto.

Eppure aveva provato a trovare una spiegazione a tutto, ma non l'aveva trovata. Non era in grado, forse, o semplicemente doveva essere la diretta interessata a spiegarle il perché di una reazione così incontrollata.

Una lacrima scese lungo il viso. La milionesima sicuramente, non passava giorno in cui riuscisse a non piangere. Silenziose le lacrime iniziavano a scendere quando meno se lo aspettava.

Bastava un ricordo, un pensiero, bastava anche solo un pò di vento fuori a farla crollare.

Inesorabilmente.

Eppure lei era Sailor Neptune, una delle guerriere più forti in circolazione, aveva sconfitto una quantità spropositata di demoni e nemici più o meno umani; non poteva crollare in questo modo davanti a un qualcosa che in confronto era una vera bazzecola.

Eppure non riusciva.

Eppure questa volta la fragilità aveva la meglio e le emozioni non riuscivano a rimanere dietro la facciata.

E uscivano, uscivano come un fiume in piena, un mare mosso. Una pioggia battente.

Più cercava di farsi forza e più tutto sembrava crollarle addosso. Più cercava di tenersi tutto dentro e più la diga che aveva eretto intorno a se, isolandosi da tutto e tutti cedeva.

L'assurdità di quella situazione... il farsi dividere dalla prima sconosciuta che aveva aperto bocca dopo anni e anni di combattimenti insieme; ore passate con la paura di non sopravvivere alla battaglia successiva, ore a ritrovarsi tra le lenzuola a far pace dopo un litigio o una prova particolarmente difficile.

Anni passati a imparare a capirsi fino in fondo, perché entrambe erano chiuse verso il mondo esterno. E, ancora, anni a far si che il loro vero carattere uscisse fuori nei reciproci confronti senza paura di lasciarsi, di perdersi, di essere giudicate. Anni passati ad amare l'altra esattamente per come fosse, non per altri motivi. Senza cercare a tutti i costi di cambiarla.

Non riusciva proprio ad accettare tutto.

Si mosse verso la loro camera da letto, che ormai era diventata solamente sua, il suo sguardo si posò sulla giacca che l'altra aveva abbandonato sulla sedia la sera prima che scoppiasse tutto. Era ancora li, non era riuscita a toglierla. Sperava in fondo al cuore che prima o poi la bionda sarebbe tornata, anche se faceva male mantenere un barlume di speranza in quel senso.

Tutto in quella casa le faceva male, ogni angolo custodiva un ricordo più o meno felice. Era come ricevere una continua pugnalata, come se qualcuno di invisibile l'avesse eletta a tiro a bersaglio perché non stava soffrendo già abbastanza.

Eppure ogni volta che il pensiero andava ad Haruka, come in quel momento, sentiva tutti i suoi buoni propositi sfuggire via, sentiva la terra crollarle sotto i piedi.

Erano anni che combattevano insieme.

Per la prima volta, dopo così tanto tempo, si trovava sola; sola ad affrontare tutto. Dalla vita da guerriera a quella di tutti i giorni.

Haruka era un punto di riferimento, lo erano nei confronti dell'altra reciprocamente. Erano il reciproco porto sicuro dove ritirarsi quando la fuori la tempesta imperversava. L'attracco nei momenti più bui in cui erano sull'orlo del baratro.

Tutto sfumato, tutto mandato a morire dalle parole di una sconosciuta.

Le lacrime uscirono copiose dai suoi occhi blu, arrossati per il troppo pianto; la verità era che senza Haruka lei non era in grado di stare, anche se avesse voluto cercare di andare avanti a testa alta non sarebbe stata in grado.

Non glielo permetteva l'amore profondo che lo legava all'altra, non glielo permettevano i loro elementi così legati. Perchè, nonostante tutto, lei la sentiva, la sentiva la sua Aurea. Ed era tutto ancora più difficile.

Avvertirne i cambi di umore, avvertire se era in pericolo, avvertire cosa stava facendo ogni singolo momento della giornata se solo avesse voluto.

Continuare ad averla presente nella sua vita di Guerriera, senza poterla avere ancora accanto a se.

Il mare era calmo, di quella calma delle persone ferite, stanche di lottare per qualcosa che probabilmente non arriverà mai, rispecchiava esattamente il suo stato d'animo. Il vento non era da meno, ma non si era mai ritirato da casa loro.

E questo se possibile la faceva morire ancor più lentamente.

Non poteva non pensare alla sua donna, non poteva ignorarne l'esistenza se il vento continuava insesorabile a muovere l'aria nei paraggi di dove si trovava.

«Ascoltami, che io sarò sempre intorno a te».

Le parole dell'altra le risuonarono improvvisamente in mente, le aveva detto così molti anni prima. Prima di una battaglia particolarmente difficile da cui non sapevano se ne sarebbero uscite vive, e quelle parole si erano sempre rivelate vere, anche quando non era presente il vento l'avvolgeva e proteggeva come mai aveva fatto prima del loro incontro. Esattamente come avrebbe detto di fare al mare lei stessa, se l'altra avesse trascorso un periodo in mare per qualche motivo.

«Ma io non ti voglio intorno a me, Haruka.. non se non ci sei fisicamente».

Il pensiero in risposta a quel ricordo si palesò subito chiaro nella sua mente. Una mezza presenza era ancora più dolorosa di un'assenza.

E quell'assenza la faceva soffocare.

Quell'assenza la stava uccidendo lentamente.

Strinse a se il suo cuscino nel tentativo di soffocare ancora una volta il pianto che l'aveva pervasa nuovamente.

Ogni giorno più duro del precedente nel riprendere il controllo sulle sue emozioni.

Ogni giorno più difficile tirare avanti positivamente.

Possibile che Haruka non la sentisse? Possibile che fosse così insensibile nei suoi confronti? Possibile che bastasse davvero così poco per dividerle? Era tutto stato così effimero per l'altra?

Eppure, lei, ci aveva sempre creduto nel loro rapporto. Aveva sempre dato anima e corpo per stare a canto a Tenou, dal carattere non propriamente di facile comprensione inizialmente. Possibile che doveva realmente finire tutto così? Possibile che era stata la sola a crederci? Al solo pensiero le lacrime aumentarono accompagnate da una fitta al cuore.

Faceva un male immenso anche solo pensare che per l'altra tutto ciò che avevano condiviso non aveva nessun valore, doveva uscirne, a maggior ragione. Se lo ripeteva ormai da giorni che doveva trovare un modo per uscirne.

Ma alla fine rimaneva inchiodata li.

Ferma.

Senza capire quale fosse la reale via d'uscita per sfuggire al vuoto che sentiva crescere inesorabilmente dentro. Ferma davanti a un muro che non le faceva vedere in nessun caso il suo domani, senza avere i mezzi per superare quella barriera che la divideva probabilmente da un miglioramento.

Senza la Guerriera di Urano non era in grado nemmeno di far quello, i muri li avevano superati insieme, con l'aiuto dell'altra. Sempre.

Questa volta doveva farlo da sola, ma non sapeva da che parte cominciare.

E poi...il suo cuore glielo avrebbe permesso?

Non aveva mai amato così tanto una persona in vita sua, non aveva mai amato a tal punto. L'amore che la legava a Haruka era profondo più di qualsiasi altra cosa, avrebbe dato la vita per lei; cancellarlo in breve tempi era impensabile, forse addirittura impossibile.

Ma da quella situazione senza via d'uscita si sentiva letteralmente soffocare, spaccata a metà tra il desiderio di vederla ritornare e quello di iniziare a muovere i primi passi nella vita senza la presenza dell'altra.

Consapevole che prima o poi sarebbero state chiamate a combattere insieme dal destino, e il colpo al cuore nel rivederla sarebbe stato enorme.

Perchè loro alla fine erano destinate a stare insieme.

E in cuor suo sapeva bene che anche Haruka la amava esattamente allo stesso modo anche se lo dimostrava con i gesti e non a parole.

In cuor suo sapeva anche che il vento sarebbe tornato presto o tardi, non avrebbe potuto lasciare solo l'oceano nemmeno se avesse voluto.

La verità - chiara a entrambe - era che, quando il vento non soffiava sul mare, l'oceano moriva. E senza di esso, il vento non avrebbe trovato margine ed energie per muoversi e proteggere l'intero universo.

   
 
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